CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURA

Mozione n. 201

MOZIONE RUBIU - OPPI - TATTI - PINNA Giuseppino - TRUZZU - PITTALIS - CHERCHI Oscar - LOCCI - PERU - CAPPELLACCI - ZEDDA Alessandra - CARTA - DEDONI - RANDAZZO - FASOLINO - LAMPIS - TUNIS in merito alla vertenza dei lavoratori in utilizzo, impegnati in gran parte nei cantieri degli enti locali, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che con la legge regionale n. 5 del 2015, articolo 29, comma 36, il Consiglio regionale ha deciso di stanziare - nelle more della finanziaria - una cifra pari a 3 milioni di euro a favore degli enti locali per l'attuazione di progetti per l'impiego di lavoratori in utilizzo, percettori nell'anno 2014 di ammortizzatori sociali;

ACCERTATO che il piano regionale ha previsto il coinvolgimento, in tutta la Sardegna, di circa 400 lavoratori, di cui molti in mobilità in deroga, già terminata; un intervento peraltro previsto dal decreto interministeriale, per effetto della cessazione degli ammortizzatori sociali; la Regione è poi intervenuta con sussidi straordinari anch'essi cessati nel febbraio 2015;

RILEVATO che una piccola parte di questi lavoratori sta completando il percorso di assegnazione della mobilità ordinaria ed una parte per l'assegnazione di quella in deroga; in particolare, si tratta dei lavoratori della ex Compau in utilizzo presso la ASL n. 5 di Oristano, presso l'Amministrazione provinciale e presso qualche comune (in particolare per interventi legati alla prevenzione degli incendi, del dissesto idrogeologico e del diffondersi di discariche abusive);

VALUTATO che anche la Provincia di Carbonia Iglesias - con deliberazione n. 31 del 23 giugno 2015 - ha attivato i progetti per l'attuazione di politiche in favore di lavoratori posti in mobilità in deroga e interessati da terze proroghe e più, e che tali progetti, in alcuni casi rimodulati, sono stati prorogati sino alla data del 31 agosto 2014;

ANNOTATO che la Regione, per questa categoria di lavoratori, nelle more dell'adozione della suddetta legge finanziaria con l'intento di favorire un più organico intervento in materia di politiche del lavoro, previa manifestazione di disponibilità all'utilizzo da parte dell'amministrazione provinciale, ha provveduto ad erogare - sino al 28 febbraio 2015 - un sussidio straordinario di 700 euro mensili a fronte della prestazione di un'attività lavorativa di 80 ore in funzione del servizio civico di utilità collettiva;

DATO ATTO che una molteplicità di amministrazioni locali - province, comuni e ASL - hanno attivato dei cantieri comunali per l'occupazione dei lavoratori già inseriti nei progetti di utilizzo di beneficiari di ammortizzatori sociali alla data del 31 dicembre 2014, trasformati poi in servizio civico di utilità collettiva;

APPRESO che gli enti locali (province e comuni) godono di ampi margini di discrezionalità che fanno registrare demansionamenti, differenze stipendiali e differenze dei periodi lavorativi, e soprattutto. non tengono alcun conto circa le competenze e le esperienze professionali pregresse dei lavoratori;

CONSTATATO infatti che è lampante il caso dei lavoratori con professionalità ben distinte e qualificate, quali psicologi, tecnici, saldatori, impiegati, OSS, infermieri, elettricisti, tecnici di laboratorio ed una miriade di altre figure, che dopo essere stati impiegati per cinque anni presso un determinato ente, si trovano a dover adempiere a mansioni totalmente differenti dalle loro specializzazioni, dai loro curricula e dalle loro professionalità;

RICORDATO che la crisi dei settori nevralgici dell'economia isolana si è riprodotta anche su questi lavoratori che, nonostante impiegati in servizi civici di utilità collettiva, non percepiscono gli emolumenti da ormai 4 mesi;

OSSERVATO che il piano regionale ha poi certificato una serie di criticità, con una normativa che non ha previsto direttive univoche per gli enti locali isolani, che stanno così procedendo in ordine sparso; non si tiene conto, ad esempio, delle difficoltà assunzionali degli enti locali a seguito del patto di stabilità e delle norme sulla spesa del personale che impediscono a molti comuni di provvedere all'attuazione dei progetti;

SOTTOLINEATO peraltro che si prevede l'esternalizzazione dei servizi a cooperative di tipo B, che consente di superate i vincoli assunzionali; un espediente che provoca però ulteriori difficoltà, connesse al fatto che questa fattispecie non fa altro che aumentare i costi aggiuntivi, con dirette conseguenze sui lavoratori con una riduzione consistente degli emolumenti stabiliti nel provvedimento della Regione;

RIMARCATO che tantissimi comuni hanno provveduto ad attuare i progetti; si registra che alcuni comuni stanno attuando il minimo e - a fronte di un contributo di circa 7 mila euro - al lavoratore finisce solo il 35 per cento mentre il restante 65 per cento se ne va in spese; altri comuni hanno trasferito a cooperative di tipo B con distorsioni che hanno danneggiato i lavoratori, per effetto della riduzione degli emolumenti; in tantissime realtà non ci sono peraltro cooperative di questo tipo;

EMERSO che in tanti casi si rischia quindi la perdita delle professionalità acquisite, con problemi derivanti anche dal mancato pagamento degli stipendi ai lavoratori impiegati; in nessun caso è prevista la costituzione di un soggetto ad hoc per salvaguardare i diritti dei lavoratori ed evitare alterazioni negli emolumenti ai danni del personale in utilizzo,

impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale

1) a trovare le risorse per permettere agli enti locali di prorogare i progetti all'anno 2016, garantendo così la possibilità di trovare impiego per i lavoratori in utilizzo;
2) ad accelerare i lavori di assestamento di bilancio (legge finanziaria) affinché vengano impegnate e assegnate le risorse da destinare a comuni, province e ASL, per la prossima annualità;
3) ad aprire un tavolo di confronto con gli enti locali volto alla stabilizzazione dei lavoratori precari;
4) a costruire dei parametri che diano continuità a coloro che hanno già operato presso gli enti sopra citati e che garantiscano occupazione in base ai curricula dei lavoratori.

Cagliari, 19 novembre 2015