CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURAMozione n. 121
MOZIONE CAPPELLACCI - PITTALIS - DEDONI - COSSA - CRISPONI - RUBIU - FENU - TRUZZU - FLORIS - SOLINAS Christian - CARTA - ORRÙ - TATTI - PINNA Giuseppino - OPPI - CHERCHI Oscar - FASOLINO - LOCCI - PERU - RANDAZZO - TEDDE - TOCCO - TUNIS - ZEDDA Alessandra sul rischio che la Sardegna sia scelta come deposito unico delle scorie nucleari italiane, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- già nel maggio del 2009 la Regione autonoma della Sardegna, insieme alle altre, si oppose in sede di Conferenza delle regioni alle disposizioni contenute nella legge n. 99 del 2009 relative alla localizzazione nel territorio di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché dei sistemi per il deposito definitivo di materiali e rifiuti radioattivi, ritenendo inaccettabile che in materia di nucleare il Governo assumesse le decisioni semplicemente sentendo le regioni;
- la Regione ribadì tale posizione il 27 gennaio 2010, quando la Conferenza delle regioni ha espresso parere negativo, a maggioranza, sullo schema di decreto legislativo recante: "Localizzazione ed esercizio di impianti di produzione elettrica e nucleare, di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio, nonché misure compensative e campagne informative";
- la sentenza della Corte costituzionale n. 33 del 2011 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del decreto legislativo 15 febbraio 2010, n. 31 "nella parte in cui non prevede che la Regione interessata, anteriormente all'intesa con la Conferenza unificata, esprima il proprio parere in ordine al rilascio dell'autorizzazione unica per la costruzione e l'esercizio degli impianti nucleari";
- il 28 maggio 2014 il Consiglio regionale, a seguito della discussione della mozione n. 32, approvava l'ordine del giorno n. 6, che impegnava il Presidente della Regione a respingere ogni possibilità che la Sardegna venga inserita tra le aree idonee ad ospitare il sito sul quale sorgerà il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, nel rispetto dell'esito referendario del 15 e 16 maggio 2011;
- nel gennaio 2015 la Sogin ha consegnato la mappa all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), al quale poi spettava il compito di verificare entro due mesi il rispetto dei criteri indicati nella Guida tecnica per la localizzazione e poi validarla;
- con la riposta trasmessa dal Presidente della Regione in data 26 gennaio 2015 all'interrogazione del gruppo Forza Italia, primo firmatario Marco Tedde, l'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente, dopo aver dichiarato di disporre solo delle notizie diffuse dai media perché non coinvolto a nessun titolo, si impegnava ad assumere assieme al Presidente della Regione tutte le azioni necessarie per avviare un confronto con il Governo;
- a distanza di otto mesi dall'impegno sollecitato dal Consiglio regionale il tenore della risposta dell'Assessore lascia intendere che alla fine di gennaio, a due mesi dalla decisione definitiva e nonostante l'iniziativa della Sogin, la Giunta regionale, contravvenendo agli impegni previsti nell'ordine del giorno, non abbia avviato nessun confronto con il Governo;
- alla luce della gravità della posta in gioco, è necessario tenere aperto il dibattito affinché il Consiglio regionale sia correttamente e costantemente informato sia sulla effettiva apertura di un confronto, sia sugli sviluppi, affinché si possano prendere decisioni condivise e prendere le opportune contromisure per contrastare eventuali decisioni calate dall'alto;RILEVATO che, proprio in corrispondenza di tale scadenza, da notizie provenienti da fonti ministeriali risulta che la procedura di scelta del sito ove collocare il deposito unico di scorie nucleari si è concentrata su due regioni: la Sardegna e il Lazio;
CONSIDERATO:
- l'atteggiamento del Governo e della politica nazionale nel suo complesso inducono a pensare che ci siano pressioni per escludere il Lazio e far cadere pertanto la scelta sulla nostra isola;
- che sempre dalle stesse fonti ministeriali si apprende che l'eventuale trasferimento di scorie verrebbe programmato secondo modalità tendenti a mantenere la massima segretezza fino al compimento delle operazioni;RICHIAMATO che:
- la scelta della Sardegna come deposito delle scorie nucleari sarebbe un nuovo episodio di quella slealtà di Stato e la manifestazione più odiosa di una subcultura, ancora troppo diffusa nei palazzi romani, che vede la nostra terra come potenziale destinataria di carichi "scomodi";
- la Sardegna ha invece intrapreso una scelta diversa, puntando su un'idea di sviluppo sostenibile, condivisa al di là delle appartenenze partitiche, che punti sul paesaggio, sull'ambiente, sulla cultura;
- i sardi hanno democraticamente espresso la netta opposizione sia alle centrali nucleari che ai depositi di scorie con il referendum del 2011, rispondendo "Sì" con percentuali che arrivano al 97,13 per cento al quesito "Sei contrario all'installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?";
- qualsiasi decisione calata dall'alto sarebbe una profanazione della nostra terra, un atto di violenza verso l'autonomia e l'autodeterminazione del popolo sardo,impegna il Presidente della Regione:
1) a notificare immediatamente una diffida al Governo contro qualsiasi ipotesi di trasferimento in Sardegna delle scorie nucleari;
2) a chiedere un incontro urgente in Sardegna con il presidente del Consiglio dei ministri per ottenere chiarimenti circa le notizie sopra riportate ed esprimere il netto dissenso del popolo sardo contro un'ipotesi scellerata che rappresenterebbe un'insanabile rottura dei rapporti Stato-Regione;
3) a domandare sia la copia sia la pubblicazione di tutti gli atti riguardanti l'ipotesi di realizzare in Sardegna il deposito delle scorie nucleari.Cagliari, 10 marzo 2015