CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURA

Mozione n. 118

MOZIONE DEDONI - COSSA - CRISPONI - ZEDDA Alessandra - TEDDE - FASOLINO - RANDAZZO - TRUZZU - FENU - SOLINAS Christian - PITTALIS - CAPPELLACCI - PERU - CHERCHI Oscar - TUNIS - RUBIU - OPPI - PINNA Giuseppino - TATTI - FLORIS - LOCCI - TOCCO - CARTA - ORRÚ sul piano di dimensionamento scolastico regionale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
- il report sulla dispersione scolastica del Servizio statistico del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca pubblicato nel giugno del 2013, basato su dati relativi all'anno scolastico 2012-2013, evidenzia la situazione drammatica dell'istruzione in Sardegna tra le peggiori in Italia;
- nella fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni, l'indice di abbandono scolastico in Sardegna è del 25,8 per cento, il più alto in Italia, a fronte di una media nazionale del 17,6 per cento e del 12,8 per cento nei paesi membri dell'Unione europea;
- per quanto riguarda le percentuali degli studenti a rischio di abbandono, la Sardegna si piazza al penultimo posto in Italia per quanto riguarda l'istruzione secondaria di primo grado, con lo 0,41 per cento, e all'ultimo posto per quanto riguarda l'istruzione secondaria di secondo grado, con il 2,64 per cento;
- i dati dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione (Invalsi), relativi al 2014 mostrano, per quanto riguarda la Sardegna, livelli di apprendimento inferiori alla media nazionale in tutte le classi valutate, con un divario che va aumentando con l'avanzare delle classi osservate; nella classe II primaria, le risposte esatte nella prova di italiano sono state il 58,47 per cento contro il 61 per cento della media nazionale, quelle nella prova di matematica il 54,67 per cento contro il 54,60 per cento della media nazionale; nella classe V primaria, il risultato in italiano è il 60,40 per cento contro il 60,99 per cento nazionale, in matematica il 61,53 per cento contro il 62,92 per cento nazionale; nella classe III secondaria di primo grado, il risultato in italiano è il 59,65 per cento contro il 61,37 per cento nazionale, in matematica il 53,89 per cento contro il 57,32 per cento nazionale; nella classe II secondaria di secondo grado, il risultato in italiano è il 60,69 per cento contro il 65,33 per cento nazionale, in matematica il 41,06 per cento contro il 49,24 per cento nazionale;
- i dati del Programme for International Student Assessment dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Pisa-Ocse) relativi al 2012 rilevano negli studenti sardi un livello di apprendimento della matematica di 458 contro il 485 nazionale, un livello di lettura di 464 contro il 490 nazionale, un livello di apprendimento nelle scienze di 473 contro il 494 nazionale;

CONSIDERATO che:
- con deliberazione n. 5/26 del 6 febbraio 2015, la Giunta regionale ha approvato il Piano di dimensionamento scolastico regionale per l'anno scolastico 2015-2016;
- nel piano di cui sopra si contano circa ottanta tra accorpamenti di istituti siti in comuni diversi e all'interno degli stessi comuni, con particolare riferimento in quest'ultimo caso ai centri più popolosi e ai comuni capoluogo, e soppressioni di sedi scolastiche;
- gli accorpamenti e le soppressioni si concentrano principalmente nei comuni più piccoli delle aree periferiche, in cui il costante calo demografico che sta determinando lo spopolamento e la desertificazione di intere zone della Sardegna, ha portato alla diminuzione del numero degli iscritti negli istituti;

PRESO ATTO che:
- i sindaci dei numerosi comuni interessati dagli accorpamenti e dalle soppressioni hanno espresso la loro contrarietà al piano già in fase di elaborazione;
- la Direzione scolastica regionale non ha espresso parere contrario alle proposte alternative avanzate dai sindaci di cui sopra;
- nei comuni interessati dagli accorpamenti e dalle soppressioni, all'indomani dell'approvazione della delibera, è immediatamente partita la mobilitazione degli studenti e delle loro famiglie, contrari al piano imposto dalla Giunta regionale;
- la Seconda Commissione consiliare, titolata a esprimere il proprio parere non vincolante sul Piano di dimensionamento scolastico regionale, il 24 febbraio u.s. ha sentito in audizione l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport;
- nel corso dell'audizione, anche da parte dei commissari della maggioranza, sono stati mossi numerosi rilievi sia ai contenuti del piano che al metodo adottato per la sua elaborazione;

EVIDENZIATO che:
- le soppressioni e gli accorpamenti previsti nel piano sono stati decisi senza tener conto di criteri oggettivi come l'orografia dei territori, le condizioni della rete viaria, la disponibilità dei mezzi di trasporto pubblico e le caratteristiche degli edifici scolastici;
- la Giunta regionale ha promesso, a mezzo stampa, l'acquisto di scuolabus da destinare ai comuni che perderanno le sedi scolastiche, ma allo stato attuale non risulta alcun atto concreto in attuazione di tale dichiarazione;
- non si registra alcun impegno da parte della Giunta regionale relativamente agli altri investimenti necessari per poter dare effettiva attuazione al piano, vale a dire interventi di sistemazione della rete viaria, di potenziamento del trasporto pubblico locale e di ampliamento degli edifici scolastici;
- oltre a una riduzione quantitativa e qualitativa dell'offerta formativa, il piano è destinato a produrre un calo dell'occupazione, poiché comporterà la perdita di posti di lavoro tra il personale docente e amministrativo e tra i collaboratori scolastici, oltre che nell'indotto;
- se anche dovessero essere fatti salvi i diritti del personale dipendente statale con contratto a tempo indeterminato, non si può dire altrettanto del personale precario, in particolare dei docenti non di ruolo e dei supplenti, i quali vedranno notevolmente ridotta la possibilità di trovare un'adeguata collocazione lavorativa nelle scuole sarde;

VALUTATO che
- non può passare inosservato il rapporto tra l'elevato tasso di abbandono scolastico e il ritardo nello sviluppo economico della Sardegna, in particolare per quanto riguarda le zone interne e periferiche e i piccoli comuni;
- non può, altresì, passare inosservata la relazione tra il ritardo di sviluppo di suddette zone e la loro tendenza allo spopolamento, che rischia di determinare la scomparsa di interi paesi e di ridurre a un deserto disabitato, abbandonato e incolto ampie zone dell'Isola;
- la disponibilità di un'offerta formativa diffusa e di qualità è una delle poche armi con cui si può pensare di combattere lo spopolamento e, più in generale, il sottosviluppo dei comparti produttivi, perché è facilmente dimostrabile come un più alto livello di istruzione porta a una maggiore competitività delle imprese in tutti i settori dell'economia;
- la chiusura di numerosi istituti scolastici in tutti i territori determinerà un generale impoverimento della Sardegna, perché si tradurrà in un aumento dell'abbandono scolastico, in una minore efficacia dell'istruzione, in un'ulteriore involuzione del tessuto economico, in un incremento del tasso di disoccupazione e in un decremento del reddito medio dei cittadini;
- prima ancora che un freno allo sviluppo economico, una disponibilità non uniforme dell'offerta formativa determina una sostanziale violazione del diritto allo studio costituzionalmente riconosciuto, poiché crea una disparità nella possibilità di accesso alle istituzioni scolastiche da parte di cittadini residenti in comuni diversi o in aree diverse;

SOTTOLINEATO che:
- il disegno di legge finanziaria per il 2015 presentato dalla Giunta regionale prevedeva tagli agli stanziamenti a favore dell'istruzione per complessivi euro 13.500.000, concentrati in particolare sulla formazione universitaria (euro 8.700.000), sulla scuola dell'infanzia (euro 3.000.000) e sui due enti regionali per il diritto allo studio (euro 2.000.000);
- il disegno di legge è stato pesantemente modificato durante il passaggio nella Terza Commissione attraverso l'accoglimento di diversi emendamenti presentati dalla minoranza, con un incremento complessivo di euro 26.000.000 nelle voci relative all'istruzione;
- si evidenzia una visione politica, da parte della Giunta regionale, che considera l'istruzione principalmente come una fonte di spesa su cui risparmiare, laddove possibile, e non come un investimento in grado, in una prospettiva di medio-lungo periodo, di rilanciare lo sviluppo economico della Sardegna,

impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione,
beni culturali, informazione, spettacolo e sport affinché

1) sia annullata o quantomeno sospesa la deliberazione n. 5/26 del 6 febbraio 2015 con cui la Giunta regionale ha adottato il piano di dimensionamento scolastico regionale;
2) siano immediatamente avviate le procedure di concertazione con i rappresentanti degli enti locali, degli studenti e delle loro famiglie, dei sindacati di categoria e di tutti gli altri soggetti eventualmente interessati, al fine di apportare al piano i correttivi necessari a soddisfare le istanze di tutti i territori della Sardegna;
3) sia adottato, contestualmente al nuovo piano di dimensionamento scolastico, un programma di investimenti relativi alla sistemazione della viabilità, al potenziamento del trasporto pubblico locale e all'ampliamento degli edifici scolastici, ricorrendo, se necessario, alla variazione di bilancio per recuperare le risorse necessarie, stornandole dalle decine di voci di spesa microscopiche, immotivate e palesemente clientelari inserite nella legge finanziaria per il 2015;
4) pur senza voler percorrere vie eversive, sia presentata una nuova proposta di bilancio di previsione che azzeri ogni possibile voce di spesa e dirotti le relative risorse sugli interventi finalizzati a potenziare l'offerta formativa e l'accesso al diritto all'istruzione, riconoscendo l'essenzialità degli investimenti sull'istruzione e sulla formazione in una logica programmatoria finalizzata al superamento della crisi economica e del sottosviluppo.

Cagliari, 26 febbraio 2015