CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURAMozione n. 111
MOZIONE RUBIU - OPPI - PINNA Giuseppino - TATTI - PITTALIS - DEDONI - TRUZZU - TEDDE - SOLINAS Christian - TOCCO - ORRÙ - CRISPONI - CARTA - CAPPELLACCI - FASOLINO - RANDAZZO - FENU - LOCCI - TUNIS - CHERCHI Oscar sulla contrarietà al progetto sulle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che gli scorsi giorni è stata resa nota una comunicazione dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) in merito al deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, secondo cui emerge che lo scorso 2 gennaio l'ISPRA ha ricevuto dalla SO.G.I.N. Spa la proposta della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI) alla localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Nei 60 giorni previsti dalla legge, l'Istituto effettuerà una verifica di coerenza con i criteri della Guida tecnica n. 29 "Criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività", emanata nel giugno 2014 e dei criteri dell'A- genzia internazionale per l'energia atomica (IAEA), unitamente ad una validazione dei risultati cartografici. Lo stesso istituto predisporrà una relazione che sarà trasmessa ai ministeri competenti (Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e Ministero dello sviluppo economico) sulla cui base, nei successivi 30 giorni, gli stessi potranno comunicare alla SO.G.I.N. il proprio nulla osta, con eventuali rilievi, alla pubblicazione della Carta secondo quanto stabilito al comma 3 dell'articolo 27 del decreto legislativo n. 31 del 2010, e successive modifiche;
CONSIDERATO che in base alle indicazioni contenuti nei documenti dell'ISPRA, la Sardegna potrebbe essere una tra le regioni ad ospitare il deposito permanente delle scorie nucleari, rifiuti delle vecchie centrali nucleari italiane. Di fatto una relazione dell'istituto, pur non ufficializzando ancora la Sardegna, l'ha implicitamente indicata come regione ideale e priva di rischi per il deposito delle scorie nucleari. Il deposito dovrebbe sorgere in Italia nei prossimi anni con lo scopo di conservare i resti delle scorie, in attesa dello smaltimento. Gli studi indicano tutte le aree geologiche a rischio d'Italia arrivando alla conclusione che la terra più sicura per le scorie nucleari sarebbe la nostra Isola;
ANALIZZATO che dopo la consegna della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI), l'ISPRA avrà 60 giorni per verificare la corretta applicazione dei criteri da parte della SO.G.I.N. e validare la Carta; successivamente è previsto che entro un mese il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell'ambiente comunichino il loro nulla osta affinché SO.G.I.N. pubblichi la CNAPI. Seguirà quindi una fase di consultazione pubblica e di condivisione che culminerà in un seminario nazionale. Sembra dunque evidente che la Sardegna debba fare di tutto per evitare che la scelta del sito unico per il deposito delle scorie ricada nel territorio isolano;
ESAMINATO che in base al progetto è prevista la dislocazione sul deposito unico di 90 mila metri cubi di rifiuti radioattivi, di cui il 60 per cento deriverà dalle operazioni di smantellamento degli impianti nucleari e il 40 per cento dalle attività di medicina nucleare, industriale e di ricerca, che continueranno a generare rifiuti anche in futuro;
RIMARCATO che la Sardegna soffre per l'enorme peso delle servitù militari, visto che sono oltre 35 mila gli ettari di territorio sardo sotto il vincolo di tali servitù, negando di fatto la possibilità di ottenere utilità da enormi fette di territorio regionale, per cittadini e produttori. Ciò rimarca il caro prezzo che la Sardegna sta pagando nei confronti dello Stato per mantenere la piattaforma di difesa dell'Italia e che pertanto i cittadini e le imprese sarde, sono contrari a cedere pezzi di territorio per nuove attività che possano portare danno alla Regione;
RICORDATO che, con l'ordine del giorno n. 6 - approvato il 28 maggio 2014 - a conclusione della mozione n. 32, il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità un documento che ha sancito la contrarietà ad ospitare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Il provvedimento impegna il Presidente della Regione a respingere la possibilità che la Sardegna venga inserita tra le aree idonee ad ospitare il sito;
APPURATO che il 15 e 16 maggio 2011 è stato indetto un referendum consultivo, proposto dai movimenti indipendentisti, sull'eventuale costruzione di centrali elettronucleari o deposito di scorie nell'Isola, con il decreto n. 1 del 30 gennaio 2011. Il quorum veniva raggiunto con il 33 per cento degli aventi diritto richiesto dalla legge regionale n. 20 del 1957 di un terzo degli elettori. Il quesito era incentrato sull'installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti. Il 97,13 per cento degli elettori si è espresso senza tentennamenti contro il deposito delle scorie nucleari in Sardegna. Una consultazione che deve essere presa in forte considerazione dal Governo;
CONSTATATO che già nella XII legislatura di questo Consiglio regionale è stata peraltro approvata la mozione n. 110 sul reale pericolo che alcuni territori della Sardegna fossero identificati come siti idonei a conservare le scorie radioattive provenienti dagli impianti nucleari della penisola, con l'impegno di ricorrere (qualora le informazioni confermassero la scelta del territorio della Sardegna quale sede del deposito unico delle scorie nucleari) in tutte le sedi legali contro la violazione delle prerogative statutarie della Regione;
PRESO ATTO che:
- in data 16 aprile 2014 il Ministro dell'ambiente Galletti ha ripercorso, nel rispon¬dere ad un'interpellanza del Deputato Pili, tutto il processo sulla via della definizione dei criteri per l'individuazione del sito unico, ricordando altresì come, su incarico del Ministero dello sviluppo economico, l'ISPRA avesse predisposto già nel dicembre 2012, una versione preliminare dei criteri richiesti, elaborandoli in una guida tecnica, sottoposta poi al vaglio dei Ministeri dello sviluppo economico e dell'ambiente e a un processo di revisione internazionale, affermando che la versione aggiornata della guida tecnica è stata trasmessa nel dicembre 2013 ai Ministeri dello sviluppo economico e dell'ambiente e agli altri enti coinvolti e che le ultime osservazioni sono giunte alla fine di marzo 2014;
- è stata avanzata la procedura di mappatura dei territori atti ad ospitare il deposito unico delle scorie radioattive. Le linee guida propedeutiche ed i criteri sono stati elaborati tenendo conto che il sito dovrà essere sismicamente stabile, lontano dalle dighe e dalle falde acquifere, al di fuori dalle aree naturali protette, al almeno dieci chilometri dalle coste marine e dalle grandi città. Peraltro lo stesso Istituto per la protezione e la ricerca ambientale ha ribadito - davanti alle Commissioni permanenti 10° e 13° del Senato - i criteri in base a cui sarà effettuata la scelta del sito ovvero: stabilità geologica, geomorfologica ed idraulica; confinamento dei rifiuti radioattivi mediante barriere naturali offerte dalle caratteristiche idrogeologiche e chimiche del terreno; com¬patibilità della realizzazione del deposito con i vincoli normativi di tutela del territorio e di conservazione del patrimonio naturale e culturale; isolamento del deposito da infrastrutture antropiche e attività umane, da risorse naturali del sottosuolo già sfruttate o di prevedibile sfruttamento, protezione del deposito da condizioni meteorologiche estreme;ASSODATO che appare chiaro il tentativo di dislocare il deposito unico delle scorie radioattive in Sardegna; un progetto che va ostacolato in ogni modo, viste le strategie dell'Isola che puntano su un rafforzamento della vocazione turistica per uscire dall'attuale crisi economica, anche con la promozione delle attività produttive. La Sardegna rischierebbe di trasformarsi nella pattumiera nucleare dell'Italia, un piano che pregiudicherebbe in modo deleterio e senza via d'uscita l'immagine della nostra Isola, come meta preferita dall'esercito di vacanzieri;
CONDIVISE le preoccupazioni per la possibile individuazione del territorio isolano come sito unico delle scorie radioattive, visto l'immenso patrimonio naturalistico, ambientale e culturale presente in tutti gli angoli della Sardegna. L'intero territorio del Sulcis Iglesiente è peraltro ancora gravato dalle ferite provocate dalla dismissione delle miniere, che hanno lasciato interi angoli incontaminati senza la necessaria bonifica, il Campidano interessato da un patrimonio agricolo senza eguali, il Nuorese lacerato dalla chiusura delle fabbriche, la Gallura che vanta un immenso tesoro paesaggistico dato dai paradisi marini. Insomma, appare chiaro che nessuno spazio della Sardegna possa essere idoneo ad ospitare il sito unico delle scorie radioattive. Non è un caso che in questi giorni si stiano verificando diverse manifestazioni di dissenso generalizzato portate avanti da diversi comitati spontanei,
impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente
1) a salvaguardare e tutelare con ogni mezzo possibile la specificità e specialità derivante dallo Statuto sardo e dalle peculiarità geografiche tipiche della Regione, per preservare le diverse aree della Sardegna da un possibile rischio e pericolo di tipo ambientale e sanitario;
2) a predisporre in tempi certi un progetto per contrastare eventuali assalti del Governo attraverso le decisioni dell'ISPRA e della SO.G.I.N. - al territorio isolano;
3) a mettere in campo tutte le azioni necessarie - anche con un tavolo di confronto con il Governo - per scongiurare che il deposito unico delle scorie radioattive sia localizzato in Sardegna, anche mediante le necessarie azioni legali.Cagliari, 22 gennaio 2015