CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURA

Mozione n. 86/10

MOZIONE COMANDINI - COCCO Pietro - COLLU - COZZOLINO - DEMONTIS - DERIU - FORMA - LOTTO - MANCA Gavino - MELONI - MORICONI - PINNA Rossella - PISCEDDA - RUGGERI - SABATINI - SOLINAS Antonio - TENDAS - DESINI - BUSIA - PIZZUTO - COCCO Daniele Secondo - LAI - AGUS sul sovraffollamento delle carceri italiane. Obbligo dello Stato italiano di conformarsi alla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo del giorno 8 gennaio 2013, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
- la Corte europea dei diritti dell'uomo, con sentenza del giorno 8 gennaio 2013 (cosiddetta sentenza Torreggiani), ha condannato lo Stato italiano per violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, censurando i trattamenti inumani derivanti dall'accertata condizione di sovraffollamento delle carceri;
- la decisione della Corte ha assunto una particolare valenza in considerazione del fatto che è stata seguita la procedura "pilota" che consente di evidenziare l'esistenza di problemi strutturali e di indicare le particolari misure o azioni cui lo Stato dovrà conformarsi;
- in esito alla procedura "pilota", la Corte ha chiaramente accertato e denunciato che il sovraffollamento carcerario in Italia ha carattere strutturale e sistemico in quanto deriva da un malfunzionamento cronico del nostro sistema penitenziario, come dimostrano i risultati, esigui, conseguiti dal Governo italiano quando, nel 2010, ha decretato l'esistenza di uno stato di emergenza. In seguito sono state adottate misure d'urgenza come il cosiddetto "piano carceri" e, laddove possibile, sono state ridotte le pene detentive favorendo misure alternative al carcere;
- viene chiesto allo Stato italiano di garantire, a ogni detenuto, uno spazio vitale non inferiore a 4 metri quadrati (standard minimo per le celle collettive, come individuato dal Comitato europeo per la prevenzione della tortura e dei trattamenti inumani e degradanti) sufficientemente illuminato e pulito, di assicurare, inoltre, che il detenuto possa trascorrere parte del giorno al di fuori della cella, di prevedere, infine, un sistema di garanzie giustiziali per i detenuti non solo realmente accessibile ma anche effettivo, ovvero condurre a una rapida cessazione della violazione del diritto e, nel caso in cui la situazione fosse già cessata, a ottenere un risarcimento per la violazione subita;
- nonostante la condanna della Corte europea e i vari appelli del Presidente della Repubblica, la situazione penitenziaria in Sardegna ha raggiunto limiti massimi e, nonostante le denunce, fino a oggi nulla è cambiato per ripristinare le politiche di competenza regionale; mentre si registra un costante aumento di reclusi sia indigeni che extracomunitari che aspettano mesi per un primo giudizio portando a un sovraffollamento, spesso disorganico, delle strutture penitenziarie, causando inoltre un collasso sulla dotazione di beni indispensabili, molte strutture rischiano la chiusura;
- il Senato della Repubblica, nella seduta del 2 agosto 2014, ha approvato definitivamente il decreto legge 26 giugno 2014, n. 92, recante disposizioni urgenti in materia di rimedi risarcitori in favore dei detenuti e degli internati che hanno subito maltrattamento in violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nonché di modifiche al Codice di procedura penale e alle disposizioni di attuazione, all'ordinamento del Corpo di polizia penitenziaria e all'ordinamento penitenziario, anche minorile;

CONSIDERATO che:
- il Presidente della Repubblica, in data 8 ottobre 2013, ha inviato un messaggio alle Camere per rappresentare come la decisione della Corte costituisca una conferma dell'incapacità dello Stato italiano a garantire i diritti elementari dei reclusi in attesa di giudizio e in esecuzione di pena e, allo stesso tempo, sollecita affinché si trovi una soluzione alla situazione di sovraffollamento entro la data del 28 maggio 2014, stabilita dalla Corte, imponendo interventi che riconducano al rispetto della Convenzione sulla salvaguardia dei diritti umani;
- il Presidente della Repubblica ha affermato, con estrema chiarezza e convinzione, che l'unica via percorribile per ottemperare alla sentenza della Corte è l'emanazione di provvedimenti di carattere straordinario, quali l'amnistia e l'indulto, solo così, ha affermato con decisione il Presidente della Repubblica, si potranno porre in essere i necessari interventi strutturali atti a contrastare il fenomeno;

RITENUTO che l'adozione di un provvedimento generale di clemenza, oltre a perseguire l'effetto di ridurre il sovraffollamento carcerario, concorre a rendere l'esecuzione della pena pienamente conforme alla funzione rieducativa enunciata nell'articolo 27 della Carta costituzionale;

ACCERTATO che il termine perentorio di un anno, assegnato dalla Corte allo Stato italiano per conformarsi alla sentenza, è scaduto il 28 maggio 2014 e che allo stato attuale l'unica via percorribile per poter rispettare almeno gli obblighi derivanti dalla sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo dell'8 gennaio 2013, sia quella indicata dal Presidente della Repubblica con il messaggio alle Camere dell'8 ottobre 2013, scongiurando così che i molteplici ricorsi momentaneamente "congelati" dalla Corte, ma tuttora pendenti verso lo Stato italiano, vengano accolti,

impegna il Presidente della Regione

anche in considerazione dell'approvazione della legge 11 agosto 2014, n. 117, che ha convertito il decreto legge 26 giugno 2014, n. 92, recante rimedi risarcitori in favore di detenuti e altre disposizioni in materia penitenziaria, nonché modifiche al Codice di procedura penale
1) a rivolgere formale richiesta al Presidente del Consiglio dei ministri, al Governo e al Parlamento affinché diano piena attuazione alle indicazioni contenute nel messaggio inviato alla Camere dal Presidente della Repubblica in data 8 ottobre 2013;
2) a rivolgere formale richiesta al Presidente del Consiglio dei ministri, al Governo e al Parlamento affinché provvedano ad adottare un provvedimento generale di clemenza, unico rimedio che consentirebbe allo Stato italiano di potersi conformare alla sentenza della Corte dell'8 gennaio 2013, tenendo conto che il termine perentorio stabilito sempre dalla Corte per il 28 maggio 2014 è ormai scaduto;
3) a rivolgere formale richiesta al Presidente del Consiglio dei ministri, al Governo e al Parlamento affinché diano finalmente corso a interventi strutturali che consentano di risolvere, nel pieno rispetto dei principi costituzionali e in via definitiva, il problema del sovraffollamento carcerario nel nostro paese;
4) a rivolgere formale richiesta al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia e al Ministro delle infrastrutture e della salute affinché:
a) siano verificate le condizioni di idoneità delle sezioni detentive e lavorative nonché di salubrità dell'area intorno al nuovo Istituto penitenziario di Cagliari;
b) siano chiarite le ragioni per cui il villaggio penitenziario, ubicato nel territorio del Comune di Uta, sia stato aperto con un gravissimo ritardo rispetto alle previsioni, aggravando i pesanti disagi tra i detenuti, i familiari e i diversi operatori penitenziari;
c) siano definiti gli incarichi dirigenziali degli istituti isolani constatato che cinque direttori gestiscono 12 istituti, comprese tre ex colonie penali (Mamone, Isili e Is Arenas);
5) a rivolgere, infine, formale richiesta al Presidente del Consiglio dei ministri, al Governo e al Parlamento affinché si tenga conto, nel processo di riordino giudiziario, della specificità di alcuni istituti penitenziari presenti nell'Isola e si metta in atto un programma di interventi immediati in grado di creare condizioni di vivibilità, ripristinare i servizi e le dotazioni dei beni di prima necessità, nonché di risolvere, nel pieno rispetto dei principi costituzionali e in via definitiva, il problema del sovraffollamento carcerario in Sardegna.

Cagliari, 6 novembre 2014

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La presente mozione è stata approvata dal Consiglio regionale nella seduta antimeridiana del 17 giugno 2015.