CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURA

Mozione n. 70

MOZIONE COSSA - DEDONI - CRISPONI sull'accordo Regione-Governo sul patto di stabilità e sulla certezza delle entrate.

***************

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che, in data 29 maggio 2014, la Giunta regionale ha raggiunto un accordo con il Governo che prevede, tra l'altro, di avviare un percorso al fine di superare l'attuale impianto di regole e che consenta di giungere già nel 2015 al sistema di pareggio di bilancio, rappresentato come la soluzione strutturale al problema della Regione, all'interno di un progetto più ampio che riguardi tutte le regioni a statuto speciale;

CONSIDERATO che l'intesa stipulata ha previsto la concessione alla Sardegna di un incremento della spesa di euro 320 milioni per un livello di spesa (cosiddetto euro compatibile) pari a euro 2.696 milioni (al netto della sanità e delle altre spese fuori patto);

VALUTATO che, in cambio, l'esecutivo nazionale ha ottenuto subito:
- la rinuncia a tutti i ricorsi pendenti e futuri davanti alla Corte costituzionale (come ad esempio quello sulle accise);
- l'impegno ad abrogare la norma del 2013 che rende non soggetto al patto di stabilità il Fondo unico per gli enti locali;
- l'impegno a recepire le norme statali che attribuiscono in via esclusiva allo Stato il potere di accertare le entrate dovute alla Sardegna;

VERIFICATO che per il 2013 le spese totali sono state di euro 2.513 milioni (a cui si sono aggiunte euro 480 milioni del fondo unico degli enti locali ed euro 3.300 della sanità per un totale di euro 6.293 milioni);

TENUTO CONTO che per il 2014 l'accordo col governo prevede una spesa di euro 2.696 milioni (di cui spese correnti euro 2.418 milioni) a cui si aggiungono euro 3.300 milioni per la sanità per un totale di euro 5.996 milioni e per il 2015, con la variazione in diminuzione, le entrate previste si assesteranno attorno ai 6 miliardi di euro e che quindi, al netto della spesa sanitaria di euro 3.300 milioni (ammettendo che non ci siano variazioni) le spese effettivamente possibili saranno di euro 2 miliardi e 700 milioni;

ATTESO che:
- in conseguenza di quanto sopra la Regione potrà spendere assai meno rispetto al 2013 (-297 mln nel 2014 e -300 circa nel 2015);
- cambiano le modalità, ma resta la contribuzione della Sardegna al risanamento del debito pubblico;
- la rinuncia ai ricorsi contro il governo e agli effetti positivi di eventuali sentenze sottraggono potenziali risorse; solo per le accise la partita è stimata attorno a 1 miliardo di euro;
- l'impegno ad approvare in Consiglio le norme sull'armonizzazione dei bilanci sono una gravissima forma di sottomissione della Regione allo Stato, oltre che una lesione delle prerogative dell'Assemblea regionale sarda;
- gli impegni sottoscritti dalla Giunta regionale si traducono sostanzialmente nella rinuncia alla specialità statutaria, senza considerare i forti dubbi sull'assunzione di responsabilità da parte della Giunta con il coinvolgimento del Consiglio regionale solo a posteriori;
- il totale affidamento dell'accertamento delle entrate nelle mani della Ragioneria dello Stato determina, di fatto, incertezza delle risorse e in definitiva rinuncia a tutte quelle partite (giochi, lotto, etc.) che la Regione continua a iscrivere in bilancio, ma che non vengono riconosciute dallo Stato, per un valore complessivo di circa 1 miliardo di euro,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) a dare conto pubblicamente del proprio dilettantesco e clamoroso errore di calcolo, ovvero a dare pubblicamente conto delle ragioni occulte che li hanno indotti ad asservirsi totalmente agli interessi del governo nazionale, sottoscrivendo un accordo palesemente contrario agli interessi della comunità sarda;
2) a rinunciare a qualsiasi tentativo di proporre al Consiglio regionale l'approvazione dell'attuale, infelice accordo con lo Stato sulle entrate, coinvolgendo invece tutte le forze politiche del Consiglio regionale, nella riapertura immediata di un tavolo di trattativa nazionale che porti al pieno riconoscimento dei calpestati diritti economici della Sardegna e delle pari opportunità dei sardi rispetto agli altri cittadini italiani.

Cagliari, 12 settembre 2014