CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURA

Mozione n. 50

MOZIONE FENU - PITTALIS - RUBIU - DEDONI - TRUZZU - CAPPELLACCI - ZEDDA Alessandra - SOLINAS Christian - CARTA - CHERCHI Oscar - CRISPONI - COSSA - FASOLINO - FLORIS - LOCCI - OPPI - ORRÙ - PERU - PINNA Giuseppino - RANDAZZO - TATTI - TEDDE - TOCCO - TUNIS sulla richiesta di aggiornamento dell'articolo 10 della legge costituzionale n. 3 del 26 febbraio 1948, Statuto autonomistico della Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
- la situazione generale in cui si trova la Sardegna presenta ancora connotati di forte crisi che sono confermati dai principali indicatori socio-economici; a tale proposito, può essere citato il recentissimo rapporto della Banca d'Italia che ci mette come fanalino di coda sia nel sistema Italia che nel sistema Europa, tratti caratteristici che sembrano essere forse sottovalutati anche dalla classe politica e persino dalle istituzioni;
- le difficoltà coinvolgono imprese grandi e piccole, di ogni settore e attività, a partire da quelli tradizionali, e non risparmiano cittadini e famiglie, come dimostrano il considerevole calo quantitativo e qualitativo dei consumi specie nel settore agroalimentare; le imprese e le famiglie sono ormai allo stremo delle forze; all'ordine del giorno sono le notizie di fallimenti e pignoramenti di beni a imprese e famiglie, con conseguenti ed estremi atti di suicidio;
- tale situazione è senz'altro in parte dovuta alla elevata pressione fiscale su famiglie e imprese, fortemente aggravata per la Sardegna da una condizione di oggettivi svantaggi competitivi naturali dovuti all'insularità, alla perifericità e alle annose carenze strutturali mai colmate in passato ed accumulate nel tempo rispetto a sistemi economici del continente italiano, europeo e di altre parti del mondo;

CONSIDERATO che lo statuto autonomistico della Sardegna, approvato con la legge costituzionale n. 3 del 26 febbraio 1948, si pone come obbiettivo anche quello di realizzare forme di intervento legislativo e normativo diretto e integrativo a quello dello stato centrale, proprio in virtù della riconosciuta specificità;

PRESO ATTO che appare indispensabile un intervento di sostegno al sistema sardo delle imprese e che miri anche a ridurre l'incidenza di alcune voci di costo sui prodotti finiti anche a sostegno delle famiglie;

VERIFICATO che:
- a seguito di interlocuzioni dirette è stata ottenuta la modifica dell'articolo 10 dello Statuto sardo;
- che tale modifica è divenuta ormai legge dello Stato come legge n. 147 del 2013 dove l'articolo 10, comma 514, recita testualmente:
"La Regione, al fine di favorire lo sviluppo economico dell'isola e nel rispetto della normativa comunitaria, con riferimento ai tributi erariali per i quali lo Stato ne prevede la possibilità, può, ferma restando la copertura del fabbisogno standard per il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali di cui all'articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione:
a) prevedere agevolazioni fiscali, esenzioni, detrazioni di imposta deduzioni dalla base imponibile e concedere, con oneri a carico del bilancio regionale, contributi da utilizzare in compensazione ai sensi della legislazione statale;
b) modificare le aliquote in aumento entro i valori di imposizione stabiliti dalla normativa statale o in diminuzione fino ad azzerarle".

RISCONTRATO che la legge n. 147 del 2013, articolo 1, comma 514, recante la modifica all'articolo 10 dello Statuto sardo, è entrata in vigore dal primo gennaio 2014 e che la Regione non ha ancora provveduto a formalizzare tale modifica;

CONSIDERATO che di fatto, come appare a tutti evidente, tale modifica rappresenta lo strumento politico indispensabile per attuare finalmente una fiscalità di compensazione rispetto agli oggettivi svantaggi in cui la Sardegna versa, nonché l'apertura definitiva alla volontà politica di attuazione della zona franca in Sardegna, riconoscendo finalmente ai Sardi un diritto troppo a lungo negato,

impegna il Presidente della Regione, il Consiglio regionale,
la Giunta regionale e gli Assessori competenti in materia

a recepire formalmente la modifica all'articolo 10 dello Statuto sardo, informandone tutti i cittadini sardi e dando immediata attuazione alle opportunità da esso offerte.

Inoltre, in considerazione della enorme portanza conseguente a tale modifica, al fine di favorire il dibattito e consentire a tutti i rappresentati politici e istituzionali di questo Consiglio e di rappresentanti della società civile,

impegna altresì il Presidente

ad avviare un sereno tavolo di confronto tecnico-politico in merito.

Cagliari, 3 luglio 2014