CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURAMozione n. 35/9
MOZIONE ANEDDA - UNALI - AGUS - ARBAU - AZARA - BUSIA - CAPPELLACCI - CHERCHI Augusto - CHERCHI Oscar - COCCO Daniele - COCCO Pietro - COLLU - COMANDINI - COSSA - COZZOLINO - CRISPONI - DEDONI -DEMONTIS - DERIU - DESINI - FASOLINO - FENU - FLORIS - FORMA - LAI - LEDDA - LOCCI - LOTTO - MANCA Gavino - MANCA Pier Mario - MELONI - MORICONI - OPPI - PERRA - PERU - PINNA Giuseppino - PINNA Rossella - PISCEDDA - PITTALIS - PIZZUTO - RANDAZZO - RUBIU - RUGGERI - SABATINI - SOLINAS Antonio - TATTI - TEDDE - TENDAS - TOCCO - TRUZZU - TUNIS - USULA - ZEDDA Alessandra - ZEDDA Paolo Flavio su Equitalia "stabilizzazione delle imprese e tutela dei lavoratori".
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- la crisi economica esplosa nel 2007 si è manifestata in Sardegna con un'intensità superiore a quella, seppure gravissima, che pesa su altre regioni del nostro paese; la cancellazione delle industrie di prima trasformazione e i dati che riguardano la disoccupazione rappresentano solo la parte più evidente della congiuntura negativa che ci ha colpito;
- gli accenni di ripresa dell'economia italiana riportati dai media e dagli enti di ricerca preposti non riguardano, purtroppo, ancora la Sardegna;
- per coinvolgere nella ripresa anche la nostra Regione avremmo bisogno di una mobilitazione generale delle risorse materiali e umane, del coinvolgimento dei vari comparti economici e, in particolare, di quello delle piccole e medie imprese che sono sempre state la spina dorsale della nostra economia;
CONSIDERATO che:
- tutti settori della piccola impresa, industria, agricoltura, artigianato, servizi, hanno subito effetti devastanti come dimostra l'entità dei fallimenti, dell'abbandono delle attività e del licenziamento degli addetti;
- a determinare questi risultati non è stata solo la virulenza della crisi, ma anche la fragilità della nostra struttura produttiva per la carenza di quei fattori immateriali che rendono competitiva una economia;
- in questo quadro è cresciuto in proporzioni abnormi il numero di aziende che hanno un contenzioso aperto con il fisco e che, di conseguenza, conducono una vita stentata e in continua lotta per la sopravivenza;
- per le aziende ammesse alla rateizzazione il costo aggiuntivo del debito pregresso incide sulla possibilità di adempiere alle obbligazioni correnti col risultato che, spesso, il corrente non pagato passa a ruolo ingenerando un contenzioso difficile da interrompere;
- le aziende soggette a contenzioso perdono la così detta "regolarità" e - di conseguenza - viene loro negato l'accesso al credito, viene negata la possibilità di riscuotere i crediti della pubblica amministrazione anche per i lavori svolti in precedenza, viene inibita la partecipazione alle gare e negato il diritto di utilizzare agevolazioni fiscali e/o contributive;
- sul moltiplicarsi dei contenziosi ha pesato non poco un sistema fiscale non solo oneroso, ma anche incapace di rapportarsi alla situazione, al punto da apparire insensibile, esoso e ostile anche alla massa dei contribuenti onesti, a quelli che non hanno mai pensato di ricorrere all'evasione;
- inoltre il carico fiscale degli inadempienti può lievitare nel tempo, a causa delle more, fino a raggiungere due o tre volte la cifra non pagata;
- oltre le more occorre conteggiare il diritto di riscossione che Equitalia si attribuisce e che è pari al 9 per cento;
- l'Agenzia delle entrate ha un budget da rispettare e, pressata dall'esigenza di raggiungere gli obiettivi e da quella di realizzare incassi, concentra gli accertamenti sul ventre molle dei contribuenti noti al fisco, trascurando sia gli evasori sia i contribuenti più attrezzati che possono avvalersi, per difendersi, di una schiera di professionisti, commercialisti, fiscalisti ed avvocati;
- la fisionomia di un fisco che infierisce sui più deboli e di un sistema complessivamente ingiusto si ricava anche da altri elementi:
1) una parte notevole delle sanzioni deriva da irregolarità formali, spesso risibili, ma che hanno comunque il potere di accendere il contenzioso e di inserire il contribuente nel girone infernale delle more e delle sanzioni;
2) il debitore può fare ricorso contro l'accertamento, ma se vuole ricorrere deve pagare una marca tributaria che varia dai 250 ai 1.500 euro;
3) ad esaminare il ricorso non è un giudice al di sopra delle parti in causa, ma un giudice nominato dalla stessa amministrazione finanziaria nazionale;
4) le leggi consentono ad Equitalia di attivare procedure restrittive sulle proprietà immobiliari del debitore, sui suoi conti bancari e sui crediti che deve riscuotere;
- se l'ispezione riscontra irregolarità il contribuente viene invitato ad aderire al risultato dell'accertamento e, se non aderisce, il 50 per cento della cifra che gli contestano viene immediatamente iscritta a ruolo,impegna l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio
1) a intervenire immediatamente per ottenere una modifica del provvedimento, già in essere, che consente alle aziende sottoposte a contenzioso di rateizzare sino a centoventi mesi, a tasso legale, il debito accumulato e di usufruire, in caso di grave difficoltà, di un periodo sospensione dei pagamenti pari a otto mesi, spostando nel tempo le rate scadute; la modifica del provvedimento potrebbe consistere nel portare a tre anni il periodo di moratoria concessa e di autorizzare, nel contempo, il contribuente ad entrare e uscire dalla moratoria a seconda delle sue disponibilità; questo provvedimento libererebbe il contribuente dall'incubo di essere escluso dal beneficio della rateizzazione alla prima rata non corrisposta e otterrebbe l'effetto pratico di salvare moltissime aziende dalla chiusura;
2) ad intervenire affinché il carico delle procedure burocratiche e dei controlli a carico delle aziende da parte della pletora degli enti preposti venga razionalizzato e snellito; attualmente sono autorizzate a fare incursioni nelle aziende ed a emettere sanzioni l'Agenzia delle entrate, la Guardia di finanza, l'INPS, l'INAIL, l'ispettorato del lavoro, i NOE e i NAS dei Carabinieri, i vari uffici del comune, la Forestale, la Capitaneria, Abbanoa e - fino a ieri - anche i vari uffici della provincia; in pratica in una piccola azienda gran parte del tempo del titolare e dei suoi principali collaboratori viene sottratto alla produzione e alla cura del cliente per essere assorbito dalle pratiche burocratiche e dall'onere di dover rispondere agli incaricati delle tante ispezioni; ferma restando l'esigenza di condurre una lotta serrata all'evasione fiscale e alle violazione della legge si ritiene che, accelerando l'informatizzazione delle pratiche e caricando l'onere delle ispezioni su una sola struttura specializzata, sia possibile risparmiare risorse pubbliche e liberare le aziende da un gravame insostenibile;
3) a considerare con attenzione quanto il sistema fiscale e certa applicazione dei vari meccanismi di controllo incidano sulla vita delle aziende e, in generale, sull'andamento della nostra economia; a indagare se determinati atteggiamenti di sfiducia nello Stato presenti anche fra i piccoli imprenditori non dipendano anche da come, talvolta, le strutture dello Stato si propongono al cittadino;
4) a valutare se non sia il caso di studiare per la Sardegna una organizzazione diversa del sistema fiscale con la creazione, per esempio, di una agenzia regionale per gli accertamenti e di una agenzia regionale per le riscossioni al posto di Equitalia.Cagliari, 26 maggio 2014
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La presente mozione è stata approvata dal Consiglio regionale nella seduta antimeridiana del 17 giugno 2015.