CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURAMozione n. 25
MOZIONE SOLINAS Christian - CARTA - ORRÙ - PITTALIS - CAPPELLACCI - OPPI - RUBIU - TATTI - PINNA Giuseppino - PERU - CHERCHI Oscar - RANDAZZO - ZEDDA Alessandra - FASOLINO - LOCCI - TUNIS - FENU - TOCCO - TEDDE sull'indipendenza del popolo sardo, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
RICHIAMATA la dichiarazione solenne di sovranità del popolo sardo sulla Sardegna, approvata dal Consiglio regionale il 24 febbraio 1999;
PRESO ATTO della perpetua negazione da parte dello Stato di qualsiasi riforma dello Statuto speciale per la Sardegna, secondo le numerose proposte formulate nel tempo dal Consiglio regionale e dai parlamentari sardi;
VALUTATO il tentativo in corso da parte del Governo nazionale di destrutturare l'impianto costituzionale del regionalismo a favore di forme neocentraliste, con un chiaro progetto di soppressione della specialità e delle sue prerogative legislative;
PRESO ATTO dell'ennesima bocciatura da parte della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica di tutte le proposte normative tese a garantire alla Sardegna una propria rappresentanza in seno al Parlamento europeo mediante la realizzazione di un collegio elettorale dedicato;
APPREZZATO l'affermarsi a livello europeo di un ampio movimento di nazioni senza stato che ricorrono allo strumento referendario per consentire un pronunciamento sull'autodeterminazione dei propri popoli, come in Catalogna o in Scozia;
DENUNCIATE la crisi economica e sociale che investe la Sardegna e le inefficaci risposte dello Stato italiano per far fronte all'emergenza occupazionale nell'Isola;
PRESO ATTO che le strutture centrali non rappresentano adeguatamente gli interessi del popolo sardo in sede europea ed internazionale;
ACCERTATO che lo Stato italiano è largamente responsabile:
1) dell'inquinamento dei siti industriali più importanti della Sardegna;
2) della desertificazione del settore manifatturiero in Sardegna;
3) dell'eccesso di pressione fiscale e tariffaria sulle imprese e sui cittadini;
4) del sistema di regole e privilegi che sta consegnando la Sardegna a poche imprese dominanti, ormai prossime a configurarsi come oligopoli;
5) del tentativo di scaricare sul bilancio regionale i costi del welfare, della scuola e degli enti locali, oltre quelli già a carico della Regione, dei trasporti e della sanità; della spoliazione culturale derivante da una sistema scolastico monolingue, ostile alla cultura e alla lingua dei sardi, sostanzialmente non diversificato nell'offerta formativa e ormai allontanato dalle aree rurali;
RICORDATO che:
- la maggior parte dei fondi statali stanziati negli anni passati per l'industrializzazione della Sardegna è stata consumata da industrie di Stato che poi hanno abbandonato e continuano ad abbandonare la Sardegna;
- altresì il patrimonio boschivo e ambientale della Sardegna ha subito i maggiori insulti per le concessioni governative statali;
ASSUNTO che nei settori della sanità, dei trasporti e della scuola, lo Stato italiano da una parte impone le regole antiquate e oligopolistiche che caratterizzano da sempre la sua storia e la sua cultura, dall'altro scarica interamente i costi di questi diritti sulla fiscalità regionale, cioè sulla ricchezza prodotta dai sardi; il privilegio accordato nel tempo dallo Stato italiano alle regioni del nord Italia in termini di trasferimenti pubblici, di servizi e di infrastrutture, confermato recentemente dalla rimodulazione del riparto di alcuni fondi europei che ha determinato che nel sud e nelle isole sia rimasto poco più del 30 per cento delle risorse originariamente disponibili;
CONSTATATO che del territorio della Sardegna decidono i sardi e non lo Stato italiano;
EVIDENZIATA la violazione dei diritti umani nei riguardi dei sardi per l'oppressione della lingua sarda e per la politica di assimilazione linguistica portata avanti dall'Italia in Sardegna;
AFFERMATO il diritto della nazione sarda alla propria lingua e all'insegnamento della storia, della cultura e della lingua sarda nelle scuole di ogni ordine e grado dell'Isola,dichiara solennemente
la Sardegna nazione indipendente,
fa voti affinché
la dichiarazione di indipendenza della Sardegna sia sottoposta al voto del popolo sardo attraverso un referendum consultivo regionale,
impegna la Giunta regionale
a guidare la Sardegna verso una piena e compiuta indipendenza, avviando con lo Stato italiano una procedura di disimpegno istituzionale, che preveda un quadro articolato di indennizzi per la nazione sarda, in ragione di tutte le omissioni, i danni e le sperequazioni che la Sardegna ha subito prima dal Regno d'Italia e poi dalla Repubblica italiana.
Cagliari, 28 aprile 2014