CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVLegislatura
Mozione n. 410
RUBIU - OPPI - MARRAS - SECHI - ZEDDA Alessandra - TEDDE - LAMPIS - FUOCO - TUNIS - GALLUS - LEDDA - SOLINAS Christian - DESSÍ - CARTA - CONTU sulla mancata impugnazione alla sentenza TAR 65/2018, con conseguente stravolgimento del calendario venatorio in Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio, ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- con sentenza n. 65 del 1° febbraio 2018 (sez. II), il Tribunale amministrativo regionale ha accolto definitivamente il ricorso presentato da alcune associazioni ecologiste;
- l'impugnazione proposta ha portato alla revoca del decreto dell'Assessore regionale della difesa dell'ambiente n. 25/15746 del 21 luglio 2017, con il varo del Calendario venatorio sardo 2017/2018, con cui si prevedeva l'apertura anticipata della caccia alla lepre e alla pernice sarda;
EVIDENZIATO che:
- già in precedenza, con ordinanza n. 201700308 del 15 settembre 2017, emessa dal Tribunale amministrativo regionale, era stata disposta la sospensione dell'efficacia del Calendario venatorio 2017/18, con particolare attenzione alla parte in cui si stabiliva l'apertura della stagione per le due specie;
- i citati provvedimenti sanciscono di fatto il divieto per il prelievo delle specie della lepre e della pernice sarda, per il rischio di estinzione, di grave riduzione e/o estinzione di entrambe le specie, mettendo in discussione la potestà della Regione per l'elaborazione del Calendario venatorio isolano, stabilito in base alle indicazioni del Comitato regionale faunistico;
- non solo è stata bloccata la programmazione della passata stagione per il pericolo che potesse derivarne un danno al patrimonio faunistico, con il prelievo delle specie suddette, soprattutto in seguito all'annata di siccità e incendi nel territorio isolano, ma si mette in pericolo la programmazione della prossima stagione venatoria, con il calendario praticamente vincolato alle decisioni della giustizia amministrativa;
RILEVATO che lo stop al debutto della stagione della caccia, con il blocco al prelievo di lepri e pernici, è stato un colpo durissimo per le doppiette isolane, che si sono sentite beffate e raggirate all'indomani del varo di un calendario venatorio che ha tenuto conto delle condizioni climatiche e della specificità del patrimonio faunistico della Sardegna;
ATTESO che:
- il mondo venatorio sardo è in rivolta per l'ennesimo sopruso contro il comparto; un'ingiustizia che pone in pericolo anche la prossima stagione. Un vero e proprio tradimento, con la politica che pare aver dimenticato il settore;
- sono state di fatto calpestate e disattese le istanze rappresentate dai 48mila cacciatori isolani con la cancellazione delle giornate che avrebbero consentito agli appassionati di prelevare un carniere di specie selvatiche, senza alcun danno all'ambiente;
- la Regione ha ad oggi rinunciato a impugnare la sentenza di cui in premessa al Consiglio di Stato, venendo meno così alla difesa di una sua potestà;
- con tale verdetto è stato disconosciuto e sconfessato il calendario venatorio proposto dall'esecutivo regionale e, oltre al danno, si aggiunge anche la beffa perché i cacciatori sardi avevano già pagato le tasse regionali e governative, ma sono stati ingannati dalla cancellazione delle giornate di caccia;
APPRESO che:
- da ormai oltre tre anni sono state depositate all'attenzione del Consiglio regionale quattro differenti progetti di legge (nn. 248, 285, 374, 411), provenienti dai diversi schieramenti, tesi a dare un nuovo inquadramento al settore venatorio e, quindi, anche alla redazione del calendario venatorio, che ancora non sono stati posti all'attenzione della competente Commissione;
- questa situazione appare come un chiaro ed evidente segnale di indifferenza della maggioranza verso le problematiche dei cacciatori e del mondo venatorio; un disinteresse non solo ideologico, ma anche dettato da scarsa considerazione verso migliaia di sardi che con molta fatica e passione si interessano della fauna, alle questioni legate alla sostenibilità delle risorse ambientali, all'universo delle biodiversità naturali, alla tutela degli animali ed alla prevenzione degli incendi;
APPURATO altresì che, con tale atteggiamento, si palesa l'inadeguatezza della politica a tutelare l'ambiente della Sardegna, con la discriminazione di migliaia di appassionati dell'arte venatoria;
CONSIDERATO che:
- con tali atti si sono ancora una volta penalizzati in modo preoccupante i cacciatori sardi, traditi a pochi giorni dall'apertura della stagione venatoria e con i pagamenti delle tasse già avvenuti, poi nuovamente ingannati da una sentenza che mette a rischio anche la competenza della Regione nell'elaborazione della stagione venatoria;
- i circa 40mila cacciatori sardi (esclusi quelli che per varie ragioni non praticano l'attività) muovono un indotto di circa 10 milioni di euro a stagione;
- anche per queste ragioni la pratica venatoria rappresenta un importante segmento economico;
- l'80 per cento delle tasse governative resta in Sardegna, più quella regionale, con un gettito di circa 7 milioni di euro che incamera la Regione;
- a queste spese si aggiungano i costi per l'acquisto di fucili e cartucce, l'indotto per l'abbigliamento, benzina, ristoranti, trasferte, mantenimento cani, quote di iscrizioni alle riserve autogestite; un movimento che pare assurdo danneggiare con provvedimenti senza logica e privi di un pronunciamento democratico;
ESAMINATO che appare opportuno un confronto con le associazioni rappresentative dell'universo venatorio, per incrociare le istanze del mondo della caccia ed evitare l'ennesima ingiustizia che ha penalizzato gravemente il settore, con il rischio di produrre ulteriori danni alle attività commerciali del comparto;
CONDIVISE le preoccupazioni delle rappresentanze venatorie che tutelano e assicurano con la loro attività le esigenze delle migliaia di appassionati della pratica, oltre ad essere in prima linea nella salvaguardia dell'ambiente e nella prevenzione degli incendi boschivi;
VISTO che ad oggi, con la conferma della sentenza in premessa, sono state di fatto cancellate le giornate che rappresentano il preludio alla stagione, con il blocco al prelievo di lepri e pernici e questo rappresenta un grave danno;
CONSTATATO non sufficiente, a giudicare dai fatti, l'impegno della Regione per salvaguardare i giusti diritti dei cacciatori, che puntualmente si impegnano al pagamento delle tasse per l'esercizio dell'attività, e tutelare l'ambiente, anche con un ricorso teso a assicurare il giusto equilibrio nel varo del calendario venatorio, in seguito ad un provvedimento del TAR Sardegna che appare fortemente discriminatorio nei confronti della categoria in argomento,
impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente
1) a porre in essere ogni azione, anche giudiziaria, per contrastare la sentenza n. 65/2018 emessa dal Tribunale amministrativo regionale, con cui è stata disposta la conferma dell'efficacia del Calendario venatorio 2017/18, inficiando così una nuova decisione in tal senso, con particolare attenzione alla parte in cui si prevede l'apertura della stagione per la lepre e la pernice, visto che la pronuncia può costituire un cavillo giurisprudenziale per bloccare, anche nel futuro, il corretto e funzionale svolgimento della stagione venatoria;
2) ad intraprendere immediatamente un tavolo di confronto con le rappresentanze del mondo venatorio per tutelare i cacciatori ed evitare, così, altre ingiustizie che penalizzino oltremodo l'esercito degli appassionati sardi;
3) ad assicurare ai cacciatori sardi un calendario venatorio adeguato alle esigenze del territorio in sede di Comitato faunistico, tenendo conto delle specificità dell'habitat faunistico sardo e senza incorrere in pronunce che ostacolino l'attività dei praticanti;
4) a salvaguardare i diritti dei cacciatori isolani, che pagano puntualmente le tasse per l'esercizio dell'attività nelle diverse stagioni con un introito notevole nei confronti delle casse regionali.
Cagliari, 10 aprile 2018