CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVLegislatura

Mozione n. 336

MOZIONE RUBIU - OPPI - PINNA Giuseppino - MARRAS sulla determinazione n. 11362/287 del 31 maggio 2017 emanata dall'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente "Valutazione ambientale strategica (VAS) del Piano faunistico venatorio regionale", con cui si esprime parere favorevole all'atto con conseguente istituzione degli ambiti territoriali di caccia (ATC).

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che il Servizio valutazioni ambientali dell'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente informa che con determinazione n. 11362/287 del 31 maggio 2017 è stato emesso il parere motivato di cui all'articolo 15 della parte II del decreto legislativo n. 152 del 2006, e successive modifiche ed integrazioni, relativo al procedimento di VAS del Piano regionale faunistico venatorio, predisposto dal Servizio tutela della natura e politiche forestali dell'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente, con il quale ha provveduto all'esame di tutte le osservazioni pervenute durante la fase di consultazione di cui all'articolo 14 del decreto legislativo n. 152 del 2006 (e successive modifiche ed integrazioni) al fine di tenerne conto nella formulazione del parere motivato; prima della trasmissione del piano alla Giunta regionale ai fini della sua approvazione definitiva, il Servizio tutela della natura e politiche forestali porvvederà alle opportune revisioni alla luce delle prescrizioni e delle raccomandazioni formulate nel parere motivato di VAS;

SOTTOLINEATO che l'approvazione di tale atto pone le basi per l'introduzione degli ambiti territoriali di caccia in Sardegna, dopo oltre 20 anni di resistenza dalle pressioni provenienti dallo Stato centrale (vedi la legge n. 157 del 1992) e dagli ambientalisti per istituire gli ambiti territoriali; la resistenza contro gli ATC sarebbe motivata dalla consapevolezza che con questi sistemi si andrebbe incontro alla distruzione della fauna autoctona, come avvenuto in tutte le regioni italiane;

PRESO ATTO che sinora, anche se con responsabilità per non avere fatto una nuova legge regionale sulla caccia, tutte le Giunte regionali che si sono succedute dal 1992 al 2014, non hanno dato attuazione al Piano regionale faunistico venatorio previsto dalla legge n. 157 del 1992, ma in questa Legislatura, al fine di impedire che le specie e le specificità autoctone venissero tutelate, attualmente, anche non tenendo conto della contrarietà del settore, l'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente, incurante delle norme di legge, marcia spedito verso una strada senza ritorno;

EVIDENZIATO che, ad agosto 2016, l'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente ha emanato l'avviso per la Valutazione ambientale strategica (VAS) della proposta tecnica di Piano regionale faunistico venatorio; entro il 31 ottobre 2016 tutti i portatori di interesse (associazioni, movimenti, sigle di categoria) avrebbero potuto presentare le osservazioni a tale disegno; una procedura che è stata correttamente seguita dalle associazioni venatorie isolane; la grande fetta delle formazioni impegnate nel settore ha evidenziato le falle e le irregolarità contenute nel Piano faunistico; entro il 31 gennaio 2017 il Servizio valutazioni ambientali dell'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente avrebbe dovuto rispondere a tali osservazioni; un percorso che invece non è stato seguito, violando così i regolamenti e le norme per i procedimenti amministrativi;

RICORDATO che, non avendo ricevuto risposta alle osservazioni succitate, l'iter per l'approvazione del Piano regionale faunistico venatorio avrebbe dovuto bloccarsi, in attesa di porre in essere nuovi opportuni confronti con le associazioni venatorie;

DATO ATTO che si corre dunque verso l'istituzione degli ambiti territoriali di caccia in Sardegna, con una gestione che già si è rivelata fallimentare e controproducente nel 95 per cento dei casi nella Penisola; un disegno che annulla ed umilia quel collaudato principio di interscambio sociale che da sempre gli studi antropologici hanno posto come base di crescita tra le genti e soprattutto peculiarità dell'attività venatoria in Sardegna, per cui si ritiene che, in una realtà come la nostra, dove l'insularità sfavorisce e limita l'interscambio, non si possano creare ulteriori confini; inoltre, con l'istituzione dell'ATC, tutti i danni causati dalla fauna selvatica "non cacciabile" come mufloni, daini, nutrie, cornacchie ecc. sarebbero a totale carico dei cacciatori appartenenti alla ATC territoriale;

RIMARCATO che con l'eventuale istituzione degli ambiti territoriali si andrà a caccia tre volte la settimana a scelta su cinque a disposizione, ad esclusione del martedì e del venerdì; questo comporterà, senza ombra di dubbio, non insignificanti problemi connessi all'ordine pubblico, in quanto una grossa e massiccia presenza di cacciatori sull'intero territorio isolano minerà inesorabilmente il fragile equilibrio oggi esistente tra questa categoria e quella degli allevatori ed agricoltori che vedranno le loro campagne ed i loro pascoli giornalmente invase dai cacciatori;

VISTO che la Sardegna è l'unica regione d'Italia che in materia caccia si è imposta, sin dagli anni cinquanta, una rigidissima regolamentazione limitando l'esercizio venatorio a soli due giorni settimanali, per il fine di meglio regolamentare la gestione del territorio e la tutela del patrimonio faunistico così particolare ed unico; una decisione che ha fatto sì che, allo stato attuale, nella nostra Isola ancora esista, contrariamente alla stragrande maggioranza delle altre regioni, selvaggina di pregio ed autoctona; consentendo al contrario l'attività venatoria per ben cinque giorni la settimana, si decreterà la fine della caccia in termini di depauperamento dei selvatici in una sola o massimo due stagioni, mentre si vuole che anche le generazioni a venire possano usufruire delle attuali prerogative che, come innanzi detto, derivano dai sacrifici e dall'autocontrollo che i cacciatori isolani si sono da sempre imposti;

ANNOTATO che sarebbe invece indispensabile una riforma dell'attività venatoria certamente per il rispetto dell'ambiente, in particolare quello della fauna venatoria, con regole scritte che tengano conto del presidio, della salvaguardia e valorizzazione dei territori; per questo si intende sollecitare il legislatore verso un riconoscimento del mondo venatorio ambientale;

ACCERTATO che gli scorsi giorni, in un incontro tenutosi a Tramatza, le associazioni venatorie isolane hanno deciso di intraprendere una lotta unitaria per contrastare il Piano regionale faunistico venatorio; si tenga, inoltre, presente dell'indotto che gravita attorno al mondo della caccia, con migliaia di praticanti in Sardegna e un giro d'affari che avvantaggia diverse attività commerciali e artigianali;

RILEVATO che in tale circostanza è stato auspicato l'annullamento della determinazione n. 11362 emanata dall'Assessorato regionale della difesa dell'ambiente che sancisce l'approvazione del Piano regionale faunistico venatorio e conseguenti ambiti territoriali di caccia; è stata annunciata una raccolta firme con una petizione volta all'approvazione di una proposta di legge di iniziativa popolare inerente l'universo venatorio e contro l'attuale assetto degli ATC;

ANNOTATO che, di certo, non è ammissibile mettere le mani sulla caccia con un progetto di riforma che non rispecchi le tradizioni della Sardegna; occorrerebbe invece favorire le forme associative dei cacciatori o, comunque, i modelli che nel tempo hanno certificato di poter salvaguardare l'equilibrio della fauna selvatica; un bilanciamento che con l'introduzione degli ATC si rischia di rompere mettendo anche in pericolo la convivenza con gli altri attori del comparto rurale quali allevatori e agricoltori;

CONDIVISE le preoccupazioni dell'universo venatorio per la possibile istituzione degli ambiti ter¬ritoriali di caccia, che penalizzerebbero non poco l'intero ecosistema ambientale e faunistico della Sardegna e metterebbero in pericolo la convivenza nelle campagne isolane,

impegna il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente

1) a revocare immediatamente la determinazione n. 11362/287 del 31 maggio 2017, con il quale è stato emesso il parere motivato di cui all'articolo 15 della parte II del decreto legislativo n. 152 del 2006, e successive modifiche ed integrazioni, relativo al procedimento di VAS del Piano regionale faunistico venatorio;
2) ad avviare un nuovo confronto con le associazioni venatorie della Sardegna, tenendo contro della contrarietà da loro espressa in merito all'istituzione degli ambiti territoriali di caccia;
3) ad evitare che venga proposto un assetto territoriale dell'attività venatoria che aumenti la pressione ambientale con la caccia tre volte la settimana a scelta su cinque a disposizione, ad esclusione del martedì e del venerdì. Una cornice che determina problemi connessi all'ordine pubblico;
4) a scongiurare lo spezzettamento della Sardegna in ambito venatorio, con una divisione che metterebbe a rischio l'arte della caccia e la socialità tra gli attori principali della disciplina;
5) a dare avvio ad una riforma dell'esercizio venatorio in Sardegna, tenendo conto dei cacciatori come protagonisti dell'ambiente, figure indispensabili nella lotta agli incendi e contro i reati nelle campagne.

Cagliari, 19 luglio 2017