CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVLegislatura
Mozione n. 292
ZEDDA Paolo Flavio - USULA sull'opposizione alla realizzazione di un impianto ibrido solare termodinamico della potenza nominale di 10,8 MWel nel comune di Oristano - Borgata ex ETFAS di San Quirico, proposto dalla Societą San Quirico - Solar Power srl di Bolzano.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- la Società San Quirico - Solar Power srl, con sede in Bolzano, ha presentato a novembre 2014 l'istanza di valutazione di impatto ambientale (VIA) per il progetto denominato "Impianto ibrido solare termodinamico", il quale prevede la realizzazione di una centrale termoelettrica solare ibrida di potenza nominale pari a 10,8 MWel, localizzata in agro del comune di Oristano, località "San Quirico - Tanca 'e su Presidente";
- secondo quanto riportato dalla deliberazione della Giunta regionale n. 65/51 del 25 novembre 2016 inerente la procedura di VIA, l'area interessata (circa 77 ettari) sarebbe già nelle disponibilità di tale società in seguito ad accordi sottoscritti coi proprietari; inoltre, la soluzione tecnica minima generale predisposta da Terna Rete Italia per la connessione alla rete di trasmissione nazionale prevede la posa di un elettrodotto di circa 7 chilometri di lunghezza che connetterebbe l'impianto con la stazione primaria di smistamento ubicata in territorio di Oristano (località Fenosu) per la cui realizzazione la società San Quirico intenderebbe avvalersi dello strumento espropriativo su un'area di circa 5 metri centrata sull'asse dell'elettrodotto;
- il progetto prevede, inoltre, in via preliminare l'adeguamento morfologico dell'area e la costruzione delle opere infrastrutturali, comprese pulizie generali, scotico della terra, scavi e livellamento, impianti accessori; in particolare, si stima che per l'adeguamento morfologico occorrerà movimentare circa 200.000 m3 di "suolo agrario" (primi 40/50 cm di terreno fertile) e circa 152.000 m3 di "suolo profondo" (terreno sottostante il suolo agrario);
- l'intervento prevede, infine, una centrale a biomassa (fabbisogno di biomassa pari a 15.500 tonnellate/anno) costituita da un mix di 2 differenti specie coltivabili e presenti nel territorio della Sardegna, Pinus radiata e Eucalyptus, oltre a cippato e Pinus radiata di origine toscana;
PREMESSO, altresì, che:
- nel corso della conferenza di servizi relativa al procedimento di VIA sono emerse diverse posizioni critiche da parte di numerosi enti (Regione, Provincia di Oristano, Comune di Palmas Arborea, Argea, CFVA, Arpas, Genio civile, Enas) succintamente riferibili al contrasto con gli indirizzi pianificatori regionali, vincolo paesaggistico riferibile a parte dell'area, importanza e valore agronomico dei terreni, incertezze sulla disponibilità attuale e futura di biomassa, forti preoccupazioni inerenti il taglio di numerosi esemplari di querce da sughero, necessità della variazione dello strumento urbanistico, etc.;
- con deliberazione n. 19 del 20 febbraio 2015 il Consiglio comunale di Oristano ha formalmente espresso la propria netta contrarietà al progetto in oggetto;
- con deliberazione n. 4 del 18 marzo 2015 il Consiglio provinciale di Oristano ha approvato la mozione inerente "Iniziative contro la realizzazione di un progetto di impianto ibrido solare termodinamico e di una centrale a biomassa di 10,8 MWel nel territorio di San Quirico, frazione di Oristano";
- il Comune di Palmas Arborea ha espresso "parere non favorevole a tutela della salute degli abitanti della borgata di Tiria", approvando inoltre la deliberazione del Consiglio comunale n. 21 del 13 luglio 2015 con la quale il comune ha formalmente manifestato, all'unanimità, la propria contrarietà al progetto;
- oltre a quella degli enti locali del territorio, la contrarietà della comunità interessata e di una larga fetta dell'opinione pubblica sarda è sfociata in un ampio movimento d'opposizione che vede coinvolti numerosissimi cittadini di Oristano, Palmas Arborea, San Quirico e Tiria, un lungo elenco di partiti e movimenti politici, sigle sindacali e associazioni di varia natura, compresa l'associazione Isde e Medici per l'ambiente;
CONSIDERATO che la massima istituzione della Sardegna ha già avuto modo di esprimere la propria netta contrarietà a progetti sostanzialmente analoghi, con forti preoccupazioni in ordine al carattere prevalentemente speculativo dei medesimi, in numerose circostanze, tra le quali si segnalano l'approvazione della mozione n. 250/19, approvata da questo Consiglio in data 28 settembre 2016 "sull'opposizione alla realizzazione di un impianto termodinamico della potenza di 55 mw e denominato Flumini Mannu nei comuni di Decimoputzu e Villasor e l'analogo megaimpianto industriale termodinamico solare di Gonnosfanadiga-Villacidro", e con la formale presa di posizione del Presidente della Regione, On. Francesco Pigliaru, che in merito ebbe a dichiararne l'opposizione "(...) perché incoerenti con il nostro Piano energetico regionale appena approvato", oltre a ribadire perplessità in ordine ai "(...) mega impianti che producono energia in grandi quantità che viene immessa poi nella rete del gestore nazionale e non viene utilizzata nell'isola. Utilizzare quei terreni agricoli e fertili per installare mega impianti che, se cambia il mercato, diventano inutili, ci ricorda errori del passato che noi vogliamo evitare";
CONSIDERATO, altresì, che le medesime criticità evidenziate nella mozione n. 250/19 e nelle dichiarazioni del Presidente Pigliaru, ribadite in più di una occasione da altri autorevoli esponenti dell'esecutivo regionale, sono riscontrabili in modo speculare nell'impianto in oggetto, con l'aggiunta dell'aggravante che l'iniziativa di tipo industriale-speculativo proposta presso San Quirico dovrebbe sorgere, oltre che in un'area a spiccata vocazione agro-silvo-zootecnica, nel bel mezzo di una borgata agricola ex ETFAS che, per via della sua storia, si caratterizza per un'elevata presenza di insediamenti abitativi e, per di più, in un'area contigua a una zona sottoposta a plurima e specifica vincolistica paesaggistica (il bosco di Su paberile); in particolare:
- l'impianto proposto in agro del comune di Oristano, località San Quirico, comporterebbe un'ingente sottrazione di suolo all'uso agricolo, modificando le aziende agro-zootecniche e producendo un inevitabile impatto negativo che include la trasformazione delle caratteristiche geomorfologiche e del paesaggio agrario, la modifica del deflusso dei corsi d'acqua superficiali, sostanziandosi in un consumo del suolo insopportabile; inoltre, esso disterebbe appena 2.800 metri dal Sito di importanza comunitaria (SIC) costituito dallo stagno Pauli Majori di Palmas Arborea (codice sito ITB030033), individuato ai sensi della direttiva 92/43/CEE;
- il progetto in parola non è coerente per le sue dimensioni con le previsioni del Piano energetico ambientale regionale e con la strategia energetica regionale che si basa invece su principi europei di generazione distribuita ed efficiente, con impianti di piccola taglia e micro reti di distribuzione;
- esso si pone, come suesposto, in netto contrasto con le scelte espresse dalla comunità locale;
- sul piano strettamente giuridico, inoltre, l'intervento non è compatibile con quanto previsto dall'articolo 13 bis della legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4, secondo il quale nelle aree agricole della Sardegna non possono essere ubicati impianti industriali di produzione energetica di tali dimensioni, anche ai sensi dell'articolo 3 del decreto del Presidente della Regione n. 228 del 3 agosto 1994 inerente "Direttive per le zone agricole, criteri per l'edificazione nelle zone agricole e/o strettamente connesse";
- mentre una parte delle aree individuate per la realizzazione del progetto sono tutelate con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modifiche e integrazioni), l'intera zona è individuata nel Piano paesaggistico regionale ai fini di un'utilizzazione agro-forestale; l'articolo 29 del NTA prescrive, in ordine alla pianificazione locale e settoriale, il divieto di " (...) trasformazione per destinazioni e utilizzazioni diverse da quelle agricole di cui non sia dimostrata la rilevanza pubblica-economica e sociale e l'impossibilità di localizzazioni alternative, o che interessino suoli a elevata capacità d'uso, o paesaggi agrari di particolare pregio o habitat di interesse naturalistico (...)";
- la realizzazione dell'impianto altererebbe sensibilmente la qualità dell'aria anche e soprattutto in fase di esercizio, per via della prevista centrale a biomassa legnosa, la cui caldaia brucerebbe ben 75 tonnellate di biomassa al giorno, con una produzione di 133 chilogrammi di ceneri all'ora e di un quantitativo ingente di fumi cancerogeni che, seppur dopo apposito trattamento che i proponenti asseriscono garantisca dei valori di emissione contenuti entro i limiti della normativa vigente, si disperderebbero attraverso un apposito camino di espulsione alto 27 metri nell'atmosfera e nell'ambiente circostante; tale condizione appare particolarmente critica in rapporto alle brevi distanze dell'impianto con le prime abitazioni della borgata ex ETFAS di San Quirico (appena 500 metri), del centro della borgata ex ETFAS di Tiria (2.000 metri) e del paese di Palmas Arborea (3.500 metri);
- l'approvazione dell'impianto ibrido solare termodinamico in un'area agricola creerebbe un pericoloso precedente per l'intero territorio regionale, già interessato, come è noto, da innumerevoli proposte progettuali simili, dal carattere spiccatamente industriale-speculativo, come esplicitamente ammesso e riconosciuto dagli stessi proponenti;
RILEVATO che:
- l'impianto ibrido solare termodinamico di San Quirico non risponde all'esigenza di coprire il fabbisogno energetico della Sardegna, dove si registra già oggi una notevole eccedenza produttiva finalizzata all'esportazione, senza peraltro che i sardi traggano da ciò alcun vantaggio economico in bolletta;
- l'energia elettrica prodotta dall'impianto, stimata mediamente in circa 45 GWh/anno, nell'ipotesi di un valore della Direct normal irradiance (DNI) pari a 1856 KWh/(m2 x anno), verrà immessa in rete; in particolare, considerato che la frazione di integrazione della centrale a biomassa è pari al 15 per cento, i contributi, su base annua, del campo solare e della centrale a biomassa risultano, rispettivamente 38,25 GWh e 6,75 GWh;
- così come stabilito, da ultimo, dal decreto ministeriale 23 giugno 2016 recante "Incentivazione dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico", le caratteristiche della centrale fanno sì che, per un periodo di 25 anni (vita utile convenzionale dell'impianto), sia riconosciuta all'energia elettrica prodotta una tariffa incentivante pari a 291 euro/MWh, incrementata di 45 euro/MWh, per un totale stimato di oltre 15 milioni di curo di fatturato all'anno;
- il rapporto dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) inerente "Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici" 2016 fa registrare per la Sardegna, nel 2015, un incremento percentuale di consumo di suolo dello 0,7 per cento rispetto al 2012 ed evidenzia come, a scala comunale, colpiscano i notevoli incrementi connessi alla realizzazione di imponenti impianti solari fotovoltaici e termodinamici;
- per quanto concerne gli impegni stabiliti con il Protocollo di Kyoto per la riduzione delle emissioni climalteranti e, più specificamente, per quel che riguarda l'obiettivo assegnato all'Italia in base alla direttiva 2009/28/CE (recepita con il decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28) del raggiungimento entro il 2020 della quota complessiva del 17 per cento sul consumo finale lordo di energia prodotta da fonti rinnovabili, ma anche per quel che riguarda i nuovi obiettivi clima energia al 2030 approvati dal Consiglio europeo il 23-24 ottobre 2014, che prevedono una quota dei consumi finali di energia coperti da fonti rinnovabili pari al 27 per cento, la Sardegna nel 2013 ha fatto registrare una produzione di energia da fonte rinnovabile riferita al Consumo finale lordo elettrico (CFL-E) del 45,80 per cento; nel 2014 ha raggiunto una produzione di energia elettrica da FER del 43,24 per cento (fonte: GSE riportato nel PEARS); nel 2015 la quota di produzione di energia elettrica da FER raggiunta dalla Sardegna è stata del 45 per cento (fonte: TERNA); l'impianto ibrido solare termodinamico di San Quirico, quindi, non risponde all'esigenza del raggiungimento degli obiettivi di produzione di energia da FER, già oggi ampiamente raggiunti con valori più che raddoppiati rispetto al target assegnato alla Sardegna;
- la Regione ha finanziato e avviato, a Ottana, la realizzazione di un impianto pilota basato sulla tecnologia del solare termodinamico integrato con altre fonti energetiche rinnovabili della taglia complessiva di circa 1,2 MWe, in grado di soddisfare il fabbisogno elettrico di una stazione di pompaggio o di trattamento acque dell'ENAS, ubicandolo opportunamente nella zona industriale e non in aree a vocazione agricola;
- come riportato nel Piano energetico ambientale della Regione (PEARS) 2015-2030, adottato definitivamente dalla Giunta regionale con deliberazione n. 45/40 del 2 agosto 2016, è stato inoltre progettato un secondo impianto solare termodinamico da realizzarsi anch'esso in ambito industriale nella zona industriale di Villacidro;
DATO atto che, con la deliberazione n. 63/51 del 25 novembre 2016, la Giunta regionale ha dato mandato alla Direzione generale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale di effettuare i dovuti approfondimenti tecnici relativamente ad alcuni aspetti critici (verifica di eventuali domande di finanziamento sui terreni interessati e quantificazione delle potenzialità agronomiche dei medesimi terreni);
RICHIAMATI gli articoli 3, primo comma, lettere d) e f), e 4 , primo comma, lettere a) ed e) che prevedono, rispettivamente, la competenza legislativa primaria della Regione in materia di agricoltura e edilizia e urbanistica e la competenza ripartita in materia di industria e produzione e distribuzione dell'energia,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale a:
1) esplicitare in modo formale la ferma, decisa e risoluta opposizione della Regione ai tentativi in corso nel proprio territorio finalizzati alla sottrazione di suolo agricolo per mezzo di progetti volti allo sviluppo e all'utilizzo di fonti rinnovabili a carattere sostanzialmente speculativo;
2) intraprendere, in attuazione della normativa vigente, tutte le opportune iniziative al fine di dotare la Regione di uno strumento generale di pianificazione nel quale indicare le aree e i siti non idonei alla installazione degli impianti solari termodinamici, ivi comprese, in particolare, le aree a spiccata vocazione agro-silvo-pastorale e a elevata capacità d'uso del suolo nonché le aree contigue a zone sottoposte ai vincoli di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137);
3) attivare la più rigorosa vigilanza affinché la procedura di VIA di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale) relativa all'impianto solare ibrido termodinamico proposto dalla Società San Quirico - Solar Power srl nella borgata agricola ex ETFAS di San Quirico sia conclusa nel rispetto degli atti di indirizzo e degli altri atti di programmazione adottati dagli organi della Regione autonoma della Sardegna, anche in riferimento alla medesima procedura inerente impianti solari termodinamici proposti nel territorio sardo attualmente in corso presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e presso il Ministero dell'ambiente.
Cagliari, 7 marzo 2017