CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVLegislatura
Mozione n. 214
PINNA Rossella - COCCO Pietro - COLLU - MELONI - MORICONI - COMANDINI - TENDAS - DERIU - SOLINAS Antonio - PISCEDDA - DEMONTIS - FORMA sul rilancio e la riqualificazione del sistema produttivo del territorio del Medio Campidano e sull'attivazione da parte della Giunta regionale delle procedure per il riconoscimento, da parte del Governo nazionale, dello stato di crisi industriale complessa.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- la crisi economica, che ha investito pesantemente l'Italia, ha riversato e continua a riversare i suoi drammatici effetti sulla nostra isola, che ha visto indebolita l'economia locale e crescere un diffuso livello di povertà;
- i dati del Rapporto SVIMEZ (Associazione per lo sviluppo dell'industria nel mezzogiorno) sull'economia del mezzogiorno 2015 riportano un Paese diviso e diseguale, dove il sud per il settimo anno consecutivo ha un Pil procapite sui livelli di 15 anni fa;
- i dati dei conti economici territoriali, diffusi nel mese di febbraio 2015 dall'Istat, fotografano un'Italia divisa in due con un Pil per abitante nel 2013 pari a:
a) 33,5 mila euro nel nord-ovest;
b) 31,4 mila euro nel nord-est;
c) 29,4 mila euro nel centro;
d) 17,2 mila euro nel mezzogiorno;
- la spesa per i consumi finali delle famiglie a prezzi correnti, nel 2013, risulta pari a 18,3 mila euro per abitante nel centro-nord e a 12,5 mila euro nel mezzogiorno;
- i medesimi dati collocano, ancora una volta, la Sardegna tra le regioni più povere d'Italia;
EVIDENZIATO che:
- negli anni di crisi 2008-2014, i consumi delle famiglie meridionali sono crollati quasi del 13 per cento e che gli investimenti nell'industria, in senso stretto, sono scesi addirittura del 59 per cento;
- nel 2014, quasi il 62 per cento dei meridionali ha guadagnato meno di 12 mila euro annui, contro il 28,5 per cento del centro-nord,
RILEVATO che:
- tra le province italiane con i più bassi livelli di valore aggiunto per abitante, il Medio Campidano, con circa 12 mila euro, risulta, con quella di Agrigento, la provincia più povera, strappando il triste primato al Sulcis che per anni ha guidato la speciale graduatoria stilata dall'Istat;
- l'Osservatorio del mercato del lavoro della Provincia del Medio Campidano, che rappresenta lo strumento di raccolta e elaborazione dati provenienti dall'archivio dei Centri servizio per il lavoro, nel rapporto trimestrale gennaio/marzo 2015, evidenzia che:
a) relativamente al tasso di disoccupazione, il territorio registra, nel 2014, un preoccupante 27,9 per cento contro il 18,6 per cento della Sardegna, ponendosi negativamente al di sopra di tutti gli altri territori sardi;
b) il valore del tasso di occupazione nel 2014, pari a 31,1 per cento, risulta il più basso e in forte caduta rispetto agli ultimi anni (2013-2014);
EVIDENZIATO, inoltre, che:
- sempre l'Osservatorio del mercato del lavoro della Provincia del Medio Campidano, dal 2009 al primo trimestre del 2015, ha accertato un aumento degli iscritti di quasi 6.000 persone ai centri servizi per l'impiego (con significativo aumento del genere femminile);
- dagli approfondimenti delle analisi a livello provinciale elaborate dalla Regione, su dati lstat, nel 2015 si rileva un indice di invecchiamento, che pur investendo tutti gli ambiti provinciali, per il Medio Campidano registra valori superiore al 200 per cento, ponendosi tra i più alti dell'intera Sardegna (180,7 per cento);
- nel territorio è in corso un costante spopolamento il cui valore percentuale risulta, al 1° gennaio 2015 (su una differenza di - 3.586 persone che a vario titolo hanno abbandonato il territorio), il più alto tra tutte le province sarde (-0,4 per cento);
- il sistema informativo "Indici di deprivazione multipla della Sardegna" (2012), elaborato dal Centro regionale di programmazione della Regione, ha rilevato una marcata penalizzazione della Provincia del Medio Campidano, in ordine ai diversi ambiti, tra i quali spicca una diseguaglianza nella salute relativa a tassi di mortalità per malattie cardiovascolari, tumore polmonare e malattie respiratorie;
SOTTOLINEATO che:
- a causa della crisi economica, che ha investito l'Italia in questi anni, le multinazionali e piccole-medie imprese presenti in Sardegna hanno accusato un forte calo della produzione avviandosi talvolta al fallimento;
- tra le province sarde, il Medio Campidano, come riportato nei dati lstat sopra richiamati, è il territorio più colpito dalla crisi socio-economica e dunque dalle cessazioni di attività economiche;
- in circa un ventennio lo stesso territorio ha subito la perdita di oltre tremila posti di lavoro: dal crollo del tessil-chimico di Villacidro, dove le multinazionali SNIA e ENICHEM hanno lasciato ciminiere spente, alla chiusura delle miniere di Montevecchio-Ingurtosu nel 1991 (tra gli otto siti che fanno parte del Parco geominerario della Sardegna), al fallimento della Nuova Scaini e da ultimo della Keller che occupava circa 276 dipendenti nella produzione di materiale rotabile e ferroviario;
- le industrie dismesse non rappresentano solo i posti di lavoro che svaniscono e il dramma per tante famiglie, ma anche un grave pregiudizio territoriale-ambientale, spesso irreversibile, di ampie aree della Sardegna, dove le cattedrali arrugginite si accompagnano a vere e proprie bombe ecologiche, su alcune delle quali, come Furtei e Montevecchio, la Regione sta iniziando a operare interventi di bonifiche ambientali;
- nonostante le condizioni socio-economiche così drammatiche, che solitamente legano un territorio alla criminalità, la geografia provinciale presenta una provincia con valori di criminalità tra i più bassi di tutto il territorio nazionale;
TENUTO CONTO che:
- la legge 23 giugno 1993, n. 204 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 24 aprile 1993, n. 121, recante interventi urgenti a sostegno del settore minerario della Sardegna" disponeva, all'articolo 1 "Al fine di favorire la ripresa economica e occupazionale nelle aree interessate dalla ristrutturazione o dalla cessazione dell'attività mineraria, il Governo, d'intesa con la Regione interessata, promuove specifici piani per la riconversione produttiva. I piani tengono conto dell'incidenza dell'attività estrattiva nell'economia delle singole aree, avendo riguardo all'ultimo decennio. I piani finanziati con il concorso di risorse statali, regionali e comunitarie, e attuati mediante accordi e contratti di programma, comprendono le iniziative di cui all'articolo 1 della legge 3 febbraio 1989, n. 41 e successive modificazioni, nonché gli interventi per la tutela dell'ambiente di cui all'articolo 9 della legge 30 luglio 1990, n. 221";
- la Regione, all'inizio degli anni '90, aveva avviato un processo di riconversione produttiva e di valorizzazione integrata delle risorse presenti nei territori storicamente interessati dalle passate attività minerarie, in collaborazione con gli enti locali e il concorso delle forze imprenditoriali locali e non, individuando, nel patrimonio di derivazione mineraria e nelle risorse geo-ambientali dei territori, il punto di partenza per creare le condizioni per uno sviluppo economico, stabile, duraturo e compatibile in termini ambientali;
- con l'istituzione del "Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna" la Regione ha individuato lo strumento strategicamente più idoneo per favorire la riconversione e lo sviluppo economico e sociale delle aree minerarie dismesse della Sardegna, tra cui quelle del Guspinese-Arburese;
EVIDENZIATO che:
- i progetti e gli studi di fattibilità, si sono fermati anzitempo senza raggiungere gli obiettivi e i programmi prefissati;
- nel frattempo, l'accentuarsi della crisi economica vede la provincia del Medio Campidano davanti a un pericoloso regresso demografico e sociale che la colloca agli ultimi posti in Italia per percentuale di occupati, oltre che per reddito procapite, con forte rischio di ulteriore desertificazione sociale;
- l'assenza di risorse umane, imprenditoriali e finanziarie e il perdurare della drammatica crisi in atto potrebbe impedire al territorio una possibile ripresa, nonché trasformare la crisi da ciclica a permanente;
VISTO il decreto del Ministero dello sviluppo economico del 31 gennaio 2013 con il quale, in attuazione dell'articolo 27, comma 8, del decreto legge 22 gennaio 2012, n. 83 convertito con modificazioni nella legge n. 134 del 7 agosto 2012, sono definite "situazioni di crisi industriale complessa quelle che, a seguito di istanza di riconoscimento della regione interessata, riguardano specifici territori soggetti a recessione economica e perdita occupazione di rilevanza nazionale derivanti da:
- una crisi di una o più imprese di grande o media dimensione con effetti sull'indotto;
- una grave crisi di uno specifico settore industriale con elevata specializzazione nel territorio";
APPURATO che il richiamato decreto del Ministero dello sviluppo economico del 31 gennaio 2013 dispone che il Ministero stesso adotta, nell'ambito degli interventi eventualmente previsti nelle aree di crisi industriale complessa, progetti di riconversione e riqualificazione industriale e che tali progetti siano finalizzati a promuovere la riqualificazione delle aree interessate, la formazione del capitale umano, la riconversione delle aree industriali dismesse, il recupero ambientale e l'efficientamento energetico dei siti e la realizzazione di infrastrutture strettamente funzionali agli interventi e che "il piano di promozione industriale di cui agli articoli 5, 6 e 8 della legge 15 maggio 1989, n. 181 si applica esclusivamente per l'attuazione dei progetti di riconversione e riqualificazione industriale";
EVIDENZIATO che il complesso delle norme legislative richiamate, oltre a disporre che il Ministero dello sviluppo economico si avvarrà dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa Spa per la definizione e l'attuazione degli interventi del progetto di riconversione e riqualificazione industriale, riconosce la possibilità di finanziamenti agevolati, mediante contributi a sostegno degli investimenti di cui alla legge 15 maggio 1989, n. 181, fatte salve le soglie di intervento stabilite dalla disciplina comunitaria, nei limiti degli stanziamenti disponibili a legislazione vigente;
RICHIAMATO l'articolo 2 del decreto legge 23 dicembre 2013, n. 145 (destinazione Italia) convertito con legge 21 febbraio 2014, n. 9, che introduce modifiche alla disciplina di riconoscimento di aree di crisi complessa, in base alle quali:
a) l'istanza della Regione interessata è possibile ma non più indispensabile;
b) non sono più escluse da tale riconoscimento le situazioni di crisi che risultano risolvibili con risorse e strumenti di competenza regionale, pertanto in conseguenza di tale modifica, anche in relazione a tali situazioni potrà intervenire il riconoscimento ministeriale;
c) si estende il regime di finanziamenti agevolati, collegato al piano di promozione industriale, alle aree o distretti del paese interessati da fenomeni di crisi industriale, diverse fra quelle complesse, ma con impatto significativo sullo sviluppo del territorio e sull'occupazione;
CONSIDERATO che:
- il carattere fondamentale della provincia del Medio Campidano, che ricomprende 28 comuni (Arbus, Barumini, Collinas, Villacidro, Guspini, Serramanna, San Gavino Monreale, Sanluri, Gonnosfanadiga, Samassi, Serrenti, Sardara, Pabillonis, Villamar, Lunamatrona, Furtei, Villanovafranca, Gesturi, Segariu, Tuili, Siddi, Villanovaforru, Pauli Arbarei, Ussaramanna, Turri, Genuri, Las Plassas, Setzu), con una popolazione di circa 102.000 abitanti, è la sua armoniosa varietà all'interno delle tre diverse aree geografiche: Marmilla, Campidano, Linas, che individuano differenti ambienti naturali in cui convivono pregiate colture agricole, industrie, un bacino minerario di rilievo nazionale (Montevecchio-Ingurtosu), bellezze naturalistiche (dune di Piscinas e Giara di Gesturi con i suoi caratteristici e unici cavallini), estensioni boschive, il sistema termale di Sardara, fino all'imponente villaggio nuragico di Barumini, unico sito Unesco della Sardegna;
- il territorio presenta, altresì, caratteri di criticità e vulnerabilità che vanno dal lento risanamento delle aree minerarie a quello non compiuto di alcuni centri urbani e storici, dall'inadeguata quantità e qualità di infrastrutture viarie, come la viabilità che collega l'intero territorio con l'area costiera, inadeguate per il flusso di traffico estivo, alla scarsa manutenzione dei numerosi sentieri, e, soprattutto, dall'assenza di un sistema di collegamento tra essi (rete); da non sottovalutare il pericolo di incendi strettamente collegato con la carenza di manutenzione, o l'assenza di elettrificazione in un'ampia area del territorio che influisce sulle possibilità di crescita delle imprese agricole;
- tra mare, montagne, miniere, colline e pianura irrigua, il Medio Campidano copre molte delle peculiarità dell'intero territorio sardo, concentrando in un'unica zona caratteristiche e potenzialità in un contesto a forte vocazione agricola-turistica-industriale-produttiva;
RITENUTO che:
- si rende necessaria l'apertura di una nuova fase di programmazione dello sviluppo del territorio del Medio Campidano, anche tenuto conto delle sue potenzialità, per delineare un'innovativa e complessa strategia;
- è indispensabile attivare conseguenti strumenti di intervento, locali, regionali e nazionali, per conseguire un sostenibile equilibrio tra l'attività industriale, la tutela della salute e dell'ambiente, la riconversione e la riqualificazione del sistema produttivo, un mirato e concreto sostegno ai processi di innovazione tecnologica, un potenziamento di dotazioni infrastrutturali funzionali al modello produttivo dell'area e di recupero e bonifica della stessa;
- la gravità della crisi economica del territorio del Medio Campidano non può ragionevolmente risolversi con risorse e strumenti di esclusiva competenza regionale,
impegna la Giunta regionale
1) a mettere in atto un intervento organico e incisivo per rilanciare, riqualificare e innovare il sistema produttivo del territorio del Medio Campidano, come condizione per creare una prospettiva occupazionale e contribuire alla rinascita del territorio;
2) ad attivare le procedure per richiedere al Ministero dello sviluppo economico il riconoscimento dello stato di crisi complessa del territorio della provincia del Medio Campidano.
Cagliari, 18 dicembre 2015