CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVLegislatura
Mozione n. 211
PIZZUTO - AGUS - COCCO Daniele Secondo - LAI sulle problematiche relative alla professione di assistente sociale.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- gli assistenti sociali con il loro lavoro quotidiano e professionale concorrono ad alleviare i disagi e agiscono in difesa soprattutto delle fasce più deboli della popolazione, attraverso il rapporto costante con gli utenti al fine di promuovere condizioni di maggiore diritto e equità;
- attualmente in Italia, ma ancor più nella Regione sarda, il numero di famiglie e nuclei monopersonali a rischio di esclusione sociale è in continuo aumento ed è necessario un continuo monitoraggio a livello locale delle situazioni di maggiore criticità;
VALUTATO che lo sviluppo e l'operatività delle politiche sociali regionali a livello locale sono attuati per il tramite degli assistenti sociali, operanti sia nei singoli enti locali che a livello di distretto, e che il raccordo tra gli strumenti regionali e il singolo cittadino è assicurato dal lavoro degli assistenti sociali;
PRESO ATTO che:
- con l'aumentare delle situazioni di disagio sia personale che sociale, il lavoro svolto da questi professionisti è notevolmente aumentato e il numero di operatori è spesso sottodimensionato per ragioni di bilancio e di vincoli normativi alle nuove assunzioni;
- il settore del sociale prevede numerose norme e strumenti, tra loro spesso non coordinati, relativi ai temi minorili, familiari, dei disabili fisici e psichici, degli anziani non autosufficienti, degli stranieri e degli extracomunitari e, in generale, di supporto alle situazioni di grave indigenza;
TENUTO CONTO della progressiva diminuzione delle risorse subite dagli enti locali, che devono far fronte alle emergenze sociali con un numero insufficiente di operatori specializzati e quadri normativi sempre più complessi;
CONSIDERATO che gli assistenti sociali, al pari di tutti gli operatori che operano a stretto contatto con utenti disagiati dal punto di vista economico, sociale o patologico, sono soggetti alla cosiddetta sindrome da burn out,
impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale
1) a instaurare un tavolo di confronto tra l'Ordine degli assistenti sociali e l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per addivenire a soluzioni congiunte circa l'efficienza e l'efficacia del lavoro degli assistenti sociali operanti negli enti locali e in tutte le strutture pubbliche, unitamente alla tutela della dignità e della sicurezza sul lavoro;
2) a monitorare e interagire con il sistema universitario regionale per un rafforzamento dei corsi di laurea specifici per la professione di assistente sociale;
3) a mettere in campo strumenti di ausilio al lavoro degli assistenti sociali, quali l'affiancamento di tirocinanti per periodi non inferiori ai sei mesi, il supporto di un servizio regionale unico che curi il coordinamento delle politiche sociali regionali, il raccordo e la condivisione a livello territoriale di procedure ordinarie e straordinarie di gestione delle pratiche del sistema sociale, un sistema di supporto di personale a carico degli enti sovraordinati (unioni dei comuni) dai quali i comuni possano attingere in caso di riduzione o carenza di dipendenti negli propri uffici dei servizi sociali;
4) a istituire un'assemblea permanente tra la Regione, in particolare l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, e i rappresentanti della professione di assistente sociale in Sardegna;
5) a istituire un fondo nel bilancio regionale per supportare coloro che si trovino affetti da sindrome da burn out.
Cagliari, 10 dicembre 2015