CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURA

INTERROGAZIONE n. 594/C-4

INTERROGAZIONE FASOLINO - PITTALIS - CAPPELLACCI - CHERCHI Oscar - LOCCI - PERU - RANDAZZO - TEDDE- TOCCO - TUNIS - ZEDDA Alessandra sull'opportunità che la Regione trasmetta al Ministero delle infrastrutture e trasporti motivata richiesta per l'individuazione della sede dell'Autorità portuale di Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres quale sede dell'istituenda Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna.

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I sottoscritti,

premesso che risulta in via di approvazione un decreto legislativo recante "Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina concernente le autorità portuali di cui alla legge 28 gennaio 1994, n. 84";

considerato che:
- è tacito che l'esperienza della legge n. 84 del 1994, sebbene abbia prodotto risultati importanti, possa considerarsi esaurita e, di conseguenza, è necessario aprire una nuova fase per la portualità italiana;
- il tema dei porti riveste per lo sviluppo generale del Paese e, in particolare, della Sardegna una grande rilevanza, anche in considerazione del problema dell'insularità, della competitività, della carenza delle reti infrastrutturali connesse al sistema trasportistico e alla logistica;
- alla luce della nuova disciplina europea in materia di reti TEN-T e di una conseguente nuova governance del sistema portuale, è necessaria una riforma che punti a una razionalizzazione delle autorità portuali;
- il regolamento TEN-T prevede che la rete transeuropea dei trasporti presenti una struttura a doppio strato, caratterizzata da una rete globale, Comprehensive network, costituita da tutte le infrastrutture esistenti che soddisfano requisiti specifici e garantiscono la coesione territoriale e da una rete centrale, Core network, sovrapposta alla globale che rappresenta la spina dorsale della rete di mobilità multimodale;
- in Italia, sono 14 i porti della rete centrale, Core, e sono 25 quelli della rete complessiva; in Sardegna nello specifico esiste un unico porto della rete centrale, Core, Cagliari, e sette porti della rete globale tra i quali Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres, oltre a La Maddalena, Palau, Carloforte e Portovesme;
- relativamente alla Sardegna, un approccio standard può risultare inadatto sia in considerazione del vincolo territoriale sia in relazione alla mobilità turistica e alla bassa densità abitativa;
- la Sardegna è l'unico caso in cui il distretto portuale e logistico non può essere individuato nell'ambito di un corridoio TEN-T, tutti i porti italiani della rete core fanno, infatti, parte di un corridoio;
- i porti del nord Sardegna costituiscono il terminale naturale delle autostrade del mare che rappresentano la dimensione marittima delle reti transeuropee dei trasporti;

visto che:
- la riforma nazionale del sistema portuale appare ormai indifferibile e orientata verso una logica di aggregazione delle autorità portuali;
- tale proposta deve necessariamente essere operata, avendo riguardo a criteri oggettivi relativi ai volumi di traffico che non sottendono scelte campanilistiche;
- il sistema portuale sardo costituisce un elemento fondamentale quale garanzia della continuità territoriale dei sardi e uno dei fattori più rilevanti in relazione allo sviluppo dell'economia isolana, visto che la quasi totalità degli scambi commerciali, così come una quota non trascurabile del traffico passeggeri da e per la Sardegna avvengono via mare;
- la strutturazione del sistema portuale isolano si esplica principalmente attraverso l'individuazione di due principali poli portuali anche se rappresentati da uno o più scali di diversa caratterizzazione: quello di Cagliari costituito dal porto commerciale e dallo scalo industriale (noto come Porto Canale) con la movimentazione di container e servizio di transhipsent, quello del nord Sardegna, costituito dal complesso del porto commerciale e industriale di Olbia e dai porti di Golfo Aranci e Porto Torres;

dato atto che:
- da una lettura dei dati disponibili, per Cagliari, sono le operazioni di transhipment a rappresentare il settore di punta del polo portuale, attività che generalmente transitano solo quindi nel porto, ma di fatto non "entrano" in Sardegna, producendo effetti diversi sull'economia della Regione;
- a rappresentare il settore di punta per i porti del nord Sardegna (Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres) è il dato del traffico di cabotaggio per trasportare con unità Ro-Ro, passeggeri, auto al seguito e mezzi pesanti con o senza merci;
- dai dati sul movimento navigazione delle due autorità portuali (Cagliari e Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres) riferiti all'intero 2014, si evince che i passeggeri movimentati nello scalo di Cagliari sono stati 246.979, quelli del nord Sardegna 3.562.230, che i crocieristi in transito sono stati 81.844 contro i 164.995 del Port Autority del nord Sardegna e che le tonnellate di merci su Ro-Ro sono pari a 3.044.741 afferenti al porto di Cagliari e 5.859.732 per gli scali del nord;
- nel corso dell'approvazione del nuovo piano operativo triennale 2016-2018 il commissario straordinario dell'Autorità portuale di Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres ha sottolineato come nei tre porti, per i primi nove mesi del 2015, i dati riferiti al traffico passeggeri siano cresciuti del 12 per cento rispetto all'anno precedente;
- stiamo parlando di due realtà complementari ma differenti che, però, evidenziano una chiara indicazione di come lo spostamento delle merci e dei passeggeri con auto al seguito sia di fatto prevalente nei porti del nord Sardegna;
- tale valenza numerica deve necessariamente far riflettere sulla necessità di operare alcune scelte strategiche e che una nuova governance dei porti accorpati deve garantire una crescita e uno sviluppo degli scali sia in relazione alla loro naturale funzione, sia in armonia con lo sviluppo delle reti transeuropee;
- in diverse occasioni pubbliche, anche l'Assessore regionale dei trasporti ha espresso la considerazione che la sede del nuovo organismo di governance dei porti non necessariamente deve essere ubicata a Cagliari;

preso atto che:
- lo schema di decreto legislativo di cui in premessa prevede l'istituzione di 14 autorità di sistema portuale (AdsP) nazionali, individuando per la Sardegna un unico ente denominato "del Mar di Sardegna" mediante accorpamento/fusione delle precedenti autorità portuali di Olbia, Golfo Aranci, Porto Torres e di Cagliari;
- l'articolo 1 bis del suddetto schema di decreto individua, quale sede dell'AdsP, la sede del Porto core, così come individuato nel regolamento n. 1315/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 dicembre 2013, ricadente nella stessa AdsP;
- per l'Italia, il Regolamento comunitario indica 14 porti core: Genoa, La Spezia, Livorno, Napoli, Gioia Tauro, Taranto, Bari, Ancona, Ravenna, Venezia, Trieste, Palermo, Cagliari, Augusta, i primi 11 individuati già nella proposta della Commissione dell'ottobre 2011, Palermo aggiunto a dicembre dello stesso anno e Cagliari e Augusta inseriti, invece, durante l'iter di approvazione del Regolamento;
- stando così le disposizioni inserite in norma la sede del nuovo organismo del Mar di Sardegna diventerebbe automaticamente Cagliari;

ravvisato altresì che il già citato articolo 1 bis dello schema di decreto legislativo prevede che "il Ministro, su proposta motivata della regione o delle regioni il cui territorio è interessato dalle AsdP, ha facoltà di individuare in altra sede di soppressa Autorità portuale aderente alla AsdP, la sede della stessa",

chiedono di interrogare il Presidente della Regione:
1) per sapere se sia intenzione dell'Amministrazione regionale intervenire presso il Ministro delle infrastrutture e trasporti affinché, stante le motivate considerazioni sopra espresse, venga individuata quale sede dell'AdsP Mar di Sardegna la sede della soppressa Autorità portuale di Olbia, Golfo Aranci, Porto Torres;
2) affinché chiarisca quali siano gli orientamenti della Giunta regionale in ordine allo schema di decreto legislativo recante "Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione della disciplina concernente le autorità portuali di cui alla legge 28 gennaio 1994, n. 84";
3) se, stante le peculiarità della Sardegna e le evidenti criticità e differenze dei due sistemi portuali, non ritenga utile intervenire presso il Ministro delle infrastrutture e trasporti al fine di addivenire a una riforma che tenga in considerazione, relativamente alla nostra isola, di scelte differenti rispetto alla proposta.

Cagliari, 3 dicembre 2015