CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XV LEGISLATURA
INTERPELLANZA N. 306/C-4
INTERPELLANZA USULA sull'inquinamento dell'area industriale di Portovesme.
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Il sottoscritto,
premesso che:
- in Sardegna è stata esercitata nel tempo un'attività estrattiva
tra le più importanti d'Italia per tipologie, qualità e volumi di
materiali;
- il polo industriale di Portovesme, già dalla seconda metà del
secolo scorso, è un sito specializzato nella metallurgia non
ferrosa, unico in Italia per la produzione di alumina da bauxite da
parte della società Eurallumina Spa e di alluminio primario da parte
di Alcoa oltre alla produzione di zinco, piombo e acido solforico da
minerale da parte della Portovesme srl;
- tali produzioni, per il complesso delle procedure utilizzate, sono
altamente inquinanti per l'ambiente e distruttive degli ecosistemi
naturali; nel corso degli anni, sono stati sversati nel terreno e
nell'ambiente circostante, come conseguenza dei processi di
lavorazione, metalli come zinco, nichel, piombo, alluminio, cadmio,
rame, solfati, floruri, arsenico che ne hanno modificato in maniera
irreversibile le caratteristiche;
- nonostante talune produzioni siano da tempo interrotte, come nel
caso di Eurallumina e Alcoa, gli effetti devastanti sull'ambiente
sono ancora tangibili ed evidenti; come si legge, infatti,
nell'ultima relazione pubblicata dall'Arpas: "il problema di maggior
rilievo è costituito dalla presenza di contaminanti inorganici [...]
e si segnalano superamenti dei limiti per alcune sostanze nocive";
questi numericamente danno la dimensione del terribile livello di
inquinamento: tra le concentrazioni di sostanze nocive citate
spiccano, per esempio, il cadmio fino a 30 mila volte sopra soglia;
premesso, altresì, che:
- il livello di inquinamento rilevato ha importanti ripercussioni
sulla salute umana e quindi sottopone gli abitanti di quel
territorio a considerevoli e preoccupanti rischi;
- perdura la presenza delle vasche dei fanghi rossi (in attesa che
vengano trasformati in oro come viene fantasticato da qualcuno) che
non vengono bonificate e che con le pioggie straripano a valle
aumentando il livello di inquinamento delle falde;
- "laddove gli inquinanti entrano in contatto tra loro, come in
falda, viene a determinarsi una chimica complessa che aggiunge
preoccupazione a preoccupazione; sulla cancerogenicità del cadmio o
sugli effetti neurotossici dell'alluminio esiste una solida
bibliografia" viene sottolineato dal presidente dell'Isde-Medici per
l'ambiente-Sardegna e pertanto l'inquinamento delle falde assume
portata ben superiore alla circoscrizione territoriale di
rilevamento;
considerato che:
- già lo studio S.e.n.t.i.e.r.i del 2011, studio epidemiologico
condotto dall'Istituto superiore di sanità nei Siti di interesse
nazionale per la bonifica (SIN) ha denunciato un eccesso rispetto
alla media regionale, per le malattie respiratorie e il tumore al
polmone, in entrambi i sessi, nell'area che comprende i comuni di
Portoscuso, Carbonia, Gonnesa, San Giovanni Suergiu e Sant'Antioco;
- è stato segnalato, inoltre, un eccesso significativo in entrambi i
sessi dei ricoveri per asma infantile nonché problemi dovuti
all'eccessiva esposizione al piombo in grado di determinare
conseguenze patologiche anche di tipo non oncologico, come i danni
dello sviluppo neuro-cognitivo e comportamentale;
- nonostante la situazione di allerta, si registra una colpevole
inerzia della Regione e del sistema sanitario in ordine al mancato
rilevamento delle patologie attraverso un accurato e rigoroso studio
epidemiologico sulla popolazione sottoposta in maniera continuativa
e decennale all'emergenza sanitaria causata dall'inquinamento di
questo polo industriale, forse il più colpito dell'isola, e al
mancato ripristino ambientale del sito attraverso le necessarie e
improcrastinabili opere di bonifica mirate ad abbattere i fattori di
rischio per la popolazione;
dato atto che:
- il diritto alla salute è annoverato tra i diritti fondamentali
dell'individuo ai sensi dell'articolo 32 della Costituzione e
prerogativa della legislazione regionale che, ai sensi dell'articolo
4, lettera i), dello Statuto speciale per la Sardegna, vi concorre
nei limiti dei principi stabiliti dallo Stato;
- la tutela dell'ambiente prevista dall'articolo 117 della carta
costituzionale è prerogativa di conservazione di bene comune che dev'essere
restituito in maniera integra alle generazioni future,
chiede di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore
regionale della sanità e dell'assistenza sociale, l'Assessore
dell'ambiente e l'Assessore regionale dell'industria per conoscere:
1) le motivazioni circa la mancata adozione di uno speciale registro
di patologie per tale area altamente inquinata;
2) quali intendimenti si abbiano sull'attivazione di uno specifico
programma di monitoraggio della popolazione sulcitana che includa,
quantomeno, l'analisi del sangue, delle urine e il mineralogramma
del capello per test sui livelli di esposizione ai metalli tossici;
3) quali azioni siano state poste in essere per limitare i rischi di
ulteriori danni ambientali e quali azioni concrete si intenda
adottare per la bonifica dei siti e il recupero della naturalità
degli stessi;
4) se rientra come obiettivo prioritario, nella generale opera di
riordino del sistema sanitario regionale attuato attraverso
l'Azienda tutela salute (ATS) la messa in sicurezza di tutte le
popolazioni ad alto rischio per inquinamento industriale, nonché se
si intenda adoperarsi per l'introduzione in Sardegna della
Valutazione di impatto sanitario (VES), obbligatoria come strumento
di precauzione ed estesa a tutti i progetti di sviluppo
infrastrutturale, industriale ed energetico;
5) se non ritengano opportuno, nel merito delle questioni sollevate,
che si facciano promotori di un pertinente e puntuale dibattito in
aula sulla più generale emergenza ambientale e sanitaria gravante in
varie aree della Sardegna che mette in grave pericolo la salute dei
cittadini.
Cagliari, 4 luglio 2017