CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURA

INTERPELLANZA N. 245/C-1

INTERPELLANZA COMANDINI - MELONI in merito all'affidamento del servizio di facchinaggio per la Regione autonoma della Sardegna.

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I sottoscritti,

premesso che:
- come già rilevato nell'interrogazione n. 805/A del 20 luglio 2016, con determinazione n. 38523/2052 del 7 ottobre 2015 è stata indetta una procedura aperta informatizzata per l'affidamento del servizio di facchinaggio per la Regione autonoma della Sardegna;
- tale procedura di gara prevedeva un unico lotto in ragione della preminente esigenza di gestire in maniera unitaria e uniforme il servizio di facchinaggio;
- il criterio di aggiudicazione stabilito era quello del prezzo più basso ai sensi dell'articolo 83 del decreto legislativo n. 163 del 2006 e articolo 283 del decreto del Presidente della Repubblica n. 207 del 2010;
- l'affidamento provvisorio del servizio di facchinaggio prevede l'impiego di circa 26 lavoratori che prestano la loro attività lavorativa presso le sedi della Regione e che rischiano, come si apprende dagli organi di stampa, una riduzione della retribuzione tale da non garantire adeguati livelli retributivi;

viste:
- la risoluzione n. 12 della Prima Commissione permanente (Autonomia, ordinamento regionale, rapporti con lo Stato, riforma dello Stato, enti locali, organizzazione regionale degli enti e del personale, polizia locale e rurale, partecipazione popolare) e della Seconda Commissione permanente (Lavoro, cultura, formazione professionale, istruzione, beni e attività culturali, identità linguistiche, informazione), approvata nella seduta del Consiglio regionale del 15 luglio 2015, dove al punto 4 si impegna la Giunta regionale a vigilare affinché nelle fasi di predisposizione dei futuri bandi di gara vengano attentamente vagliate le possibili conseguenze e gli impatti sull'occupazione al fine di conseguire non solo la salvaguardia dei livelli occupazionali, ma altresì quella dei livelli retributivi;
- la risoluzione n. 14 della Prima Commissione permanente e della Seconda Commissione permanente sulla necessità di effettuare un monitoraggio dei rapporti di lavoro precario presenti in Sardegna direttamente o indirettamente ricollegabili alla regione, di risolvere nell'immediato alcune situazioni urgenti e di intraprendere un percorso normativo finalizzato al superamento del precariato;

visti:
- il decreto legislativo n. 50 del 18 aprile 2016, nuovo Codice degli appalti, che recepisce le direttive n. 2014/23/UE, n. 2014/24/UE e n. 2014/25/UE e, contestualmente, introduce nell'ordinamento un sistema di regolazione nella materia degli appalti di lavori, forniture e servizi, coerente, semplificato, unitario, trasparente ed armonizzato alla disciplina europea;
- il protocollo d'intesa, sottoscritto tra la Regione Piemonte e i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil che si pone come obiettivo il miglioramento della qualità dei servizi erogati, la garanzia dell'occupazione, il rispetto della trasparenza nelle procedure di gara e il contrasto ai fenomeni di illegalità e di concorrenza sleale a salvaguardia delle imprese che operano nel rispetto dei contratti di lavoro e della legge;

evidenziato che:
- il documento perfeziona alcune parti del nuovo Codice degli appalti e dovrà essere applicato dalle aziende sanitarie, dagli enti strumentali e dalle agenzie della Regione;
- i suoi punti più significativi sono:
- la stazione appaltante assume come esclusivo per l'aggiudicazione dei lavori il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, in quanto più coerente ed adeguato nella valutazione dei progetti secondo i punti di vista qualitativo, organizzativo ed ambientale;
- il costo del lavoro e della sicurezza non può essere oggetto di ribasso d'asta;
- l'azienda subentrante ha l'obbligo di assumere il personale precedentemente impiegato (clausola sociale) nel pieno rispetto delle condizioni normative e contributive;
- quando l'appalto è vinto da una cooperativa, i lavoratori assunti non hanno l'obbligo di associarsi;
- si istituisce e si regolamenta la "contrattazione di anticipo" a tutela dei lavoratori coinvolti negli appalti, prima della pubblicazione dei bandi di gara;
- si garantisce ai lavoratori l'applicazione del contratto nazionale e territoriale di miglior favore, senza possibilità di deroghe, e la stazione appaltante ha l'obbligo di verificare prima del saldo definitivo la regolarità dei pagamenti di stipendi e contributi da parte dell'appaltatore e dei subappaltatori;
- nei bandi di gara diventa obbligatorio presentare una terna di subappaltatori;
- il Documento unico di regolarità contributiva (Durc) deve essere redatto con la data più recente possibile e rilasciato sempre dalla Cassa edile;
- la mancata comunicazione dell'appaltatore alla stazione appaltante di tentativi di pressione criminale può causare la risoluzione del contratto;
- la ditta vincitrice di un appalto non può affidare lavori in subappalto ad imprese che hanno partecipato alla gara;
- il rating di legalità non può avere un peso inferiore al 10 per cento nel punteggio complessivo di aggiudicazione degli appalti;

sottolineato che con questo accordo si vuole dire stop al lavoro povero, in quanto l'offerta economicamente più vantaggiosa non significa la meno costosa, bensì quella che al prezzo minore garantisce la migliore qualità;

considerato che a tutt'oggi si verificano ancora situazioni dove le gare di aggiudicazione al massimo ribasso o al prezzo più basso portano i lavoratori ad avere talvolta, oltre ad una modifica delle mansioni, un trattamento economico sotto la soglia di povertà;

valutata l'urgenza, al fine di non disattendere le aspettative dei lavoratori in questione,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze ed urbanistica per:
1) verificare la situazione e prevedere, con la massima urgenza, le iniziative necessarie affinché vengano rispettati gli impegni dati nelle succitate risoluzioni consiliari;
2) verificare se non sia opportuno prendere esempio dalla Regione Piemonte e sottoscrivere un protocollo d'intesa che abbia gli stessi obiettivi, così da evitare, in futuro, situazioni in cui vengano compromessi i livelli occupazionali e retributivi.

Cagliari 5 agosto 2016