CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURA

INTERPELLANZA N. 44/A

INTERPELLANZA DEDONI - COSSA - CRISPONI sulla Fondazione Banco di Sardegna.

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I sottoscritti,

premesso che:
- la Fondazione Banco di Sardegna esercita oggi in Sardegna un ruolo strategico, sia perché proprietaria del 49 per cento delle quote del Banco di Sardegna sia perché possiede un patrimonio di circa 900 milioni di euro quale bene originario entrato, in base alla legge n. 218 del 1990, in proprietà dell'intera comunità dei sardi, come trasferimento del "capitale proprio" del Banco di Sardegna istituto di credito di diritto pubblico;
- la Fondazione, da istituzione affidataria, è chiamata a tutelare e gestire detto patrimonio nell'esclusivo interesse dei sardi, in maniera imparziale ed in collaborazione con i soggetti espressione delle realtà locali, assicurando la più netta separazione tra politica e sistema bancario;
- la "Carta delle Fondazioni", approvata all'unanimità in sede ACRI in data 4 aprile 2012 affinché le singole Fondazioni ispirino ad essa le loro prassi, procedure ed atti operativi, esprime, in sintesi, i seguenti concetti:
1) i patrimoni delle fondazioni bancarie sono un bene originario delle popolazioni cui le stesse fondazioni fanno riferimento e, come tali, di esclusiva proprietà della loro comunità;
2) le fondazioni devono pertanto gestirli nell'esclusivo interesse generale dell'intera comunità, interpretandone le esigenze e rispondendo alle istanze in maniera imparziale;
3) in ragione di ciò, le fondazioni devono rispondere del proprio operato con i soggetti espressione delle realtà locali, che, nelle forme previste dagli statuti, ne eleggono gli organi di governo (il Consiglio regionale e poi anche i consigli provinciali, le università e le camere di commercio);
4) le fondazioni, pur essendo soggetti di diritto privato e, in quanto tali, dotati di piena autonomia, sono obbligate, con la piena responsabilità, a rendere conto, nelle forme di vigilanza previste (o da istituire), della gestione di un patrimonio che non è proprio, ma è di tutti i cittadini che fanno parte delle comunità di riferimento;
5) le fondazioni, quali azioniste importanti delle società bancarie, pur non ingerendo nella gestione operativa, devono vigilare, esercitando i diritti propri dell'azionista, perché la conduzione avvenga: nella tutela e nella valorizzazione degli assets patrimoniali originari, nella funzione di importante volano di crescita e di stabilizzazione del sistema finanziario insistente nelle aree di riferimento;
6) le fondazioni, al fine di salvaguardare la propria indipendenza, devono far sì che la partecipazione ai loro organi (d'indirizzo e/o di gestione) sia incompatibile con qualsiasi incarico o candidatura politica (anche amministrativa) e per questo devono attuare opportune misure atte a determinare una chiara separatezza/discontinuità temporale, tra nomine all'interno dei loro organi e mandati o incarichi politici svolti;

considerato che tali principi generali si applicano evidentemente anche alla Fondazione Banco di Sardegna;

evidenziato che la predetta Fondazione è chiamata, quindi, a dover rispondere del proprio operato a quegli stessi soggetti che sono espressione della realtà sarda (Regione, enti locali, università, camere di commercio) che ne esprimono, in base allo statuto vigente, direttamente il comitato di indirizzo e, indirettamente, il consiglio di amministrazione;

constatato che lo statuto attualmente vigente consente al comitato di indirizzo di nominare il comitato di indirizzo che gli succederà ed i componenti del consiglio di amministrazione (CDA) della Fondazione senza che sia esplicitamente vietato nominare se stessi e, pertanto, ad ogni tornata si verifica un inaccettabile sistema di autonomine;

considerato che, in particolare, il comitato di indirizzo è formato da 18 componenti, cinque dei quali scelti direttamente dal comitato e gli altri 13 sulla base di terne fornite da diversi soggetti (Consiglio regionale, consigli provinciali, università e camere di commercio), lasciando dunque ampia discrezionalità al comitato di indirizzo che decide, con un sistema medievale di autononomine, sia i propri successori sia i componenti del CDA;

tenuto conto che, senza voler personalizzare il problema, si verifica, ormai da tempo, che tutti i componenti del consiglio di amministrazione, quest'ultimo compreso, finiscono per appartenere, pressoché esclusivamente, a una sola parte politica o peggio ad un solo partito politico e, tutto ciò, non può sicuramente considerarsi rappresentativo della comunità di riferimento cui la Fondazione dovrebbe rispondere della sua azione;

ritenuto che:
- la Regione, eventualmente anche in intesa con le altre realtà istituzionali coinvolte, possa e debba richiedere alla Fondazione, in persona del suo organo di rappresentanza istituzionale e legale, di dover rispondere, con opportune, necessarie e tempestive informazioni, del proprio operato e delle scelte effettuate, considerato anche il fatto che il Consiglio regionale sceglie una terna sulla base della quale il comitato di indirizzo nomina un componente del comitato stesso;
- altresì, vada verificato se quanto messo in atto dalla Fondazione, anche recentemente, sia stato effettuato nell'interesse generale dell'intera comunità sarda in modo imparziale e senza particolarismi partitici, nel rispetto di quei principi di trasparenza, di pubblicità e di obiettività dell'operato, che sono degli attributi imprescindibili nell'ambito dei quali deve essere esercitata l'autonomia operativa;

rilevato, inoltre, che la Fondazione, nella sua qualità di azionista del Banco di Sardegna Spa, debba, nell'esercizio dei suoi diritti di importante socio, correttamente vigilare affinché la conduzione dell'azionista di maggioranza si svolga nel rispetto del radicamento operativo e del ruolo d'essere la più importante banca al servizio dell'economia dell'Isola;

evidenziato che, proprio perché il patrimonio della Fondazione è un bene di esclusiva proprietà di tutti i sardi, la Regione non debba né possa sottrarsi dall'esercitare quei compiti di vigilanza, di tutela e di controllo che gli competono per essere il massimo organo di rappresentanza democratica dei cittadini della Sardegna, in indifferenza di opzioni politiche, di età, di sesso e di condizione sociale,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio per sapere se:
1) all'interno della Fondazione Banco di Sardegna sia stata garantita la più netta separazione tra finanza e politica, rispondente a valori morali ed etici, oggi fortemente espressi dalla sensibilità comune;
2) non ritengano che la Fondazione Banco di Sardegna debba essere chiamata a rispondere del proprio operato alla comunità dei sardi, per assicurare ai cittadini sardi che abbia agito nel pieno rispetto dei principi ricordati;
3) abbiano messo in atto tutti gli strumenti opportuni e necessari per ottenere un profondo cambiamento delle regole di governance della Fondazione, nella direzione di una netta separazione tra politica e finanza, finalizzata alla trasparenza della rappresentatività negli organi e alla garanzia di ricambio dei componenti.

Cagliari, 18 luglio 2014