CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURAPROPOSTA DI LEGGE N. 407
presentata dai Consiglieri regionali
DEDONI - COSSA - CRISPONIil 17 marzo 2017
Norme per favorire l'insediamento in Sardegna di "turisti residenti"
***************
RELAZIONE DEL PROPONENTE
La presente proposta di legge rappresenta un ulteriore sviluppo del programma "Sardegna no tax" ed il suo scopo è quello di favorire l'insediamento nella nostra Isola di persone che siano già in regime di pensionamento e che pertanto non abbiano problemi di tipo lavorativo o di soggetti che, pur avendo un'occupazione, possano svolgere il loro lavoro anche dalla Sardegna.
La proposta prevede una robusta riduzione del carico fiscale che grava sulla pensione o sui compensi da lavoro ed è pertanto rivolta a soggetti che vogliano migliorare le loro condizioni economiche nonché quelle di vita, considerato che, soprattutto - ma non solo - per un anziano la Sardegna può davvero rappresentare una sorta di Eden in terra.
Già nel passato si è a più riprese ipotizzato che la Sardegna potesse diventare quello che per gii Stati Uniti rappresenta la Florida, cioè un ambiente dal clima straordinariamente favorevole dove andare a trascorrere almeno 7-8 mesi l'anno del periodo, talvolta anche molto lungo, del pensionamento post lavorativo.
La "Sardegna Florida d'Europa" vuole appunto dire attrarre un numero consistente di pensionati dall'Italia o dall'Europa per venire a vivere a trascorrere nella nostra Isola buona parte del periodo di vita post lavorativo.
I benefici previsti dalla presente proposta di legge comportano come criterio preferenziale che il cittadino sia già pensionato e come criterio indispensabile che assuma la residenza ufficiale in Sardegna e possa dimostrare di viverci almeno per nove mesi l'anno.
La sostanza è molto semplice; a tutti i pensionati o ai lavoratori che decidono di spostare la loro residenza in Sardegna la Regione concede un rimborso dell'Irpef pari al 50 per cento del totale delle tasse pagate.
Il rimborso vale anche qualora nello stesso nucleo familiare vi siano due pensionati.
Il beneficio viene aumentato fino al 55 per cento nel caso in cui il pensionato assuma la residenza in una città lontana almeno 30 chilometri dai centri urbani di Cagliari, Sassari e Olbia e fino al 60 per cento in caso la residenza venga fissata in un paese con meno di 2.000 abitanti.
In Sardegna vi sono secondo le stime più recenti 261.120 abitazioni sfitte, con prevalenza in Gallura ma con diffusione in tutte le province, basti pensare che solo in Ogliastra vi sono ben 14.652 immobili sfitti.
Per cui abbiamo pensato di inserire nella proposta di legge, come ulteriore condizione per accedere ai benefici, che il nuovo residente affitti o acquisti un alloggio già costruito, anche se da ristrutturare.
In quest'ultimo caso, può essere aggiunto anche un ulteriore beneficio, la restituzione del 90 per cento dell'IVA sulla spesa dei lavori di ristrutturazione.
Vantaggi
Naturalmente la proposta, pur rivolta a tutti, riguarda solo i pensionati e/o i lavoratori da una certa soglia in su, poiché i pensionati delle fasce reddituali più basse sono già sostanzialmente esenti dal pagamento delle tasse e quindi non avrebbero interesse a trasferirsi in Sardegna o almeno non l'avrebbero sotto il profilo fiscale.
Ipotizziamo con molta prudenza che un pensionato o un lavoratore con 40.000 euro di reddito lordo (ma il discorso è analogo per ogni fascia di reddito) decida di trasferire la sua residenza nell'Isola e nel fare questo trasferisca anche la sua residenza fiscale, vale a dire che pagherà le tasse in Sardegna e ai sensi dell'articolo 8 dello Statuto i 7/10 dell'Irpef pagata saranno di spettanza della Regione, oltre naturalmente ai 9/10 dell'IVA spesa sul territorio regionale.
In base agli scaglioni fiscali attualmente in vigore l'Irpef su 40.000 euro corrisponde a poco meno di 12.000 euro complessivi l'anno, di cui alla Regione spetterebbero 8.400 euro, mentre per l'IVA, stimando che venga speso in Sardegna l'80 per cento dell'ammontare della pensione rimanente dopo le tasse, cioè circa 23.000 euro, si genererebbero mediamente almeno 4.000 euro di IVA.
Insomma, il "nuovo" cittadino della Regione genererà un aumento delle entrate fiscali pari a 12-13.000 euro l'anno, di cui 8.500 euro derivanti da Irpef e 4.000 euro da IVA.
Se anche la Regione gli restituisse il 50 per cento dell'Irpef pagata, cioè 6.000 euro, ne resterebbero a sufficienza per pagare i costi più impellenti che la Regione si troverebbe a dover garantire, cioè quelli sanitari che - lo ricordiamo - sono di circa 2.000 euro pro capite.
Supponiamo che questi provvedimenti, uniti alla attrattività della nostra terra e al suo clima straordinario portino ad un incremento del numero dei residenti di 100.000 unità, una stima certamente non impossibile da raggiungere.
Tutto il resto delle entrate fiscali resterebbero alla Regione, ma il vero vantaggio per l'Isola sarebbe quello di vedere incrementato il suo numero di abitanti stabili con un impatto sul PIL facilmente immaginabile.
È difficile quantizzare, se non con un po' di approssimazione, i benefici che ne deriverebbero sotto il profilo economico, ma 100.000 abitanti in più rappresenterebbero un incremento della popolazione del 6,25 per cento e se impattassero per pari percentuale sul PIL dell'Isola (33 miliardi) ne deriverebbe un aumento di oltre due miliardi di euro l'anno.
D'altra parte anche se proviamo ad effettuare il calcolo in maniera diversa arriviamo allo stesso risultato: valutiamo il potere di spesa di 100.000 persone, di cui 70.000 pensionati e gli altri coniugi senza reddito, ipotizzando un reddito medio lordo di 40.000 euro ciascuno, si arriva ad un importo di 2.8 miliardi di euro che, al netto delle tasse (30 per cento circa), diventano poco meno di 2 miliardi che resterebbero in gran parte in Sardegna.
Ulteriormente procedendo, ove i nuovi cittadini spendessero sul territorio regionale anche solamente 1,5 miliardi è evidente che queste cifre avrebbero un impatto rilevante anche sull'occupazione, generando migliaia di posti di lavoro principalmente nei servizi, nel commercio e nell'artigianato.
A sua volta questo fenomeno avrebbe un effetto positivo sui conti della Regione perché aumenterebbero gli introiti fiscali sia diretti (Irpef e IRAP) che indiretti (IVA): se solo un terzo degli ipotizzati 1,5 miliardi andasse in stipendi questo genererebbe altri 150 milioni solo di Irpef.
Insomma se consideriamo una cifra molto prudente come 2-2,5 miliardi l'anno, stiamo parlando di una possibile crescita del PIL di circa l'8-9 per cento, una cifra enorme se si considera che tutto il settore del turismo attuale vale approssimativamente l'8 per cento del PIL.
A questo bisogna inoltre aggiungere la riduzione delle spese di assistenza sociale che gravano attualmente sui conti dello Stato e della stessa Regione legati alla forte riduzione del numero dei disoccupati e quindi dei soggetti bisognosi delle diverse forme di assistenza pubblica.
È facile rilevare come le ipotesi fin qui riportate si basano sull'arrivo di pensionati/lavoratori con reddito intorno ai 40.000 euro pro capite, ma che questo livello è davvero stimato con molta prudenza e se solo la cifra salisse, com'è possibile e anche più probabile, intorno ai 50.000 euro annui l'impatto sul PIL sarebbe superiore al 10 per cento, una vera e propria rivoluzione economica per la Sardegna, molto più di un nuovo Piano di rinascita.
Fattibilità
Valutati bene i pro e i contro e soprattutto la situazione legislativa e "contrattuale" tra lo Stato e la Regione, non può che confermarsi l'assoluta praticabilità della norma proposta, anche perché si tratta di quello che già succede per numerosi paesi stranieri nei quali i nostri pensionati possono andare a vivere pagando le tasse locali invece di quelle italiane grazie ad accordi che la Repubblica italiana ha stipulato con altri stati.
La base da cui scaturiscono questi accordi è, in verità, elementare e cioè quella sottesa dal principio di tassazione nei paesi di moderna democrazia della tradizione occidentale: io, Stato, ti do dei servizi e tu cittadino li paghi con le tasse sul tuo reddito (imposte dirette, Irpef) oppure sui consumi (imposte indirette, IVA).
Ovviamente, se questi servizi il cittadino li riceve dal Portogallo piuttosto che dalla Tunisia è a loro che dovrà versare le sue tasse, secondo la legislazione fiscale colà esistente, per cui è giusto che non le paghi più alla Repubblica italiana.
Ora, considerando che la Sardegna ha un clima straordinario, che è (bene o male) un paese civile, che ha tassi di criminalità tra i più bassi dell'intero occidente sviluppato, che ha una sanità di buon livello e ben distribuita nel territorio, a noi pare che ci siano tutte le condizioni perché un pensionato italiano piuttosto che andare a vivere in paesi improbabili, o comunque dove non si parla neppure la sua lingua, possa venire a vivere in Sardegna se appena appena si riesce a creargli situazioni sufficientemente attrattive.
Oltretutto la Sardegna è ad un'ora di volo dal nord Italia, per giunta a tariffa agevolata per almeno nove mesi l'anno, ed è ben collegata con il nord Europa da cui dista per la maggior parte delle destinazioni non più di due ore di volo.
Anche per la Repubblica sarebbe molto meglio avere cittadini che si trasferiscono in una sua parte piuttosto che all'estero e, se è vero che le casse dello Stato perderebbero una quota di entrate fiscali, è anche vero che lo stesso non dovrebbe più far fronte alle spese per tali cittadini (in Sardegna la sanità è a totale carico delle casse regionali!).
E per il paese è comunque meglio che le entrate fiscali restino in Italia piuttosto che in Portogallo o in Bulgaria.
Infine, pare inutile sottolineare il vantaggio della Repubblica se una sua parte rilevante come la Sardegna diventasse finalmente in grado di mantenersi con le sue risorse, senza essere costretta dalle crisi più diverse a rivendicare continuamente soldi.
***************
TESTO DEL PROPONENTE
Art. 1
Principi generali1. La Regione, allo scopo di incrementare la ricchezza prodotta nel suo territorio, vara un programma di attrazione di "turisti residenziali" tramite vantaggi di natura fiscale.
2. Il programma è rivolto a incrementare la ricchezza prodotta in Sardegna e a rivitalizzare le zone interne dell'Isola.
Art. 2
Beneficiari1. Possono partecipare al programma tutti i cittadini italiani in trattamento di quiescenza che siano residenti nel territorio della Repubblica italiana.
2. Il programma è altresì rivolto ai cittadini dell'Unione europea, i cui stati di residenza abbiano con la Repubblica italiana un accordo di natura fiscale che gli consenta di pagare le tasse sui loro redditi in Italia.
Art. 3
Modalità di applicazione1. Ai fini dell'applicazione della presente legge la Regione, entro novanta giorni dalla sua approvazione, attiva presso l'Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio un apposito ufficio denominato "Ufficio del turismo residenziale".
2. I cittadini di cui all'articolo 2 che intendano partecipare al programma presentano domanda all'Ufficio del turismo residenziale comunicando il luogo di residenza prescelto e allegando copia del contratto di acquisto o di affitto di un'abitazione, nonché la certificazione del cambio di residenza.
3. I cittadini che intendano partecipare al programma devono effettivamente risiedere in Sardegna per almeno nove mesi all'anno e di tale condizione producono autocertificazione a richiesta della Regione.
4. In caso di mancato rispetto della clausola di cui al comma 3, senza la preventiva comunicazione all'Ufficio del turismo residenziale, il partecipante al programma perde i benefici stabiliti dalla presente legge e la Regione procede al recupero delle somme eventualmente indebitamente percepite.
5. Ricevuta la comunicazione di cui al comma 2 l'Ufficio del turismo residenziale, entro quindici giorni, comunica al richiedente l'ammissione al programma o il diniego, esplicitandone le ragioni.
6. Il cittadino ammesso al programma provvede, a sua scelta su base trimestrale o semestrale o annuale, a richiedere all'Ufficio del turismo residenziale il rimborso dell'Irpef a lui spettante esibendo la documentazione dell'avvenuto pagamento o trattenuta dell'Irpef sui suoi compensi.
7. L'Ufficio del turismo residenziale, effettuate le verifiche del caso, entro quindici giorni dal ricevimento della richiesta procede alla liquidazione delle somme spettanti.
Art. 4
Benefici1. A tutti coloro che intendano partecipare al programma sono concessi i seguenti vantaggi fiscali:
a) a coloro che scelgono di risiedere nelle aree urbane con più di 25.000 abitanti e/o nel raggio di venti chilometri dalle stesse, la Regione restituisce il 50 per cento dell'Irpef effettivamente pagato o trattenuto alla fonte;
b) a coloro che scelgano di risiedere in un centro con meno di 25.000 abitanti la Regione restituisce il 55 per cento dell'Irpef effettivamente pagato o trattenuto alla fonte;
c) a coloro che scelgano di risiedere in un centro con meno di 2.000 abitanti la Regione restituisce il 60 per cento dell'Irpef effettivamente pagato o trattenuto alla fonte.2. A tutti i partecipanti al programma che, durante la permanenza in Sardegna, utilizzano ristoranti o alberghi sono concessi i seguenti vantaggi fiscali:
a) rimborso IVA sui costi di ristorante, in misura di 5 euro a persona per ogni pasto di almeno 15 euro di costo;
b) rimborso IVA sui costi di albergo in misura fissa di 10 euro per ogni pernottamento del costo di almeno 40 euro onnicomprensivi.3. I benefici di cui al presente articolo decorrono dalla data del cambio di residenza e restano in vigore fino al suo mantenimento.
4. I benefici di cui al presente articolo sono reversibili a favore del coniuge o familiare sopravvissuto al titolare del trattamento di quiescenza purché continuino a risiedere in Sardegna.
Art. 5
Ulteriori condizioni1. Il cittadino che intende partecipare al programma deve essere in possesso del contratto di affitto della durata minima di un anno o del contratto di acquisto di un'abitazione in Sardegna, stipulati in data successiva all'entrata in vigore della presente legge.
2. L'abitazione di cui al comma 1 deve essere già costruita al momento della stipula del contratto di affitto o di acquisto.
Art. 6
Copertura finanziaria1. L'attuazione della presente legge non comporta oneri a carico del bilancio regionale.
Art. 7
Entrata in vigore1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).