CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURA

PROPOSTA DI LEGGE N. 403

presentata dai Consiglieri regionali
DEDONI - COSSA - CRISPONI

il 7 marzo 2017

Norme sulla prevenzione del rischio idrogeologico

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RELAZIONE DEL PROPONENTE

Secondo i dati presentati dall'ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) nel marzo 2016, molte aree della Sardegna risultano potenzialmente soggette al dissesto idrogeologico: per le frane la più interessata è l'Ogliastra, per le alluvioni il cagliaritano.

328 comuni su 377, pari all'87 per cento del totale, sono a rischio dissesto idrogeologico; in particolare,, su una superficie regionale di 24.100 chilometri quadrati, quelli che rientrano in zone a "pericolosità da frana P3 e P4 (PAI) e idraulica P2" (rischio di alluvioni) sono 1.757 ovvero il 7,3 per cento del totale. Nel dettaglio, è a rischio di frane il 4,4 per cento del territorio sardo, mentre il 2,9 per cento ricade tra quelli che potrebbero essere interessati da un'alluvione. Quasi centomila sardi (esattamente 96.498) vivono in aree ad alto rischio alluvione e non è molto sorprendente che la zona più da "allarme rosso", per questo profilo, sia Olbia e tutto il gallurese.

Non è da meno il fenomeno dell'erosione costiera, che dei 2.160 chilometri di costa della Sardegna, e in particolare dei 788 chilometri di costa bassa, cioè spiagge ghiaiose e sabbiose, quindi a maggior rischio, interessa il 10,1 per cento cioè 80 chilometri di spiagge dell'Isola.

Il rischio legato alle frane interessa anche le unità di imprese: in Sardegna sarebbero 1.534 quelle che possono subire danni a causa di una frana, con le maggiori concentrazioni nell'area urbana di Cagliari, nel nuorese e in particolare nella fascia tra Porto Torres e Alghero.

Stesso discorso anche per i beni culturali: dei 169 beni culturali presenti nell'Isola sono in pericolo un numero pari al 3,6 per cento del totale; il numero maggiore dei quali sono in corrispondenza del Golfo dell'Asinara e del Golfo di Orosei.

Nel paese con il più alto rischio idrogeologico d'Europa, i citati dati sulla Sardegna non sono allarmanti ma non sono neanche da sottovalutare. La Sardegna, come il resto dell'Italia, ha bisogno di geologi e di professionalità nel campo delle scienze della terra per la prevenzione dei rischi e per il monitoraggio del territorio e delle risorse idriche ed energetiche.

In Italia la professione del geologo non ha purtroppo mai avuto il riconoscimento di imprescindibilità e centralità tributatogli in altre aree del mondo che hanno dovuto affrontare le problematiche dell'industrializzazione e dell'inurbamento massiccio prima di noi.

Basti pensare che solo nell'ultimo trentennio la normativa urbanistica ed edilizia ha formalizzato la cogenza degli studi geologici nella progettazione edilizia e infrastrutturale e soltanto a seguito dei più gravi disastri, che un saggio impiego della professionalità dei geologi avrebbe potuto prevenire e mitigare.

Le politiche di razionalizzazione e di contenimento della spesa realizzate negli ultimi anni stanno purtroppo conducendo alla scomparsa di competenze e professionalità qualificate, di cui stiamo già pagando le conseguenze.

La tutela e la sicurezza del nostro territorio, unitamente alla tutela delle acque, rappresentano un interesse prioritario della collettività. Gli investimenti nella manutenzione dei territorio, nella prevenzione dal rischio idrogeologico e sismico, nel consolidamento del patrimonio edilizio storico pubblico e privato rappresentano una spinta verso misure di sviluppo che tengano insieme competenze scientifiche, professionalità differenti, esperienze delle imprese di ogni dimensione, occupazione e ruolo efficiente delle pubbliche amministrazioni.

Il geologo non è certo l'unica figura che si occupa di programmazione e gestione dell'uso del territorio, ma sicuramente è quella specializzata nel riconoscere, quantificare e prevedere con rigore statistico quelle interferenze, incompatibilità e conflittualità intrinseche fra insediamenti e attività antropiche e dinamiche della superficie terrestre e del sottosuolo che danno luogo a quelli che comunemente chiamiamo dissesti e disastri.

Malgrado l'importanza e la criticità della professionalità dei geologi, a tutt'oggi la loro presenza nelle pubbliche amministrazioni è ancora molto limitata; ciò è tanto più vero quanto più ci si avvicina alle realtà locali che sono poi quelle cui spettano l'onere e l'onore della gestione ordinaria e sostenibile del territorio e dei rapporti con esso della popolazione che ci vive e lo abita.

Tale carenza amministrativa deve essere colmata attraverso una concreta azione di progressiva e strutturale prevenzione del rischio idrogeologico, attraverso la messa in sicurezza del territorio e la riduzione della vulnerabilità dei fabbricati pubblici e privati e del patrimonio storico e attraverso la definizione di modelli di pianificazione volti alla riduzione del consumo di suolo, alla protezione e al monitoraggio dei grandi sistemi idraulici anche, e soprattutto, in conseguenza di cambiamenti climatici unanimemente riconosciuti irreversibili.

La fragilità del territorio è documentata e sempre più evidente; ma le risorse impegnate finora per la difesa del suolo sono state poche e mal impiegate, destinate per la maggior parte ad affrontare l'emergenza, anziché concentrarle su una grande opera di prevenzione e di messa in sicurezza del territorio, unico modo per prevenire danni economici e perdite di vite umane.

Per questi motivi, la presente proposta di legge intende destinare agli enti locali risorse finalizzate all'inserimento nei proprio organico, anche in convenzione, della figura del geologo, che sappia valutare gli studi geologici relativi alla progettazione edilizia ed infrastrutturale nonché prevedere le conflittualità intrinseche fra insediamenti e attività antropiche e dinamiche della superficie terrestre e del sottosuolo.

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TESTO DEL PROPONENTE

 

Art. 1
Finalità

1. La Regione promuove la tutela e la sicurezza del territorio, unitamente alla tutela delle acque, attraverso una concreta azione di progressiva e strutturale prevenzione del rischio idrogeologico, messa in sicurezza del territorio e riduzione della vulnerabilità dei fabbricati pubblici e privati e del patrimonio storico.

 

Art. 2
Interventi

1. Al fine di pervenire alla definizione di modelli di pianificazione volti alla prevenzione del rischio idrogeologico ed alla messa in sicurezza del territorio anche, e soprattutto, in conseguenza di cambiamenti climatici unanimemente riconosciuti irreversibili, è istituito un fondo con una dotazione finanziaria di euro 2.000.000 annui a partire dall'anno 2017.

2. La Giunta regionale con propria deliberazione approva, sentito il parere della competente Commissione consiliare, che lo esprime entro il termine di venti giorni decorsi i quali se ne prescinde, i criteri per la ripartizione del fondo di cui al comma 1 a favore dei comuni che assumano nel proprio organico, anche con contratti a termine e previa selezione pubblica, un geologo con esperienza in analisi territoriali correlate ai sistemi idrico e geologico nell'ambito della pianificazione idrogeologica, territoriale, paesaggistica e ambientale.

 

Art. 3
Norma finanziaria

1. Agli oneri derivanti dall'attuazione della presente legge si fa fronte con le risorse disponibili sulla missione 09 - programma 01 del bilancio regionale.

 

Art. 4
Entrata in vigore

1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS).