CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XV LEGISLATURAPROPOSTA DI LEGGE N. 63
presentata dai Consiglieri regionali
DEDONI - COSSA - CRISPONIil 23 giugno 2014
Norme sulla salvaguardia e valorizzazione del patrimonio storico, culturale ed archeologico
della Sardegna***************
RELAZIONE DEI PROPONENTI
L'aulica storia della Sardegna rappresenta un essenziale momento identitario del nostro popolo e, contemporaneamente, una solida base su cui fondare oggi attività di promozione della conoscenza, della cultura e delle tradizioni della Sardegna.
Anche per questo la Regione autonoma della Sardegna ha sempre dichiarato di promuovere in tutti i modi la valorizzazione del suo patrimonio storico, mirando ad individuare tutti gli elementi di contesto che concorrono a garantire la piena percezione degli eventi sui quali, nei secoli, è stato costruito il percorso di civilizzazione dell'Isola.
Tuttavia, come spesso accade, è sicuramente più agevole ricostruire i periodi storici relativamente più recenti, per i quali c'è abbondanza di riscontri documentali e di elementi di connessione con altre realtà geopolitiche, piuttosto che indagare sui fatti e le vicende di un passato molto più lontano. Ne consegue che oggi possiamo vantare una discreta conoscenza dei rapporti con la civiltà punica, greco-romana e del ruolo che le popolazioni isolane hanno assunto nel contesto storico geografico di quei periodi. Altrettanto ampia è l'attività scientifica rivolta all'epoca giudicale e medioevale e quella rivolta all'epoca moderna e al Regno di Sardegna, dettagliatamente studiato e interpretato anche grazie alla copiosità della documentazione disponibile.
Nell'immaginario collettivo dei sardi, l'età prenuragica e nuragica non ha mai raggiunto una collocazione adeguata all'effettiva rilevanza che tale periodo ha rappresentato per la storia della Sardegna. Ai sardi succede di essere talmente abituati a convivere con quelle strane costruzioni a tronco di cono, diffusissime nella nostra Isola (ma altrettanto poco conosciute), da considerarle quasi scontate e immeritevoli di ulteriori attenzioni, dimenticando che i nuraghi rappresentano sicuramente l'elemento iconografico più significativo e caratterizzante della nostra ultramillenaria cultura.
Troppo spesso noi sardi ci dimentichiamo che gli aspetti più originali ed identitari della nostra civiltà si individuano compiutamente nell'età prenuragica e nuragica e che i tanti quesiti irrisolti che oggi comprimono la corretta divulgazione scientifica e la valorizzazione dello straordinario patrimonio storico espresso in quei tempi possono rappresentare un'affascinante sfida dai mille risvolti inesplorati.
La presente proposta di legge nasce anche e soprattutto da queste considerazioni, forse elementari, ma non del tutto banali.
Siamo infatti convinti che sulla civiltà nuragica esista oggi un deficit di conoscenza e di consapevolezza che colpisce innanzi tutto gli stessi sardi.
Se, infatti, proprio noi siamo propensi a considerare ovvia, scontata e quindi immeritevole di ulteriori approfondimenti, quella parte di storia che appartiene al prenuragico e nuragico, come meravigliarci se lo stesso atteggiamento di scarsa curiosità culturale, se non addirittura di completa ignoranza, è altrettanto forte fuori dai confini della nostra Isola?
Se noi sardi sappiamo bene di Eleonora d'Arborea o di Carlo V, ma poi liquidiamo frettolosamente il periodo più significativo ed unico della nostra storia, come possiamo meravigliarci se oltre il Tirreno è modesta ogni forma di curiosità verso ciò per cui noi stessi manifestiamo scarsa attenzione o addirittura disinteresse?
Sarebbe come se gli egiziani volessero enfatizzare il periodo della dominazione di Alessandro Magno e successivamente dell'impero romano, dimenticandosi delle dinastie faraoniche precedenti e delle piramidi.
Nei progetti di tutela e di promozione dei beni artistici, culturali e paesaggistici dei comuni e delle province, si ha la sensazione che ci sia una carenza di attenzione per il periodo nuragico.
La Regione autonoma della Sardegna è stata attenta, e ha fatto bene, a sostenere finanziariamente i percorsi delle Città regie, Sa Die de sa Sardigna, i restauri spagnoli e pisani ed il recupero delle tradizioni etniche, ma meno determinata quando si è trattato di sostenere interventi strutturali e organici per la valorizzazione della nostra gloriosa protostoria.
Vero è che più volte, su estemporanee pressioni di qualche sindaco o della stessa soprintendenza, la Regione sarda ha finanziato l'ennesimo "primo lotto" della campagna di scavi di un nuovo sito, che magari porta a scoperte straordinarie; ma è altrettanto vero che gli stessi ritrovamenti, in attesa degli incentivi pubblici indispensabili per completare le ricerche, sono spesso destinati al dimenticatoio, quando non al sistematico saccheggio ovvero al riposo nei magazzini delle soprintendenze per circa trent'anni, come le statue di Mont'e Prama. A tal riguardo sarebbe auspicabile uno studio molto più approfondito, e non solo ricostruttivo, delle statue con un'indagine più appropriata su un sito che potrebbe ridarci notizie eclatanti circa la forte presenza dei sardi in tutto il Mediterraneo.
Non va certo trascurato il rapporto degli Shardana con la civiltà egizia; relazione che è durata secoli e ha prodotto grandi legami, certificati peraltro nelle stele che nello stesso Egitto testimoniano la presenza dei protosardi. Non è trascurabile altresì l'accordo sottoscritto tra il governatorato di Luxor e la Regione autonoma della Sardegna, come i successivi gemellaggi tra le città di Oristano e Cabras e la città di Luxor - Tebe.
La valorizzazione della nostra protostoria, percepita anche come attrattore di interesse e conseguentemente come volano di crescita economica, non può essere demandata alla buona volontà di pochi accademici e di qualche appassionato.
La presente proposta di legge si pone dunque l'obiettivo di favorire e sviluppare la ricerca sul periodo prenuragico e nuragico, dandole metodo, risorse economiche e obiettivi chiari, senza tuttavia trascurare l'approfondimento delle affascinanti teorie che si connettono all'antica storia della Sardegna, che riteniamo capaci di determinare impatti mediatici che potrebbero essere positivamente "dirompenti".
È evidente a tutti che, al di là dello scopo storico-scientifico, si tratta di interventi tutti finalizzati anche al rilancio turistico della Sardegna, estremamente salutare nell'attuale periodo di recessione economica globale. Potremmo così trarre enormi benefici non solo dalla valorizzazione del nostro sterminato patrimonio megalitico, ma anche dalle affascinanti storie che accompagnano la nostra arcaica civiltà.
A tale proposito, non è superfluo ricordare come uno dei problemi fondamentali del marketing del prodotto Sardegna sia conseguente all'asimmetria di giudizio sulla percezione del valore del bene Sardegna tra i sardi e i non sardi.
Noi tutti siamo profondamente convinti di vivere nel posto più bello del mondo, dove si producono le cose più buone, per cui la nostra offerta non può che essere la migliore.
Abbiamo anche il convincimento che questa nostra percezione sia condivisa ed ampiamente diffusa oltre i confini dell'Isola, per cui reputiamo quasi superflua l'esigenza di promuovere adeguatamente la destinazione Sardegna e i nostri prodotti (da quelli dell'agro-alimentare a quelli dell'artigianato), che sono assiomaticamente "di qualità senza pari" per il solo motivo che sono sardi.
In realtà dobbiamo invece ammettere che, oltre i confini nazionali, la nostra Isola è assai poco conosciuta: magari è più conosciuta la Costa Smeralda, sebbene tanti ignorino che si trova in Sardegna!
La conquista di nuove fasce di mercato è dunque identica anche nel settore turistico e della produzione di qualità e presenta grandi difficoltà in assenza di una caratterizzazione che non sia soltanto universalmente riconosciuta, ma che ci permetta anche di essere considerata differente e distinguibile dagli altri.
È allora evidente che un'azione legislativa della Regione rivolta a sostenere le iniziative di studio e di valorizzazione dell'età prenuragica e nuragica consentirebbe in primo luogo di accendere le luci della ribalta sul nostro più importante periodo storico, producendo peraltro nuove e salutari informazioni scientifiche, in grado di far crescere la specifica consapevolezza dei sardi.
Ma soprattutto favorirebbe l'approfondimento di diversi aspetti culturali, oggi ancora in ombra, che potrebbero a loro volta favorire il processo di caratterizzazione dell'immagine della Sardegna, connessa al suo patrimonio preistorico, storico e mitologico-atlantideo, agevolando a dismisura la nostra capacità di proporre correttamente il prodotto turistico integrato Sardegna.
In altre parole, un investimento della Regione indirizzato alla sua protostoria, non rivestirebbe un valore esclusivamente filologico, archeologico ed identitario, ma consentirebbe una più corretta caratterizzazione dell'immagine complessiva dell'Isola, determinando ricadute economiche certamente impensabili, se paragonate a qualsiasi altra campagna pubblicitaria meramente comunicativa.
In definitiva, la presente proposta di legge si pone senz'altro il traguardo di sostenere la ricerca scientifica indirizzata al periodo prenuragico e nuragico, rivalutando la rete museale, consentendo un censimento complessivo delle emergenze archeologiche, mettendo in rete le informazioni ed ipotizzando il sistema migliore di valorizzazione e riutilizzazione dei siti, da restituire alla pubblica disponibilità.
Ma, in realtà, il disegno complessivo è assai più ambizioso.
L'obiettivo che ci poniamo è infatti quello di trasferire nel sentimento collettivo dei sardi la consapevolezza di quanto sia stato importante il periodo prenuragico e nuragico per la nostra civiltà e quali possano essere i benefici economici e sociali conseguenti alla valorizzazione del patrimonio identitario connesso a tale periodo.
Attraverso la presente proposta di legge, vogliamo proporre un percorso di crescita di conoscenza che passa sicuramente attraverso un diverso apprendimento della storia sarda nelle aule scolastiche, ma anche tramite il coinvolgimento intellettuale ed emotivo della nostra classe dirigente, chiamata ad assecondare e potenziare ogni concreta iniziativa in tale direzione, nella consapevolezza che la sua utilità non si limita al solo versante culturale.
In particolare, l'articolo 1 riconosce alla valorizzazione della preistoria e storia e dell'unicità della civiltà prenuragica e nuragica una valenza strategica per lo sviluppo sociale ed economico della Sardegna.
L'articolo 2 definisce i beni di interesse culturale, storico ed archeologico, mentre il successivo articolo 3 istituisce l'Ufficio per la salvaguardia e la promozione turistica del patrimonio sardo, prevede le modalità per la nomina del direttore generale e di un commissario straordinario che gestisca l'avvio delle attività. L'ufficio, avvalendosi anche di un comitato di indirizzo, predispone un piano triennale di interventi (articolo 4) che preveda, tra l'altro, il finanziamento delle attività di scavo e rinvenimento dei beni, l'attivazione di rapporti di collaborazione e studio con le soprintendenze, le università e gli enti locali e tra i comuni interessati, la valorizzazione delle aree archeologiche e della rete museale, il censimento dei siti, un piano di tutela e sorveglianza degli stessi, l'attivazione di una rete informatica ed un unico portale, la creazione della Carta del patrimonio culturale, storico, archeologico ed identitario sardo.
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TESTO DEL PROPONENTE
Art. 1
Finalità1. La Regione autonoma della Sardegna realizza ogni possibile azione di valorizzazione della preistoria e storia ed in particolare della unicità della civiltà prenuragica e nuragica, riconoscendo a tale attività una complessiva valenza strategica per lo sviluppo sociale ed economico della Sardegna.
2. Per le finalità della presente legge, la Regione promuove la stipula e l'attuazione di appositi accordi di programma con lo Stato e con i comuni interessati.
Art. 2
Beni di interesse culturale, storico
ed archeologico1. Ai fini della presente legge, si definiscono beni di interesse culturale, storico ed archeologico, in seguito "beni", ai sensi dell'articolo 148 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 (Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della L. 15 marzo 1997, n. 59), e successive modifiche, le cose mobili ed immobili che si trovano in Sardegna e nel mare territoriale sardo appartenenti allo Stato, alla Regione, agli enti pubblici territoriali e ad ogni altro ente od istituto pubblico o a persone giuridiche private senza fini di lucro, che costituiscano testimonianza materiale della preistoria e della storia della Sardegna, documentandone epoche, civiltà, centri od insediamenti la cui conoscenza si attua principalmente attraverso scavi e rinvenimenti.
Art. 3
Costituzione dell'Ufficio per la salvaguardia e la promozione turistica del patrimonio sardo1. Nel perseguire le finalità indicate nell'articolo 1, la Regione autonoma della Sardegna, nell'esercizio delle competenze statutarie, nel rispetto delle norme costituzionali e dei principi fondamentali desumibili dalle disposizioni normative statali in materia, istituisce un ufficio senza fini di lucro per la salvaguardia e la promozione turistica del patrimonio culturale, storico ed archeologico della Sardegna.
2. La Giunta regionale, su proposta dell'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, sentito l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio, procede alla nomina del direttore generale entro centoventi giorni dall'approvazione della presente legge.
3. Entro trenta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, su proposta concertata degli Assessori regionali della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e del turismo, artigianato e commercio, la Giunta regionale delibera la nomina di un commissario per la costituzione dell'ufficio, predisponendone il regolamento e svolgendone le funzioni sino all'insediamento del direttore generale.
4. L'ufficio si avvale di un comitato di indirizzo formato dall'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, dall'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio, da tre rappresentanti delle autonomie locali, due rappresentanti delle Università degli studi di Cagliari e di Sassari.
Art. 4
Piano triennale di interventi1. Per le finalità di cui alla presente legge, l'ufficio predispone, in conformità alle procedure previste dallo statuto, un piano triennale di interventi ammissibili a finanziamento da sottoporre all'approvazione della Giunta regionale, previo parere della Commissione consiliare competente.
2. Il Piano triennale prevede le seguenti azioni:
a) finanziamento, anche in concorrenza con l'Unione europea, con lo Stato e con i comuni interessati, di interventi destinati alle attività di scavo e rinvenimento dei beni storico-testimoniali, anche non ancora interamente venuti alla luce;
b) attivazione di rapporti di collaborazione con gli organismi universitari, con le soprintendenze, con gli enti locali, con esperti e studiosi della materia diretti ad approfondire i temi correlati, in particolare, alla civiltà prenuragica e nuragica ed a sviluppare le interconnessioni con le altre civiltà del bacino mediterraneo, in particolare con il Medio Oriente e con i paesi costieri del nord Africa;
c) valorizzazione delle zone archeologiche, anche ai fini del miglioramento della pubblica fruizione;
d) censimento dei siti e delle emergenze archeologiche presenti in Sardegna e realizzazione delle relative cartografie da aggiornare periodicamente;
e) attivazione di una rete informatica finalizzata a rendere disponibili, su un unico portale, tutte le notizie e gli approfondimenti utili riferiti al periodo prenuragico e nuragico, ivi comprese le informazioni riferite all'avvio ed allo stato di avanzamento delle campagne di scavo ed alle eventuali scoperte;
f) redazione di un piano di tutela e sorveglianza dei siti e di prevenzione dalle attività di spoliazione;
g) valorizzazione della rete museale riferita alla protostoria isolana e potenziamento della sua attuale fruibilità;
h) individuazione e realizzazione di sistemi innovativi di promozione e diffusione, anche a livello scolastico, delle conoscenze culturali, storiche e mitologiche relative al periodo prenuragico e nuragico e delle suggestioni della protostoria sarda e dei suoi legami con l'isola del mito, ai fini della promozione turistica;
i) sostegno alle attività di studio, di informazione e di comunicazione, anche attraverso la produzione di materiale cinematografico, multimediale e teatrale, ai fini della promozione turistica e culturale della Sardegna;
j) individuazione delle necessarie figure professionali, così come indicato nella Carta nazionale delle professionali museali del Consiglio internazionale dei musei;
k) definizione delle linee guida unitarie per la gestione dei beni;
l) misure volte ad incentivare la nascita di reti di collaborazione tra i comuni della Sardegna;
m) istituzione della Carta del patrimonio culturale, storico, archeologico ed identitario sardo che permette, con un unico pagamento, l'accesso ai beni di cui all'articolo 2.