CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XV LEGISLATURA
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Seconda commissione, audizione delle associazioni e dei comitati per la tutela e valorizzazione della lingua sarda
Cagliari, 8 ottobre 2014 - La Seconda commissione del
Consiglio regionale, presieduta da Gavino Manca (Pd), ha avviato il
confronto con le associazioni e i comitati che operano per la tutela
e la valorizzazione della lingua sarda ed ha dato il via ad un ciclo
di audizioni che si sono aperte con l’intervento del presidente
dell’”Acadèmia de su sardu”, Oreste Pili. In un documento,
consegnato agli atti, sono state illustrate le finalità della onlus,
fondata il 1 aprile del 2009 ed iscritta dal 9 agosto 2001 al
registro generale del volontariato (numero 2178). Oreste Pili ha
manifestato preoccupazione per la situazione in cui versa la lingua
sarda ed ha sottoposto all’attenzione del parlamentino che si occupa
di Cultura una serie di proposte schematiche e cronologiche per
invertire la tendenza e far sì che lingua, nell’arco di vent’anni,
venga dichiarata fuori pericolo in relazione al rischio di
estinzione.
In particolare, “l’Acadèmia” chiede che prima della fine dell’anno
in corso siano compiute quattro azioni: una lettera ufficiale del
presidente della Regione alla nazione sarda in cui si dichiara
concluso “il proibizionismo linguistico”; il ritiro della delibera
della giunta regionale n. 32/67 del 24 luglio 2012 che conferisce
centomila euro di incentivi agli sportelli linguistici che
utilizzano la LSC (Limba Sarda Comuna); la fine della
sperimentazione della LSC e l’annuncio che la Regione sarda adotterà
un nuovo standard della lingua sarda (Su sardu) composto dalla norma
campidanese e dalla norma logurodese; un accordo di collaborazione
tra la Regione e le accademie che operano nel settore.
Entro la metà del 2005 – così è scritto nel documento dell’”Acadèmia
de su sardu” – è ipotizzata l’approvazione di una nuova legge sulla
lingua sarda che superi il dettato della legge 26/97; il ripristino
della toponomastica in sardo; l’introduzione della lingua sarda
negli uffici pubblici non statali; i programmi in sardo nelle
emittenti radiotelevisive pubbliche non statali; una trattativa con
la Chiesa per l’introduzione del sardo nella liturgia e una
trattativa con lo Stato per rendere il sardo co-ufficiale. Nell’anno
scolastico 2015 si chiede l’introduzione del sardo in tutte le
scuole dell’infanzia e dall’anno scolastico 2016, l’introduzione del
sardo (e delle altre lingue della Sardegna) in tutte le classi prime
delle scuole primarie.
A favore della prosecuzione della sperimentazione della Limba Sarda
Comuna si è invece dichiarato, Antonello Garau, portavoce del
“Coordinamento pro su sardu ufitziale” che ha espresso rammarico per
l’immobilismo della Regione nel campo della politica linguistica e
sottolineato come il “servizio lingua sarda” dell’assessorato della
Cultura sia da tempo privo del direttore. Garau ha quindi rivolto un
appello al Consiglio regionale perché siano scongiurati i tagli alla
lingua sarda contenuti nel disegno di legge approvato dalla giunta
il 19 settembre scorso (l’assestamento di bilancio alla manovra
finanziaria 2014-2016). Tra le conseguenze della riduzione degli
stanziamenti in bilancio, il portavoce del coordinamento pro su
sardu ha posto l’accento sui rischi che corrono gli oltre 80
operatori degli sportelli linguistici che operano in tutta l’Isola.
«Oltre alla perdita culturale – ha spiegato Garau – i tagli
regionali compromettono il futuro occupazionale degli operatori e di
oltre duecento professionisti impegnati nelle azioni di promozione
della lingua sarda». Il coordinamento ha inoltre sottolineato lo
stato assoluto di difficoltà della lingua sarda e delle altre lingue
di minoranza presenti in Sardegna, rimarcando il rischio di
estinzione, ed ha concluso con un appello al Consiglio regionale
perché limiti i tagli in bilancio e programmi risorse adeguate in
occasione della prossima legge finanziaria.
Pietro Perra, a nome del comitato “Bilinguismu Democraticu” ha
formulato un’esplicita richiesta perché in Consiglio regionale sia
ufficializzato l’uso del campidanese ed ha proposto come forme di
incentivazione per l’utilizzo del sardo nelle scuole, l’indennità di
bilinguismo per i docenti.
Perra ha inoltre criticato l’affidamento della gestione dei servizi
della lingua sarda alle associazioni e riaffermato l’esigenza di
procedere come si è proceduto fino al 2005, quando soltanto le
pubbliche amministrazione potevano scegliere gli operatori e i
formatori tramite bandi.
Per quanto attiene i finanziamenti, il comitato ha chiesto che la
priorità sia assicurata alle scuole, alla pubblicazione di materiale
didattico e di materiale multimediale facilmente fruibile. Un
ulteriore proposta ha riguardato l’istituzione dell’agenzia sarda
per la musica per favorire con i Comuni, le Pro Loco e le altre
organizzazioni interessate, le band musicali impegnate nella
promozione del bilinguismo.
Pietro Perra, in conclusione del suo intervento, ha quindi auspicato
che il “servizio lingua sarda e bilinguismo” sia messo in capo alla
presidenza della Giunta regionale invece che, come è attualmente,
all’interno dell’assessorato della Cultura («si potrà così
assicurare un migliore coordinamento trasversale delle azioni tese
al rafforzamento della lingua in tutte le attività della Regione
sarda»).