CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XV LEGISLATURA
***************
Seconda Commissione (Lavoro, Pubblica Istruzione): audizione dei rappresentanti degli studenti nei cda degli Ersu di Cagliari e Sassari sulle problematiche del diritto sllo studio e delle borse di studio universitarie
Cagliari, 24 settembre 2014 - “E’necessario invertire
subito la tendenza al de-finanziamento del diritto allo studio per
evitare che, in base alla graduatorie provvisorie e con le attuali
disponibilità finanziarie, la maggioranza degli studenti sardi
capaci, meritevoli e a basso reddito, resti del tutto priva di
sostegno.”
Lo ha dichiarato Antonio Puddu, rappresentante degli studenti nel Cd
dell’Ersu di Sassari, nell’audizione davanti alla Seconda
Commissione presieduta dall’on. Gavino Manca (Pd). Puddu,
riferendosi alla situazione dell’ateneo sassarese, ha ricordato che
rispetto all’anno accademico 2011/2012 in cui era stato finanziato
il 100% delle domande (anche perchè l’Ersu poteva integrare i fondi
statali e regionali con risorse proprie), si è passati alla
drammatica situazione attuale che consentirà ad appena il 36% degli
aventi diritto di usufruire delle risorse pubbliche destinate al
diritto allo studio. Ed occorre fare presto – ha proseguito Puddu
rivolgendo un appello alla Commissione ed al Consiglio regionale,
“perché le graduatorie saranno definite entro il prossimo mese di
ottobre, mentre i contributi dovranno essere erogati entro la fine
dell’anno”.
Altrettanto preoccupante la situazione degli studenti universitari
di Cagliari, su cui si è soffermato Francesco Pittirra,
rappresentante degli studenti nel Cda dell’Ersu. “Secondo le nostre
graduatorie provvisorie – ha detto – il 53% degli studenti non avrà
nulla e la percentuale salirà ancora considerando le matricole che,
in base alla legge, sono collocate in una sorta di seconda fascia
per l’accesso ai contributi. Questo significa che l’Università non è
più un luogo di istruzione e di formazione per tutti ma solo per chi
se lo può permettere.”
Peraltro le borse di studio assegnate agli studenti sardi – ha
aggiunto Pittirra – “hanno un massimale di 3000 euro, di gran lunga
inferiore agli standard minimi del Ministero, che sono di 5000 euro,
ed è vero solo in parte che questo scostamento può essere spiegato
con la differenza del costo della vita perchè, ad esempio, Cagliari
ha il costo della vita più alto di tutto in Mezzogiorno.”
Marco Pilo infine, rappresentante degli studenti nel Cda
dell’Università di Sassari, ha messo l’accento sul meccanismo
perverso che fatalmente sarà innescato dal taglio dei fondi per il
diritto allo studio. “Gli studenti più tenaci che saranno esclusi, e
ce ne sono tantissimi, saranno costretti a lavorare (spesso in nero)
per non gravare ulteriormente sulle famiglie e, togliendo tempo allo
studio, rischieranno di finire fuori corso perdendo per sempre ogni
opportunità di sostegno mentre i meno tenaci lasceranno addirittura
l’Università. Se pensiamo che si va delineando a livello nazionale
una riforma in cui i fondi pubblici saranno assegnati agli atenei
non in base alla spesa storica ma al numero degli iscritti, dobbiamo
renderci conto che stiamo andando incontro ad una tempesta.”
Occorre quindi intervenire nel breve termine, ha concluso, “ma anche
guardare oltre, inquadrando la prospettiva dei prossimi 3/5 anni; il
Governo regionale ha detto di voler puntare sull’istruzione, noi ci
contiamo.”
Dopo la relazione degli studenti hanno preso la parola i consiglieri
regionali Paolo Zedda (Soberania-Indipendentzia), Francesco Agus (Sel),
Alberto Randazzo (Forza Italia), Piero Comandini, Rossella Pinna e
Gianmario Tendas (Pd) che, con accenti diversi, hanno espresso il
loro convinto sostegno alle richieste avanzate dagli studenti.
In sede di conclusioni, il presidente della Commissione Gavino Manca
ha assicurato il massimo impegno, sia in sede di assestamento di
bilancio che di legge finanziaria, per individuare le risorse
necessarie a garantire il diritto allo studio per tutti gli
universitari sardi capaci, meritevoli e a basso reddito: si
tratterebbe di 15 milioni circa (Per Cagliari e Sassari), dato che
sostanzialmente coincide sia con le cifre fornite dagli studenti che
con quanto risulta agli uffici. “Credo che ci sia una consapevolezza
sempre più diffusa del ruolo strategico dell’istruzione in ogni
processo di sviluppo e di crescita della società – ha dichiarato il
presidente Manca - annunciando che, oltre al problema contingente,
la Commissione ha l’obiettivo di “arrivare ad una riforma
complessiva della legge 31/84 sul diritto allo studio ormai vecchia
di 30 anni - riforma che faremo anche con gli studenti - e, in
secondo luogo, di rivedere il sistema delle graduatorie, perché in
un quadro di risorse limitato è necessario essere particolarmente
selettivi e rigorosi nell’individuazione delle priorità.”
(Af)