CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XV LEGISLATURA
***************
Conferenza stampa del gruppo di Forza Italia sulle entrate ed il Patto di stabilità. Il capogruppo Pittalis: “La Sardegna perderà ingenti risorse, l’assessore Paci ne tragga le conseguenze”
Cagliari, 18 settembre 2014 - “Non ripetiamo cose già
dette, oggi c’è qualcosa di nuovo che i Sardi devono sapere: le
conseguenze dell’accordo firmato dalla Giunta con lo Stato saranno
fortemente negative per la nostra Regione che perderà risorse
ingenti, l’assessore Paci ne tragga le conseguenze.”
Lo ha dichiarato il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis
illustrando in una conferenza stampa assieme agli altri componenti
del gruppo, la posizione del partito sulla c.d. “vertenza entrate”.
Pittalis ha messo inoltre l’accento sul fatto che “con la rinuncia a
tutti ricorsi, ammesso e non concesso che si possa rinunciare a
diritti costituzionali contenuti nello Statuto, la Sardegna ha
perduto risorse che le spettano ma soprattutto è tornata in coda
rispetto a tutte le altre Regioni autonomistiche, come Sicilia,
Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Val d’Aosta, che hanno
difeso la loro specialità ottenendo risultati concreti sul fronte
delle entrate.”
L’ex presidente Ugo Cappellacci si è poi soffermato su alcuni
recenti provvedimenti del Governo nazionale che, a suo giudizio,
avranno immediate ricadute negative per la Sardegna. “Con il decreto
215 della Ragioneria dello Stato, diretta conseguenza della Legge
147/2013 che a suo tempo avevamo impugnato – ha sostenuto – la
Sardegna dà nuovamente mano libera allo Stato in materia di entrate:
avremo meno autonomia, meno spazi di manovrabilità fiscale, meno
risorse. Rispetto a tutto questo l’assessore Paci fa come il
professore che, mentre spiega alla lavagna sbaglia un calcolo, non
si corregge e se la prende con gli studenti.”
Il vice capogruppo Alessandra Zedda, respingendo l’accusa di “voler
fare polemiche a tutti i costi” ha spiegato i contenuti del Decreto
della Ragioneria: “Dal 2015 e per i prossimi 5 anni le maggiori
entrate provenienti da giochi, tabacchi, patrimoni all’estero ed
altre voci entreranno direttamente nel bilancio statale. Dov’è il
punto? E’che prima queste risorse dovevano essere oggetto di un
accordo fra Stato e Regione, ora non vedremo neanche un euro e non
potremo nemmeno protestare perché ci siamo impegnati a ritirare i
ricorsi. In termini reali queste minori entrate oscillano fra i 150
e i 250 milioni di euro ma a queste vanno aggiunte quelle che
perderemo a causa del calo complessivo del gettito, visto che siamo
in recessione”.
Il consigliere Giuseppe Fasolino ha detto che “a parti invertite, la
sinistra ci avrebbe accusato di tutto, ora perfino i sovranisti
ingoiano questo amarissimo boccone senza nemmeno fiatare.”
Per il consigliere Oscar Cherchi i fatti dicono che “la Sicilia ha
ottenuto molto di più ma in fondo la responsabilità non è dello
Stato, è del governo regionale guidato dai professori.”
Secondo il consigliere Antonello Peru “è tutto molto chiaro. Di
fronte ad uno Stato che promette a parole e toglie con i fatti
dovremo impugnare anche il decreto della Ragioneria, altro che
ritirare i ricorsi.”
Se è vero che nessun governo è amico, ha osservato infine il
consigliere Edoardo Tocco, “la Regione ha perso la migliore
occasione per dimostrarlo: si è arresa senza nemmeno combattere.”
(Af)