CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XV LEGISLATURA
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Quinta Commissione: audizione dei produttori di sughero sui problemi della filiera e sul progetto-pilota “Sardegna Green Forest”
Cagliari, 4 settembre 2014 - “Per rispondere alla
crisi profonda che ha colpito la filiera del sughero, pianta storica
della Sardegna che da sempre dà lavoro e migliora l’ambiente,
occorre un nuovo progetto che in continuità con la nostra tradizione
secolare incrementi qualità e quantità della materia prima nel
quadro di una riforestazione della Sardegna più attenta a questa
preziosa risorsa.”
Lo ha affermato Giovan Battista Giannottu, rappresentante
dell’Associazione produttori sughero, aprendo il ciclo delle
audizioni che la Quinta Commissione (Attività produttive),
presieduta dall’on. Luigi Lotto (Pd), ha dedicato alle problematiche
del comparto.
Giannottu ha poi illustrato le linee principali del progetto di
rilancio del settore che l’Associazione ha voluto portare
all’attenzione della Commissione: formazione professionale,
valorizzazione degli ambiti territoriali del sughero, miglioramento
della qualità e della quantità della materia prima, incremento della
produzione energetica da bio-masse con l’utilizzo degli scarti
forestali.
“Vorremmo che la politica e le Istituzioni sostenessero questo
progetto – ha aggiunto il rappresentante dei produttori di sughero –
per alcuni ragioni tanto semplici quanto importanti: è un progetto
mediamente cantierabile in appena 90 giorni, può dare una forte
spinta all’occupazione nel pieno rispetto dell’ambiente e far
riemergere conoscenze e professionalità fortemente legate alle
vocazioni dei territori ma ora a rischio di estinzione”.
Il migliore contesto in cui collocare questo progetto strategico è,
secondo Giannottu, il nuovo Piano di sviluppo rurale (Psr) che, ha
sottolineato, “non deve ripetere gli errori del passato, anche di
quello recente legato alla programmazione 2007-2013 che, per alcuni
aspetti relativi al sughero, si è rivelata molto negativa. Sia
perché, in assenza di una agenzia regionale di settore, molti
progetti si sono arenati a causa di differenti valutazioni sui
terreni espressi dall’Agea nazionale e dalla Forestale, sia per la
farraginosità delle procedure e dei sopralluoghi effettuati da Enti
pubblici diversi in tempi eccessivamente lunghi”. Un quadro
complessivo, ha concluso Giannottu, “che rende oggettivamente
impossibile rispettare la scadenza del 31 dicembre di quest’anno per
l’istruttoria delle pratiche; ci saranno sicuramente molte rinunce
di imprenditori scoraggiati. Motivo in più per ripartire su basi
completamente nuove.”
Gianna Masu, esperta di diritto e politiche comunitarie, ha invece
messo l’accento sul fatto che, “negli ultimi tre cicli di
programmazione europea la Sardegna ha sottovalutato i problemi e le
difficoltà del settore, ora aggravate dalla crisi globale. Una
tendenza che bisogna invertire.”
Nel breve termine, ha suggerito la Masu, “è necessaria la
rimodulazione dei fondi Ue 2007-2013, per scongiurarne il disimpegno
e far scattare l’obbligo di utilizzo delle risorse entro il
31.12.2015; sotto questo profilo il progetto Sardegna Green Forest
rappresenta una prima risposta con prospettive strategiche. Poi,
occorre una presenza incisiva nelle sedi decisionali comunitarie
dove, ad esempio, le questioni specifiche del comparto sono state
separate da quelle del legno grazie alle pressioni di un grande
produttore di sughero come il Portogallo. Mentre invece, a livello
nazionale, questa distinzione non c’è ed è una stortura che va
corretta.”
Sulla Pac (Politica agricola comunitaria), la dottoressa Masu ha
definito “debole” il documento che il governo regionale ha inviato
alla Ue nel luglio scorso, “soprattutto perché non tiene conto della
nuova normativa comunitaria in materia di aiuti di stato decisamente
più flessibile e con meno vincoli proprio nel settore del sughero,
ma anche per la scarsa dotazione finanziaria. Manca, insomma, un
segnale forte.”
Giuseppe Madeddu, rappresentante della Cooperativa sociale San
Lorenzo di Iglesias, ha portato all’attenzione della Commissione la
significativa esperienza di una nuova impresa che, dal 2009 (e dalle
ceneri della Rockwoll) è ormai ad un passo dal ritorno sul mercato
grazie alla produzione di bio-pannelli per l’edilizia, di cui il
sughero è un elemento essenziale. “Un progetto fortemente innovativo
– ha ricordato Madeddu – che nasce dalla collaborazione con Sardegna
Ricerche e da uno studio attento del mercato dove c’è una fortissima
domanda di questo prodotto, basti pensare che ne importiamo ben
300.000 metri cubi l’anno provenienti dagli abeti della Germania. Ma
il nostro sughero è decisamente migliore e costerà anche meno perché
la centrale che servirà i nostri impianti sarà alimentata da
materiali forestali di scarto.”
Ad ottobre – ha annunciato ancora Madeddu – “inizieranno i lavori,
finanziati con 10 milioni di euro dal sistema creditizio, per la
realizzazione della centrale a bio-masse con i primi 30 occupati e a
breve avvieremo la produzione. Per il sughero, e per quello sardo in
particolare, questo è un momento cruciale: in Portogallo ci lavorano
100.000 persone e ormai stanno venendo qui per comprare la materia
prima. Senza dimenticare, in riferimento al nostro specifico di
cooperativa sociale, che grazie a questo progetto stiamo per
raggiungere il nostro primo grande obiettivo, trasformare
l’assistenza in lavoro.”
“Il sughero è una industria attiva in Sardegna da 150 anni,
sopravvissuta a tutti i cicli economici senza consumare un metro di
territorio o abbattere una pianta” – ha esordito Nino Scampuddu,
rappresentante del sugherificio Molinas Spa, una delle maggiori
aziende del settore con oltre 300 dipendenti diretti più un
vastissimo indotto.
In questi anni – ha proseguito – “il Portogallo ha investito molto
sul sughero ed ha ottenuto grandi risultati, la Sardegna purtroppo
non ha saputo fare altrettanto. Qui da noi la materia prima è sempre
più scarsa e molte aziende sono state costrette a chiudere, mentre
quelle ancora sul mercato faticano a reggere la concorrenza sempre
più aggressiva di nuovi prodotti a basso costo come i tappi in
plastica o quelli a vite.”
Ma noi – ha concluso – “vogliamo ripartire migliorando ancora la
qualità del sughero sardo e, col nostro progetto-pilota, pensiamo di
poter avere buoni risultati fin dalla prossima stagione.”
Nel dibattito successivo hanno preso la parola gli onorevoli
Gianluigi Rubiu (Udc), Pier Mario Manca (Sardegna Vera) e Modesto
Fenu (Zona Franca). In conclusione il presidente on. Luigi Lotto ha
assicurato il massimo impegno della Commissione, di concerto con
l’assessorato dell’Agricoltura, per assicurare al settore sugheriero,
particolarmente in grado di rappresentare una Sardegna che “vuole
guardare al futuro con una industria capace di assicurare il pieno
rispetto dell’ambiente”, la massima attenzione della Regione.
(Af)