CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XV LEGISLATURA
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Intesa Regione-Governo sul pareggio di bilancio, i capigruppo dell’opposizione: «La Giunta riferisca in Aula, l’accordo è col trucco»
Cagliari, 23 luglio 2014 - I capigruppo
dell’opposizione in Consiglio Regionale, in una conferenza stampa
congiunta, chiedono al presidente della Giunta, Francesco Pigliaru,
e all’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, di riferire,
questo pomeriggio in Aula, sui contenuti dell’intesa sottoscritta a
Roma con il governo nazionale in ordine alla cancellazione dei tetti
di spesa del patto di stabilità e sull’introduzione del pareggio di
bilancio. «Senza un chiarimento da parte della Giunta – ha
dichiarato Pietro Pittalis (Fi) – si pregiudicano i lavori dell’Aula
ed è inaccettabile che il Consiglio regionale sia esautorato su un
tema di fondamentale importanza come è quello che riguarda le
entrate e il bilancio della Regione». Le forze dell’opposizione
auspicano, a questo proposito, un intervento del presidente del
Consiglio, Gianfranco Ganau, per richiamare la Giunta “alla
correttezza e al rispetto del ruolo, delle funzioni e delle
prerogative della massima assemblea sarda”.
Pietro Pittalis (Fi), Gianluigi Rubiu (Udc), Attilio Dedoni
(Riformatori), Christian Solinas (Psd’Az) e Modesto Fenu (Sardegna)
lamentano di non conoscere il testo dell’accordo siglato dalla
giunta e dal governo nazionale («abbiamo appreso i contenuti dagli
organi di informazione») ma non risparmiano critiche su ciò che è
emerso in questi ultimi due giorni: «Le parole che utilizziamo per
definire l’accordo sul pareggio di bilancio, sono quelle a cui ha
fatto ricorso un autorevole esponente della maggioranza e assessore
della giunta Pigliaru, quell’accordo è una truffa contabile». Il
capogruppo di Forza Italia ha proseguito denunciando «una profonda
debolezza dimostrata dalla Giunta nel dare seguito ad un’intesa che
fa retrocedere la Sardegna e che mortifica l’Autonomia, lasciando
allo Stato la determinazione del flusso delle entrate della Regione
sarda».
Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha ricordato le recenti
dichiarazioni del presidente della Giunta («saremo la prima Regione
ad ottenere il pareggio di bilancio») per affermare che, con il
nuovo accordo, «per la Sardegna non ci sarà alcun pareggio ma solo
una pesante sconfitta». Rubiu ha sottolineato le conseguenze
negative per le risorse a disposizione degli Enti Locali («dovranno
chiedere ulteriori soldi ai cittadini per far fronte alle spese») e
paventato il rischio che «si ripropongano i danni causati nel 2006
con l’intesa istituzionale sulle entrate».
Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha insistito sulla
mancata informazione resa al Consiglio da parte del presidente della
Giunta e dell’assessore alla Programmazione e ha evidenziato che
«nessuno, fino a questo momento, ha avuto modo di conoscere il
documento sottoscritto a Roma dalla Regione con il governo di Renzi».
Dedoni ha denunciato un atteggiamento definito “arrendevole” da
parte del presidente della Giunta dinanzi alle diverse vertenze
aperte con lo Stato e ha preannunciato “battaglia” anche per le
accise.
Il capogruppo del Psd’Az, Christian Solinas, ha definito “poco serio
e poco responsabile” il comportamento dell’esecutivo regionale in
riferimento al fatto che «il Consiglio apprende della conclusione di
importanti accordi senza che si possano conoscere i relativi atti».
Solinas ha sottolineato che non c’è alcunché di storico «nella
sbandierata conquista del pareggio di bilancio, perché già dal
febbraio 2013, in un documento di facile consultazione anche sul
web, il ministero dell’Economia ne aveva preannunciato
l’applicazione per tutte le Regioni». L’esponente sardista ha
inoltre rimarcato l’esiguità degli spazi finanziari per l’anno in
corso ed ha concluso esprimendo preoccupazione per il metodo
utilizzato dalla Giunta («quello della trattativa riservata con lo
Stato al limite della segretezza»).
Il capogruppo di “Sardegna”. Modesto Fenu, ha definito un “sopruso
della Giunta dei nominati nei confronti dei rappresentanti eletti
dal popolo sardo” il comportamento dell’esecutivo regionale nei
confronti del Consiglio. Per il consigliere eletto nella lista “Zona
Franca per Randaccio” l’accordo sul patto di stabilità «è un accordo
al ribasso che si cerca di far passare come un grande risultato
politico». «La Sardegna – ha concluso Fenu – ha bisogno di una
Giunta che difenda gli interessi dei sardi e che non si appiattisca
davanti ai voleri del governo italiano».
Il consigliere, Paolo Truzzu (gruppo Sardegna, eletto nelle liste di
Fratelli d’Italia) ha sottolineato l’insufficienza del plafond di
spesa disponibile per fare fronte alle spese della Regione e
denunciato «le incognite del pareggio di bilancio». «Non si
conoscono le regole – ha concluso Truzzu – a cui la Regione dovrà
attenersi già dal 2015».
L’ex presidente della Regione, Ugo Cappellacci (Fi), ha definito
l’accordo siglato a Roma “una solenne fregatura: una vera patacca”.
«E’ un risultato storico – ha aggiunto Cappellacci – ma solo per il
governo che con questo “accordo trucco” ottiene l’esclusivo
accertamento delle entrate della Regione sarda». L’ex governatore
del centrodestra ha dichiarato che per l’Isola è assai difficile
potersi fidare dello Stato nell’accertamento delle proprie entrate.
«Nel corso degli ultimi anni – ha affermato l’esponente
dell’opposizione – i diversi governi italiani che si sono succeduti
hanno dimostrato assai scarsa affidabilità sulla materia».
Cappellacci ha ricordato i circa tre miliardi di euro di spazi
finanziari a disposizione nel bilancio 2013 per domandare che cosa
ci sia di storico nella conquista di 364 milioni di euro di spese
euro compatibili per il 2014. «La verità è che a Roma brindano – ha
concluso l’ex presidente della Giunta – perché è tornato Pigliaru,
l’assessore che nel 2006 ha siglato la vertenza delle entrate».
Il consigliere Oscar Cherchi (Fi), nel dichiarare piena condivisione
per l’iniziativa dei gruppi dell’opposizione ha affermato che le
definizioni più appropriate per definire l’accordo tra Regione e
Governo, restano quelle utilizzate dall’attuale assessore dei Lavori
Pubblici. «L’intesa che ci viene sbandierata come un risultato
storico – ha affermato Cherchi – è una vera e propria truffa
contabile in danno della nostra Autonomia».
Il consigliere Giorgio Oppi (Udc) ha ribadito la richiesta alla
giunta perché riferisca in Aula sui contenuti dell’accordo e
rimarcato “l’assenza di trasparenza” su temi altrettanto importanti.
«Sembra che siano ritornati i tempi – ha dichiarato il leader Udc –
di Soru e Dirindin che prima decidevano e poi in Consiglio
incontravano solo gli esponenti della maggioranza».
L’ex assessore della Programmazione della passata Legislatura,
Alessandra Zedda (Fi), ha rimarcato l’incertezza delle risorse del
bilancio regionale e ribadito perplessità e critiche sul fatto che
le entrate della Regione siano accertate solo dalla ragioneria dello
Stato. «La Regione – ha spiegato Zedda – sta rinunciando
all’adeguamento della spesa, dal 2010 in poi, e le risorse
spendibili sono meno del miliardo e duecento milioni di euro
dichiarate». L’esponente dell’opposizione ha ricordato come nel 2013
siamo rimasti fuori dai vincoli di spesa del patto di stabilità i
480 milioni di euro del fondo unico per gli Enti Locali (560 milioni
complessivi), 330 milioni di debiti commerciali e 100 milioni di
euro per la nettizzazione del patto incentivato agli Enti Locali.
«Il patto di stabilità – ha proseguito Alesssandra Zedda – nel 2013
valeva dunque 2, 513 miliardi di euro mentre nel 2014 il tetto di
spesa è fissato a 2,406 miliardi, a cui vanno sottratti 100 milioni
detratti dallo Stato e 34 milioni per il bonus degli 80 euro».
«Auspichiamo – ha concluso Zedda - che con l’accordo, del quale non
conosciamo i contenuti, non venga meno il proseguo dei ricorsi
avanzati contro lo Stato nella passata Legislatura in materia di
entrate».
Il consigliere Antonello Peru (Fi), ha affermato che l’accordo sul
patto di stabilità conferma che “la specialità sarda non solo è a
rischio ma di fatto non esiste più”. Peru ha poi citato il caso
della protesta degli operai della Multiss sui tetti del palazzo
dell’amministrazione provinciale di Sassari per denunciare i rischi
delle minori entrate che derivano alla Regione per effetto della
crisi. «La Sardegna ha introitato 600 milioni di euro in meno di
quota delle accise che si è tradotta in 4 milioni in meno per la
Provincia di Sassari che così non può più garantire i servizi della
Multiss».
I capigruppo hanno concluso preannunciando azioni e comportamenti
consiliari conseguenti se non ci saranno le risposte della Giunta in
Aula, già nella riunione del Consiglio in programma per le 16 di
questo pomeriggio.