CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XV LEGISLATURA
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Dichiarazione dell’on. Mario Floris (Sardegna) sulla soppressione dell’Agenzia “Sardegna Promozione” e il riordino del patrimonio immobiliare della Regione
Cagliari, 11 luglio 2014 - “La maggioranza, al di là
degli annunci e degli impegni elettorali, sta dimostrando nei fatti
di non avere una visione precisa e chiara del modello di
Regione che ritiene più utile per la Sardegna, limitandosi a
smontare alcune parti della struttura senza motivazioni reali e
soprattutto senza indicare nessuna prospettiva per il futuro.”
Lo ha dichiarato l’on. Mario Floris (Sardegna), che ha messo
l’accento su due problemi, entrambi oggetto di specifiche mozioni
sottoscritte da tutta la minoranza, a suo giudizio emblematici di un
modo di procedere privo di logica e razionalità.
Il primo riguarda la soppressione dell’Agenzia regionale di
promozione turistica “Sardegna Promozione”. Quell’Agenzia, ricorda
Floris, “fu creata dall’on. Soru nella XIII legislatura al termine
di una drastica ristrutturazione della precedente organizzazione
della Regione in campo turistico, che cancellò con un colpo di
spugna una serie di enti (Esit, Isola, Ept, Aziende di Soggiorno)
che avevano ben operato e finì per incagliarsi in complesse
problematiche gestionali interne ed esterne meritevoli di essere
analizzate e riconsiderate, anche oggi, alla luce degli errori
contenuti in quella esperienza”. Tutto si potrebbe fare insomma,
secondo Floris, “tranne che riportare nell’incertezza un settore
strategico per lo sviluppo della Sardegna che, oltre al turismo,
comprende l’agro-alimentare, l’artigianato artistico e tradizionale
e l’attrazione di investimenti esterni.”
La seconda questione è quella del progetto della cosiddetta
“cittadella regionale” che doveva sorgere nell’area Viale
Trento-Viale Trieste-San Paolo a Cagliari, attraverso articolate
operazioni immobiliari su una parte importante della Regione. “Quel
progetto è tuttora valido”, sostiene ancora l’on. Floris, “e non si
capisce per quali ragioni debba essere smontato e ridotto a
spezzatino, come pare l’Assessore voglia fare, saltando a piè pari
il confronto con le forze politiche presenti in Consiglio regionale
e addirittura delegando ad altri Enti Locali e singole
Amministrazioni Comunali valutazioni e scelte sul mantenimento, la
dismissione o il cambio d destinazione degli immobili della
Regione.”
Non solo il piano della “cittadella regionale” deve essere
completato e portato all’attenzione del Consiglio, conclude Floris,
ma “assieme a questo il Consiglio deve poter decidere quali immobili
mantenere per i propri fini istituzionali e quali, eventualmente,
trasferire ad altri Enti Locali.”
(Af)