CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XV LEGISLATURA
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Riforme. Audizione sindacati in Commissione “Autonomia”
Cagliari, 26 giugno 2014 - Mattinata di audizioni
nella Prima Commissione “Autonomia” sulle riforme istituzionali, la
riorganizzazione della macchina amministrativa regionale e il
riordino degli enti locali.
Il parlamentino, presieduto da Francesco Agus, ha sentito i
rappresentanti di Cgil, Uil e Ugl (assente la delegazione della Cisl
che sarà sentita in una delle prossime sedute).
Il segretario generale della Cgil Michele Carrus, apprezzando la
decisione della Commissione di procedere “di pari passo” nella
discussione per la riscrittura dello Statuto e per la definizione
della legge statutaria, ha espresso l’auspicio che si arrivi presto
ad una proposta organica di riforma. Secondo Carrus, “sussistono
oggi ragioni importanti per rafforzare l’autonomia e la specialità,
prima fra tutte la condizione di insularità della Sardegna da cui
discende la specificità culturale e identitaria della nostra terra”.
Queste peculiarità devono essere però sfruttate per ottenere la
maggiore integrazione possibile con la comunità nazionale ed
europea. “L’insularità – ha detto Carrus – rappresenta uno
svantaggio oggettivo che può essere superato attraverso un nuovo
patto con lo Stato e un nuovo rapporto con l’Unione Europea”. A
questo proposito, il segretario della Cgil ha ricordato gli
strumenti individuati dall’art 13 dello Statuto (Piano di Rinascita)
e dall’art 119 della Costituzione (misure di solidarietà per le aree
più deboli del territorio della Repubblica) senza dimenticare gli
interventi di sostegno alle regioni insulari previsti dal Trattato
di Amsterdam. Sul metodo con cui procedere alla revisione della
Carta Costituzionale della Sardegna, il segretario della Cgil ha
sottolineato la necessità di “un coinvolgimento il più ampio
possibile di tutta la comunità sarda. La discussione – ha detto –
deve uscire dai palazzi, occorre dare voce a tutti”.
Sulla riforma della Regione, Carrus ha evidenziato l’urgenza di
rivedere le competenze di Giunta e assessorati. “Il presidente della
Regione viene eletto direttamente dal popolo, deve essere resa più
esplicita la sua responsabilità complessiva nell’azione di governo”.
Il numero uno del sindacato ha poi sottolineato la necessità di una
riduzione degli assessorati e di una redistribuzione delle loro
competenze per garantire più efficienza e qualità. Da evitare -
secondo Carrus – le logiche accentratrici. “Le attività di gestione
devono essere il più possibile vicine ai cittadini. In capo alla
Regione deve restare il potere di indirizzo politico e di
programmazione, il resto deve essere affidato ai comuni”.
Il segretario ha poi parlato di riordino degli enti locali
segnalando l’urgenza di procedere ad una definizione delle funzioni
di “area vasta” dopo l’abolizione delle province. “In via
transitoria – ha detto Carrus – la Regione può utilizzare la sua
potestà ordinamentale per ridefinire le circoscrizioni.
Improponibili le delimitazioni delle vecchie province. Importante
coinvolgere le comunità per evitare scelte calate dall’alto”. Sulla
natura dei nuovi soggetti che dovranno svolgere le funzioni di “area
vasta”, Carrus ha manifestato una netta preferenza per istituzioni
di secondo livello, espressione delle comunità locali.
Parere favorevole, infine, sull’istituzione dell’Area Metropolitana
di Cagliari. “Nelle aree metropolitane – ha detto Carrus – si
produce il 40% del Pil nazionale. Sono uno strumento utile ma
necessitano di adeguati strumenti di governo. Impensabile far
coincidere l’Area con il territorio dell’ex provincia”.
Francesca Ticca, segretario generale della Uil, in apertura del suo
intervento, ha ricordato l’azione portata avanti dal sindacato negli
anni scorsi per arrivare alla riscrittura dello Statuto. “Apprezzo –
ha detto – l’impostazione della Commissione: discutere di contenuti
prima che di metodo rende il percorso più agevole, in passato il
dibattito sì è arenato sull’Assemblea Costituente. Nuovo Statuto e
legge statutaria sono indispensabili per rivendicare la nostra
specificità”. Anche per la Uil, la condizione di insularità della
Sardegna rappresenta l’elemento più forte per riaffermare le ragioni
dell’autonomia e della specialità.
Necessaria, secondo Ticca, anche una ridefinizione delle potestà e
delle competenze della Regione. “Negli ultimi anni il Consiglio ha
discusso leggi finanziarie ingessate, con oltre la metà delle
risorse destinate alla sanità. Bisogna cominciare a parlare di
sviluppo e di crescita. Questo si può fare solo rafforzando lo
Statuto”.
Il segretario della Uil ha poi parlato della riorganizzazione della
macchina amministrativa invocando più velocità e flessibilità per
dare servizi efficienti ai cittadini. Sugli enti locali, ha invece
condiviso la necessità di “un riordino delle competenze perché
esistono troppi livelli istituzionali, ma la riforma non deve
mortificare persone e territori”. Ticca ha segnalato il rischio che
il Centro Sardegna venga escluso da processi di riforma più attenti
ai tagli e ai risparmi che alla valorizzazione delle risorse umane.
Da questo punto di vista – ha concluso Ticca – l’istituzione
dell’Area Metropolitana di Cagliari rappresenta una grande
opportunità, ma può, se mal governata, accelerare il calo
demografico delle zone interne”.
Giampaolo Spanu (FPL –Uil) ha incentrato il suo intervento sulle
questioni relative al personale e all’organizzazione amministrativa.
“L’abolizione delle province pone un problema per i dipendenti.
Occorre fare chiarezza e rassicurare il personale sul proprio futuro
lavorativo – ha detto – altrimenti si alimentano allarmismi e
speculazioni”. Spanu ha poi parlato della questione degli oltre 300
precari della Regione (“una situazione determinata da una scelta
disastrosa fatta nella legislatura 2004-2009 che sta creando grossi
problemi all’amministrazione”) e della necessità di rivedere
profondamente l’organizzazione degli assessorati, a partire dalle
direzioni generali.
Breve, infine, l’intervento di Eugenio Ramo del direttivo regionale
dell’UGL incentrato sul riordino degli enti locali e la
riorganizzazione della macchina amministrativa regionale. Il
rappresentante del sindacato ha chiesto “una mappatura delle
strutture e una valutazione di eventuali carenze di organico. Il
ricorso a fusioni o accorpamenti di agenzie, enti, società regionali
e dei relativi apparati può dare risposte alle richieste dei
lavoratori che attendono da anni la stabilizzazione”. Necessario,
secondo l’Ugl, trovare una soluzione in tempi rapidi anche alle
richieste di mobilità. “Serve una ricognizione a tutto campo con
l’individuazione delle risorse umane necessarie che dia la
possibilità ai lavoratori di presentare le proprie candidature. Tra
questi ci sono i 386 dipendenti ex ESAF – ha concluso Ramo - solo il
50% delle maestranze è rientrato nei ruoli regionali”.
I lavori della Commissione proseguiranno nel pomeriggio per la
predisposizione di una risoluzione sul tema delle riforme. (PSP)