CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XV LEGISLATURA
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Programmazione unitaria 2014-2020, nella Terza commissione del Consiglio regionale (Programmazione, bilancio e politiche europee) le audizioni delle parti sociali
Cagliari, 19 giugno 2014 - Hanno preso il via questa
mattina, nella Terza commissione del Consiglio regionale, le
audizioni sulla programmazione unitaria 2014-2020. Cgil, Cisl, Ugl,
Cna, Confartigianato, Legacoop, e Confcooperative, hanno aperto il
ciclo di incontri che, così come dichiarato dal presidente della
commissione, Franco Sabatini, si concluderà con la presentazione di
un documento che sarà portato all’attenzione dell’Aula. «L’obiettivo
è contribuire a migliorare gli indirizzi per la predisposizione dei
piani operativi – ha dichiarato Sabatini – così da rendere più
efficace la programmazione degli oltre cinque miliardi di euro di
fondi comunitari, a valere su Fesr, Fes, Pon, Feasr e Fsc». Il
presidente della commissione Programmazione, ha evidenziato la
scadenza del prossimo 22 luglio, quale termine utile per la Regione
sarda, per trasmettere all’Ue i programmi operativi per l’utilizzo
delle varie fonti finanziarie ed ha assicurato l’impegno della
commissione a procedere, entro i tempi stabiliti, con la redazione
di un documento che integri e migliori l’atto di indirizzo
strategico, approvato dalla giunta regionale lo scorso 27 maggio con
la delibera n. 19. Franco Sabatini ha auspicato un documento di
“programmazione unitaria «con un più marcato indirizzo politico e
minori aspetti tecnici» ed ha sottolineato, in riferimento al
precedente settennio 2007-2014, l’assenza di valutazioni di impatto
sulle misure e sui programmi adottati. «I risultati – ha dichiarato
Sabatini – non sono quelli attesi e nonostante l’ingente impiego di
risorse comunitarie non è centrato l’obbiettivo di contribuire
efficacemente alla crescita e allo sviluppo dell’Isola».
Un concetto ripreso anche dai rappresentanti delle organizzazioni
sindacali, ad incominciare da Antonio Piludu (Cgil), che nel corso
del suo intervento ha ribadito «la necessità di uscire dalla crisi
con la definizione di un nuovo modello di sviluppo». Nello
specifico, Piludu ha dichiarato di apprezzare il documento
preliminare che indica metodi e contenuti per la programmazione
europea 2014-2020 a suo tempo proposto dal ministro Barca, in
particolare per quanto attiene l’integrazione tra fondi e politiche
ordinarie, la concentrazione delle risorse e l’attenzione alle aree
urbane ma in particolare alle zone interne. «Contenuti – ha
affermato il rappresentante della Cgil – recepiti nei documenti
proposti dalla Giunta regionale». Le preoccupazioni riguardano,
invece, la reale possibilità di integrare i diversi fondi e la
possibilità di concretizzare un nuovo modello di sviluppo. Le scelte
strategiche, indicate dalle Cgil, riguardano: la scelta decisiva
sulla competitività dei sistemi produttivi; la scelta su ricerca,
sviluppo tecnologico e innovazione, nonché le questioni legate
all’occupazione, all’inclusione sociale, alla lotta alle povertà,
all’istruzione e alla formazione. «L’investimento sulle persone e
sulle comunità (circa 500 milioni a valere sui tre fondi comunitari)
possono dare un forte impulso alla creazione di un sistema socio
sanitario integrato», così ha dichiarato il rappresentante Cgil. Ma
ciò che è indispensabile, a giudizio di Piludu, è accompagnare
l’avvio della programmazione con le necessarie riforme (sia quelle
attinenti il funzionamento Regione che quelle riguardanti gli Enti
Locali) e adottare una pratica di continuo coinvolgimento di tutti
gli attori istituzionali, economici e sociali.
Mariella Pilo, in rappresentanza dell’Ugl, ha affermato la necessità
di procedere con la programmazione unitaria dei fondi e ha ribadito
come serva agire con tempestività e urgenza in vista della scadenza
del 22 luglio 2014, per non perdere una ulteriore annualità nella
programmazione dei fondi comunitari, sebbene il ritardo non sia
imputabile alla Regione ma all’Unione Europea. La rappresentante
dell’Ugl si è soffermata sul punto 11 delle priorità contenute nel
documento approvato dalla giunta regionale, quello riguardante “la
qualità istituzionale” per affermare la necessità di procedere con
la “sburocratizzazione” della pubblica amministrazione. «Non servono
grandi risorse – ha dichiarato Mariella Pilo – ma serve un grande
sforzo collettivo nel verso di una riforma profonda della pubblica
amministrazione, con una scelta politica forte e determinata
dell’intero Consiglio regionale». L’audizione dell’Ugl si è conclusa
con tre raccomandazioni: la prima riguarda l’opportunità di
scongiurare l’utilizzo dei fondi comunitari per mantenere le
strutture già esistenti e operanti della pubblica amministrazione;
la seconda riguarda l’assicurare la piena valorizzazione della fase
creativa delle programmazione, l’ultima è riferita all’invito per la
completa rivisitazione del sito on line dell’amministrazione
regionale nella parte che riguarda proprio i fondi comunitari («non
è trasparente e non è efficace»).
La segretaria regionale della Cisl, Oriana Putzolu, ha auspicato
tempi rapidi per rispettare la scadenza del 22 luglio e ha
preannunciato la volontà «di entrare da subito nel merito dei
diversi progetti». Putzolu ha rimarcato la necessità di un
monitoraggio dell’efficacia delle azioni messe in campo nel
precedente settennio (2007-2014). «Una efficace programmazione dei
fondi comunitari – ha dichiarato la segretaria Cisl – è una priorità
politica e serve ottimizzare le linee di indirizzo per la
predisposizione dei piani operativi». La Cisl ha preannunciato la
presentazione alla commissione di un apposito documento sul tema
della programmazione unitaria 2014-2020.
Il segretario regionale della Cna, Francesco Porcu, ha definito
“fallimentare” l’esperienza del precedente ciclo di programmazione e
sottolineato come sia emersa con chiarezza «l’incapacità di spendere
le risorse di cui la Regione dispone». Porcu ha evidenziato il
contesto nel quale si è costretti ad operare, caratterizzato da
scarse risorse pubbliche e da una evidente desertificazione
produttiva che restringe la base occupazionale («condizioni
difficili che rendono problematico, per la Sardegna, un eventuale
aggancio della ripresa»). Dinanzi ad una prospettiva definita di
“stagnazione e recessione” le preoccupazioni della Cna sono rivolte
principalmente al lavoro e all’occupazione. L’auspicio è dunque
quello di non ripetere nella programmazione unitaria 2014-2020 gli
errori del passato, ad incominciare dalla scarsa concentrazione
delle risorse e dalla conseguente frammentazione e moltiplicazione
dei bandi, delle direttive e delle procedure. Per non aprire il
nuovo ciclo di programmazione con «i vizi del passato», la Cna,
propone la concentrazione delle risorse su progetti definiti e
vagliati in base alla loro rilevanza economica. L’ulteriore
sottolineatura di Porcu riguarda il lavoro, ed in particolare
l’assenza della domanda di lavoro. «Serve riattivare la domanda con
un piano di investimenti pubblici, con opere immediatamente
cantierabili e ad alta intensità di manodopera e innovazione
tecnologica», ha affermato il rappresentante della Cna, che ha
citato ad esempio la riqualificazione energetica degli edifici
scolastici con le positive ricadute in termini ambientali, di
riduzione dei costi e di incremento dei livelli occupazionali.
Il rappresentante della Confartigianato, Stefano Mameli, ha
sottolineato l’importanza della fase in atto in Sardegna per la
programmazione unitaria 2014-2020, ricordando come la fase più
complessa sia però quella dell’attuazione dei programmi e delle
azioni. Nel corso dell’audizione, Mameli, ha posto l’attenzione su
alcuni aspetti fondamentali, ad incominciare da quello della
“integrazione” tra i diversi fondi ma soprattutto tra gli strumenti
e le risorse della programmazione 2014-2020 con le “leggi di
settore”, per le quali Confartigianato auspica un rinnovato impegno
da parte della Regione. Oltre all’integrazione tra i diversi fondi,
Mameli ha espresso apprezzamento per il principio della
“concentrazione”, riferita alle risorse e ai procedimenti ma che non
deve tradursi anche nella concentrazione dei soggetti beneficiari.
«La nuova programmazione – ha aggiunto il rappresentante di
Confartigianato – deve essere a misura delle Pmi (bandi
comprensibili e accessibili) e dovrà incidere per la soluzione del
problema dei problemi delle piccole e medie imprese, che è
rappresentato dall’accesso al credito». Per quest’ultimo aspetto la
proposta riguarda la valorizzazione dei Confidi nel loro ruolo di
sostegno e accompagnamento alle attività meritevoli di garanzie.
L’ulteriore sottolineatura riguarda l’obiettivo tematico 11 del
documento di programmazione unitaria, che attiene la burocrazia
(«ulteriore elemento critico per le Pmi»). Gli altri argomenti
trattati nel corso dell’audizione hanno riguardato: la
territorializzazione con riferimento all’”investimento territoriale
integrato” (Iti) che sarà utilizzato per lo sviluppo dei tre centri
urbani di Cagliari, Sassari e Olbia ma che, a giudizio di Mameli,
può essere rivolto ad altre aree e alle zone interne; l’istruzione
(«serve collegare scuola, formazione professionale e mondo del
lavoro») e la filiera dell’edilizia sostenibile («in Sardegna è
possibile reperire il know how che parte dalla progettazione di
tecnologie e materiali green fino alla loro produzione e
collocazione nei mercati anche extraeuropei»).
Il responsabile delle relazioni esterne e dell’area legislativa di
Legacoop, Luigi Piano, ha affermato di condividere «i contenuti e le
modalità attuative della programmazione unitaria 2014-2020
prospettate dalla Regione», prima di procedere con alcune
considerazioni di merito su obiettivi ed azioni. Legacoop ha
espresso una valutazione positiva per le risorse dislocate sui tre
fondi comunitari, Fesr, Fse e Feasr per gli obiettivi tematici
riferiti «alla competitività del sistema produttivo; tutela e
valorizzazione delle risorse ambientali e culturali, nonché sul
complesso delle azioni attivabili su occupazione, inclusione sociale
e formazione». Una particolare considerazione è stata rivolta
all’obiettivo tematico 11 (qualità istituzionale) che a giudizio di
Piano «rappresenta il vero obiettivo discriminante rispetto alla
possibilità di raggiungere livelli soddisfacenti nella
pianificazione delle risorse comunitarie». Per quanto attiene i
risultati attesi dal nuovo ciclo della programmazione, a giudizio di
Legacoop, è necessario passare da analisi e verifiche di tipo
quantitativo (legate cioè alla quantità di risorse impegnate e
spese) a verifiche di tipo qualitativo (rendicontare quanti e quali
effetti la spesa ha prodotto nell’abbattimento delle criticità e nel
miglioramento delle condizioni di vita). Luigi Piano ha sottolineato
l’importanza delle azioni volte a potenziare il sistema delle
garanzie pubbliche del credito alle imprese ed ha auspicato che le
argomentazioni espresse dalle parti sociali trovino opportuna
valorizzazione in Consiglio regionale e che soprattutto si tenga
conto delle argomentazioni nella predisposizione dei bandi per
l’accesso alle risorse.
Le audizioni della commissione si sono concluse con l’intervento del
presidente di Confcooperative, Carlo Tedde, che dichiarando di
riconoscersi in molte delle argomentazioni illustrate dal collega di
Legacoop, ha evidenziato la necessità di garantire il collegamento
tra i fondi della nuova programmazione 2014-2020 e il bilancio della
Regione. «L’obiettivo della nuova programmazione – ha dichiarato
Tedde – deve essere quello di realizzare alcune azioni strategiche e
condivise». Rafforzare il sistema delle imprese, è la priorità
indicata da Tedde, insieme col rafforzamento delle competenze
manageriali e con le azioni che favoriscano l’accesso al credito, la
sburocratizzazione delle procedure e l’inclusione lavorativa.