CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XV LEGISLATURA
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Conferenza stampa dell’on. Modesto Fenu (Zona franca) e della dr.ssa Maria Rosaria Randaccio sulle problematiche della zona franca in Sardegna
Cagliari, 11 giugno 2014 - “Registriamo con
soddisfazione il parziale accoglimento delle nostre tesi da parte
della maggioranza e attendiamo di capire in concreto cosa emergerà,
a partire dal dibattito sulla nostra mozione in Consiglio
regionale.”
Lo ha dichiarato questa mattina in una conferenza stampa l’on.
Modesto Fenu (Zona Franca), all’indomani del vertice istituzionale
svoltosi in Prefettura a Cagliari sullo stato di attuazione dei
provvedimenti legislativi che riguardano l’istituzione della zona
franca o dei punti franchi in Sardegna.
“Il nostro invito – ha proseguito l’on. Fenu – è ad abbandonare i
pregiudizi e superare gli inutili conflitti fra sardi per ottenere
il miglior risultato possibile. Noi siamo convinti che il quadro
normativo nazionale ed europeo vada nella direzione della zona
franca integrale, cioè anche al consumo attraverso la cosiddetta
fiscalità di compensazione, come fattore di riequilibrio dello
svantaggio competitivo della Sardegna. Ci fa piacere che, ora,
autorevoli esponenti del centro sinistra condividano queste nostre
idee; da parte nostra ci dichiariamo disponibili a partecipare a
tutti i tavoli tecnici che la Regione vorrà attivare, per dare il
nostro contributo propositivo.”
Vogliamo però mettere l’accento su un dato, ha concluso Fenu:
“Quando parliamo di zona franca intendiamo una zona integrale estesa
a tutto il territorio regionale mentre le zone intercluse, cioè
delimitate dai confini dei porti o delle aree portuali,
richiederebbero la disponibilità di risorse pubbliche ingenti che
non ci sono. In altre parole significherebbe non fare nulla.”
Per la dr.ssa Maria Rosaria Randaccio, leader del Movimento Zona
Franca, “le zone intercluse sarebbero un grave danno per la Sardegna
perché provocherebbero quello che gli esperti chiamano l’effetto
ciambella, la concentrazione di consistenti flussi di popolazione ed
attività economiche attorno ai punti franchi ed il progressivo
spopolamento delle aree più esterne.”
La Sardegna invece ha bisogno, secondo Randaccio, “dell’esatto
contrario, di rimettere in moto la sua economia arginando il
fenomeno dello spopolamento. La zona franca integrale, del resto, è
prevista dall’art. 174 del Trattato di Lisbona, e la sua attuazione
darebbe ricchezza non solo ai sardi attraverso l’esenzione da dazi,
Iva ed accise, ma all’Italia ed all’Europa.”
Per le famiglie, ha ancora aggiunto l’on. Modesto Fenu, “si
tratterebbe di un risparmio medio di circa 260/500 euro al mese,
3000/5000 euro l’anno che per la Sardegna significherebbero rilancio
dell’economia, più benessere per i cittadini, più consumi interni,
più opportunità di studio e lavoro per i giovani. Si può fare. Non
vorremmo, invece, che le aziende sarde, già stremate dalla crisi,
fossero costrette a de- localizzare andando a insediarsi magari
nella zona franca di Tunisi, come qualcuno ha maldestramente
suggerito.”
(Af)