CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XV LEGISLATURA
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Riforme. Audizione in Commissione “Autonomia” di Confindustria, Confapi e rappresentanti della cooperazione
Cagliari, 10 giugno 2014 - Con l’audizione dei
rappresentanti del mondo delle imprese e della cooperazione si sono
concluse in serata le audizioni sulle riforme programmate per questa
settimana dalla Prima Commissione permanente del Consiglio
regionale.
In apertura del suo intervento, il presidente di Confindustria
Sardegna Alberto Scanu ha espresso un giudizio positivo sulla
direzione presa dalla riforma nazionale orientata verso l’abolizione
del bicameralismo perfetto. Fondamentale per Scanu anche il progetto
di revisione del Titolo V della Costituzione. “Nel 2001 – ha detto
il rappresentante degli industriali – abbiamo assistito alla riforma
federalista che non ha portato benefici alle imprese”. Durissimo il
giudizio sull’utilizzo della specialità in Sardegna: “per oltre 60
anni l’autonomia è stata utilizzata in modo distorto – ha affermato
Scanu - anziché favorire lo sviluppo ha garantito il sottosviluppo”.
Secondo il presidente di Confindustria, sarebbe un bene sopprimere
la potestà legislativa concorrente su alcune materie come la sanità,
l’energia e i lavori pubblici e riportare la competenza esclusiva
allo Stato”.
Altra riforma urgente, per Scanu, è quella della macchina
amministrativa regionale. Confindustria – ha detto il presidente – è
da sempre contraria ad una proliferazione di enti. Serve una
ricognizione sulle società in house e sugli enti strumentali della
Regione, spesso inutili e dannosi per il sistema delle imprese.
Scanu ha poi auspicato un riordino degli enti locali. “In Sardegna –
ha detto – il 65% dei comuni sono sotto i cinquemila abitanti.
Impensabile andare avanti senza un’aggregazione dei servizi”. Ultimo
cenno, infine, al metodo con cui avviare la stagione delle riforme:
“Bene l’Assemblea Costituente se non si trasforma nell’ennesimo
carrozzone. Pensiamo ad un organo formato dalle migliori e
qualificate competenze della società civile. In ogni caso - ha
concluso Scanu – i tempi per procedere alle riforme non devono
superare i sei mesi”.
Maurizio De Pascale, presidente di Confindustria Cagliari, ha
focalizzato la sua attenzione sul tema della razionalizzazione del
sistema pubblico. “Spesso – ha detto – assistiamo ad una
duplicazione di competenze e funzioni. Tutto questo va a danno delle
imprese e di chi produce. Nel settore dell’edilizia, per esempio,
sarebbe utile l’istituzione di una centrale unica per gli appalti”.
Secondo De Pascale, è necessaria in Sardegna “una svolta culturale
che consenta all’apparato produttivo isolano di poter contare su
regole e tempi certi”. Il rappresentante di Confindustria ha infine
parlato di riordino degli Enti Locali: siamo favorevoli
all’abrogazione delle provincie, prima però occorre capire a chi
andranno le funzioni”.
Il presidente di Confindustria Nuoro e Ogliastra Roberto Bornioli,
pur ritenendo ineludibile il processo riformatore, ha evidenziato il
rischio che le spinte accentratrici possano ulteriormente
penalizzare le zone interne della Sardegna. “Il territorio del
nuorese è stato smembrato con la nascita delle nuove province,
adesso si pensa a una razionalizzazione che potrebbe accentrare
competenze e funzioni alla Regione. Noi crediamo invece utile un
decentramento amministrativo. Da tempo – ha concluso Bornioli –
chiediamo di portare alcuni assessorati, come quello dell’Ambiente,
a Nuoro”.
Enrico Gaia, responsabile dei rapporti istituzionali di Confapi, si
è detto favorevole al superamento della potestà concorrente su
alcune materie riportandole nella sfera legislativa statale. Per
Gaia, l’imperativo categorico è rappresentato dall’urgenza di
procedere ad una semplificazione della macchina amministrativa e ad
una drastica riduzione del peso della burocrazia. “La duplicazione
delle competenze è deleteria per lo sviluppo – ha detto il
rappresentante di Confapi – molte società in house della regione
hanno prodotto molte perdite e nessun vantaggio per le imprese”.
Claudio Atzori, presidente regionale di Legacoop, ha presentato alla
Commissione una richiesta formale perché nella revisione del nuovo
Statuto sia riconosciuta la funzione sociale delle cooperazione così
come stabilito dall’art.45 della Costituzione. “Altre regioni lo
hanno previsto nei loro Statuti - ha detto Atzori – è giusto che lo
faccia anche la Sardegna”. Tra le richieste, anche l’introduzione di
una norma che assegni alla Regione la competenza sul procedimento di
revisione per le cooperative, oggi riservato allo Stato:
“garantirebbe risorse aggiuntive al bilancio regionale e
procedimenti più snelli per le imprese”. Dal rappresentante di
Legacoop, infine, la sollecitazione per uno snellimento della
macchina amministrativa “commisurata alla popolazione a al sistema
economico regionale” e la creazione di una “stazione unica per gli
appalti” che assicurerebbe gare certe, regolari, trasparenti e
controllate.
Sergio Cardia, presidente di Agci Sardegna, ha sottolineato la
necessità di una riforma complessiva della Regione. Non solo Statuto
ma anche Legge statutaria, riorganizzazione della macchina
amministrativa e riordino degli Enti Locali. “La sovrapposizione di
competenze frena lo sviluppo – ha detto Cardia – per far ripartire
le imprese serve oggi una semplificazione legislativa e un
alleggerimento della burocrazia”. Da Cardia è poi arrivata una
sollecitazione per l’istituzione dell’Agenzia regionale delle
entrate, “uno strumento che ribalterebbe il rapporto finanziario con
lo Stato”. Giudizio positivo, infine, sull’ipotesi di istituire la
Città Metropolitana di Cagliari.
Per Carlo Tedde, presidente di Confcooperative, occorre fare un
riflessione profonda sul nuovo modello di sviluppo da proporre per
la Sardegna. “In questo contesto il ruolo delle cooperative sarà
sempre più importante, il mondo va verso un concetto di profitto
funzionale al benessere dei territori e dei cittadini”. E’
necessario dare più valore alle imprese – ha aggiunto Tedde –
l’azione della Regione e dello Stato deve essere di supporto e non
di mero controllo. “Se non ci sarà un cambio di rotta il sistema
produttivo isolano è destinato al collasso”.
I lavori della Commissione proseguiranno martedì prossimo. (PSP)