CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XV LEGISLATURA
***************
Riforme. Audizione in Commissione “Autonomia” dei parlamentari sardi Emanuele Cani (Pd), Romina Mura (Pd), Francesco Sanna (Pd), Pierpaolo Vargiu (Riformatori), Luciano Uras (Sel), Roberto Cotti (M5S) e Ignazio Angioni(Pd)
Cagliari, 6 giugno 2014 - Con l’audizione dei
parlamentari sardi Emanuele Cani (Pd), Romina Mura (Pd), Francesco
Sanna (Pd), Pierpaolo Vargiu (Riformatori), Luciano Uras (Sel),
Roberto Cotti (M5S) e Ignazio Angioni (Pd) si è conclusa in serata la
maratona sulle riforme della Prima Commissione permanente del
Consiglio regionale.
Dai deputati e senatori sardi sono arrivate informazioni utili
sull’iter parlamentare della proposta di riforma del Titolo V della
Costituzione e alcune valutazioni di merito su come procedere nel
confronto con lo Stato.
Roberto Cotti, senatore del Movimento Cinque Stelle e componente
della Commissione Bicamerale per gli Affari Regionali, dopo aver
informato l’organismo consiliare sui lavori svolti in questi mesi,
ha manifestato una forte preoccupazione per la direzione presa dalla
riforma. “Le autonomie sono a rischio – ha detto Cotti - la modifica
dell’art.117 del Titolo V prevede l’eliminazione della potestà
concorrente Stato-Regione e un assorbimento di competenze da parte
dell’amministrazione centrale. La norma riguarda le regioni a
statuto ordinario ma potrebbe poi estendersi a quelle a statuto
speciale. La Sardegna deve rivendicare la natura pattizia del suo
Statuto per impedire procedure di modifica senza il suo assenso”.
Per Romina Mura, deputato del PD, l’attuale fase
politico-istituzionale deve essere “necessariamente costituente” se
si vuole restituire autorevolezza alle istituzioni. L’esponente del
Partito Democratico ha sottolineato la necessità di riflettere sulla
mancata attuazione dello Statuto: “l’Autonomia – ha detto Mura – si
difende utilizzando le prerogative che discendono dalla specialità”.
Mura ha poi evidenziato i mutamenti della società sarda durante i 60
anni di autonomia: “Oggi la Sardegna non ha più la stessa
popolazione e la stessa organizzazione politica. Eppure nulla è
cambiato. Serve un riordino degli enti locali, la specialità si
tutela non solo con le rivendicazioni nei confronti dello Stato ma
anche declinandola nel territorio. La riforma – ha concluso Mura -
dovrà inoltre tener conto del peso dell’Europa nelle scelte delle
regioni”.
Luciano Uras, senatore di Sel, ha incentrato il suo intervento sulla
necessità di studiare un impianto normativo che consenta di
riformare le istituzioni e avvicinarle ai bisogni della gente. “Oggi
ha detto Uras – si scontrano due visioni: una centralista (che
prevede interventi anticrisi pensati a livello internazionale e
insensibili ai bisogni delle persone e delle comunità), e una
localista (attenta ai luoghi e allo sviluppo armonico dei
territori). Noi preferiamo la seconda”. Secondo Uras, spetta alle
autonomie locale arginare la deriva speculativa-finanziaria. “Se si
vuole questo non ci si può accontentare di utilizzare la legge
statutaria per ampliare gli spazi della specialità. Serve una nuova
fase costituente – ha concluso Uras – che veda il popolo sardo
protagonista”.
Emanuele Cani, deputato del Pd, ha escluso una volontà accentratrice
del Governo Renzi. “La riforma del Titolo V della Costituzione – ha
detto Cani – arriva nel momento giusto e rappresenta una grande
opportunità per riformare e accrescere la nostra specialità”.
L’esponente del Partito Democratico ha definito “urgente la
riorganizzazione della macchina amministrativa regionale se si vuole
recuperare credibilità e presentarsi con le carte in regola al
confronto con lo Stato”. Per Cani, occorre costruire un rapporto
paritario con il Governo e ridefinire le relazioni con Bruxelles .
“Per la sua posizione strategica nel Mediterraneo la Sardegna può
ritagliarsi un ruolo di rilievo nell’Europa del futuro”.
Francesco Sanna, deputato del Pd, non ha negato il clima sfavorevole
in Parlamento nei confronti delle regioni a statuto speciale. “Per
questo – ha detto – occorre porsi in modo diverso nei confronti
delle istituzioni nazionali”. Sanna ha ricordato gli errori fatti in
passato e le troppe assenze della Regione nei momenti di confronto
con lo Stato. “In questa fase – ha detto il deputato del Pd – serve
credibilità, presenza e razionalità. Non servono le battaglie
distruttive”. In passato – ha affermato Sanna – “abbiamo avuto
diverse opportunità che non siamo riusciti a sfruttare”. Spesso
l’input per il cambiamento è arrivato da Roma, come nel caso della
modifica alla legge elettorale. Eppure “non siamo riusciti a far
valere la nostra specialità rinunciando ad inserire in quella legge
il principio della rappresentanza dei territori più deboli e la
norma sulla parità di genere. L’Autonomia può essere rafforzata – ha
concluso Sanna – ma molto dipende da noi”.
Pierpaolo Vargiu – deputato di Scelta Civica-Riformatori – ha
invocato un intervento sui regolamenti interni delle istituzioni per
renderle più efficienti e al passo con i tempi. Per Vargiu è inoltre
urgente procedere a un riordino degli enti locali. “Il Consiglio –
ha detto il deputato dei Riformatori – non ha dato ancora attuazione
al referendum del 2012 che ha abolito le province”. Da Vargiu anche
una sollecitazione a tenere la barra dritta sulla difesa dei diritti
“Gli accordi si rispettano. Male ha fatto la Regione a non ricorrere
alla Corte Costituzionale contro l’impugnazione della norma sulle
accise da parte del Governo”. Sul metodo con cui avviare le riforme,
Vargiu ha ribadito, infine, la posizione del suo partito
sull’Assemblea Costituente “unico strumento che assicura la
partecipazione e il consenso popolare”.
Ignazio Angioni, senatore del Pd, ha espresso apprezzamento per
l’orientamento della Commissione sul fronte della semplificazione
amministrativa. A distanza di 20 anni dalla legge Bassanini e di 13
anni dalla riforma del Titolo V della Costituzione il sistema si è
quasi bloccato. Occorre rimuovere gli ostacoli burocratici che
frenano lo sviluppo”. Secondo Angioni, restituire potestà esclusiva
allo Stato su alcune materie come l’energia e il lavoro non
rappresenterebbe un fattore negativo per la Sardegna. “Non tutto
quello che si ha in carico si trasforma in attività virtuose – ha
detto il senatore del Pd – la potestà concorrente ha, in molti casi,
appesantito il sistema Paese. Posizioni solo difensive – ha concluso
Angioni – rischiano di far perdere terreno all’Autonomia. La
Sardegna dovrà individuare altre ragiooni per rivendicare una
specialità più moderna, capace di rappresentare gli interessi
diffusi”.
I lavori della Commissione proseguiranno lunedì 9 giugno. Alle 10 è
in programma l’audizione di altri parlamentari sardi. Nel
pomeriggio, alle 16, saranno invece sentiti i rappresentanti di
Cgil, Ugl e Uil. (PSP)