CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XV LEGISLATURA
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Riforme. In Commissione “Autonomia” gli ex presidenti della Regione Pietro Soddu e Angelo Roich.
Cagliari, 4 giugno 2014 - Gli ex presidenti della
Regione, Pietro Soddu e Angelo Roich, sono stati sentiti nel
pomeriggio dalla Prima Commissione del Consiglio regionale
nell’ambito delle audizioni programmate sul tema delle riforme
istituzionali.
Pietro Soddu (sette volte alla guida della Regione dal 1972 al 1980)
non ha nascosto le sue perplessità sul metodo di consultazione
adottato dalla Commissione. “In questo momento di delegittimazione
della politica – ha detto Soddu – sarebbe necessario portare la
discussione fuori dal palazzo. In Europa, basta pensare a ciò che
succede in Scozia, Spagna e Francia, sul tema delle riforme si
ricorre sempre più frequentemente ad un pronunciamento diretto del
corpo elettorale. Questo aspetto in Sardegna sembra trascurato
nonostante la presenza di forze sovraniste e indipendentiste in
Consiglio regionale”.
Soddu ha poi puntato l’attenzione sulla riforma costituzionale
avviata dal Governo e orientata verso una “visione centralista”. Il
Consiglio, secondo l’ex presidente della Giunta, deve avere più
coraggio, servono strumenti più forti della mera consultazione. “Più
sovranità e meno autonomia” - ha detto Soddu - rispolverando un suo
vecchio slogan. “La nuova questione sarda deve fondarsi su tre
elementi: modernità, identità e cittadinanza. La Sardegna – ha
sottolineato - non può rinunciare a un nuovo processo di
modernizzazione, a una partecipazione attiva al grande cambiamento
in atto a livello globale e a capire come difendere le radici
profonde della sua identità”. Sul concetto di cittadinanza, Soddu ha
ricordato che lo Statuto “è frutto della Costituzione italiana. Lo
Stato, cento anni dopo la fusione perfetta del 1848, ha restituito
alla Sardegna una forma, seppur parziale, di autogoverno. Rinunciare
alla Costituzione sarebbe un’impresa ardua, la cittadinanza non si
può buttare a mare”.
Sul nuovo modello di sviluppo, Pietro Soddu ha ribadito la necessità
di puntare ancora sull’industria, moderna e tecnologicamente
avanzata. “Non conosco modelli di sviluppo che possano fare a meno
delle attività industriali. Impossibile dare risposte solo con il
turismo o il settore primario”. Ampi margini di intervento esistono
invece in agricoltura: “in questo settore – ha detto Soddu - il
Piano di Rinascita non ha avuto piena attuazione. Si sono create le
infrastrutture, con le dighe e i canali di irrigazione, ma non si
sono ottenuti risultati, mentre le industrie hanno prodotto
ricchezza per 40 anni”.
Per Angelo Roich, presidente della Giunta dal 1982 al 1984,
l’attuale legislatura si giocherà sul tema delle riforme. Una
questione decisiva per l’Isola in un’epoca che vede gli spazi delle
Regioni appiattiti dalla globalizzazione e la sovranità degli Stati
ridimensionata dall’invadenza dell’Unione Europea. Per questo,
secondo Roich, occorre procedere a una revisione dello Statuto senza
cambiarne i principi e i valori. “Non si deve correre il rischio di
un declassamento della Carta costituzionale della Sardegna. Il nuovo
Statuto può creare un’autonomia rinnovata, fondata su un nuovo patto
con il parlamento italiano e con quello europeo. Ma un patto
federativo sarebbe riduttivo senza un’intesa tra le Regioni a
Statuto Speciale e l’Unione Europea”.
Sul metodo con cui riscrivere lo Statuto, Roich ha sottolineato la
centralità del Consiglio regionale esprimendo perplessità sul
ricorso all’Assemblea Costituente. “Quest’ultimo organismo avrebbe
un valore importante se eletto dal popolo, ma è un percorso
difficile perché si potrebbe creare un conflitto con il Consiglio”.
Secondo l’ex presidente della Regione, “una soluzione potrebbe
essere quella di una Consulta da affiancare alla Commissione
Autonomia”.
Il nuovo Statuto, ha proseguito Roich, “deve rappresentare la
sintesi delle culture, della storia di un popolo e della sua
spiritualità. L’unità dei sardi deve ritrovarsi nei principi e nei
valori fondamentali, primo fra tutti quello dell’autogoverno”. In
questa battaglia, secondo l’ex presidente, la Sardegna non sarà sola
ma potrà contare sull’appoggio di altre nazioni senza Stato, come la
Catalogna, la Navarra, i Paesi Baschi, la Galizia e la Scozia.
L’obiettivo deve essere quello di un’Europa dei popoli e delle
piccole patrie”.
Roich ha infine suggerito alla Commissione di non rinunciare ad
alcuni contenuti dello Statuto. “La previsione dell’articolo 13 sul
Piano di Rinascita è un unicum giuridico - ha detto Roich - da
difendere per il solo fatto che sancisce la parità tra Stato e
Regione”. Da rispolverare anche la norma sull’istituzione dei punti
franchi. “Questa ipotesi non sarebbe guardata con sfavore
dall’Europa – ha sottolineato l’ex presidente della Regione - la
Sardegna ha infatti una posizione strategica nel Mediterraneo,
l’istituzione di punti franchi in tutte le zone industriali
aprirebbe prospettive straordinarie di sviluppo e di occupazione per
i giovani”.
I lavori della Commissione proseguiranno domani mattina con le
audizione degli ex presidenti della Regione e del Consiglio
regionale Antonello Cabras, Italo Masala, Felicetto Contu, Lello
Mereu e Giacomo Spissu.(PSP)