CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

------------------------------------

Nota stampa
della seduta n. 379 del 31 gennaio 2013

------------------------------------

Legge elettorale, prosegue la discussione con gli interventi dei capigruppo. Domani alle 10 il Consiglio si riunirà ancora

Sotto la presidenza dell’on. presidente Claudia Lombardo sono ripresi al pomeriggio i lavori dell’Aula, impegnata con la discussione della legge elettorale ai sensi dell’articolo 15 dello Statuto speciale.
Il primo a parlare, sull’ordine dei lavori, è stato l’assessore agli Enti locali l’on. Nicola Rassu, che ha chiesto che l’Aula esamini con procedura abbreviata per il dl 481. L’Aula si è espressa a favore della riduzione dei termini.
L’on. Cuccureddu (Mpa) ha preso la parola sulla legge elettorale e ha detto: “Non penso che questo tema interessi poco i sardi. Mi auguro che lo stralcio fatto ieri non significhi buttare a mare il lavoro di un anno in materia di riforme. Se vogliamo salvare la democrazia dalla demagogia, da chi ha in spregio gli eletti, bisogna necessariamente avvicinare i cittadini, attraverso i Comuni, alle decisioni quotidiane. E bisogna ripensare poi il potere della democrazia rappresentativa. Se fallisce la legislatura su questo tema non è un fallimento della maggioranza Cappellacci ma di ciascuno di noi”.
L’oratore ha poi proseguito sul sistema della doppia preferenza ricordando “quante distorsioni in passato si sono verificate per colpa delle preferenze multiple”.
E’ intervenuto anche l’on. Michele Cossa (Riformatori) che ha detto: “Prendiamo atto della nascita in quest’Aula di un fronte largo e consociativo teso a vanificare l’effetto dei referendum. Spesso sono stati approvati testi di dubbia se non certa illegittimità costituzionale. Dunque, l’argomento utilizzato ieri contro i referendum delle Province è pretestuoso e omissivo. Siamo convinti che il commissariamento sia l’unica strada percorribile perché non vediamo altra via per arrivare alla riforma. Se non fosse stato per i referendum, probabilmente sarebbe passata inosservata la decadenza della legge per la riduzione dei consiglieri regionali”. Nel merito della legge elettorale l’on. Cossa ha detto: “E’ alto il rischio denunciato dall’on. Maninchedda, quello di fare un pasticcio, a un sistema elettorale rappezzato”.
Per l’on. Uras (Sel) “questo è un argomento morto perché è diventato difficile organizzare attorno a un tema come questo un dibattito e una maggioranza privi di interessi di gruppo e non di interessi generali. Queste quattro norme non sono una grande cosa e sono anche obbligata. Fosse stato per me avrei cancellato questa aberrazione del presidenzialismo, che ha prodotto dieci anni di instabilità e di improduttività. Che ha prodotto a volte arroganza e non un coordinamento delle migliori qualità. Io avrei dato personalità propria al Consiglio regionale e una piena funzione di controllo dell’operato dell’esecutivo, libero dai condizionamenti del presidente pure eletto dal popolo”. L’oratore ha anche aggiunto: “Se fosse stato per me avrei fatto due liste, una di uomini e una di donne, garantendo l’elezione di una donna per ogni territorio, anche quello meno popolato”.
Per l’on. Giulio Steri (Udc) “è evidente che in questo scorcio di legislatura chi si batte ora per le riforme in realtà lo ha fatto per richiamare demagogicamente l’elettorato. Non perché si crede nelle riforme. Non si può salvaguardare la propria posizione, la propria rielezione e insieme perseguire l’interesse generale. Non siamo dunque riusciti a fare le riforme e dunque ora ci tocca questa legge necessitata. Grazie presidente Lombardo perché ieri, nonostante l’indegna gazzarra in Aula, lei è riuscita a far proseguire i lavori”. Nel merito della legge in discussione, l’oratore ha detto. “Il listino dei nominati viene eliminato ma sarebbe stato opportuno inserire invece un listino regionale di eletti con la preferenza”.
E’ intervenuto poi l’on. Pietro Pittalis (Forza Italia), che ha esordito: “Non aggiungo complessità a una materia già complessa. Però è chiaro che non si può procedere nel dibattito mettendo in primo piano il proprio tornaconto. Onorevole Floris, lei dai banchi dell’Aula ha detto delle cose politicamente agli antipodi. Se avesse detto le stesse cose da assessore alle Riforme sarebbe nato un caso politico. Noi siamo per rafforzare il bipolarismo e ricordiamo bene i sei governi del presidente Palomba”. Dopo la premessa e dopo aver invitato il presidente Maninchedda a ritirare le dimissioni, l’oratore ha aggiunto: “Aver stralciato alcuni punti dalla Statutaria non vuol dire aver ucciso la legge ma semplicemente aver posticipato la discussione di alcuni punti critici. Noi non abbiamo la soluzione, siamo aperti al confronto con tutte le forze politiche, concordando le soluzioni che rendano un sistema di regole per le legislature a venire. Noi siamo perché si mantengano le otto circoscrizioni elettorali, perché si elimini il listino dei nominati e perché la rappresentanza di genere sia garantita”.
L’on. Diana (Pd) ha ringraziato l’on. Cossa per i complimenti espressi sulle primarie del Pd ma ha aggiunto. “Non accetto però l’idea di far parte di un fronte consociativo per fermare le riforme. In maggioranza ci sono i Riformatori, non ci siamo noi: escano da un luogo di traditori, siano coerenti e permettano la fine dell’agonia di questa legislatura e della vostra inconcludenza. Noi non siamo corresponsabili di scelte che appartengono esclusivamente alla maggioranza. Noi siamo pronti a collaborare per concludere questo testo ma non c’entriamo nulla con la vostra inconcludenza. Noi siamo per l’elezione diretta, per la conferma del voto disgiunto e degli otto collegi. Siamo per una piena rappresentanza di genere, per il premio di maggioranza che soprattutto con la riduzione a sessanta consiglieri è necessaria. Dobbiamo invece discutere dello sbarramento di colazione e di lista, per puntare verso un bipolarismo più accentuato”.
Dopo l’intervento dell’on. Diana la presidente Lombardo ha dichiarato conclusi i lavori che riprenderanno domattina alle 10 con il Documento 33/A e la relazione della commissione di inchiesta sulla mancata applicazione delle leggi della Regione. (c.c.)