CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 361 dell'11 ottobre 2012
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Approvato l’ordine del giorno – voto sulla inaccettabile compressione dell’autonomia regionale e degli enti locali e le restrittive politiche in materia finanziaria adottate dal Governo con gravissime ricadute sul tessuto economico e sociale della Regione. Consiglio convocato per martedì alle 10,30.
Cagliari, 11 ottobre 2012 – Il Consiglio regionale ha approvato (presenti 62, votanti 62, si 61, 1 no) , con votazione per appello nominale, un ordine del giorno voto che vincola il Presidente della Regione a intraprendere e tenere viva un’azione conflittuale col Governo, contestando in tutte le sedi politiche e giurisdizionali le iniziative adottate e rivendicando la piena attuazione delle prerogative regionali riconosciute dalla costituzione e dallo statuto e, conseguentemente, a impugnare dinanzi alla Corte costituzionale tutti gli atti adottati. L’odg voto richiama un impegno forte dei rappresentanti eletti in Sardegna per sostenere e dare attuazione alle attese espresse dalla Regione. La seduta si è aperta questa mattina sotto la presidenza della Presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo. La Presidente, in apertura, ha comunicato all’Aula un rinvio fino alle 12 e 30 perché la commissione Bilancio era ancora riunita per esaminare la Risoluzione. Alle ripresa dei lavori la Presidente ha sospeso, nuovamente i lavori fino alle 15,30 per permettere alla commissione Bilancio di completare l’esame e l’approvazione della Risoluzione. Alle 15 e 30, alla ripresa dei lavori, è cominciato il dibattito sulla Risoluzione, licenziata dalla Terza commissione, con i tempi contingentati a 10 minuti per intervento. La prima a intervenire è stata l’on. Zuncheddu (Misto) che ha detto che la Sardegna deve respingere l’attacco al tessuto economico e sociale della regione. Dobbiamo opporci alle politiche di Bruxelles – ha aggiunto - dobbiamo passare velocemente a una stagione in cui il popolo sardo si impegna nella battaglia per la sovranità e per la indipendenza. I sardi devono essere coraggiosi respingere i tagli violenti di Monti e interpretare un nuovo percorso per non essere cancellati dalla Storia come popolo e come nazione. L’on. Bruno (Pd) ha chiesto la convocazione urgente , in Consiglio regionale, di un’assemblea straordinaria con tutti gli enti locali per esprimere una politica contestativa alla linea portata avanti dal governo nazionale. Stanno cancellando – ha aggiunto – la nostra specialità e la nostra autonomia, dobbiamo avere un sussulto di dignità e creare una mobilitazione del popolo. E’ in gioco il destino dei sardi. Per il vicepresidente del Consiglio quando si parla di accorpamento di regioni, di cancellare 60 anni di storia, quando si fa la semplificazione, quando si vuole ridurre gli interlocutori esiste un problema di democrazia. E’ pericoloso il periodo di neocentralismo che stiamo vivendo che, di fatto, riduce la democrazia. L’on. Cuccureddu (Misto) ha espresso parere favorevole all’approvazione della risoluzione che spero – ha detto - venga approvata all’unanimità. L’esponente dell’MPA ha espresso scetticismo sulla mobilitazione popolare: “oggi il 97% dei sardi sarebbe a favore dell’abolizione delle Regioni perché oggi c’è la tendenza a centralizzare a ogni livello. Se vogliamo essere coerenti non dobbiamo rivendicare il simulacro dell’autonomia ma dobbiamo pensare ad un sistema che avvicini il cittadino alla gestione della cosa pubblica. Solo così questa fase critica può trasformarsi in una vera fase costituente degli assetti organizzativi in Italia e in Europa”. Quindi, questa risoluzione non deve limitarsi a rivendicare poteri ma deve prevedere una cessione di sovranità a favore dei cittadini. Dunque, è necessario far dimagrire la regione, trasformandola in un organo che regola ma che non gestisce. Due sistemi: delegare ai comuni e attuare la democrazia elettronica, cioè il coinvolgimento diretto dei cittadini. L’on. G.V. Sanna (Pd) ha fatto notare le numerose assenze anche tra i banchi della giunta e ha detto che la classe dirigente deve reggere la deriva populista e forcaiola che dilaga. Noi – ha aggiunto – dobbiamo ragionare oltre questa deriva e questa facile emotività. In caso contrario non c’è ragione per stare in quest’aula. Noi dobbiamo difendere il disegno regionalistico perché è l’unico modo per avere una voce. La democrazia va difesa. L’on. Sanna ha fatto una proposta provocatoria: sforare il patto di stabilità. L’on. Franco Meloni (Riformatori) è stato molto critico: “non me la sento di condividere il grido di dolore che arriva da quest’aula e che, tra l’altro, non viene condiviso dai sardi. Il popolo è più condizionato dalle misure restrittive e dai provvedimenti giudiziari che dal fatto che lo Stato si riprenda qualche potere. Ho difficoltà a sottoscrivere questa Risoluzione. Siamo certi che siamo nella situazione etica di chiedere più autonomia e più soldi, per le regioni? Io non sono affatto stupito di questa ondata anti – regione che imperversa nel paese. Voterò a favore di questa mozione ma solo per disciplina di gruppo. E’ poi intervenuto l’on. Salis (Idv) che ha detto che il Consiglio regionale deve avere la forza di reagire per far fronte alle strumentalizzazioni che tendono a limitare la democrazia. Gli ultimi atti del governo nazionale sono un attacco inusitato da combattere in ogni modo. Noi sosteniamo con forza questa risoluzione perché è una battaglia necessaria per difendere l’autonomia e gli enti locali. La bandiera dell’autonomia della Sardegna non può essere ammainata neanche davanti a colpe che la politica può avere. Deve essere combattuto il chiaro disegno del governo Monti di esautorare il ruolo del parlamento e dei consessi democratici portando a restringere sempre più i gruppi di potere. L’on. Giacomo Sanna (psd’az) ha detto che ormai è arrivato il tempo di andare oltre l’autonomia, Ma la parola indipendenza fa ancora paura. Quest’isola ha necessità di una scossa forte per riprendere a credere in qualcosa. Sanna ha parlato di “colpo di stato” e di diminuzione di democrazia. E’ in atto un processo di strumentalizzazione fatto per cancellare la nostra identità. Noi dobbiamo far capire che non ci arrenderemo. Stiamo assistendo a un ritorno al passato dove la democrazia era un optional. L’on. Mario Diana (Sardegna E’ già domani) ha detto di essere in Aula come rappresentante del popolo sardo e che, in quanto tale, ha il dovere di difendere lo Statuto. Dobbiamo difendere – ha affermato - la specialità e l’autonomia della Sardegna. Per Diana l’architettura dello Stato disegnata nel decreto Monti è un vero “colpo di Stato”. Le nostre ragioni si possono far valere con la forza delle idee. Noi dobbiamo essere interpreti autentici di coloro che nel 1946 hanno fatto collocare la Sardegna in una situazione diversa dalle altre regioni. Noi siamo parte integrante della repubblica italiana che esiste anche perché esistono le regioni a statuto speciale. L’on. Dedoni (Riformatori sardi) ha detto che è necessario trasmettere la rabbia nella gente perché capiscano sino in fondo quello che si sta verificando. Contestiamo – ha affermato - il decreto Monti che vuole livellare il sistema istituzionale. Noi voteremo a favore ma è ora di aprire un dibattito per capire quale è la voglia di dare risposte al popolo sardo per il futuro della Sardegna. L’on. Uras (Misto) ha espresso la sua intenzione di difendere la Costituzione , e quindi il nostro Statuto , anche dall’aggressione di poteri dello Stato. Quale è il beneficio che noi abbiamo tratto dal governo Monti? Nessuno. Alcuni politici di altre Regioni rubano? La soluzione di Monti non è un procedimento giudiziario, ma l’abolizione della specialità della Sardegna. Questo governo nazionale non può utilizzare norme civetta sui costi della politica per nascondere il taglio dei servizi della sanità, dell’istruzione, della mobilità. L’on. Steri (Udc) ha detto che è in atto da tempo il tentativo di comprimere, anzi di sopprimere, le autonomie speciali. Quel rischio, paventato, ora ha avuto certezza. C’è una fortissima compressione, fatta con strumenti legislativi non idonei. Noi dobbiamo difendere la Costituzione e il nostro statuto da atti, come il decreto Monti, che condannano la Sardegna a una condizione di sottosviluppo. Noi non possiamo accettare queste norme. Ma cosa possiamo fare? Dobbiamo cercare tutti insieme di alzare forte la voce e di coinvolgere effettivamente tutte le forze sociali e politiche per far sentire la nostra voce a Roma. Noi siamo pronti a combattere per la Sardegna anche con un ricorso alla Corte costituzionale perché siamo dalla parte dei sardi. Per l’on. Pittalis (Pdl) è arrivato il momento di non ridurre tutto a una mera liturgia. Noi dobbiamo utilizzare questo momento per rigenerare la nostra autonomia senza perdere speranza e fiducia. Dobbiamo aprire un confronto con la classe politica del parlamento italiano. Noi chiederemo a tutti i deputati del PDL di votare contro questi provvedimenti anche se verrà posta la questione di fiducia. Questa richiesta dovrebbe essere fatta dal PD, dall’Idv, dall’Udc e da tutti i partiti che hanno rappresentanza in parlamento. Creiamo la convergenza per la tutela dei nostri interessi. Non possiamo consentire lo svilimento della nostra autonomia. L’on. Giampaolo Diana (Pd) ha detto che il Consiglio regionale deve respingere il tentativo di attacco all’autonomia. Le istituzioni sono alle prese con una crisi drammatica. Noi oggi siamo chiamati, per la parte che dobbiamo fare, a ricostruire un rapporto di fiducia tra istituzioni, forze politiche e popolo. Questa Risoluzione va bene, perché non si può fare di più ma non basta. Dobbiamo dimostrare ai sardi che lo statuto autonomistico e la specialità sono strumenti irrinunciabili per tutelare il popolo sardo. Non ci può essere nessun arretramento. Ci sono rappresentanti indegni? Devono essere cacciati e assicurati alle patrie galere ma non ci può essere cancellazione di impianti istituzionali perché non si ha la forza di eliminare il marcio. Non si può arretrare sulla qualità della nostra autonomia e specialità. Il Consiglio deve dimostrare che non siamo capaci solo di parole. Sfidiamo il presidente della regione, noi siamo pronti a sforare il patto di stabilità. Siamo pronti a correre quel rischio. Noi pensiamo che dobbiamo tenere alta la tensione. Nei prossimi giorni dobbiamo pensare a una mobilitazione di carattere istituzionale e sociale. Il vicepresidente della Regione Giorgio La Spisa ha detto che davanti all’azione fortemente orientata a cancellare l’autonomia delle regioni e in particolare delle regioni a statuto speciale la giunta continuerà a impugnare tutti gli atti legislativi che violano l’autonomia speciale. Va bene protestare per difendere questa terra da una deriva populista di una tecnocrazia che tende a creare il vuoto della politica ma oltre alla protesta è necessario un dibattito politico più approfondito per capire dove andrà la nostra autonomia. L’on. Giampaolo Diana (Pd) ha chiesto di trasformare la Risoluzione in Ordine del giorno voto e ha chiesto il voto per appello nominale. L’on. Giacomo Sanna (psd’az) ha detto che il psd’az non parteciperà al voto e che il gruppo presenterà una mozione sulla dichiarazione di indipendenza della Sardegna che porterà all’attenzione di quest’aula. L’on Cuccureddu (Misto) ha annunciato il voto a favore e ha ricordato quali sono le sanzioni di carattere comunitario e nazionale in caso di sforamento del patto di stabilità. Quest’arma – ha detto - bisogna sventolarla ma non applicarla perché gli effetti, in caso di applicazione, sarebbero disastrosi. L’MPA voterà no in parlamento al decreto Monti anche se dovesse essere posta la fiducia. L’on. Zuncheddu (misto)ha detto che voterà no alla risoluzione che non è adeguata. Oggi non è più tempo di difendere un’autonomia fallita. Dobbiamo intraprendere un percorso di rottura dai nostri carnefici, di autodeterminazione e che ci porti all’indipendenza. Il mio voto è di ribellione. L’on. Salis (Idv) ha affermato che questo Consiglio deve continuare nel lavoro di contenimento dei costi della politica. L’on. Steri (Udc) ha annunciato il voto a favore e ha proposto due modifiche alla Risoluzione –ordine del giorno voto. A pagina 2 anziché impegna, VINCOLA il Presidente della regione) e nel capoverso prima (alla fine) aggiungere le parole “e allo stato di insularità”. L’ordine del giorno voto è stato approvato con votazione per per appello nominale. Il Consiglio è stato convocato per martedì alle 10,30. All’ordine del giorno il DL 385 /A in materia sanitaria. FINE (R.R.)