CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 345 del 12 settembre 2012

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Vertenza industriale: discussione generale su mozioni e interpellanze.

Cagliari, 12 settembre 2012 – La seduta si è aperta sotto la presidenza della Presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo.
All’ordine del giorno la discussione generale sulle mozioni e sulle interpellanze che riguardano la vertenza industriale. In apertura dei lavori il Presidente del gruppo misto Luciano Uras ha chiesto la verifica del numero legale. I lavori sono stati sospesi per trenta minuti.
Alla ripresa è intervenuto l’on. Maninchedda (psd’az) che ha detto che gli attori in campo nella crisi industriale della Sardegna sono lo Stato e gli operai, la regione Sardegna è solo una comparsa. La Regione, per Maninchedda, ha fatto un errore politico grave: ritenere lo Stato e il governo italiano la soluzione per risolvere la vertenza. Invece, sono solo il problema. Per l’esponente sardista è necessario sottoporre a verifica la lealtà di Stato. La Sardegna – ha concluso - è uccisa dallo Stato che ci ha tradito. Questo Consiglio regionale si deve riprendere la sua sovranità.
L’on. Sechi (Misto) ha detto che è evidente che manca una strategia per affrontare questa terribile crisi “di Sardegna” . Sechi ha sottolineato le responsabilità del governo nazionale e dell’intera giunta regionale. E’ arrivato il momento – ha aggiunto - di una ribellione per far capire l’incapacità delle istituzioni a risolvere queste vertenze “spezzatino”. Queste vertenze devono essere ricondotte tutte a una generica “vertenza Sardegna”. Questa giunta cerca di sminuirle parcellizzandole, ma la vertenza è unica.
L’on. Lunesu (Pdl) ha espresso solidarietà a tutti i lavoratori che stanno lottando. Facendo particolare riferimento alla situazione di Ottana l’esponente del Pdl ha parlato di totale assenza di strategia da parte del governo nazionale. Se non vogliamo la morte del settore dobbiamo creare sinergia tra lavoratori, sindacati e politici. Alla politica è richiesta in questo momento grande compattezza.
Per l’on. Bruno (Pd) il dibattito è stanco. La Regione non è una “comparsa” come sostiene l’on. Maninchedda ma la Regione è “scomparsa” in questa vicenda. Bruno ha detto che quando lo Statuto non viene rispettato, non viene rivisto, non viene affrontato il problema del sistema pattizio con lo Stato, la Regione non c’è. Per il vicepresidente del Consiglio non ci si può più accontentare dei tavoli. C’è un’assenza di politica in questa Regione. Noi chiuderemo la legislatura sapendo che andremo alla deriva. Vogliamo riprenderci la sovranità – ha aggiunto - ma come, se non riusciamo neanche a fare le riforme in commissione?
L’on. G.V. Sanna (Pd) ha detto che questo dibattito è una “liturgia”. Voglio iniziare il mio intervento – ha affermato - portando la solidarietà ai disperati che non stanno nelle zone che hanno avuto sovvenzioni. E per cui non c’è un minimo pensiero, eppure la Sardegna sta morendo tutta. Ma la Regione cosa intende fare? Anche su Alcoa è sbagliata l’impostazione. La multinazionale sta chiudendo perché sta cambiando dislocazione, va a produrre dove conviene di più. Che interesse avrebbe a vendere gli impianti sardi a un possibile concorrente? In questa legislatura la maggioranza non ha fatto niente. E’ necessario oggi che questa giunta e il presidente della Regione vadano a casa. Il presidente della Regione ha “la sindrome dei tavoli tecnici”. L’unica compattezza oggi necessaria è per chiudere la legislatura.
L’on. Capelli (Sardegna è già domani) ha dato la sua disponibilità a iscriversi nella lista di chi vuole mandare il Presidente Cappellacci a casa. Questo “stanco” dibattito – ha aggiunto - è segnato dal silenzio della piazza. Via Roma è sgombra, nessuno viene a protestare sotto il Consiglio, perché anche i manifestanti hanno capito che il Consiglio non serve a niente. L’on. Capelli ha detto che non ci sono idee, non ci sono strumenti democratici. Come possiamo farci sentire? Io propongo all’attenzione dei segretari regionali dei partiti la sottoscrizione di un impegno di disertare le prossime elezioni per il Parlamento nazionale. Io sospendo il mio giuramento di fedeltà prestato in quest’aula nei confronti dello Stato e della Repubblica italiana. Io non faccio più parte di quella istituzione.
L’on. Zuncheddu (misto) ha detto che Cappellacci è incapace di risolvere il problema e il governo nazionale è disinteressato alle vertenze della Sardegna. L’unica risposta che il governo ha dato è la politica del “manganello”. La classe politica sarda deve essere più coraggiosa e capire che non è più tempo di avere risposte parziali. La risposta c’è: sono le bonifiche, la riconversione della nostra economia. Non si devono ricostruire gli imperi industriali. Senza perdere un posto di lavoro, bisogna imporre a queste multinazionali di pagare per le bonifiche. Il rilancio della nostra economia deve partire dalla riconversione. Per l’on. Zuncheddu sarebbe utile la costituzione di una commissione d’inchiesta sui finanziamenti alle industria.
Dopo la verifica del numero legale, il vicepresidente Cossa ha dato la parola all’on. Lotto (Pd) che ha parlato della questione E.on e di tutte le vertenze ancora aperte. Per Lotto la giunta è inadeguata e i problemi sono molto difficili. La nostra isola non si può permettere una simile inadeguatezza dell’esecutivo.
Anche per l’on. Barracciu (Pd) più che di “comparsa” si deve parlare di “scomparsa” della giunta regionale. Ci vogliono azioni serie e concrete. La giunta era troppo occupata a mistificare la realtà anziché tentare di risolvere i problemi. Dobbiamo recuperare il tempo perduto.
L’on. Vargiu (Riformatori sardi) ha ricordato la proposta di Maninchedda di andare a elezioni anticipate. Prima però è necessario cambiare il sistema assistenzialistico-burocratico- clientelare su cui si è retta la Regione fino al 2009. Il Palazzo deve cambiare il modello di sviluppo. Ci dobbiamo chiedere quale classe dirigente e quale modello di sviluppo dobbiamo avere. Noi Riformatori – ha sottolineato - siamo convinti che l’industria pesante non possa rappresentare il futuro per la Sardegna, non può essere il modello di sviluppo su cui si può investire. Non si può pretendere di mantenere in piedi il sistema clientelare assistenzialistico. Non siamo d’accordo.
Per l’on. Salis (Idv) il governo della Regione deve definire un percorso parallelo tra la necessità di difendere il modello di sviluppo che abbiamo e definirne uno nuovo. Si deve difendere il tessuto industriale che è indispensabile e può essere di sostegno a un nuovo processo legato alle risorse interne. Il governo nazionale non ha una politica industriale degna di questo nome. Per Salis bisogna intervenire sul settore delle bonifiche, perché in questo settore si possono recuperare posti di lavoro. Noi abbiamo bisogno di un governo regionale più determinato.
I lavori riprenderanno alle 16,30. (R.R.)