CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 311 del 17 marzo 2012

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Esame delle risultanze dell’Assemblea degli Stati generali convocati in attuazione dell’ordine del giorno n. 76 del 14 febbraio 2012 . I lavori riprendono martedì 20 marzo alle ore 17.

Cagliari, 17 marzo 2012 - I lavori si sono aperti sotto la presidenza della Presidente Claudia Lombardo. All’ordine del giorno il dibattito sui risultati dell’Assemblea degli Stati generali del Popolo sardo che si sono tenuti ieri in Consiglio regionale.
Il primo ad intervenire è stato l’on. Pierpaolo Vargiu (Riformatori) che ha detto che dopo le prime perplessità sugli Stati generali si è ricreduto sull’utilità dell’assemblea di ieri. Per vari motivi: il primo è che nella stragrande parte degli interventi tenutosi c’è la consapevolezza che la Sardegna sta attraversando un momento straordinario. Il secondo elemento è che esiste una volontà di unità diffusa. Noi Riformatori – ha detto Vargiu - sosteniamo che l’unità di intenti sia una precondizione. Dai discorsi di ieri – ha proseguito Vargiu – è emerso che esiste il problema della burocrazia che rallenta lo sviluppo. Bisogna capire se c’è un’inadeguatezza in questo Palazzo.
L’on. Ben Amara (Misto) ha detto che è arrivata l’ora delle risposte per dare avvio a una nuova fase di crescita che parta dalla Vertenza entrate per finanziare un nuovo Piano di rinascita. La politica – ha concluso - non consiste nell’essere ma nell’operare.
L’on. Soru (Pd) ha detto che non aveva grande aspettativa sui lavori degli Stati generali e di essere rimasto “impressionato” dalle conclusioni del Presidente della Regione. Quello che è emerso nelle conclusioni è che la Sardegna è allo sfascio ma i mali sono antichi. Ma le colpe non sono di tutti, ognuno deve prendersi le proprie responsabilità. Oggi la situazione è grave, ma avrebbe potuto essere meno grave se non ci fosse stata una volontà di frattura e di demolizione di tutto quello fatto dagli altri, dalle cose insignificanti alle cose più importanti. La situazione è grave, ma sarebbe stata meno grave con 5 miliardi in più da spendere e se lo Stato avesse continuato a rispettare le norme dello Statuto. Nella sua sintesi- ha proseguito Soru - il presidente della Regione ha detto “abbiamo una possibilità straordinaria perché abbiamo il governo Monti” . E’ impressionante che si i affermi questo dopo anni che il presidente della Regione ci ha detto che il meglio che ci poteva capitare era il governo Berlusconi.
L’on. Sabatini (PD) ha incentrato il suo intervento sulla Vertenza Entrate perché – ha detto - senza risorse non si possono affrontare altri temi. Se queste risorse non ci vengono riconosciute continueremo ad avere seri problemi. Noi più volte abbiamo ripetuto che ci vuole “unità”. Ma cosa significa unità? Esaltare ogni decisione che il presidente della Regione assume? Credo di no. L’unità non può essere tradotta in un sì alle decisioni del presidente. Unità vuol dire condivisione. L’articolo 15 del nostro Statuto elenca gli organi della Regione che sono allo stesso livello e hanno pari dignità. Credo che questo Consiglio debba portare avanti una attività in piena autonomia. Partendo dall’obiettivo di risolvere la Vertenza Sardegna.
L’on. Maninchedda (Psd’az) ha detto che la seduta di ieri è stata inutile perché non sono state prese decisioni. Maninchedda ha detto, da sardo, di opporsi all’oligarchia cattedratica del governo Monti e alle decisioni oligarchiche. Si oppone anche a chi crede, come molti parlamentari intervenuti ieri negli Stati generali, che ottenere quello che ci è dovuto dallo Stato sia una “concessione”.. Il regime fiscale che ci applica lo Stato è ingiusto e inefficace così come è stato definito dal presidente della Corte dei Conti. A una Italia che non rispetta la Sardegna non ci si può presentare con lo spirito della rivendicazione ma è necessario avviare una verifica dei rapporti di lealtà istituzionale, sociale e civile per sapere se lo Stato rispetta la Costituzione. Non è possibile creare un clima di collaborazione nazionale – ha aggiunto - senza prendere decisioni difficili. Quando finiremo di fare i bilanci fasulli? Quando semplificheremo le procedure? Quando metteremo mano al sistema della scuola e della formazione? La Sardegna ha bisogno di una squadra di persone capaci. O il prossimo presidente della giunta è espressione di un nuovo quadro politico o sarà solo “un gestore di macerie”.
L’on. Cucca (Pd) ha detto di aver apprezzato i lavori di ieri perché è emersa una coscienza collettiva. Siamo a un bivio, è indispensabile agire subito e bene. In tre anni di legislatura il Presidente della Regione ha affrontato i problemi in maniera troppo blanda. Per Cucca sulla vertenza entrate è necessaria la mobilitazione totale. L’esperienza ci ha insegnato – ha proseguito - che quando la battaglia è giusta la Sardegna è pronta a scendere in piazza. Oggi – ha concluso - mi aspetto dal presidente Cappellacci risposte esaurienti.
L’on. Sechi (Misto) ha detto di essere disponibile ad accogliere l’invito all’unità ma solo se esistono progetti. Per l’esponente di Sel la giornata di ieri è stata poco incisiva. Come è stata poco incisiva la comunicazione di Cappellacci che era vuota di proposte. Per Sechi l’unità è da farsi intorno al problema della Vertenza entrate, una battaglia che deve essere portata avanti con durezza perché i patti devono essere rispettati.
Per l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ieri si è visto lo “stato generale del degrado”, dell’”inadeguatezza della nostra autonomia”, degli Stati generali che hanno esaltato l’inadeguatezza della politica. Come possiamo oggi avere autorevolezza dopo l’operato di questo presidente e di questa giunta? Questo governo regionale è inerte. Anche le forze sociali dovevano dire “non vogliamo più parlare con questo governo che continua a non dare risposte”. Il problema delle risorse è un problema di moralità che si proietta nel futuro. Quindi, il giudizio politico è del tutto negativo perché si forma sui fatti (che non ci sono) e non sulle chiacchiere. Per Sanna il presidente Cappellacci non deve portare più gente al tavolo con il Governo, deve portare a quel tavolo le richieste. Nell’agenda ci sono due argomenti prioritari : le entrate e il patto di stabilità.
L’on. Bruno (Pd) ha sottolineato il vuoto politico, di strategie e di idee che sta contraddistinguendo questa legislatura che è nata dall’identificazione del rapporto tra il presidente Cappellacci e Silvio Berlusconi. Prima di affrontare un rapporto autorevole e organico con lo Stato – ha aggiunto - dobbiamo capire cosa siamo capaci di farenoi. La fase attuale deve essere caratterizzata dalla difesa della vertenza entrate. La situazione drammatica richiede interventi eccezionali. Non ci possiamo accontentare di briciole. Per l’on. Bruno la situazione può essere risolta solo tornando alle urne.
L’on. Capelli (Misto) ha detto che più che di “Stati generali” si dovrebbe parlare di “Stati sottufficiali”. Le parole più frequenti che sono state usate  ieri negli interventi – ha detto Capelli – sono state: “mancanza di autorevolezza e mancanza di progettualità”. Queste parole hanno lasciato il segno. Infatti, da ieri si sente solo la voce dell’opposizione. Oggi nessuno della maggioranza ha preso la parola a sostegno dell’azione dell’esecutivo. Perché questa azione non c’è. Capelli ha lanciato la proposta provocatoria di togliere la bandiera italiana da tutti gli uffici regionali per dare un segnale allo Stato che deve riconoscere alla Sardegna quello che le spetta. Il Consiglio – ha concluso - non può fare azioni singole in contrapposizione alla giunta ma ha la possibilità di sfiduciare il presidente della Regione.
Per l’on. Mariano Contu (pdl) gli Stati generali non devono essere una sceneggiata, i rapporti con il governo devono essere improntati sulla serietà e la politica non deve abdicare al suo ruolo. Per Contu un ordine del giorno sarebbe carta straccia, meglio un atto più incisivo, unitario, che cerchi delle soluzioni per affrontare il futuro.
L’on. Antioco Porcu (Pd) ha fatto rilevare la presenza in Aula del presidente Cappellacci ma l’assenza di molti assessori e la mancanza di interventi da parte della maggioranza. Cappellacci – ha aggiunto l’esponente del Pd - sembra un presidente che procede in solitudine con una maggioranza che sembra non credere nella forza ed efficacia di questa giunta. Porcu ha chiarito che l’opposizione non si tirerà indietro rispetto a una rivendicazione complessiva dei rapporti con lo Stato. Se il presidente della Regione vuole ripartire in maniera credibile deve riproporre con forza la Vertenza entrate. Ma lo deve fare non aprendo tavoli ma facendo applicare le norme. Nel caso non dovessero essere messe all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri si dovrà rimettere in discussione il patto costituzionale con lo Stato.
Per l’on. Agus (Pd) gli Stati generali di ieri sono stati un momento mesto. E’ stata solo un’elencazione di criticità consolidate. L’articolo 8 va rivendicato con forza. E’ questo il punto da cui si deve ripartire.
L’on. Stochino (Pdl) ha detto che gli Stati generali hanno fatto capire che la Sardegna vive una situazione drammatica e che in questa situazione drammatica il presidente Cappellacci sta cercando di rappresentare il popolo sardo, anche chiedendo l’aiuto di tutti. Questa è la porta aperta per poter costruire assieme quello che non siamo riusciti a costruire in trenta anni. Quindi, si apre un percorso nuovo. Tipo quello che ha aperto il governo nazionale che è composto da Pd, Pdl e terzo polo che hanno capito che quando i problemi sono importanti bisogna mettersi insieme.
L’on. Lotto (Pd) ha detto che la definizione “Stati generali” è impegnativa. C’è una crisi difficile, di efficienza e di efficacia. Una crisi rispetto alla quale questa maggioranza è inadeguata. Comunque, ha detto Lotto, non si può non apprezzare lo sforzo dei deputati, delle parti sociali che ieri hanno tentato di affrontare la situazione con delle proposte costruttive. Per Lotto il presidente Cappellacci, ieri e oggi, nella sua desolante solitudine (in pochi hanno ascoltato ieri, in pochissimi hanno parlato oggi) ha fatto emergere il “vuoto” dei palazzi sardi.
L’on. Salis (Idv) ha sottolineato l’importanza della giornata di ieri. Non si è trattato di una passerella, ma di una serie di interventi che hanno evidenziato le strategie per portare la Sardegna fuori dalla crisi. Adesso il presidente Cappellacci si trova davanti a un bivio: deve dimostrare ai sardi di essere in grado di portare la Sardegna fuori dalla crisi. Se non si dovesse riuscire ad avere un esito positivo sulla Vertenza Sardegna sarà meglio tornare alle urne.
Per l’on. Giacomo Sanna (Psd’az) gli Stati generali non dovevano essere convocati in Consiglio regionale e oggi si sta ripetendo qualcosa di negativo. Non c’è tensione, non c’è partecipazione, non c’è volontà di sacrificarsi. Esiste solo la volontà di “rimpallarsi” le responsabilità.
L’on. Dedoni (Riformatori) ha detto di intervenire con estremo imbarazzo per le assenze in aula. Stiamo vivendo una crisi gravissima, epocale. Se non ce ne rendiamo conto non siamo competitivi e siamo perdenti. Dobbiamo trovare un punto di unità. Questo Consiglio regionale non può dare nessuna speranza alla gente, facciamo un esame di coscienza per non andare alla deriva.
L’on. Uras (Misto) ha detto che gli Stati generali dovevano servire per parlare dell’ordine del giorno n. 76 ma tutti sono andati fuori tema. In questi due giorni si è parlato di tutto ma non di questo. Per Uras è necessario rimuovere il tavolo Stato-Regione e chiedere l’apertura di una conferenza dei servizi. E’ necessaria una mobilitazione generale attorno a questa richiesta. Il nostro popolo non ne può più. Se il presidente Cappellacci non ottiene risultati si deve dimettere.
L’on. Steri (udc) ha espresso perplessità sul dibattito che si è svolto in cui si doveva parlare della Vertenza Sardegna e dei contenuti da sottoporre al governo nazionale. Noi sosteniamo – ha detto Steri - con convinzione il Governo Monti perché non ci sono alternative. Noi abbiamo preso un impegno con questa maggioranza e manterremo fede agli impegni. Per Steri dal dibattito di ieri è emerso un segnale importantissimo: la volontà di unità. Ora bisogna vedere se questa unità c’è all’interno di quest’aula. Steri è convinto che è necessario arrivare a un odg congiunto. Per questo ha chiesto alla Presidente , alla fine dell’intervento dei capigruppo, di sospendere i lavori e rinviare a mercoledì con un ordine del giorno unitario.
E’ d’accordo anche l’on. Mario Diana (Pdl) che ha dichiarato, a titolo personale, il voto totalmente contrario all’ordine del giorno presentato dai sardisti. E’ un odg - ha detto - che distoglie l’attenzione e non fa chiarezza. Non si possono scaricare tutte le responsabilità su questo governo. Un odg deve essere concordato con gli stati generali del popolo sardo, quindi non si può votare oggi. Non servirebbe a niente.
L’on. Giampaolo Diana (pd) ha ricordato che gli Stati generali sono stati convocati perché negli ultimi quattro mesi ci sono stati due scioperi generali di Cgil Cisl e Uil, fatto mai avvenuto prima. In questi mesi è aumentata la tensione sociale. L’isola è senza guida, gli Stati generali hanno la funzione di surrogare un governo che non c’è. Il presidente Cappellacci in questi anni ha avuto un atteggiamento dimesso e arrendevole, gli Stati generali li abbiamo fatti perché il presidente non ha portato avanti azioni di governo decise e autorevoli. Per Diana sulla vertenza entrate è necessario un tavolo politico, non tecnico. Il capogruppo del Pd ha concluso dicendo che se quella di oggi fosse stata una seduta ordinaria avrebbe presentato una mozione di sfiducia nei confronti del presidente Cappellacci.
Per il presidente della Regione oggi è stata un’occasione persa. Anziché dare soluzioni e fare proposte si prosegue in un clima di tensione e di divisioni. Speravo – ha aggiunto - che ci fosse condivisione, ma dal dibattito di oggi sembra che ci sia la volontà di rompere. Basta con le ipocrisie – ha aggiunto - presentate la mozione di sfiducia. Io continuerò a lavorare, continuerò a raccogliere gli appelli lanciati ieri, a elaborare i contributi concreti che serviranno a integrare le sette schede della giunta. Chi intende fare un percorso di costruzione è ben accetto, chi non vuole perde un’occasione. Rispetto alla mozione sardista non sono spaventato – ha aggiunto - i quattro mori non sono il simbolo di un partito ma qualcosa che sta nel nostro DNA.
Sono stati presentati due odg. Il primo (Giacomo Sanna e più) che delibera di avviare una sessione speciale di lavori per la verifica dei rapporti di lealtà istituzionale, sociale e civile con lo Stato che dovrebbero essere a fondamento della presenza e della permanenza della regione Sardegna nella Repubblica italiana. Il secondo (Uras e più) che impegna il presidente della Regione ad agire sul piano istituzionale, politico e legale, senza indugio alcuno, per far applicare l’articolo 8 dello statuto e per la convocazione di una “conferenza di servizio deliberativa” e perché provveda a promuovere una giornata di protesta contro il governo e a sostegno della ” vertenza Sardegna” dichiarandosi sin d’ora disponibile a rassegnare le dimissioni in caso di mancata positiva risposta dello Stato.
I lavori si sono conclusi. L’esame dell’ordine del giorno proseguirà martedì, 20 marzo, alle ore 17.