CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 291 del 1° febbraio 2012
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Disegno di legge 332/S/A Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2012). Il dibattito generale
Cagliari, 1 febbraio 2012 - La seduta si è aperta sotto la presidenza della Presidente Lombardo. L’assemblea ha quindi cominciato l’esame del punto all’ordine del giorno.
L’on. Giuseppe Luigi Cucca (Pd), in apertura, ha tenuto a precisare che “il lavoro svolto dalla Commissione ha dimostrato l’errata interpretazione dell’Assessore della Programmazione, secondo il quale la stesura della Finanziaria operata dalla giunta era la migliore possibile. E’ vero invece che anche la gestione coraggiosa del Presidente della Commissione ha cambiato in profondità struttura e contenuti del documento. La crisi che viviamo è la peggiore dal dopoguerra ad oggi. Le misure del Governo nazionale produrranno effetti positivi nel medio periodo ma non nel 2012, che sarà ancora un anno recessivo. Sarà così anche per la Sardegna la cui economia rallenterà in misura maggiore rispetto alla media nazionale, come dimostrano i casi Alcoa e Queen di Macomer”. Entrando nel merito della manovra, l’on. Cucca l’ha definita “non idonea e inadeguata dalla stessa maggioranza. D’altra parte occorre ricordare che il lavoro fatto non è sufficiente; serve un piano organico di politica industriale senza il quale si continuerà a disperdere risorse, un piano delle infrastrutture materiali e immateriali, un’azione più incisiva su ricerca e innovazione, un piano energetico, una forte azione di contrasto alla disoccupazione, superando la vecchia logica degli interventi-tampone, non molto diversa dalla pura assistenza. Serve una riforma del mercato del lavoro, focalizzando l’attenzione sul lavoratore per accompagnarlo verso una nuova occupazione e non sul singolo posto di lavoro”. Su questo, ha osservato l’esponente del Pd, “la Commissione ha perso una buona occasione non accogliendo l’emendamento del Pd che, con una spesa di 600 milioni in 3 anni, avrebbe avviato un ampio programma di opere pubbliche impiegando imprese locali. Su questo è auspicabile un ripensamento nell’interesse della Sardegna. Sulle entrate e sulla riforma del patto di stabilità, infine, i sardi hanno diritto di conoscere la verità. E’ il momento di far sentire con autorevolezza la nostra voce, lasciando da parte spot elettorali e fughe in avanti. Ritroviamo la migliore coesione del popolo sardo. Chi non è all’altezza si faccia da parte”.
L’on. Radhouan Ben Amara (Misto) ha criticato duramente la Finanziaria, “lontana dal difficile contesto economico che stiamo vivendo, incapace di programmare il futuro, di eliminare gli sprechi di un apparato inutile, di investire sui giovani e sulla cultura. Il vuoto del sapere non può essere compensato da nessun’altra cosa ed è un vuoto che fa molto male alla stessa democrazia”. Mancano inoltre, ha sottolineato Ben Amara, “strumenti per combattere efficacemente la disoccupazione ed il sottosviluppo intellettuale, fisico ed anche morale, non c’è una concreta prospettiva politica. La Finanziaria, dunque, deve essere profondamente cambiata per avere una autentica funzione nei tempi difficili che sta vivendo la Sardegna, nel senso di indirizzare più risorse verso l’istruzione, la formazione, la ricerca ed il mondo universitario, già messo in ginocchio dalla riforma Gelmini”. Si vuole continuare invece, ha lamentato il consigliere del gruppo Misto, “nel tentativo di gestire il sottosviluppo, dimenticando il vero potenziamento delle infrastrutture e abbandonando la logica delle incompiute, rilanciando il sistema dei trasporti e l’efficienza della pubblica istruzione, dimostrando una effettiva capacità di controllo sulla spesa della sanità dove c’è un surplus di personale amministrativo, mentre medici e paramedici fanno turni massacranti, e della spesa farmaceutica che vede la Sardegna ai primi posti in campo nazionale. Il turismo, di cui si parla come settore strategico, è in realtà sottovalutato, perchè non sa elaborare progetti capaci di accedere ai fondi europei. Il quadro generale, in definitiva, è quello di un pesante effetto depressivo per le fasce più povere e marginali della società sarda, aggravato dalla recente approvazione del cosiddetto fiscal compact sottoscritto due giorni fa da 25 paesi europei, che ha segnato una netta sconfitta politica del governo Monti e, soprattutto, il tramonto di ogni ipotesi di sviluppo del continente”. (A.F.)La presidente ha, quindi, dato la parola all’on. Renato Lai (componente della Commissione Bilancio - Pdl), che ha sottolineato come l’impostazione data alla Manovra sia stata oggetto di valutazioni discordanti, inizialmente, ma come in Commissione Bilancio ci sia stato un confronto costruttivo. L’on. Lai ha elogiato tutta la Commissione e il presidente Fois per aver utilizzato un metodo condiviso: “Abbiamo lavorato a tappe forzate, superando le prime posizioni critiche che hanno avuto il merito di stimolare una discussione che ha portato al testo oggi in esame”. Per quanto riguarda la questione delle entrate, secondo l’on. Lai “è un problema datato con responsabilità da dividere. Restiamo dell’avviso che sia fondamentale la definizione delle entrate”. Un’esortazione, quella dell’on. Lai accompagnata poi dall’apprezzamento per il lavoro portato avanti dalla Giunta regionale nel cercare di rispondere al meglio alle vertenze occupazionali e del lavoro. “Con questa Finanziaria abbiamo recuperato circa 140 milioni da utilizzare per contrastare le emergenze”. In particolare ha citato gli incrementi di spese previsti per i cantieri comunali e verdi, consorzi fidi, per la prosecuzione del Master ad back e il sostegno per le nuove e piccole imprese. Sono state anche mantenute le proposte della Giunta quali gli stanziamenti a sostegno delle famiglie, del sistema idrico integrato, della scuola e dell’università”. L’esponente del Pdl ha auspicato che l’interlocuzione costruttiva, che si è raggiunta in Commissione, non si chiuda con l’esame di questo testo ma continui. “Ognuno deve fare la sua parte, ma chiediamo alla minoranza di non avere atteggiamenti pregiudiziali”. Per quanto riguarda l’art. 1, l’on. Lai ha evidenziato come passo politico fondamentale quello di iscrivere in Bilancio i fondi che rivendica la Sardegna nei confronti dello Stato. Questo perché non iscriverli vorrebbe dire che “tali somme non spettano alla Sardegna”. “La somma è esigibile, visto che è stata già iscritta nel 2010 e il Bilancio è stato approvato dallo Stato”. L’on. Lai ha comunque dichiarato che il testo si può perfezionare con emendamenti, citando gli importanti interventi previsti per contenere la spesa sanitaria attraverso la responsabilizzazione dei Direttori generali delle Asl, e come di contro non ci siano stati tagli alle spese previste per il Piano straordinario per il lavoro, per il trasporto marittimo e aereo, per l’Università e la ricerca, ricordando che anche sulla metanizzazione sono state accantonate cifre importanti e che la Sardegna è ai primi posti tra le regioni italiane per la spesa pro capite del sociale. (E.L.N.)
L’on. Roberto Capelli (Api-Misto) ha esordito nel suo intervento con un apprezzamento per lo sforzo fatto in commissione e per l’obiettivo raggiunto riguardo alla decisione, per la prima volta da anni, di voler elaborare un documento finanziario puro. “D’accordo con l’assessore alla Programmazione Giorgio La Spisa avevamo deciso di seguire un nuovo percorso: non più una legge omnibus, carica di norme intruse, che cerca di dare a tutti quelle risposte piccole e grandi che l’azione legislativa del Consiglio non è riuscito a dare nel corso della legislatura”. “Ci siamo imposti di trattare gli aspetti esclusivamente finanziari, gli obiettivi principali di politica finanziaria – ha proseguito Capelli – e così abbiamo fatto cercando di rigettare le mille pressioni che importavano modifiche di altro tipo”.
La critica di Capelli però è andata all’altro obiettivo indicato nel percorso di formazione della Finanziaria, che si traduceva nell’elaborazione di riforme e leggi di settore che producessero soluzioni radicali e importanti delle emergenze che attanagliano la Sardegna. “Questi provvedimenti non ci sono stati in tutta la legislatura, non siamo riusciti a dare risposte sul lavoro, sulla continuità territoriale, sulla sanità”. “Continuiamo a rincorrere le emergenze – ha proseguito Capelli - a non seguire un programma che individui soluzioni delle problematiche che investono ormai da decenni la nostra società”. L’auspicio dell’esponente dell’Api è che l’Aula concluda l’esame della Finanziaria “in maniera veloce ma attenta e poi si volti pagina, si cambi il presidente che non è rappresentativo, autorevole e non ha idea di cosa sia necessario per la Sardegna”. (MP)
L’on. Carlo Sechi (Misto) ha premesso che “la Sardegna è una delle regioni più colpite dalla crisi e quindi qui appare particolarmente difficile trovare e dare risposte ai cittadini. L’industria è al collasso e lo stesso turismo ha perduto la sua spinta propulsiva, le famiglie hanno difficoltà crescenti, i centri storici dei paesi più piccoli si spopolano, l’occupazione è in caduta libera. Il quadro in cui ha lavorato la Commissione, insomma, era molto complesso ma ha prevalso la volontà comune di trovare risorse attraverso tagli alla spesa, forse troppo leggeri in qualche caso, per favorire la ripresa dell’occupazione, soprattutto quella giovanile che dovrebbe rappresentare la risorsa più preziosa della società sarda. Purtroppo questi giovani sono scoraggiati e disperati”. Passando all’esame di merito del bilancio, Sechi ha detto che “nonostante il lavoro prezioso della Commissione, resta un bilancio ridotto ed assorbito per oltre il 50% dalla sanità. Restiamo in affanno, insomma; non abbiamo sostenuto con convinzione il ruolo delle bonifiche, abbiamo tagliato sui fondi per le politiche abitative, la difesa del suolo, il trasporto pubblico locale e la rete viaria, la dispersione scolastica, l’università diffusa e perfino sulle scuole dell’infanzia, la manutenzione del patrimonio pubblico a cominciare dalle scuole. Tagli importanti che non possono essere compensati, poniamo, dal modesto aumento di risorse per il trasporto scolastico ma che lascia scoperto ad esempio, il problema degli alunni disabili. Non si può rimanere insensibili, di fronte a tutto questo, all’appello del collega Capelli sulla drastica riduzione di fondi per la pubblicità, un errore peraltro replicato su scala ridotta anche da molte amministrazioni locali. C’è nell’Assemblea un atteggiamento di generale disponibilità a risolvere i problemi ma, purtroppo, manca ancora una idea di Sardegna.”
L’on. Tarcisio Agus (Pd) ha sottolineato l’importanza dell’appuntamento della finanziaria per il Consiglio Regionale, “in questo momento di difficoltà, ristrettezze, sacrifici, mancanza di lavoro e perdita di fiducia nel futuro. Il bilancio, dal canto suo, cerca di mantenere lo statu quo a fronte della crescente riduzione delle risorse disponibili. Muovendosi in questo percorso difficile ed obbligato la Commissione ha lavorato bene guardando a quella parte della comunità regionale che ha più bisogno di aiuto. In questa direzione ci sono alcuni interventi che vanno sottolineati positivamente: la disponibilità di risorse per la realizzazione di opere cantierabili che possono dare una boccata d’ossigeno alle nostre piccole imprese, il microcredito che comunque è un sostegno reale all’impresa famigliare legata all’agroalimentare ed alle produzioni locali, i fondi per la prima casa, i cantieri comunali, l’incremento dei fondi per il master & back.” Tuttavia, secondo l’on. Agus, “molto resta da fare. Non è possibile che la pubblica amministrazione sia di fatto la causa di molti fallimenti solo perché il patto di stabilità impedisce l’uso dei fondi a disposizione per onorare i contratti con le imprese. La crisi, tuttavia, deve spingerci a ricercare un nuovo modello di sviluppo per la Sardegna, più vicino alla sua identità, alla sua storia, alle sue vocazioni, indirizzato verso una industria sostenibile che sappia mantenere un suo ruolo anche nel mondo globalizzato anche se ciò comporterà la fine di una certa industria pesante. Sotto questo profilo, il progetto della chimica verde va guardato con attenzione soprattutto se saprà creare una filiera con l’attività agricola e non trasformarsi in una nuova ennesima monocultura.” (A.F.)La presidente Lombardo ha dato, poi, la parola all’on. Renato Soru (Pd) che ha manifestato, in apertura del suo intervento, la sensazione di frustrazione che si avverte nel sapere che “non riusciremo a incidere in maniera determinante sulla situazione gravissima che vive la Sardegna”. Poi i numeri. L’on. Soru ha evidenziato che, da un lato, mancano 35mila posti di lavoro, più quelli in Cassa integrazione e in mobilità, e dall’altro che la Giunta ne aveva promesso 100mila di nuovi. “In questi due numeri è scritto il fallimento di questa legislatura”. L’on. Soru ha evidenziato che non voleva con questo incolpare la Giunta di non aver creat i 100mila posti di lavoro ma di averli promessi.
Alla politica, ha proseguito, vengono chiesti programmi che siano in grado di far crescere il Pil. Perché un’Amministrazione regionale dovrebbe essere valutata sui progetti di cambiamento e di sviluppo, capaci di incidere sui problemi che competono alla politica. “E la legge Finanziaria ci consente di verificare come la Regione si comporta su questi assi fondamentali”. L’on. Soru ha mosso critiche alla gestione dell’Ambiente, soprattutto per quanto riguarda la raccolta differenziata e sul problema delle acque reflue. Critiche anche alle politiche sul trasporto pubblico locale: “Dieci milioni per la ricapitalizzazione della Saremar per rincorrere una continuità persa”. Il Governo regionale, ha sottolineato l’on. Soru, avrebbe potuto incidere nella privatizzazione della Tirrenia, e non ne è stata in grado di farlo. Contrario anche allo stanziamento di 50 milioni di euro per la continuità territoriale aerea per Roma e Milano, anche per i non residenti in Sardegna. L’on. Soru ha anche criticato le politiche per la scuola e l’Università, sottolineando che gli studenti sardi sono tornati agli ultimi posti come qualità di istruzione, oltre a essere aumentato il numero di giovani che, dopo le scuole superiori, decide di non iscriversi all’Università. L’esponente del Pd ha poi ricordato il disavanzo di 400 milioni della sanità, con una spesa farmaceutica che era scesa dal 17 al 13 per cento ed è risalita al 17 per cento, “con un utilizzo abnorme dei lavoratori interinali e con l’aumento delle prestazioni specialistiche”.
“Domani finalmente alle 15 il Presidente del Consiglio dei Ministri incontrerà il Presidente della Regione. Mi dispiace che il Consiglio non abbia avuto la possibilità di dare il proprio contributo”. Secondo l’on. Soru il Governo nazionale non darà più soldi a una Regione che non è in grado di spendere neanche quelli che ha. (E.L.N.)Per l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) “questa Finanziaria assomiglia a un requiem”. Specificando il concetto, Sanna si è riferito allo stanziamento previsto nel comma 4 dell’articolo 1 dei fondi speciali per le spese di investimento “che è pari a zero”, segnale che non si è affrontato il futuro dell’economia della Sardegna ma si è guardato alle emergenze. Passando poi all’attacco contro il presidente della Giunta Ugo Cappellacci, l’esponente del Pd si è soffermato sulle entrate, su quella che non definisce vertenza, né contenzioso ma “un diritto inevaso”. Per Sanna si tratta di un problema di credibilità e di incoerenza “che si espliciterà domani nell’incontro convocato a Palazzo Chigi con il premier Mario Monti”. “Cosa va a chiedere domani Cappellacci a Monti che lui non sappia già?”, si è chiesto Sanna ribadendo che il governatore “avrebbe dovuto essere presente oggi in Aula per acquisire gli imput necessari dal Consiglio regionale”.
Affrontando in particolare il Bilancio il consigliere dei Democratici ha affermato che la Regione “deve liberalizzare di più”, introducendo così la questione dei privilegi. Per Sanna il Bilancio della Regione rappresenta “il compendio di una serie di corporazioni, perché per esempio non si può nemmeno immaginare di intaccare il compenso per la produttività del personale della Regione”. Stigmatizzando ogni tipo di privilegio Sanna si è detto convinto che in Sardegna “la meritocrazia deve diventare la nostra linea guida”. (MP)L’on. Luigi Lotto (Pd) ha messo l’accento in apertura sulla “eccezionalità del momento che sta attraversando l’intero mondo occidentale, all’interno del quale si inserisce la grande crisi della politica. Siamo arrivati alla terza manovra finanziaria del governo nazionale in pochi mesi, anche se va sottolineato il recupero di credibilità del nostro Paese sullo scenario internazionale. La Sardegna, peraltro, appare particolarmente colpita dalla congiuntura economica negativa: pil sostanzialmente fermo, disoccupazione alle stelle, aziende che chiudono, la chimica di Porto Torres che chiude i battenti senza che ancora ci sia all’orizzonte una alternativa credibile che potrebbe essere la chimica verde, ma che ancora è un progetto non del tutto definito. Affrontare in queste condizioni il confronto con lo Stato è particolarmente arduo, anche perché il Presidente Cappellacci non appare all’altezza della situazione, anche per la mancanza di dialogo dello stesso Presidente con il Consiglio Regionale; manca in sintesi l’indispensabile coesione istituzionale per essere credibili di fronte al Governo nazionale. Non basta infatti rivendicare diritti ma occorre offrire un proprio progetto di rilancio economico”. La Finanziaria, ha continuato l’on. Lotto, “è anch’essa inadeguata rispetto al contesto su cui dovrebbe intervenire. Sono stati fatti sforzi significativi da parte della Commissione con il contributo costruttivo della minoranza e si tratta di interventi certamente indispensabili anche se non saranno sufficienti ad imprimere una svolta al sistema regionale. Molti temi, però, non hanno trovato risposte perché in questi anni non sono stati affrontati, a cominciare dalla spesa dei fondi europei e dalla legge per l’utilizzo delle energie rinnovabili in agricoltura, per continuare con il ciclo virtuoso dei rifiuti ed il trasporto pubblico locale.”
L’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi), intervenendo sull’ordine dei lavori, ha ricordato di aver partecipato all’incontro svoltosi a Roma fra parlamentari sardi e consiglieri regionali ed ha chiesto, perciò, di conoscere le modalità di partecipazione del Consiglio Regionale all’incontro che domani alle 15 il Presidente della Regione dovrebbe avere con il Presidente del Consiglio dei Ministri. L’on. Dedoni ha sollecitato, quindi, la convocazione della conferenza dei capigruppo.
L’on. Luciano Uras (Misto) si è associato alla richiesta dell’on. Dedoni, precisando che la riunione dei capigruppo è a questo punto “indispensabile per la corretta programmazione dei lavori del Consiglio regionale”. Nell’incontro di Roma, ha aggiunto l’on. Uras, ”era stato concordato che l’Assemblea avrebbe dovuto discutere sul metodo e sul merito dell’incontro fra il Presidente Cappellacci ed il sen. Monti. La notizia, invece, è arrivata attraverso una sola agenzia di stampa. Sarebbe stato doveroso, invece, una informazione tempestiva del Presidente della Regione”.
La Presidente Lombardo, ha comunicato di aver ricevuto qualche istante prima un fax del Presidente della Regione con cui si conferma la riunione di domani alle 15.00 a Palazzo Chigi, riunione che sarà preceduta, alle 11, da un vertice presso il gruppo parlamentare del Pd alla Camera-sala Aldo Moro-cui parteciperanno i parlamentari sardi, la Presidente Lombardo ed i capigruppo del Consiglio Regionale. La delegazione che nel pomeriggio incontrerà Monti a Palazzo Chigi sarà composta invece dal Presidente Cappellacci, dalla Presidente Lombardo, da due parlamentari e due consiglieri regionali. La presidente ha convocato una conferenza dei capigruppo (A.F.)Al termine della conferenza dei capigruppo, la presidente Lombardo ha comunicato all’Aula la richiesta del Presidente della Regione di intervenire sull’ordine dei lavori. Il capo dell’Esecutivo regionale, Ugo Cappellacci, ha spiegato di aver avuto comunicazione da Palazzo Chigi, soltanto nel pomeriggio, della convocazione da parte del Premier Monti per domani alle 15. “Come è noto ieri a Roma c’è stata una riunione, a cui hanno partecipato i parlamentari sardi e i capigruppo del Consiglio regionale, nel corso della quale si è esaminata la questione Sardegna. Nel corso della riunione si era ipotizzato un percorso che partisse da quest’Aula e, per questo, avevo previsto con la presidente Lombardo un mio intervento per venerdì pomeriggio. Ieri era stata, anche, ipotizzata la strada da seguire se la convocazione fosse arrivata prima, come di fatto è accaduto, ossia quella di provvedere a convocare un’altra riunione con la presidente del Consiglio regionale, i parlamentari e i capigruppo prima del vertice fissato con il Premier Monti. Era stato anche stabilito che la delegazione sarebbe stata composta dal presidente della Regione, dalla presidente del Consiglio regionale, da due parlamentari sardi e da due consiglieri regionali”.
Il presidente Cappellacci ha poi aggiunto “che la convocazione, arrivata da Palazzo Chigi, è un fatto positivo, che avvia un percorso che vede un confronto istituzionale e che verisimilmente, come per la Sicilia, sarà caratterizzato da altri incontri interlocutori, e che consentirà al Consiglio di dare il proprio contributo. L’on. Cappellacci ha proposto: “Andiamo avanti sull’ipotesi delineata, consentendo ai capigruppo di partecipare alla riunione di domani. Sospendiamo, quindi, i lavori dell’Aula per domani e riprendiamo venerdì mattina con le mie dichiarazioni”.
“Credo che anche la riunione di ieri sia stata un momento molto importante perché ha delineato una volontà d’intenti, pur nelle diverse posizioni, su come affrontare la crisi che attanaglia l’Isola. Credo che in questo percorso tutti potranno dare il loro contributo. Io rappresenterò i problemi della cosiddetta Vertenza Sardegna da vari punti di vista, tra cui certamente quello della vertenza entrate, ma anche della situazione di Equitalia e tante altre. E’ mia intenzione, inoltre, consegnare al Premier gli ordini del giorno che, sui vari temi, il Consiglio regionale ha votato in modo unanime”.
La presidente Lombardo ha quindi chiuso la seduta. I lavori riprenderanno venerdì, 3 febbraio, alle 11 con le dichiarazioni del Presidente della Regione. (E.L.N.)