CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 289 del 26 gennaio 2012
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Dimissioni del consigliere Silvestro Ladu
Cagliari, 26 gennaio 2012 - La seduta si è aperta sotto la presidenza della presidente Claudia Lombardo. Dopo un’interruzione per consentire lo svolgimento di una riunione tra i capigruppo e i sindaci del Sulcis su Alcoa, la presidente Lombardo ha introdotto il primo punto all’ordine del giorno, le dimissioni del consigliere del Pdl, l’on. Silvestro Ladu, il quale ha optato per il mandato di senatore della Repubblica. L’Assemblea ha preso atto della scelta del consigliere e la presidente Lombardo ha convocato la Giunta per le elezioni la quale ha stabilito che a subentrare al consigliere Ladu è Michelina Galizia Lunesu che è stata proclamata eletta e ha prestato giuramento di fronte all’Assemblea.
Disegno di legge 312 della Giunta regionale (Bollettino ufficiale digitale della Regione Autonoma della Sardegna)
La presidente Lombardo ha avviato l’esame del secondo punto all’ordine del giorno, il disegno di legge 312 della Giunta regionale sul Bollettino ufficiale digitale della Regione Autonoma della Sardegna.
Dopo aver approvato il passaggio agli articoli l’Assemblea ha proceduto alla votazione dei singoli articoli e degli emendamenti. Gli undici articoli del testo sono stati tutti approvati senza discussione. La legge ha avuto il via libera all’unanimità con 66 voti favorevoli.
Disegno di legge 355/A (Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l'anno 2012)
Il terzo punto all’ordine del giorno, il disegno di legge 355/A (Autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l'anno 2012), è stato esaminato in pochi minuti. L’Assemblea, dopo aver approvato il passaggio agli articoli è passata alla votazione dei singoli articoli. Il testo ha avuto il via libera finale con 44 voti favorevoli, 6 contrari e 15 astensioni. (MP)
Mozione n. 160 (Zuncheddu e più) sulle urgenti misure e azioni che il Presidente della Regione deve intraprendere rispetto alla diplomazia e agli organi internazionali (Farnesina, Nazioni unite, Cooperazione internazionale, ONG presenti nei territori interessati) attivandosi in prima persona e in tempi celeri presso i governi degli Stati africani interessati e presso le capitali del Magreb e del Sahel, per perorare la causa della liberazione di Rossella Urru, cooperante sarda del Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli (CISP) e degli altri colleghi spagnoli rapiti.
L’on. Claudia Zuncheddu (Misto), prima firmataria della mozione, ha lamentato in primo luogo con toni molto critici l’assenza del Presidente Cappellacci, “che ancora una volta si è sottratto alle sue responsabilità”. Entrando nel merito della mozione, l’on. Zuncheddu ha affermato che “sulla sorte di Rossella Urru e dei suoi colleghi spagnoli incombe un preoccupante ed imbarazzante silenzio”. Secondo alcune indiscrezioni, ha proseguito, “gli ostaggi sarebbero nelle mani di un gruppo fondamentalista in una zona desertica fra il Male e il Niger. La mozione recepisce la richiesta della collettività sarda di mobilitarsi per la liberazione di tutti gli ostaggi e sollecitare le istituzioni per raggiungere questo scopo, in accordo con le autorità nazionale e gli organismi della cooperazione internazionale impegnati in quella area di crisi”. Tale mobilitazione, ha concluso l’on. Zuncheddu, “può facilitare la conclusione positiva della vicenda. E la Regione Sarda, in questo caso, non può e non deve delegare ogni attività allo Stato italiano. Tuttavia, di fronte alla sorte di Rossella Urru, non si può dare allo Stato l’ennesima delega in bianco, che già in altre circostanze non ha prodotto alcun effetto a difesa degli interessi dei Sardi. La situazione, infine, richiede un intervento molto celere anche per scongiurare il rischio che qualche governo decida autonomamente di effettuare qualche blitz che metterebbe a repentaglio la vita degli ostaggi”.
L’on. Paolo Maninchedda (Psd’Az), ha evidenziato che sulla vicenda di Rossella Urru e dei suoi colleghi “ci sono due silenzi, della trattativa e del disimpegno. Il silenzio del disimpegno ha come prezzo la vita dell’ostaggio; sono argomenti che toccano chi ha davvero a cuore la legalità internazionale”. Lo Stato italiano, secondo l’esponente del Psd’Az, “non è impegnato e in questo difficile contesto la fazione che ha rapito la nostra concittadina può essere tentata di innescare una excalation della una vicenda”. Lo Stato, ha aggiunto Maninchedda, non fa niente per Rossella Urru e soprattutto non si impegna per avviare trattative e negoziati anche con governi impegnati in quelle aree come la Francia, attraverso i suoi servizi di intelligence. La sensazione è che lo Stato italiano sia disimpegnato, forse perchè l’ostaggio sardo non ha peso mentre, nello stesso tempo, si tratta su grandi affari con Algeria e Francia sul gasdotto o sul altre partite attraverso l’Eni, che di fatto svolge in Africa un ruolo diplomatico”. Questa è una mozione umanitaria, ha concluso il consigliere sardista: “la Sardegna deve fare ogni pressione su un Ministro degli Esteri finora inesistente perché la nostra concittadina sta rischiando la pelle”. (A.F.)
Breve l’intervento dell’on. Radhouan Ben Amara, gruppo Misto, che ha voluto avvertire i colleghi: “Non si confondano i governi con le bande terroristiche criminali. Non penso che il governatore Cappellacci sia la persona adatta per prendere un aereo e andare a liberare Rossella Urru”. Per Ben Amara “non è compito del Consiglio liberare Rossella Urru” ma ha concordato sulla possibilità di chiedere attenzione al governo centrale.
Ha annunciato il voto favorevole alla mozione Zuncheddu il consigliere del Mpa, gruppo Misto, l’on. Franco Cuccureddu. “Credo che le relazioni si siano attivate, e certe trattative vadano portate avanti sotto traccia. Ma parallelamente serve tenere alta l’attenzione mediatica, per questo ritengo che la nostra Regione possa fare qualcosa”.
Per l’on. Renato Soru (Pd) “era ora che il Consiglio regionale si occupasse della vicenda”. Concordando con l’on. Maninchedda Soru ha affermato che “il silenzio può equivalere a una mezza condanna perché esaspera la conflittualità e accentua il pericolo”. “Non possiamo fare molto – ha proseguito Soru - se non tenere alto il livello di attenzione e spostarlo al di fuori della Sardegna”. “Il presidente della Regione – ha concluso Soru - ha titolo per recarsi in Marocco e Algeria e ha titolo per avere colloqui con i leader di quelle nazioni e per sensibilizzarli sul caso”.
L’on. Attilio Dedoni, capogruppo dei Riformatori, ha chiesto all’Assemblea la disponibilità ad elaborare un ordine del giorno unitario, pur sottolineando che in questa situazione non ci sono state mancanze da parte del presidente della Regione Ugo Cappellacci. (MP)
L’on. Luciano Uras (Misto) ha sottolineato che la motivazione più profonda della mozione è quella di “tenere alta l’attenzione delle autorità, quindi anche della Regione per il suo ruolo di rappresentanza del popolo sardo, perché ci sia una significativa e costante pressione nei confronti del Governo nazionale che, al più presto, porti al rilascio di Rossella Urru e dei suoi colleghi”. In tutti gli altri casi del genere, ha continuato Uras, “l’attenzione dell’opinione pubblica ad ogni livello è stata utile per raggiungere un risultato positivo, così come è avvenuto anche in occasione della liberazione di un cooperante di Emergency in Afghanistan. La stessa Presidenza del Consiglio regionale potrebbe fare un passo in questa direzione presso il capo del Governo e il Presidente della Repubblica.”
L’on. Mario Diana, capogruppo del Pdl, ha contestato una certa strumentalità di alcune parti della mozione, che andrebbe a suo giudizio modificata per ottenere il più ampio consenso possibile. Anche l’on. Maninchedda, secondo Diana, “ha fatto alcune considerazioni di tipo squisitamente politico”. Nel merito, il capogruppo del Pdl, ha ricordato l’impegno del Governo Monti “che ha affidato un’importante missione diplomatica all’ex Sottosegretario agli Esteri dell’esecutivo Berlusconi Margherita Boniver la quale, pur non essendo più in carica, ha una grandissima esperienza e sta lavorando, così come sta lavorando il governo”. Mai nessuno, ha concluso Diana, “è stato liberato in casi del genere prima di quattro mesi, quindi ci vuole molta pazienza. E nessuno ha mai impegnato un Consiglio Regionale in tutta Italia, su un problema come questo. Siamo dunque favorevoli ad alcuni contenuti della mozione e contrari ad altri ed è perciò auspicabile un ordine del giorno unitario”.
A nome della Giunta, l’Assessore dell’Agricoltura on. Oscar Cherchi ha definito “eccessive e fuori luogo le accuse rivolte al Presidente della Giunta, accuse che oltretutto non aiutano a ricercare e trovare soluzioni”. La Presidenza della Giunta, ha precisato, “non ha niente da rimproverarsi, anche perché è intervenuta presso il Governo nazionale ed ha mostrato concretamente la sua vicinanza sia alla comunità di Samugheo che alla famiglia di Rossella Urru”. In queste circostanze così delicate, ha concluso l’on. Cherchi, “occorre operare con grande senso di responsabilità”. Ha espresso infine parere favorevole alla formulazione di un ordine del giorno unitario. (A.F.)
Durante la sua controreplica l’on. Claudia Zuncheddu si è dichiarata d’accordo sulla predisposizione di un ordine del giorno.
La presidente Claudia Lombardo ha quindi proseguito con i lavori consentendo nel mentre la predisposizione di un ordine del giorno sul caso Urru.
Esercizio provvisorio del bilancio del Consiglio regionale
L’Assemblea ha approvato all’unanimità, con 60 voti favorevoli e 1 astensione, l’esercizio provvisorio del bilancio del Consiglio regionale.
Risoluzione n. 10 (Sanna e più) sulle iniziative urgenti e immediate finalizzate a fronteggiare la situazione con assoluta emergenza in cui versa il trasporto marittimo locale tra l’siola de La Maddalena e il porto di Palau
Durante l’illustrazione della Risoluzione numero 10 il presidente della commissione Trasporti, l’on. Matteo Sanna (Udc-Fli). Sanna ha riferito della situazione di assoluta insostenibilità in cui versa la popolazione dell’isola de La Maddalena a causa del drastico abbandono della tratta La Maddalena-Palau da parte di una società armatrice. Il documento chiede alla Giunta di dare attuazione alla deliberazione 48/63 del dicembre 2011 e di dare disposizioni perché si proceda mediante l’istituto del nolo al reperimento dei traghetti che possano soddisfare le esigenze della popolazione maddalenina.
In merito è intervenuto anche il consigliere del Pd, l’on. Luigi Lotto, che ha sottolineato l’accorato appello dei cittadini de La Maddalena che hanno tracciato un quadro drammatico della situazione e ha chiesto che l’assessore si faccia carico del problema.
La risoluzione è stata approvata con 54 voti favorevoli e 1 astenuto. (MP)
Alla ripresa dei lavori, la Presidente Lombardo ha comunicato che la Mozione n°160 “Zuncheddu e più” sulla vicenda della cooperante di Samugheo Rossella Urru è stato sostituito da un ordine del giorno che è stato approvato all’unanimità.DL356-Giunta Regionale-Autorizzazione alla partecipazione del rilancio della Keller Elettromeccanica Spa anche attraverso l’impegno finanziario della Sfirs Spa
L’on. Giuseppe Cuccu (Pd) ha sottolineato in apertura l’importanza della Keller nel panorama industriale del Medio Campidano e della Sardegna, con oltre 400 posti di lavoro. La crisi dell’azienda, ha detto, “è iniziata almeno 4 anni fa con la crisi dei collegamenti marittimi fra Golfo Aranci e Civitavecchia, poi aggravata da problemi interni, da un atteggiamento reticente e contraddittorio dell’azienda e dal progressivo deterioramento dei rapporti con Trenitalia, il tutto nella disattenzione del Governo nazionale ed anche dell’esecutivo regionale. Solo dalla crisi seguita dalla cassa integrazione del 2009 si è cominciato a lavorare seriamente ad una soluzione alternativa”. Oggi c’è un primo passo, ha sostenuto, “con l’impegno della multinazionale Skoda che, secondo alcune fonti, ha annunciato un investimento ventennale. Se da queste premesse arriveranno risultati concreti e positivi tanto meglio, ma non tutti i problemi sono stati risolti; occorre garantire le commesse precedenti, soprattutto con aziende pubbliche come Trenitalia ed Arst, e non abbassare la guardia. Quanto al collegamento ferroviario, è ovvio che i materiali dovranno essere trasportati da Golfo Aranci almeno fino a quando non sarà attivato il collegamento con Porto Torres”.
L’on. Tarcisio Agus (Pd) ha ribadito l’atteggiamento responsabile della minoranza in questa vicenda così complessa, “che ha contrassegnato nel bene e nel male la storia di un territorio. Ora, con questo atto, il Medio Campidano può rialzarsi e questo è un bene per tutta la Sardegna che non può rinunciare ad un suo tessuto produttivo ed industriale”. Molto interessante inoltre, secondo Agus, “la prospettiva di relazioni economiche e commerciali con i paesi del Nord Africa, attraverso le commesse con l’Egitto, che rende strategica la partecipazione della Regione attraverso la Sfirs in questo processo di rilancio economico dell’azienda”.
L’on. Adriano Salis (Idv) ha espresso la speranza che questa iniziativa “possa dare finalmente stabilità ad una attività produttiva fra le più importanti della Sardegna, anche se il settore avrebbe dovuto avere maggior interesse a svilupparsi in modo dinamico, dato che l’Italia ha complessivamente il problema di incrementare il trasporto su ferro. Al contrario, si è assistito al progressivo indebolimento di questo settore, di cui la crisi della Keller ha rappresentato un caso emblematico”. L’on. Salis, infine, ha espresso soddisfazione per la soluzione positiva della lunga vertenza ed auspicato che l’iniziativa della Regione possa avere sviluppi ulteriori sul piano tecnologico ed economico”. (A.F.)
Il capogruppo del Pdl, l’on. Mario Diana ha espresso il voto favorevole e il proprio apprezzamento per “il risultato che si sta profilando”. Diana ha anche sottolineato la necessità di ripristinare il trasporto ferroviario da e per la Sardegna.
Per la Giunta ha poi preso la parola l’assessore regionale all’Industria Alessandra Zedda che prima di tutto ha voluto ringraziare il Consiglio per aver accolto “con celerità la discussione di questo progetto di legge”. “La legge nasce da un coinvolgimento che viene dal territorio e dai lavoratori che sempre con dignità hanno manifestato le loro ragioni – ha spiegato l’assessore – le procedure saranno lunghe e complesse”. La Zedda ha spiegato che sul concordato preventivo la Sfirs “ha già predisposto una serie di azioni e auspico che il giudice lo possa accogliere”. L’assessore ha poi illustrato nel dettaglio i due articoli che compongono il testo. L’articolo 1 della legge contempla l’autorizzazione preventiva alla Sfirs alla partecipazione al capitale sociale della NewCo. L’articolo 2 definisce i criteri e le modalità della gestione e capitalizzazione della nuova impresa. La Zedda ha affermato che “sarà impegno della Giunta informare puntualmente il Consiglio sul cammino della procedura”.
Dopo aver approvato il passaggio agli articoli e l’articolo 1 la presidente ha aperto la discussione generale sull’articolo 2. Ha preso la parola l’on. Renato Soru (Pd) che ha sottolineato l’importanza di questa legge, ma ha specificato che “qui stiamo facendo le compartecipazioni statali della Sardegna”. Per Soru “se la Regione decide di entrare nel capitale sociale delle aziende in crisi cosa si farà con le altre?”. L’esponente del Pd ha però chiarito di essere d’accordo che in questi tempi di crisi la Regione intervenga con 4 milioni di euro per risollevare le aziende in crisi, “ma dobbiamo avere chiaro cosa stiamo facendo”.
Messo in votazione l’articolo 2 è stato approvato con 52 voti favorevoli.
La legge ha avuto il via libera con 53 voti favorevoli.
Mozione 161 (Porcu e più) sulle problematiche occupazionali, sociali ed ambientali conseguenti all'annuncio, da parte di Alcoa, di voler di procedere alla chiusura dello smelter di Portovesme e sulle prospettive e ricadute per l'intera filiera dell'alluminio e per lo sviluppo del territorio del Sulcis-Iglesiente
A illustrare la mozione il primo firmatario, l’on. Chicco Porcu (Pd). La mozione impegna la Giunta a richiedere al Governo nazionale la conferma della valenza strategica nazionale della filiera dell'alluminio e, conseguentemente, dello smelter di Portovesme; a richiedere ad Alcoa l'immediata sospensione delle procedure di mobilità e il mantenimento in attività degli impianti almeno per tutto il 2012 in modo da consentire alla Regione ed al Governo un periodo di tempo adeguato a valutare soluzioni alternative in grado di garantire la prosecuzione dell'attività e il riavvio di tutta la filiera dell'alluminio; a richiedere, in ogni caso, alla società Alcoa l'osservazione scrupolosa delle prescrizioni previste dal piano di bonifica del sito di Portovesme con interventi adeguati a consentire il totale ed integrale ripristino dello stato dei terreni, dei sottosuoli e delle falde; a promuovere il potenziamento delle infrastrutture del sito industriale, in particolare del porto e della viabilità, quale condizione minima per assicurare competitività internazionale agli impianti industriali di Portovesme; a studiare le soluzioni strutturali, commerciali, tecniche e normative che possano consentire, per le imprese energivore del polo metallurgico di Portovesme, condizioni di acquisto più competitive dell'energia elettrica, sia nel medio lungo termine, come per il progetto integrato miniera-centrale a carbone a cattura di Co2 al vaglio dell'Unione europea, sia nel breve termine come il sistema dell'interconnector per l'accesso virtuale al mercato europeo dell'energia; a mettere in campo immediatamente un “Piano Sulcis” che, in linea con le scelte del Piano strategico territoriale della Provincia di Carbonia-Iglesias, possa costruire per il futuro un'alternativa all'attuale sistema produttivo, eccessivamente incentrato sulle industrie energivore e su materie prime d'importazione, con lo sviluppo di filiere in industrie diverse da quella metallurgica oltre che nei servizi, nel turismo e nell'agro-alimentare. (MP)
L’on. Pietro Cocco (Pd) si è soffermato sulla drammatica situazione economica ed occupazionale del Sulcis, di cui la crisi di Alcoa è solo l’ultima in ordine di tempo. Tuttavia, ha osservato, “ha un significato particolare, purtroppo negativo, perché la sua fermata ha provocato in pochi anni la perdita di oltre 1500 posti di lavoro, fra dipendenti diretti e indotto. Questo, quindi, è il momento in cui bisogna dimostrare la capacità di mettere in capo azioni concrete, c’è una vertenza Sulcis non più rinviabile che riguarda il Sulcis e tutta la Sardegna”. Rispetto ad una emergenza così grave, ad avviso dell’on. Cocco, “il governo regionale ha gravi responsabilità ed appare anche oggi del tutto inadeguato ed incapace di uno sguardo di prospettiva sul futuro economico dell’isola. Sull’interessamento manifestato per Alcoa dalla svizzera Glencore occorre cautela, esaminando la diverse opzioni possibili, senza trascurare quelle che comprendono la permanenza di Alcoa in Sardegna”.
L’on. Efisio Planetta (Psd’Az) ha dichiarato che “rispetto alla crisi di Alcoa, quella della mozione è una strada completamente sbagliata e, nel merito, contiene una grave omissione, nel senso che non si dice la grande verità che la Sardegna esporta energia da un lato e sopporta, dall’altro, pesanti e pericolose azioni di inquinamento”. Inoltre, ha aggiunto Planetta, “c’è chi strumentalizza certi problemi per calcolo elettorale, mentre il Governo italiano, che nessuno pare abbia intenzione di disturbare, continua a disinteressarsi della Sardegna. E’invece proprio lo Stato italiano, che ha imposto alla Sardegna i suoi modelli di sviluppo, dannosi, sbagliati e para-coloniali, che deve essere chiamato alle sue responsabilità. La Sardegna, dal canto suo, deve dimostrare di non aver più bisogno di uno Stato oppressivo; anzi deve impegnarsi per elaborare un suo nuovo modello di sviluppo”. (A.F.)
L’on. Giorgio Locci (Pdl) si è soffermato sulle responsabilità della classe politica sarda che in quarant’anni ha fatto scelte sbagliate, non ultime quelle delle “finte privatizzazioni”. Secondo Locci è necessario invogliare i contratti tra i privati, in questo caso le aziende fornitrici di energia elettrica e le aziende, per non incorrere in sanzioni da parte della Ue sugli aiuti di Stato. Per Locci è questo ciò che va proposto al governo nazionale. L’esponente sulcitano del Pdl ha anche parlato del deficit infrastrutturale del Sulcis, dovuto anche allo “spaventoso ritardo sul sistema viario del territorio”.
Il presidente della commissione Industria, l’on. Alberto Randazzo (Pdl), si è soffermato sulle vicende legate alla procedura dell’Ue sugli aiuti di Stato. “Oggi servono risposte concrete in tempi celeri, ben venga il piano Sulcis”. (MP)
L’on. Adriano Salis (Idv) ha sottolineato che il contenuto dell’ordine del giorno “riprende i principali contenuti emersi nell’incontro che tutti i capigruppo del Consiglio hanno tenuto con gli amministratori locali del Sulcis. In particolare, è necessario dare slancio ad un nuovo progetto di sviluppo per quel territorio, che punti sulle risorse locali e superi la dipendenza con un apparato industriale obsoleto e non sostenibile dal punto di vista ambientale. Rispetto a questa indicazione di fondo, occorre poi contrastare l’impoverimento di attività molto radicate nel territorio, come l’agricoltura e la pesca. Favorevole all’ordine del giorno unitario”.
L’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha definito “enormi” i problemi posti sia dalla mozione che dall’ordine del giorno, problemi tali da non poter essere esauriti in un breve dibattito. “E’necessario -ha affermato- concentrarsi su poche e grandi priorità ma tutto passa attraverso un nuovo rapporto con lo Stato, perché non si può più stare a guardare ciò che avviene fra il Governo nazionale e la Sicilia. La Sardegna deve rivendicare un ruolo nuovo e prendere in mano il suo destino, a cominciare dalla vertenza sulle entrate”. L’on. Dedoni ha infine auspicato il voto unanime dell’Assemblea sull’ordine del giorno relativo ad Alcoa. (A.F.)
L’on. Paolo Dessì (Psd’Az) ha ribadito i tempi lunghi di una questione divenuta ormai storica per il Sulcis. L’auspicio per l’esponente sardista è che si trovi davvero la volontà di una soluzione radicale della crisi. Ma la preoccupazione espressa dal consigliere si è concentrata sul disagio sociale, sul malessere profondo che può sfociare in episodi drammatici, anche a causa della distanza sempre più marcata tra la politica e la società. “Dobbiamo metterci in condizione di portare delle risposte a quei lavoratori, a quelle famiglie, a quei commercianti”.
L’on. Luciano Uras (Misto-Sel) ha fatto riferimento ai piani strategici elaborati nel corso degli anni sulla Provincia del Sulcis Iglesiente, sottolineando il fatto che in nessuna di quelle proposte rivolte al futuro si parla del mantenimento dell’esistente, delle industrie. Posto questo però l’esponente di Sel ha ribadito il dovere di intervenire sulla condizione sociale, “abbiamo anche il dovere non di smantellare, casomai di riconvertire”. Uras, rivolgendosi all’assessore regionale all’Industria Alessandra Zedda, ha sottolineato la disponibilità delle minoranze a collaborare. (MP)
L’on. Oppi (Udc) nel suo intervento ha ripercorso la storia delle industrie del Sulcis Iglesiente. Queste aziende sono sorte perché era scomparso il settore carbonifero. L’Alcoa ha avuto tutto – ha detto - terreni e agevolazioni senza interessarsi mai delle bonifiche. E ora vuole andare via. Il leader dell’Udc ha ricordato che bisogna trovare un’alternativa come quella della Glencore che ha dimostrato di essere interessata allo stabilimento di Portovesme.
Per il capogruppo del Partito Democratico Giampaolo Diana “la chiusura di Alcoa rischia di essere l’atto finale che cancella quella politica economica nata trent’anni fa”. Diana si è domandato quale sia il “famigerato nuovo modello di sviluppo di cui in tanti si riempiono la bocca”. L’esponente del Pd ha posto degli interrogativi sulla bontà delle soluzioni che propongono il turismo come modello di sviluppo rimarcando come in Sardegna l’economia del turismo rappresenta “appena il dieci per cento del totale”. “Io vorrei che la nostra Regione riuscisse a tenersi quello che possiede, ma non ci sta riuscendo”, ha concluso il capogruppo.
No alla chiusura degli impianti di Portovesme, stop ai licenziamenti, chiarezza e disponibilità vera sulla volontà di cessione degli asset da parte di Alcoa. Sono questi gli obiettivi più importanti che la Regione intende raggiungere nella difficile vertenza con la multinazionale americana. Lo ha detto nella replica l’assessore regionale all’Industria Alessandra Zedda che ha ribadito che la Regione sta cercando sul mercato internazionale degli acquirenti. Oltre alla Glencore – ha assicurato l’assessore – ci sono anche altri imprenditori interessati.
Durante la controreplica l’on. Chicco Porcu (Pd) si è detto soddisfatto perché attraverso la mozione si è riusciti a sollevare la questione in Consiglio regionale, “nell’ottica di restituire all’Assemblea il proprio ruolo”. “Se si vogliono trovare punti comuni tra maggioranza e opposizione occorre soffermarci sulla specificità della questione”, ha affermato Porcu. Ciò che serve, per l’esponente del Pd, è mettere una filiera energetica a disposizione delle industrie e pensare in un’ottica che va oltre i cinque anni, senza tralasciare altri aspetti economici che possano risollevare il territorio.
Al termine del dibattito sulla mozione la presidente Lombardo ha annunciato la presentazione dell’ordine del giorno unitario che ha sostituito la mozione del centrosinistra.
L’Aula ha dato il via libera al documento unitario e i lavori si sono conclusi.La prossima seduta del Consiglio è stata convocata per mercoledì 1 febbraio alle 10. (MP)