CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 287 del 21 dicembre 2011
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Testo unificato 304-328 - Riforma della disciplina in materia di prestazioni integrative del trattamento di quiescenza e norme per l'erogazione del trattamento di fine rapporto. Modifiche alla legge regionale 5 maggio 1965, n. 15 (Istituzione di un Fondo per l'integrazione del trattamento di quiescenza, di previdenza e di assistenza del personale dipendente dell'Amministrazione regionale).
Cagliari, 21 dicembre 2011 - La seduta del Consiglio regionale si è aperta sotto la presidenza della presidente Claudia Lombardo. All’ordine del giorno il Testo unificato 304-328 - Riforma della disciplina in materia di prestazioni integrative del trattamento di quiescenza e norme per l'erogazione del trattamento di fine rapporto. Modifiche alla legge regionale 5 maggio 1965, n. 15 (Istituzione di un Fondo per l'integrazione del trattamento di quiescenza, di previdenza e di assistenza del personale dipendente dell'Amministrazione regionale).
La presidente ha dato la parola all’on. Renato Soru (Pd) che ha affermato di essere d’accordo con la riforma del FITQ. Per l’esponente dell’opposizione questo intervento sarebbe dovuto essere fatto già dal 1995, con l’entrata in vigore della riforma Dini. L’on. Soru ha ricordato a tutti il periodo di grave difficoltà che sta vivendo il nostro Paese e, quindi, che questa riforma era ormai improrogabile per ristabilire un equilibrio, con un evidente sforzo, e per ristabilire una situazione di equità. L’esponente del Pd ha anche affermato, rivolgendosi alla Presidenza, che questo intervento è stato fatto con minor difficoltà perché prima, questo Consiglio regionale, aveva eliminato i vitalizi dei consiglieri regionali, anche se – secondo Soru – sarebbe stato più giusto che, così come la riforma del FITQ entrerà in vigore al 1° gennaio 2012, anche l’intervento sui vitalizi sarebbe dovuto entrare in vigore dal prossimo anno e non dalla prossima legislatura. L’on. Soru ha poi spiegato che, sicuramente, ci sarà un risparmio grazie a questa riforma, ma ha chiesto alla Giunta di conoscere con esattezza a quanto ammonta il disavanzo del FITQ e, quindi, quanto il suo riequilibrio graverà sulle casse della Regione. Infine, ha ricordato a tutti che la riforma incide sulle aspettative dei lavoratori per responsabilità della politica e che quindi la politica dovrà ancora di più controllare ogni più piccola spesa.
La presidenza è stata assunta dal vicepresidente Michele Cossa che ha dato la parola all’on. Pietro Cocco (Pd), vice presidente della Commissione Autonomia e Riforme. L’on. Cocco ha ricordato a tutti il percorso che la Commissione ha seguito per arrivare al testo oggi in esame, dicendosi soddisfatto dell’attività svolta e del confronto costruttivo tra i commissari: “Abbiamo ascoltato tutti i rappresentanti sindacali ed è emerso che per tutti era necessaria la riforma del Fitq”. Il Fondo infatti presenta, ha spiegato, una situazione di disequilibrio finanziario per decine e decine di milioni di euro, un disavanzo a cui non si è arrivati in poco tempo, ma in decenni di attività non corretta da parte dei governi regionali che si sono succeduti, con evidenti responsabilità della politica. Questo testo, ha spiegato l’on. Cocco, tocca tante persone e le loro aspettative: un intervento che non lascia indifferenti i legislatori, ma che andava fatto. Ha però sottolineato che la Commissione è intervenuta salvaguardando i diritti acquisiti, ma che ormai era inevitabile passare dal sistema retributivo a quello contributivo. (E.L.N.)
L’on. Paolo Maninchedda (Psd’Az) ha chiarito la sua posizione circa i privilegi. A suo avviso, in questo caso non si dovrebbe parlare di privilegi: “Non ci sono persone che hanno goduto di privilegi. C’è stato un sistema in cui lo Stato ha molto protetto i suoi dipendenti in ragione di una cultura vigente fino a questo momento”. Ora la situazione è cambiata, il momento impone di rivedere la cultura della spesa pubblica: “Siamo costretti a trovare fondi per molte emergenze, dobbiamo essere molto severi nella gestione delle istituzioni e del funzionamento della macchina amministrativa”. Secondo il presidente della Commissione Autonomia il Fitq rappresentava una cultura differente: “Ora entriamo nella logica della responsabilità e questa legge fa questo, e lo fa garantendo l’erogazione delle pensioni”. “La soluzione trovata – ha proseguito - fa salvi i diritti acquisiti. Non possiamo tenere all’interno dello stesso comparto contribuzioni differenti, occorre un percorso di omogeneizzazione affidato alla contrattazione”. L’on. Maninchedda ha spiegato che la legge in esame prevede che fino al termine della contrattazione la Regione deve trovare una modalità riformista e graduale perché il sistema regionale sia in equilibrio.
Ha ribadito la posizione del collega Maninchedda anche il capogruppo del Misto on. Luciano Uras: “Stiamo parlando di una delle leggi più resistenti dell’ordinamento regionale. In 46 anni nessuna maggioranza è stata in condizione di affrontare il problema, evitandolo accuratamente”. L’on. Uras ha focalizzato l’attenzione sul sistema vigente quando fu varata la legge: “Nel 1965 si è deciso di costruire un sistema mutualistico parallelo, in quel periodo prevaleva la cultura corporativa, non quella solidaristica. Nacque così la doppia previdenza grazie al concorso del finanziamento pubblico”. Ha sottolineato che quella “legge incostituzionale ha retto a ogni Governo per 46 anni e oggi il problema si pone perché nelle casse della Regione non c’è un centesimo”. Il capogruppo del Misto si è poi scagliato contro le “pressioni esagerate” degli ultimi giorni che hanno portato alla stesura di qualche emendamento “appagante”, ricordando che il testo che si va ad approvare passerà poi l’attento vaglio del Governo centrale. “In questo provvedimento – ha chiarito l’on. Uras - non viene intaccata la previdenza principale ma quella integrativa o complementare che da oggi deve essere prevalentemente pagata con la contribuzione dei beneficiari e non dalla Regione”. “Questo testo – ha concluso - salva la previdenza complementare e mette ordine nella giungla contributiva che fino a oggi è sfuggita ai controlli dell’amministrazione”. (MP)
L’on. Giampaolo Diana, capogruppo del Pd, ha sottolineato la necessità di contestualizzare la discussione. Favorevoli al testo elaborato dalla Commissione che, ha detto, “ha svolto un lavoro importante in una materia non semplice”. “Viviamo un momento drammatico in un Paese che ha rischiato il fallimento e la Regione sarda non sta certamente meglio. Il nostro problema – ha aggiunto - è l’assenza di crescita e quando non si produce ricchezza gli interventi sono particolarmente duri ma necessari sul versante delle spese e soprattutto sulla previdenza, chiedendo altri sacrifici alla parte più debole della società”. Sulla riforma del Fondo, l’on. Diana ha affermato che “la Commissione ed il Consiglio non avevano scelta. In Sardegna siamo di fronte ad una Manovra per il 2012 che registra più spese che entrate certe; purtroppo, però, non abbiamo la consapevolezza della situazione né la capacità di condividerla col mondo esterno. Il Consiglio, di conseguenza, non può permettersi il lusso di venir meno alle sue responsabilità. Con il testo si garantiscono i diritti acquisti e l’equilibrio finanziario del Fondo, senza scaricare su altri i costi del sistema come è accaduto in passato. Se è necessaria, qualche modifica si può fare senza intaccare l’impianto della legge, ma sarebbe gravissimo se l’Aula si dividesse su questo provvedimento”.
L’on. Mario Floris, assessore del Personale, ha dichiarato di condividere gli interventi dei consiglieri che hanno messo l’accento sulla necessità di mantenere fede ad un impegno, anche perché “il provvedimento in esame va valutato nel quadro della riforma complessiva della struttura amministrativa della Regione ed è, perciò, un momento di verifica delle vere vocazioni riformiste”. Sulla riforma del Fondo c’è stata, secondo l’on. Floris, “una accelerazione improvvisa, ma in tempi rapidi è stato fatto un buon lavoro. Del resto, si tratta di un tema ineludibile cui era necessario porre rimedio non solo per controllare la spesa, ma anche per garantire equità e rispetto dei diritti dei lavoratori. Le soluzioni individuate dalla Regione, inoltre, hanno anticipato quelle individuate dal Governo per allineare il sistema regionale a quello europeo. E’una riforma giusta, equa ed equilibrata, che oltretutto privilegia la natura sociale del Fondo.” L’assessore ha poi espresso una valutazione positiva anche sul percorso istituzionale che ha accompagnato il provvedimento, ricordando che “c’era una proposta diversa della Giunta, ma il rapporto con il Consiglio ha migliorato il testo raggiungendo un buon risultato in una situazione non facile. Con il lavoro svolto insieme alla Prima Commissione si è di fatto inaugurato un nuovo metodo molto proficuo, analizzando con grande cura ed impegno tutti i dati disponibili; non continuiamo col solito sistema che l’Aula disfa ciò che si è tessuto, perpetuando vecchie consuetudini che sarebbe meglio cancellare per sempre.”
Al termine dell’intervento dell’assessore, l’Assemblea ha votato il passaggio all’esame degli articolo che è stato approvato con 59 voti a favore ed un astenuto.
La presidente Lombardo ha sospeso la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno alle ore 16.30 mentre per le ore 16.00 è stata convocata la Commissione Cultura. La Commissione Autonomia è stata chiamata ad esaminare gli emendamenti del TU 304-328/A. (A. F.)