CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 285 del 20 dicembre 2011

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Seduta congiunta del Consiglio regionale con il Consiglio delle Autonomie locali sullo stato del sistema delle Autonomie in Sardegna

Cagliari, 20 dicembre 2011 - La Presidente Claudia Lombardo nell’aprire i lavori della seduta congiunta tra Consiglio Regionale e Consiglio delle Autonomie Locali, prevista dalla legge istitutiva dell’organismo di rappresentanza della autonomie locali prima dell’approvazione della finanziaria regionale, dopo aver formulato gli auguri di Buon Lavoro all’Ufficio di Presidenza del CAL recentemente insediatosi, ha messo in evidenza la necessità di avviare “un serrato confronto per avviare un dibattito sull’opportunità, o meno, di introdurre eventuali modificazioni finalizzate a rendere più organici gli obiettivi posti dalla legge sul CAL, senza appesantire il procedimento legislativo”.
Il rafforzamento degli attuali rapporti tra i due organismi, secondo la Presidente Lombardo può aversi attraverso l’introduzione di strumenti idonei ad esaltare le funzioni proprie di ciascuno organismo con “l’introduzione di una cabina di regia con la funzione di studio e valutazione dell’efficacia che le norme regionali, nelle materie oggetto di interesse per il sistema delle autonomie locali, producono una volta applicate”.
Attraverso un monitoraggio delle leggi regionali e degli effetti che producono nel sistema sociale, secondo la Presidente Lombardo, si otterrebbe una “puntuale valutazione sull’andamento delle leggi, con un controllo continuo e attualizzato, finalizzato ad ottimizzare il sistema”.
La presidente del Consiglio Regionale ha proseguito il suo intervento passando a rilevare come in tempi di crisi tutta la classe politica, e in particolare chi ricopre incarichi istituzionali, sia chiamata a svolgere la propria funzione con maggiore senso di responsabilità al fine di favorire “una forte presa di coscienza di tutta la classe dirigente regionale, per affrontare con la giusta determinazione e autorevolezza il momento di grave difficoltà economica e sociale”.
La Presidente Lombardo, proseguendo su questo specifico tema ha affermato infatti che “il senso di questo momento storico deve essere subliminato da una comunanza di intenti e da una forte coesione fra tutti gli organismi che concorrono a regolare la vita pubblica regionale, in primis Consiglio Regionale e Consiglio delle Autonomie Locali”.
Per tale motivo, secondo la Presidente: “La produzione legislativa acquista dunque una valenza straordinaria, che va oltre la funzione di codificare norme che regolino la società sarda, per affrontare l’emergenza col duplice obiettivo del rilancio produttivo e dell’utilizzo oculato delle poche risorse a disposizione”.
Un obiettivo che secondo la Presidente Lombardo deve associarsi ad atteggiamenti virtuosi che riavvicinino la politica alla gente, è infatti opinione della Lombardo che “La classe politica sarda …, per essere riconosciuta anche come classe dirigente, deve essere in grado di dare un esempio concreto di attenzione verso il suo Popolo, accettando di essere i primi ad accollarsi i contributi più gravosi”.
La finanziaria regionale, per le ripercussioni che implica sulle politiche regionali e degli enti locali, deve rispondere a questi criteri. La manovra, in tal senso, costituisce un severo banco di prova per testare la capacità della classe dirigente sarda di dare risposte adeguate, in tempi di crisi, alla domanda sociale.
L’intervento della Presidente si è poi sviluppato sulle tematiche legate alla necessità di ammodernare il sistema Regione per adattarsi agli scenari futuri europei col precipuo obiettivo di “superare le attuali insufficienze e innovare il sistema, in linea con le esigenze europee di governance del territorio”.
La cornice politica e amministrativa dell’Europa deve diventare il faro che dovrà guidare la politica regionale. E’, infatti, opinione della Presidente Lombardo che “per affrontare le sfide del futuro e inserirci organicamente nel contesto politico europeo come regione peculiare “euromediterranea”, abbiamo bisogno di una organizzazione regionale nuova e avanzata con un respiro istituzionale e strategico più ampio degli attuali orizzonti odierni, basati quasi esclusivamente sul rapporto con lo Stato”.
Da questo scenario, descritto dalla Presidente del Consiglio Regionale, deve svilupparsi una nuova dimensione del sistema delle autonomie locali che si evolva “iniziando ad agire e pensare in una dimensione sociale, politica ed economica europea su tutte le problematiche che rilevano la loro funzione pubblica”
La Presidente ha infine concluso nel sottolineare che: “Il Consiglio Regionale e il Consiglio delle Autonomie locali devono esaltare i tratti del loro comune impegno, ricercando tutte le sinergie possibili e sviluppando tutte le potenzialità in loro possesso, per tracciare questo nuovo percorso per costruire il nuovo Sistema Sardegna e proiettarci verso il futuro. Il rafforzamento dell’attività parlamentare in sincrono con una accresciuta funzione del Consiglio della Autonomie, per tutte le materie che toccano in rapporti regolati dalla legge istitutiva del CAl, costituisce, dunque, l’orizzonte che la Presidente Lombardo auspica nell’evoluzione dei futuri rapporti tra i due organismi per concorrere assieme a determinare un corretto e sano sviluppo per la Sardegna.
Il presidente del Consiglio delle Autonomie Locali (CAL) Graziano Milia, ha toccato il tema della attuale crisi economia spiegando che non va vista come elemento che inibisce la possibilità di dare risposte: alla classe dirigente spetta la grande responsabilità di trovare le soluzioni. Ritenendo parzialmente vero che in tempi difficili è più possibile fare le riforme, Milia ha avvertito che, però, bisogna stare attenti a non restringere gli spazi di democrazia. Uno dei problemi che si affrontano quotidianamente è quello dei limiti del Patto di stabilità. Citando la Provincia di Cagliari della quale è presidente, ha spiegato che non possono essere utilizzati 130 milioni, denaro immobilizzato nella Banca d’Italia e che produce interessi minimi (19.000 euro all’anno). Il Patto è una delle colonne portanti del rapporto tra i governi europei e obbliga a fare sacrifici, ha aggiunto, ma bisogna anche dire ai popoli come quei sacrifici vengono utilizzati per rilanciare la crescita e lo sviluppo. Milia ha detto che l’allontanamento dei cittadini dalla politica cresce soprattutto quando non si è in grado di dare risposte. La soluzione prospettata è quella di costruire un modello di “governante multilivello” nel quale i poteri comunicano tra loro per arrivare a soluzioni condivise. Il presidente del CAL ha parlato di “intreccio tra diversi livelli di potere” e del diritto dei sardi ad avere un sistema di sovranità più avanzato: permetterebbero di affrontare la vertenza delle entrate e la riforma delle istituzioni, dell’economia e, in particolare, della burocrazia “ancora troppo spesso un ostacolo”. Rispetto allo scorso secolo, ha proseguito, non è più possibile delegare la soluzione dei problemi alla classe dirigente portatrice di grandi culture politiche: non possiamo “bypassare” la partecipazione dei cittadini ai quali bisogna rendere conto. Infine, Milia ha annunciato che si proporrà al Consiglio regionale la revisione della legge istitutiva del CAL. Occorrerà poi rimettere mano, seriamente e con senso di responsabilità, al Codice delle Autonomie locali, ad esempio sull’articolazione sovracomunale. (MM)
La presidente Lombardo ha, quindi, dato la parola a Roberto Marceddu, sindaco di Gairo, che ha evidenziato come la situazione che sta attraversando la Sardegna richiede interventi legislativi immediati e adeguati. Ha espresso la convinzione che il Cal debba essere considerato una risorsa da parte della Regione e debba essere coinvolto per trovare soluzioni condivise. Le Autonomie locali, ha spiegato, sono vicine alle gente e ne conoscono le vere esigenze: non sono, dunque, un costo, ma una risorsa. Il grosso della spesa pubblica – ha ribadito - ricade a livello centrale. Per il sindaco Marceddu, che ha citato come fondamentale l’articolo 118 della Costituzione italiana, è necessario mettere le Autonomie locali al centro delle riforme della Regione: “Bisogna capire quale percorso si vuole portare avanti per la riforma delle Autonomie locali”. Marceddu si è detto contrario alla cancellazione dei piccolissimi comuni: “Serve invece una riforma condivisa che preveda anche l’associazionismo volontario dei comuni, aumentando però il Fondo”. Il primo cittadino di Gairo ha esortato la Regione a limitare l’attuale centralismo, centralismo di cui la Regione a sua volta accusa lo Stato centrale.
Aldo Pili, sindaco di Sestu, ha voluto focalizzare l’attenzione sulle politiche di bilancio: “Oggi anche nei piccoli comuni bisogna prestare molta attenzione alle politiche di bilancio e, per consentire di incentivare lo sviluppo, è necessario coordinare le politiche locali con quelle regionali. A seguito della Manovra del Governo – ha aggiunto – sono state stabilite riduzioni di obiettivi, penalizzanti per i comuni, e non solo la riduzione dei trasferimenti. Tutto questo comporterà un aumento dei tributi che ricadrà sui cittadini”. Pili ha esortato, dunque, la Regione a intervenire per consentire agli enti locali di limitare i danni causati dalla riduzione degli obiettivi imposta dalla Manovra nazionale. In questo modo – ha proseguito – si consentirà ai comuni di poter sviluppare la nostra economia sarda: “Va fatto da subito, dall’inizio dell’anno, per consentire di avviare gli interventi cantierabili”. Il sindaco Pili ha anche affrontato il problema del calcolo del Fondo unico: “Non può più sottostare al doppio conteggio. E’ una misura mortificante”.
Il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, in apertura del suo intervento ha rilevato che “a fronte della crisi economica che colpisce di più il ceto medio e il ceto medio-basso, coloro che sono stati sempre in crisi, la drammaticità del momento vede la crisi di fiducia da parte dei cittadini nei confronti delle Istituzioni e della politica. I dati dicono - ha proseguito Zedda - che l’istituzione in cui i cittadini hanno maggiore fiducia è quella delle Forze armate, mentre la fiducia nei partiti è al minimo storico. E sarà difficile recuperare questa fiducia”. E sul governo Monti ha aggiunto che secondo lui è giusto ridurre gli sprechi, ma non si possono colpire gli enti locali indiscriminatamente: sia i comuni virtuosi sia quelli che sprecano le risorse: “Tutti questi tagli massacrano il sistema degli enti locali”. Il primo cittadino del capoluogo sardo ha poi espresso il suo giudizio negativo sull’istituzione dell’Assemblea costituente: “Sono d’accordo sulle riforme del sistema regionale, ma l’Assemblea costituente viene normalmente eletta in assenza di Parlamenti o Parlamenti che sono incapaci di fare riforme. Sta in capo al Consiglio regionale il ruolo di portare avanti le riforme, un Consiglio allargato anche a tecnici e a rappresentanze locali per lavorare insieme sulle riforme”. Per Zedda bisogna investire sulla mobilità, sull’istruzione e sulla cultura: “I dati ci dicono che, per investimenti nella cultura siamo ultimi in Europa”. Per Zedda bisogna guardare con molta più attenzione all’Europa e ai fondi europei: “Come fece la Spagna nei primi anni ‘90, dovremmo investire nella formazione della classe dirigente, formando figure capaci di individuare i finanziamenti europei, essere in grado di realizzare i progetti, ottenere quindi questi fondi e poi spenderli”. In conclusione del suo intervento, il sindaco Zedda ha esortato la Regione ad avere rapporti più corretti istituzionalmente con i comuni e non demandare a funzionari o ad altre figure la funzione di discutere con gli enti locali. (E.L.N.)
Il sindaco di Gonnosfanadiga Sisinnio Zanda ha lanciato l’allarme per la situazione che diversi comuni del Medio Campidano stanno vivendo dopo il nubifragio del 21 e 22 novembre. Ha espresso dubbi sul fatto che il Consiglio regionale abbia effettivamente colto la gravità del problema. Solo a Gonnosfanadiga sono stati stimati danni per oltre 10 milioni di euro. Secondo Zanda, le amministrazioni locale sono state lasciate completamente sole perché gli Assessorati regionali lamentano la mancanza di soldi per poter intervenire. Ha chiesto al Consiglio un’azione che consenta di far dichiarare lo stato di calamità naturale. Se non venisse riconosciuto, ha aggiunto, sarà inevitabile il superamento dei limiti del Patto di stabilità da parte dei comuni, costretti comunque ad agire anche senza copertura finanziaria per aiutare i cittadini e le aziende. L’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha rilevato come, neanche in una congiuntura difficile come quella attuale, la Regione abbia una visione unica su come affrontare il futuro. Superata la fine di una stagione che ha conosciuto la devastazione per la spropositata supponenza della politica, l’on. Sanna ha chiesto che tutti assumano un comportamento diverso definendo le strategie più giuste: “Penso che gli enti locali siano gli interlocutori più importanti e decisivi per attraversare un guado” pur non sapendo cosa si troverà dall’altra parte del fiume. Dopo aver ricordato le differenti valutazioni di Giunta e Consiglio sul Bilancio regionale, il consigliere del Pd ha detto che è stato predisposto con l’idea sbagliata che si sia in una stagione normale. Non ci si può permettere di spendere, ad esempio per le consulenze, mentre non vengono incrementate le risorse del Fondo unico per gli enti locali: “Daremo dimostrazione – ha concluso l’on. Sanna – che oggi si possono trovare nel Bilancio della Regione svariati milioni di euro” da destinare agli enti locali affinché sostengano chi è in difficoltà: in particolare, le tante persone che stanno andando sotto la soglia di povertà nei 270 piccoli comuni della Sardegna, realtà dove mancano quei servizi di assistenza che esistono nei grandi centri. (MM)
L’on. Giulio Steri, capogruppo dell’Udc-Fli, ha osservato in apertura che “nel momento che si annunciano riforme di sistema per province e piccoli comuni tutti devono sentire in modo ancora più forte la responsabilità di difendere e potenziare autonomie, perché lo stesso obiettivo di riduzione delle spese non si raggiunge certo riducendo consiglieri comunali, ma semmai razionalizzando i processi amministrativi e riducendo le procedure inutili. Senza dimenticare la necessità di cambiare legge istitutiva del Cal, introducendo ad esempio la presenza di tavoli tecnici che consentano di concludere le riunioni con decisioni operative”. Riferendosi alle gravi conseguenze della crisi sulla Sardegna, l’on. Steri ha detto che la situazione è aggravata “dalla mancata chiusura delle entrate e dal patto di stabilità; ci vuole uno sforzo veramente unitario con il Consiglio partecipe in prima persona per risolvere questi due problemi. Dovremo poi re-intervenire sulla Finanziaria dopo la Manovra nazionale per cercare di recuperare i 160 milioni che mancano alla Sardegna e che sono stati, come ha dichiarato il Governo, accantonati. Bisognerà dunque selezionare a fondo la spesa e, sotto questo profilo, in Commissione è stato raggiunto un accordo che comprende anche la precisa indicazione delle priorità. Spese inutili ce ne sono ancora, e recupereremo risorse per gli enti locali e gli interventi di contrasto alla povertà. Siamo comunque aperti alle proposte di chi vive la realtà del territorio”.
L’on. Nicola Rassu, assessore degli Enti Locali, ha iniziato il suo intervento affermando che “il momento è speciale e bisogna fare cose speciali, e le cose speciali si possono fare con l’accordo di tutti”. Dopo aver ricordato che “nessuna decisione dell’Assessorato e della Giunta è stata adottata senza il positivo confronto con il sistema delle Autonomie”, Rassu ha definito il 2011 “certamente l’anno più difficile, con le Manovre nazionali hanno avuto sulla nostra Regione effetti devastanti, anche a causa della crisi internazionale e del patto di stabilità, che colpisce più di altri la Sardegna. Alla Regione sono mancate risorse ingenti, come testimonia il dibattito fra le forze politiche, ma in questo momento è necessario stare coesi lasciando da parte le appartenenze per un certo periodo”. Entrando più in dettaglio nei rapporti fra Regione e sistema delle Autonomie, l’assessore ha messo l’accento sul fatto che “la Giunta regionale ha lasciato invariati gli stanziamenti per gli enti locali su tante voci, anche se i problemi legati al patto di stabilità non hanno consentito l’erogazione materiale delle risorse per: occupazione, montagna, mobilità del personale, barracelli, polizia locale. Non sono inezie, di questi tempi. Sono state inoltre emanate apposite direttive per sostegno ai piccoli comuni e disposto uno stanziamento di 50 milioni che permetterà di aumentare la capacità di spesa degli enti locali che, a loro volta, potranno immettere risorse fresche sui territori. Per il futuro, inoltre, serve un regolamento che disciplini le compensazioni verticali e orizzontali in modo da tutelare i comuni in difficoltà, assicurare la trasparenza dell’intervento regionale ed eliminare doppi conteggi a valere sul patto di stabilità da parte di Regione e comuni. L’Assessorato ha infine predisposto un disegno di legge organico sull’ordinamento degli enti locali, in collaborazione con le associazioni. Fra i punti qualificanti, la difesa dei piccoli comuni con meno di 1000 abitanti, che la Regione sarda non farà scomparire, come sarebbe accaduto con l’attuazione integrale della Manovra del Governo: noi confermeremo l’impianto ordinamentale di tutti i comuni sardi, perché siamo convinti che la democrazia non può pagare i disavanzi di bilancio”. (A.F.)