CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 281 del 17 novembre 2011

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Mozione n°128 (Salis e più) sulla necessità di fronteggiare la situazione di emergenza determinata dall’attività di riscossione della Equitalia Sardegna Spa. Mozione n°129 (Bruno e più) sull’emergenza fiscale in Sardegna. Mozione n°149 (Salis e più) sulla necessità di fronteggiare la situazione di emergenza determinata dall’attività della Equitalia Sardegna Spa ed il preannunciato intento dell’ente di riscossione di scindersi in tre società autonome volte alla gestione di tre diverse macroaree geografiche nazionali. Mozione n°153 (Zuncheddu e più) sulla mancata applicazione da parte della Giunta regionale dell’art. 51 dello Statuto speciale che recita: “La Giunta regionale, quando constati che l’applicazione di una legge o di un provvedimento dello Stato in materia economica e finanziaria risulti manifestamente dannosa all’Isola, può chiederne la sospensione al Governo della Repubblica il quale, constatata la necessità e l’urgenza, può provvedervi, ove occorra, a norma dell’art. 77 della Costituzione. Mozione n. 154(Steri e più) sulla grave crisi del sistema produttivo isolano e sull’insostenibilità del sistema di riscossione coattivo, mozione n. 155 (Maninchedda e più) sulle proposte per l’attivazione di strumenti finanziari atti ad aiutare le imprese sarde a onorare i debiti nei confronti dell’erario, dell’Inps e dei comuni. Interpellanza n°245/A (Zuncheddu e più) sugli interventi urgenti per i contribuenti indebitati con Equitalia. Interpellanza n°246 (Salis e più) sulla necessità di annullare la deliberazione della Giunta regionale n°23/3 del 12 maggio 2011 avente ad oggetto “Interventi urgenti per le imprese e i contribuenti indebitati con Equitalia”. Interpellanza n°247/A (Zuncheddu e più) sugli sfratti esecutivi in corso nella Provincia di Carbonia-Iglesias ai danni di famiglie di agricoltori-allevatori a seguito della messa all’asta delle proprie abitazioni e aziende da parte del tribunale.

Cagliari, 17 novembre 2011-La seduta si è aperta sotto la presidenza della Presidente Lombardo. Dopo le formalità di rito la Presidente ha comunicato che, a seguito delle dimissioni da capogruppo dei Riformatori sardi dell’on. Pierpaolo Vargiu, alla presidenza del gruppo è stato eletto l’on. Attilio Dedoni. Successivamente, l’Assemblea è passata all’esame congiunto delle mozioni e delle interpellanze in materia di rapporti fra Equitalia Sardegna e contribuenti. Intervenendo in particolare per illustrare la mozione n°128 l’on. Adriano Salis, capogruppo dell’Idv, ha affermato che “il punto centrale riguarda l’organizzazione territoriale della società di riscossione, che colloca la Sardegna all’interno di tre macroaree geografiche nazionali. In Sardegna oltre 5000 aziende in 342 comuni sono interessante ai provvedimenti di Equitalia scaturiti a seguito della sanzione dell’Ue sulla legge regionale n°44 dell’88, che imponeva agli operatori agricoli la restituzione delle somme percepite a titolo di abbattimento degli interessi sui mutui”. Occorre però, ha proseguito Salis, “dare una risposta alla tragica e disperante ricerca di salvezza iniziata da tante famiglie sarde con problemi drammatici. Ed anche tentare di recuperare le iniziative dei mesi scorsi, anche grazie all’intervento della Presidente del Consiglio, per arrivare ad un intervento risolutivo. Abbiamo letto dell’impegno del Presidente Cappellacci, chiediamo notizie all’assessore La Spisa per capire a che punto è la vertenza con lo Stato. E’necessario che il Consiglio regionale dia un segnale preciso alle tante famiglie sarde in lotta, non ultime le donne che stanno digiunando per richiamare l’attenzione sulla gravità del problema.
L’on. Mario Bruno (Pd) ha sottolineato che “il tema è in qualche modo legato a quanto accaduto stamane nell’ufficio di presidenza del Consiglio, con l’abolizione del vitalizio dei consiglieri regionali. In Sardegna c’è una gravissima emergenza che richiede interventi straordinari ed immediati in molti settori; circa 64000 imprese sarde sono esposte col fisco per oltre 3 miliardi, molte hanno dovuto dichiarare fallimento, senza dimenticare la disoccupazione, la cassa integrazione ed il blocco degli investimenti. Fatti che hanno spinto molte piccole imprese artigiane, anche a conduzione familiare, a non poter sostenere i loro impegni con il fisco, gravati oltretutto da un pesante carico degli interessi, che determina un perverso effetto moltiplicatore. C’è, è vero, anche l’esigenza di rivedere complessivamente la normativa. Però il Presidente Cappellacci e l’Assessore La Spisa devono spiegare perché hanno deciso di cancellare l’agenzia regionale delle entrate”. La Regione, ha proseguito l’on. Bruno, “deve insistere col governo per ottenere la moratoria fiscale prevista dalla legge. Si tratta di misure già contenute in un ordine del giorno approvato dalla Camera su iniziativa dei deputati sardi del Pd. Su questo documento il governo, il 9 novembre scorso, ha espresso parere negativo, per presunte ragioni di equilibrio del sistema tributario. I sardi, in poche parole, sono stati trattati da evasori perché, in concreto, è stata proposta soltanto la rateizzazione. Non si comprende quindi la gravità del momento economico che la Sardegna sta attraversando. Ma la Regione può fare molto: sostegno alle imprese, aumento risorse consorzi fidi, patto con gli enti creditori”. (A.F.)
Il capogruppo dell’Idv on. Adriano Salis, ricordando che dal 2009 si presentano mozioni contro Equitalia senza ottenere risposte dalla Giunta, ha illustrato la n. 149. L’Italia dei Valori ha sollecitato un provvedimento legislativo che riveda le modalità di calcolo delle sanzioni e ha chiesto un intervento sul Governo per ottenere una moratoria sui versamenti per almeno un anno. L’on. Salis ha spiegato che c’è la necessità di far valere le specificità legate all’insularità della Sardegna limitando notevolmente la “prepotenza” di Equitalia nei confronti delle imprese. Inoltre, occorre che si dichiari lo stato di crisi del comparto agro-pastorale isolano, unico elemento che permetterebbe alla Sardegna di accedere a provvedimenti che potrebbero limitare disagi e disastri conseguenti alle iniziative di Equitalia. Si allevierebbe la condizione di tantissimi produttori e famiglie sottoposti ad una pressione fiscale definita ormai insopportabile. Il capogruppo dell’Idv ha ricordato che, allo scorso 31 dicembre, 64.104 aziende erano indebitate con il fisco, il 40% di tutte quelle sarde, e che il dato del 2011 fa emergere una ulteriore crescita. L’esposizione debitoria generale, ha aggiunto, ammonta a 3.516 milioni di euro e 2351 aziende sono state costrette a dichiarare fallimento. “Siamo di fronte – ha concluso l’on. Salis - ad una tragedia sociale”.
L’on. Claudia Zuncheddu (Misto) ha illustrato la mozione n. 153. Alla luce del digiuno portato avanti da numerose donne ha spiegato che lo Statuto speciale va esercitato come momento di sovranità e di difesa dei diritti dei sardi. Dopo aver criticato l’assenza in Aula del presidente della Regione Cappellacci, ha sollecitato l’applicazione dell’art. 51 che autorizza la Giunta a chiedere la sospensione dei provvedimenti statali qualora risultino manifestamente dannosi. L’on. Zuncheddu ha dichiarato che l’azione dell’Agenzia delle entrate e di Equitalia è stata devastante e ha messo in ginocchio le attività produttive. A suo avviso le procedure di riscossione sono andate oltre i limiti causando danni ai contribuenti e alimentando situazioni pregiudizievoli. Sulle sanzioni tributarie ha ricordato che si deve tenere conto della situazione oggettiva della realtà sarda e la situazione reddituale del singolo soggetto. Equitalia Sardegna, in particolare, è stata accusata di opporre sempre più spesso scusanti e dinieghi alle richieste di accesso agli atti fatte dai cittadini. (MM)
L’on. Giulio Steri, capogruppo Udc-Fli, ha illustrato la mozione 154, di cui è primo firmatario, sulla “grave crisi del sistema produttivo isolano e sull'insostenibilità del sistema di riscossione coattivo”. “Di fronte a questi problemi non servono parole e demagogia ma impegni concreti e strumenti pratici per intervenire sulla crisi”, ha affermato il capogruppo richiamando la crisi globale che attanaglia l’Italia e l’Europa e che è al centro delle vicende politiche che hanno visto il cambio di esecutivo. L’on. Steri ha ricordato le parole di questa mattina a Palazzo Madama del neo presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti, che si è soffermato sull’importanza del ruolo delle autonomie locali e speciali. “Quelle parole – ha spiegato Steri - consentono di intravvedere uno spiraglio nella vertenza entrate della Sardegna nei confronti dello Stato”. Oltre a questo il presidente del gruppo del Terzo polo ha sottolineato come “la drammatica situazione che si è determinata in Sardegna può essere risolta solo con strumenti eccezionali”. “In particolare – ha proseguito Steri - occorre individuare uno strumento più flessibile di risoluzione del carico pendente, per le situazioni pendenti, invece, è necessario intervenire introducendo una serie di previsioni legislative che consentano alle aziende di ridimensionare il carico fiscale e previdenziale con la possibilità di riduzione degli interessi e delle sanzioni per omessi versamenti nonché con la possibilità di rateizzare il debito in più annualità”. Per Steri, e i firmatari della mozione illustrata, contestualmente deve essere prevista la sospensione o l'abbandono delle procedure esecutive poste in essere da Equitalia. Ancora, come si legge nella mozione, “occorre ribadire la richiesta al Governo di dichiarare lo stato di area di crisi ai sensi dell'articolo 19 bis del decreto 602 del 1973 del Presidente della Repubblica che prevede la sospensione della riscossione per situazioni eccezionali.
E’ stato l’on. Paolo Maninchedda, invece, a illustrare la mozione 155 del gruppo sardista sulle “proposte per l'attivazione di strumenti finanziari atti ad aiutare le imprese sarde a onorare i debiti nei confronti dell'erario, dell'Inps e dei Comuni”. Maninchedda ha sottolineato che già nel febbraio dello scorso anno, “prima che le piazze si animassero”, la Terza Commissione aveva sollevato il problema Equitalia e già da allora “sarebbe stato possibile mettere in campo azioni per evitare di arrivare a questa situazione”. Per il consigliere sardista “non si può parlare di fisco senza parlare di sovranità, senza discutere seriamente di sovranità la Sardegna non potrà parlare di sviluppo e di fisco”. Lo Stato, secondo Maninchedda, ha una responsabilità enorme nell’aver concorso al determinarsi della crisi sarda. Nell’illustrare la mozione poi ha sottolineato come la sospensione della riscossione coattiva in ragione della crisi in atto deve evitare come effetto collaterale la correlativa sospensione anche dei pagamenti volontari dei tributi, con evidenti effetti negativi devastanti sul sistema dei servizi e del welfare. Per Maninchedda, a differenza delle altre mozioni che chiedono impegni al governo nazionale, la Regione può fare qualcosa. “In particolare può impegnarsi ad attuare una moratoria non onerosa dei crediti regionali iscritti a ruolo; a favorire una moratoria non onerosa (per periodo temporale da stabilire) dei crediti dei comuni iscritti in ruoli coattivi; ad attivare un fondo per finanziare le rateazioni in corso da parte delle imprese, tendente a raddoppiare il tempo di restituzione (stabilite le fasce di importo sostenibile e la potenzialità dell'impresa, si finanzierebbe fino al 50 per cento della rata mensile, con obbligo di restituzione alla Regione o alla Sfirs della differenza, al termine della rateazione concessa e per altri settantadue mesi, al tasso legale di riferimento). Ancora i sardisti chiedono che la Giunta si faccia carico di “attivare un fondo di garanzia atto a garantire la rateazione del debito in cambio della liberazione degli immobili d'impresa ipotecati; di attivare un tavolo permanente operativo tra banche, Equitalia e Regione, atto a studiare, caso per caso, gli interventi possibili per sbloccare i finanziamenti per l'impresa anche in presenza di carichi a ruolo e di attivare una rilevazione degli indicatori economici e sociali utili a verificare la vigenza della situazione prevista dall'articolo 51 dello Statuto speciale per la Sardegna”. (MP)

L’on. Carlo Sanjust (Pdl) si è detto sostanzialmente d’accordo con l’on. Maninchedda. “In questi anni il sistema Equitalia ha provocato un danno enorme alle entrate dello Stato: delle 160.000 imprese attive sul territorio regionale ben 64.000 sono indebitate, il 40%, con una esposizione complessiva superiore ai 3 miliardi, mentre 2354 sono le imprese fallite, con una perdita di oltre 900 milioni per il fisco”. A fronte di questi dati, ha continuato l’on. Sanjus, “occorre affrontare la crisi per tempo, soprattutto per prevenire ulteriori situazioni anomale. La lotta all’evasione e all’elusione resta un obiettivo primario, ma ciò non deve danneggiare contribuenti che stanno vivendo momenti di crisi, ed anzi proprio questi vanno difesi dalle vessazioni. Equitalia, che lavora oggi con un aggio al 9% nei fatti costringe l’impresa ad uscire dal mercato”. L’esponente del Pdl ha poi fornito alcune cifre a titolo di esempio: “nella sola prima rata con debito di 1500, ci sono 566 euro interessi mora, 715 interessi per la dilazione, 760 come oneri di riscossione, 900 di spese, 260 per notifiche, siamo ad oltre 4000 euro. Con una rateizzazione a 62 mesi, arriviamo a 168 mila euro di oneri aggiuntivi. La Regione sta intervenendo, sia pure con grande fatica; c’è l’impegno del Presidente Cappellacci a presentare un disegno di legge per far diventare la Regione Sarda ente di riscossione e c’è una proposta di legge nazionale per ridurre l’aggio delle società di riscossione dal 9 al 2%: sono iniziative che devono marciare in parallelo. Ci vogliono anche un po’ di ingegno e fantasia: la riduzione dell’aggio si potrebbe trasformare in una sorta di bonus per le imprese che assumono giovani sardi”.
L’on. Efisio Planetta (Psd’Az.) ha sostenuto che “non è esagerato parlare di usura che in questo caso non è quella bancaria: qui il responsabile è lo Stato. Il legislatore, dunque, deve studiare strumenti di intervento tali da impedire il consolidamento della fabbrica dell’usura e la stabilizzazione dello stato di necessità in alcune categorie sociali economiche e produttive”. In Sardegna, ha ricordato Planetta, “assistiamo a gravi fenomeni di devianza simili alla criminalità organizzata e riconducibili a pratiche usuraie che sottraggono risorse al sistema produttivo, insieme al ricorso al credito illegale. Un delitto particolarmente pericoloso, insomma, e difficile da contrastare e debellare. Ma se questo delitto viene commesso dallo Stato e dalle sue articolazioni locali come Equitalia, la Sardegna rischia di arrivare al collasso”. Oggi, ha aggiunto il consigliere sardista, “in Sardegna ci sono 65000 imprese in sofferenza che devono al fisco 3 miliardi. Cagliari è indebitata per 1 milione e 800000 euro come Sassari, Nuoro ha un debito di 343000 euro ed Oristano di 143000, mentre i fallimenti sono stati più di 6000 con un debito complessivo di oltre 9 milioni e 500000 euro, e 4700 aziende hanno chiesto rateizzazione. Con queste cifre saremmo un’isola di perfetti imboscati che consuma più di quanto produce, per giunta evadendo le tasse. La situazione si è aggravata di molto nell’ultimo anno, siamo al sesto posto in Italia per debito delle famiglie, dopo Campania, Sicilia, Puglia, Calabria, Abruzzo”.
L’on. Radhouan Ben Amara (Misto) ha sottolineato che “sarebbe bastata una sola mozione concordata per evitare una certa inflazione discorsiva. Il problema di Equitalia è nazionale; è una società sempre morbida con soggetti eccellenti e sempre inflessibile con contribuenti comuni, raddoppia i debiti di 1000 euro, triplica quelli di 5000. I cittadini si sentono vessati, alcuni hanno venduto tutto, altri hanno dichiarato il fallimento, molte famiglie sono private di una speranza di futuro, lo Stato chiede entrate che la Regione non può più sopportare, ma la legge viene interpretata in modo discrezionale”. I sardi, secondo Ben Amara, “chiedono l’intervento della Regione almeno per poter sopravvivere, ed attraverso lo Statuto si può chiedere l’intervento dello Stato. E’qui che bisogna parlare di autonomia e autodeterminazione. Dobbiamo fare lo sciopero della fame e dichiarare lo stato di disobbedienza civile? Equitalia in Sardegna gioca liberamente con una grande varietà di mezzi ma il paradosso è che i ricorsi danno torto al cittadino, accusato quasi sempre di dichiarazioni infedeli. Ma questa è la condanna a morte delle imprese oneste. E’qui che la politica deve bucare lo schermo, esercitare fino in fondo la trasparenza e l’onesta, per evitare la progressiva distruzione del sistema produttivo della Sardegna ed il ribaltamento del rapporto fra Stato e cittadini. Non vorrei, infine, che le nostre mozioni si concludessero con la solita formula il consiglio impegna la giunta a…”
(A.F.)
L’on. Renato Lai, Pdl, ha ribadito nel suo intervento che la situazione che ha colpito il popolo delle partite Iva nasce dalle conseguenze di una crisi economica internazionale senza precedenti, ma deriva anche dai tassi vessatori e usurai applicati ad aziende e famiglie dall’Agenzia delle Entrate e da Equitalia. “Questa situazione – ha insistito Lai - mina in modo grave la sopravvivenza delle famiglie che spesso sono costrette ad azioni eclatanti. Il nostro dovere è di essere sensibili e solidali ma anche determinati nel trovare soluzioni”. Per l’on. Lai una delle strade percorribili è far dichiarare lo stato di crisi e aprire una moratoria. “La richiesta dello stato di crisi e le conseguenti misure per liberare i soggetti colpiti dai pignoramenti sono soluzioni condivisibili”. Tra le soluzioni individuate ieri dalla Giunta regionale il consigliere Pdl ha auspicato che “la verifica circa la possibilità di permettere alle aziende di accedere ai finanziamenti dei Gal possa trovare attuazione già dalla prossima Manovra”. Lai ha ricordato che tutto ciò che riguarda Equitalia è normato da leggi nazionali, sottolineando il limite del raggio d’azione della Regione, ma “alcuni provvedimenti possono essere messi in campo”. Lai ha anche condiviso la proposta, presente in qualche mozione, di moratoria fiscale e di inapplicabilità degli studi di settore per il biennio 2010-2011.
“Le proteste hanno un valore importante – ha concluso Lai - la discussione di oggi rappresenta un impegno per trovare tutte le misure idonee. Il nuovo governo deve far proprie le istanze dei sardi”.
Duro l’intervento dell’on. Roberto Capelli, Misto-Api: “I contribuenti, col silenzio colpevole delle Regioni e della nostra Regione, subiscono tassi usurai che si materializzano con l’ipoteca sulla casa e sui mezzi dell’impresa che servono per lavorare”. “Lo Stato premia i veri evasori fiscali, per esempio attraverso il ricorso alla transazione, mentre i nostri concittadini vengono vessati, pur non essendo affatto evasori ma debitori”. Anche Capelli, come Maninchedda, ha ricordato che del problema Equitalia si era già occupata la Terza Commissione suggerendo alla Giunta le azioni da mettere in campo “per evitare il disastro”. “Azioni che sono state snobbate e sono rimaste nel cassetto”, ha accusato Capelli. “Quei suggerimenti – ha insistito il consigliere dell’Api - erano stati concordati con la dirigenza di Equitalia, in quel periodo parlammo anche degli studi di settore, delegando la giunta a combatterli, e di fiscalità di vantaggio, ma non è servito a nulla”.
Capelli ha concluso il suo intervento con una proposta: “Tutte le istituzioni regionali hanno convenzioni con Equitalia – ha ricordato - iniziamo a cancellare quelle, per rendere difficile la permanenza di Equitalia nel nostro sistema di riscossione”.
Si è soffermato su un diverso punto di vista l’on. Angelo Stochino, Pdl, che ha sottolineato la grande responsabilità della Regione riguardo ai mancati e tardivi pagamenti di quanto dovuto alle imprese sarde. Per Stochino la lentezza della burocrazia e le tenaglie del Patto di stabilità mandano in stallo il sistema dei pagamenti. “Le imprese, senza i soldi dovuti dalle istituzioni, si vedono negato l’accesso al credito dalle banche e ciò genera un vortice debitorio drammatico”. Stochino in conclusione ha concordato con l’on. Roberto Capelli sulla possibilità di eliminare le convenzioni degli enti pubblici con Equitalia e ha aggiunto che insieme con i parlamentari sardi “è il momento di dare il via a una vertenza forte con lo Stato italiano sul problema del fisco”. (MP)
Il capogruppo dell’Idv on. Adriano Salis ha ricordato la possibilità di applicare l’articolo 9 dello Statuto speciale per un’autonoma riscossione delle entrate da parte della Regione Sardegna. Il tema è già all’attenzione della Giunta, ma, visto il dramma delle aziende indebitate, occorre accelerare il processo decisionale perché consentirebbe un controllo e una gestione più affidabile delle risorse che si possono riscuotere. Per l’on. Salis è necessario ripensare ad un processo autonomista serio, anche alla luce del fallimento di quello federalista imposto dalla Lega, per meglio utilizzare le risorse locali e per cambiare il sistema di riscossione. Solo così, ha concluso, si darebbe senso alla giusta e sbandierata convinzione in base alla quale non può esserci un’Autonomia in tutti i sensi se non c’è quella fiscale e finanziaria.
Il capogruppo dei Riformatori Sardi – Liberaldemocratici on. Attilio Dedoni ha ammesso che il problema che oggi tocca la carne viva della gente di Sardegna e, in particolare, gli agricoltori, in realtà si sarebbe potuto gestire se a suo tempo si fosse proceduto a riscrivere il patto tra la Regione, lo Stato e l’Unione europea. L’on. Dedoni ha ricordato che anche con lo Statuto vigente, negli articoli 4 e 5, si può avere la forza di incidere nel credito. Contestando l’applicazione di tassi usurai del 9-10%, ha detto che non serve fare demagogia, che occorre un’attività corale per difendere gli interessi della Sardegna e che sarebbe opportuno rinnovare il rapporto tra le forze politiche per agire con uno strumento che non sia quello di pietire a Roma con il cappello in mano. (MM)
L’on. Mario Diana, capogruppo del Pdl, ha ricordato che “i problemi li conosciamo tutti e soprattutto li conoscono i cittadini. La questione non è nata oggi, ma col decreto legislativo 203 che istituiva il servizio nazionale della riscossione. Il testo dice, all’art. 29bis, che nel territorio siciliano la riscossione è gestita dalla Regione; non ci sono riferimenti a nessuna modica dello Statuto, solo cinque righe nella Finanziaria del 2205. Forse qualcuno è stato disattento. Su questo bisogna puntare nel rapporto col nuovo governo che peraltro sembra più attento ai problemi dell’Europa che a quelli dei cittadini”. E’positivo, ha rilevato l’on. Diana, “che in Aula ci sia una grande convergenza ma i problemi sono diversi. Ci sono quelli che hanno rapporti con la pubblica amministrazione ed è un discorso ma le situazioni da esaminare sono migliaia, senza dimenticare le anomalie della stessa Regione che non paga gli stipendi di società a capitale pubblico o mette sotto sequestro impianti sportivi, come accaduto in provincia di Oristano. La strada maestra, quindi, è quella di modificare il disegno di legge 203 estendendo alla Sardegna lo stesso contenuto vigente per la Sicilia, ed attivarsi per ribaltare la normativa attuale che aumenta l’aggio in rapporto alla maggiore riscossione, innescando un meccanismo perverso. E’disdicevole, infine, parlare di concordato fiscale in queste condizioni di crisi gravissima?”
L’on. Giampaolo Diana, capogruppo del Pd, ha messo l’accento sulla vera novità di questi giorni, rappresentata “dal nuovo governo di Monti, che non a caso ha citato la situazione delle regioni a Statuto speciale, parlando anche di tassazione proporzionata alla capacità di produrre reddito. Queste dichiarazioni hanno un forte legame con il dibattito del Consiglio regionale. Oggi il Presidente Cappellacci è assente, ieri ha annunciato una modifica della normativa in materia di riscossione, ma è necessario sapere perché si è smantellato, appena qualche mese fa, l’agenzia regionale delle entrate. Quello era lo strumento migliore che la Regione poteva usare proprio per attuare le sue politiche di settore”. Quanto al dibattito di oggi, secondo Diana “il Consiglio deve assumere qualche impegno concreto e prendersi le sue responsabilità. Se siamo finalmente di fronte ad un governo fatto di gente seria, bisogna riprendere il negoziato col governo ad attuare l’ordine del giorno approvato dalla Camera nel giugno scorso, che prevede la dichiarazione dello stato di crisi e l’attivazione di una moratoria di 12 mesi sul 50% degli adempimenti fiscali, con un semplice decreto del ministero delle Finanze. Il governo precedente lo ha respinto con motivazioni inconsistenti. Questo passaggio deve essere inserito nel dispositivo del documento unitario che è auspicabile venga approvato dall’Aula”. (A.F.)
L’assessore alla Programmazione Giorgio La Spisa, prendendo la parola per la replica della Giunta, ha sottolineato l’importanza di un pronunciamento del Consiglio regionale “su un tema così grave che rappresenta enormi difficoltà per molti nostri concittadini”. La Spisa ha affermato che il punto di partenza deve essere intanto il riconoscimento del problema, “un problema che la Giunta ha ben presente da tempo e che ha presente anche il presidente Cappellacci”. L’assessore al Bilancio ha enunciato in sintesi i provvedimenti di emergenza che la Regione ha messo in campo per far fronte alla situazione: “È stata chiesta la trasmissione degli atti relativi alle situazioni personali di chi manifestava, è stato chiesto al governo il riconoscimento di tutto il territorio regionale come area di crisi per la sospensione dei pagamenti, è stata chiesta l’attivazione di un tavolo con Equitalia, Inps e Agenzia delle entrate, è stato fatto un approfondimento sugli studi di settore ed è stato attivato un fondo di garanzia etica per i mutui prima casa”. Inoltre nella prossima Finanziaria che arriverà presto in Aula è stato inserito, come sottolineato da La Spisa, un fondo anti crisi per le imprese e sono stati già avviati i rapporti con le banche per realizzarlo. Per il vice presidente della Giunta “ora è il momento di fare un ulteriore passo, e deve partire dal Consiglio regionale”. La Spisa ha chiesto che venga modificato lo Statuto, in particolare l’articolo 9, nel titolo 3, in modo da introdurre la riscossione regionale delle entrate.
Per la contro-replica ha preso la parola l’on. Mario Bruno, Pd che ha sì condiviso l’intento di arrivare a una presa di posizione comune di tutto il Consiglio, ma ha voluto puntualizzare le “mancanze della Giunta Cappellacci che ora non si può trincerare dietro il governo Monti”. Bruno ha ricordato la cancellazione dell’Agenzia regionale delle entrate “che ha rappresentato un grosso errore. Era uno strumento che doveva rimanere in piedi”. “Nei mesi che abbiamo di fronte – ha concluso l’esponente del Pd - dobbiamo alzare la voce ed essere autorevoli per mettere in primo piano la Sardegna e fare adesso ciò che non è stato fatto prima”. (MP)

Il capogruppo dell’Idv on. Adriano Salis ha chiesto una sospensione dei lavori affinché si elabori un ordine del giorno unitario e concreto che risponda in maniera convincente alle richieste di chi sta lottando facendo lo sciopero della fame.
L’on. Paolo Maninchedda (Psd’Az) ha chiesto alla Giunta di dare una risposta chiara alle tre proposte dei sardisti che hanno l’obiettivo di produrre effetti pratici immediati. Si tratta dell’applicazione di una moratoria non onerosa sui crediti iscritti a ruolo della Regione e dei suoi enti, dell’uso dei fondi di garanzia presenti alla Sfirs per consentire il raddoppio della rateizzazione, dell’utilizzo dei fondi di garanzia presso la Sfirs, attraverso i consorzi fidi, per consentire di liberare gli immobili bloccati.
Dopo una sospensione dei lavori, la presidente Claudia Lombardo ha annunciato la presentazione di un ordine del giorno (Diana Mario e più) che impegna la Giunta regionale: a trasmettere al Consiglio regionale un disegno di legge per la modifica dell’articolo 9 dello Statuto speciale per assicurare la riscossione dei tributi anche in forma compartecipata; a richiedere al Governo la dichiarazione dello stato di crisi, il concordato fiscale e la sospensione delle azioni esecutive; a rifinanziare per il 2012 gli interventi stabiliti per l’anno in corso a sostegno delle imprese e dei contribuenti indebitati con Equitalia; ad adottare una moratoria non onerosa dei crediti regionali assoggettati a riscossione coattiva e a favorire una moratoria non onerosa dei crediti dei comuni se anche essi sono assoggettati a riscossione coattiva; ad attivare i Consorzi fidi per finanziare a condizioni di mercato le rateazioni in corso da parte delle piccole e medie imprese con l’obiettivo di raddoppiare i tempi di restituzione; ad attivare un fondo di garanzia per favorire la rateazione del debito in cambio della liberazione degli immobili d’impresa ipotecati; a promuovere un tavolo permanente operativo tra banche, Regione ed Equitalia per studiare, caso per caso, i possibili interventi per sbloccare i finanziamenti per l’impresa anche in presenza di carichi a ruolo. (MM)

L’on. Giampaolo Diana, capogruppo del Pd, ha chiesto la votazione per parti del dispositivo dell’ordine del giorno, chiedendo in particolare lo stralcio dei punti 4 (richiesta al Governo di un concordato fiscale) e 9 (attivazione di un fondo di garanzia attraverso il quale, in cambio di una rateazione del debito, possono essere liberati dall’ipoteca gli immobili oggetto di attività d’impresa) del documento.
La Presidente ha annunciato la votazione dell’ordine del giorno fino alla parte del documento che, in dettaglio, espone gli impegni della Giunta regionale.
L’Aula ha quindi proceduto alla votazione dell’ordine del giorno, limitatamente alla premessa, che viene approvato all’unanimità.
L’on. Giampaolo Diana (Pd), intervenendo per dichiarazione di voto, ha annunciato l’astensione del suo gruppo sui punti 4 e 9, “perché in questo dispositivo sono accolti in parte alcuni contenuti della mozione del Pd, ma siamo convinti che in una materia così delicata non si possa scadere in un atteggiamento non rispondente alla realtà. I punti 4 e 9, nel concreto, prevedono impegni difficilmente attuabili oltre che configurabili come aiuti di stato. Non c’è comunque la volontà di votare contro, ma in questo momento di tutto c’è bisogno tranne che di alimentare illusioni”.
L’on. Claudia Zuncheddu (Misto) ha proposto, con emendamento orale, di inserire il riferimento all’art. 51 dello Statuto a sostegno della richiesta della Regione Sardegna di sospensione degli adempimenti fiscali. La richiesta è stata accolta dall’Aula.
L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità, anche con il voto della presidente Claudia Lombardo, fatta eccezione per i punti 4 e 9 su cui il centrosinistra si è astenuto. (A.F.)
Mozione 137 (Cossa e più) sulla richiesta di assegnazione al Comune di Gonnosfanadiga della medaglia d'oro al valor militare.

La presidente Claudia Lombardo ha poi messo in votazione la mozione 137 (Cossa e più) che impegna la Giunta regionale sulla richiesta a promuovere presso la Presidenza della Repubblica la richiesta di assegnazione al Comune di Gonnosfanadiga della medaglia d'oro al valor militare relativamente ai fatti avvenuti in quel comune il 17 febbraio 1943, quando un violento bombardamento si abbattè sul paese di Gonnosfanadiga provocando una carneficina con circa 100 morti (tra i quali 27 bambini) e 330 feriti. L’Assemblea ha accolto la mozione all’unanimità.
Respinta invece la richiesta dell’on. Roberto Capelli (Misto-Api) di procedura abbreviata (ai sensi dell’articolo 101 del Regolamento consiliare) per l’inserimento nella programmazione dei lavori della proposta di legge 315 (Determinazione delle indennità di carica spettanti al Presidente del Consiglio regionale, ai componenti dell'Ufficio di Presidenza, al Presidente della Regione e agli assessori regionali. Razionalizzazione enti, agenzie e società regionali).
La presidente Lombardo ha quindi chiuso la seduta riconvocandola a domicilio. (MP)