CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 279 del 3 novembre 2011
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Disegno di legge N. 265/A “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica - Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n. 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive)”
Cagliari, 03 novembre 2011 - La seduta del Consiglio regionale si è aperta, questo pomeriggio, sotto la presidenza dell’on. Claudia Lombardo. All’ordine del giorno il Disegno di legge N. 265/A “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica - Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n. 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive)”. In particolare l’Aula è stata chiamata a proseguire l’esame dell’articolo 1 decies. La presidente ha aperto la discussione sull’articolo e gli emendamenti. Il primo a intervenire è stato l’on. Chicco Porcu (Pd): “Stiamo entrando in una parte della legge assai delicata, quella che non si occupa soltanto di prevedere integrazioni e modifiche volumetriche del Piano casa, ma vuole intervenire sulle norme del Ppr, prevedendo alcune possibilità edificatorie”. L’esponente dell’opposizione ha sottolineato come, già in altri articoli, la maggioranza abbia caricato questo disegno di legge di norme intruse, mentre avrebbe dovuto avere soltanto l’obiettivo di semplificare l’iter del Piano casa. Un “provvedimento rozzo”, ha proseguito il consigliere del Pd, che “evidenzia le profonde differenze tra i nostri schieramenti”. In conclusione, l’on. Porcu ha ribadito come non sia un modo corretto di procedere, introdurre all’interno di questa legge deroghe permanenti alle norme paesaggistiche di salvaguardia. Tali elementi contenuti nel Dl 265/A, secondo l’esponente del Pd, apriranno il Ppr a ricorsi. “Questo articolo si interessa di modificare l’articolo 12 – ha spiegato l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) – e vorrei precisare che questo strumento è abbastanza singolare e inquietante”. L’esponente dell’opposizione ha ricordato, citando l’articolo 34 del Testo Unico sull’ordinamento degli Enti locali, quanto già ribadito da diverse sentenze per quanto riguarda gli Accordi di programma, ossia che gli interessi dei privati e l’interesse del Pubblico non possano coesistere sullo stesso piano, ma che eventualmente, il Pubblico per soddisfare l’interesse comune, può chiamare alcuni soggetti privati a presentare delle proposte. “Perché tornare indietro, perché approvare un articolo che dà la facoltà della proposta ai soggetti privati?” Secondo l’on. Sanna potrebbe essere sollevato il dubbio che ci “sia un soggetto privato prevalente” e ha aggiunto: “Noi siamo d’accordo a votare per parti eliminando il soggetto privato”. Anche sul secondo comma, ossia quello che parla di riassetto urbanistico, l’on. Sanna ha mosso critiche, perché “il riassetto urbanistico segue specifiche leggi e procedure”. L’esponente del Pd ha proposto all’Aula di emendare l’articolo 1 decies o di cancellarlo. (E.L.N.)
Messa in votazione la lettera A del comma 1 dell’art 1 decies è stata respinta con 53 no, 2 sì e 3 astensioni. Bocciata anche la lettera b del comma 1 dell’art. 1 decies (56 no, 2 sì e 2 astensioni). L’articolo in questione prevedeva originariamente la modifica della disciplina dei piani a valenza strategica.
Il capogruppo del Pd on. Giampaolo Diana ha chiesto lo scrutinio segreto sull’emendamento 79 (Diana Giampaolo e più) che è stato accolto con 33 voti a favore, 27 contrari e un’astensione. Si modifica la legge 8 del 2004 (Norme urgenti di provvisoria salvaguardia per la pianificazione paesaggistica e la tutela del territorio regionale) stabilendo che, anche in caso di qualunque modifica o aggiornamento, il presidente della Regione espone al Consiglio regionale, che si pronuncia nel merito, le linee guida caratterizzanti il Piano paesaggistico regionale.
E’ stato approvato l’emendamento 80 (Diana Giampaolo e più) con i pareri favorevoli della maggioranza e della Giunta. Alla legge 12 del 2011 (Disposizioni nei vari settori di intervento) si inserisce il comma 32 bis al comma 32 (che stabiliva, per certi casi, la conversione in volumetrie residenziali di cubature destinate a servizi per la residenza): prevede l’automatica variazione dello strumento attuativo all’atto del rilascio del permesso di costruire o di denuncia di inizio attività da parte degli aventi diritto.
Il Consiglio ha approvato l’emendamento di sintesi 271 (Diana Mario e più) che nel Piano casa del 2009 inserisce l’art. 13 bis (Norme in materia di tutela, salvaguardia e sviluppo delle aree destinate all’agricoltura): si riconosce la tutela del paesaggio rurale e si punta a contrastare il frazionamento delle aree agricole finalizzato all’edificazione; contro un improprio sfruttamento si stabilisce l’applicazione delle Direttive per le zone agricole del 1994; negli ambiti costieri individuati dal Ppr, la superficie minima di intervento, con connessione funzionale all’attività produttiva, è fissata in un ettaro, incrementabile a tre ettari previa delibera del Consiglio comunale; l’indice massimo di fabbricabilità per le nuove residenze è pari a 0,03 mc/mq per il primo ettaro, da ridurre del 50% per il secondo e del 75% per i successivi.
Sull’art. 1 undecies l’on. Chicco Porcu (Pd) ha rimarcato l’attenzione mostrata per evitare di produrre degli obbrobri legislativi affinché sia confermata sulle norme legate al Ppr. Ha aggiunto che il voto segreto sull’emendamento 79 ha stabilito un principio fondamentale: il Consiglio regionale si è riappropriato della possibilità di fornire indirizzi su cosa il Piano paesaggistico o ogni sua modifica debba o non debba prevedere. Per l’on. Porcu si blocca il tentativo di incorporare nel Ppr il “fatto salvo” dalle leggi, a suo avviso illegittime, approvate dalla maggioranza. Sul resto del disegno di legge in esame il consigliere del Pd ha invitato l’Aula a dare un senso al percorso di semplificazione e alleggerimento della legge, garantendo la futura salvaguardia del territorio. (MM)
L’on. Luigi Lotto (Pd) ha dichiarato che “è giusto soffermarsi su una parte della legge che ha avuto, come convitato di pietra, il Piano paesaggistico regionale. Abbiamo sempre sostenuto che, utilizzando una legge ordinaria, non si potessero modificare le norme di un Ppr approvato secondo un percorso molto preciso che prevedeva, fra l’altro, una intesa con il Ministero dei beni culturali. Per questi motivi, le norme di revisione del Piano che la maggioranza ha voluto introdurre prima nella legge 4 del 2009 ed ora nella 265, devono essere considerate “intruse”. Chiedo che la maggioranza trovi un momento di coerenza con quanto da essa stessa affermato e respinga questo articolo consentendo al Consiglio di evitare guasti irreparabili all’ambiente costiero della Sardegna.”
L’on. Luciano Uras (Misto), riprendendo il suo intervento della mattinata, ha ricordato che “la giunta, al posto delle direttive previste dalla legge che, fra l’altro, facevano scattare sul territorio le azioni di monitoraggio degli interventi di trasformazione urbanistica, ha deliberato soltanto una circolare applicativa della legge 4 del 2009, che è cosa ben diversa. Tanto è vero che, nella stessa delibera, l’esecutivo si riserva di approvare le direttive in un secondo momento. In un recente incontro di tutti i presidenti di gruppo abbiamo cercato un modus operandi che desse un senso al nostro lavoro. Ma se non arrivano risposte per fare chiarezza in questa legge - mosaico in cui ogni tassello corrisponde ad un soggetto o a gruppi ben individuati, siamo disposti a ricominciare con l’ostruzionismo.”
L’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha evidenziato che “nel testo della giunta c’è una cosa praticamente impossibile, cioè la volontà di tutelare il territorio da un improprio sfruttamento, che però è il vero obiettivo che la maggioranza vuole raggiungere con questa legge. Se si interviene sulla classificazione delle aree agricole eliminando i vincoli, praticamente quelle aree diventano dal punto di vista urbanistico totalmente libere, consentendo quindi interventi edificatori. Nella precedente legislatura, fino all’adeguamento del Puc al Ppr, era consentita l’edificazione di fabbricati solo se funzionali all’esercizio dell’attività agricola da parte del proprietario. Questa disciplina, come norma di salvaguardia, resta in vigore fino all’adeguamento del Piano paesaggistico regionale e non può essere aggirata da una legge ordinaria. Inoltre, nel perimetro dei beni identitari, lo stesso Ppr prevedeva una cintura di protezione di 100 metri in via transitoria, fino alla definizione della pianificazione urbanistica da parte del comune. Qui si arriva al paradosso non solo di permettere l’edificazione in quel perimetro ma anche lo stravolgimento dello stesso bene identitario; una norma del genere sarà sicuramente impugnata.” (A.F.)
Ha preso poi la parola l’on. Renato Soru (Pd) che ha affermato: “Non siamo riusciti a cancellare l’articolo 13 finora in Aula, auspico che lo faccia il ministro Galan, che ha chiarito che avrà un comportamento diverso da quello disattento del suo predecessore Bondi”. E ha aggiunto che “non bastano poche righe per cancellare il Ppr”, una legge di rango superiore. Secondo l’on. Soru questa discussione è stata molto utile per chi l’ha seguita da fuori per capire cosa prevede realmente il Piano casa, una legge che sarebbe dovuta essere utile alle famiglie e alle piccole imprese. In realtà, ha evidenziato l’on. Soru, questo articolo 13 serviva a rimettere in vita lottizzazioni bloccate nel 2004 e nel 2006, prevedendo anche la possibilità di costruire in zona F, entro i 300 metri, oltre i 300, dove c’è il Puc, dove non c’è e così via. “E’ tutto un articolo fatto per resuscitare il consumo del territorio in aree che dovevano essere tutelate. Voi avete l’unico desiderio di ingannare e mistificare la realtà”. L’on. Soru ha poi evidenziato come questa legge non solo distrugga l’ambiente, ma con esso anche il turismo della Sardegna, e ha accusato la maggioranza di cancellare la tutela esistente del territorio agricolo e anzi di “spingere alla costruzione in agro”. Il vice presidente Michele Cossa ha poi dato la parola all’on. Giorgio Cugusi (Misto) che ha affermato come tutto l’articolato del capo 2 non sia per niente attinente al tema in esame. L’esponente dell’opposizione ha spiegato quanto sia sbagliato e scorretto introdurre norme diverse da quelle relative al Piano casa in questo testo normativo. L’on. Cugusi ha annunciato il suo voto favorevole all’emendamento perché non è giusto costringere il cittadino a cercare le norme nei più svariati testi di legge o in ogni Collegato alla Finanziaria. “E’ una abitudine scorretta e quindi sbagliata”. (E.L.N.)
Dopo l’on. Cugusi ha preso la parola l’on. Uras (Misto) che ha chiesto al presidente della Regione di presentarsi in Aula e riferire in ordine alle ipotesi secondo cui “ci sono voci di dimissioni di componenti della Giunta”. Il capogruppo del Pd ha chiesto: “Ci comunichi il presidente Cappellacci, visto che è entrato ora, se si è dimesso”.
La presidente Lombardo ha detto: “Possiamo proseguire, visto che non ci sono pervenute dimissioni del presidente della Regione”.
Il testo del comma 1 lettera a) è stato approvato insieme al testo del comma 1 lettera c).
Preso atto delle difficoltà dell’Aula, dopo tre richiami la presidente Lombardo ha sospeso i lavori.
Alla ripresa, sull’emendamento 86 hanno preso, a favore, la parola gli on. Porcu e Lotto (Pd) e l’on. Uras (Sel), che hanno parlato di tradimento degli accordi presi con la maggioranza. L’emendamento è stato bocciato. Approvato, invece, l’emendamento aggiuntivo 115. La presidente ha messo poi in discussione l’articolo 1 duodecies sul quale l’on. Gianvalerio Sanna (Pd) ha detto: “Questo articolo complica ulteriormente la strada alla legge e per questo chiedo che lo eliminiate, visto che è del tutto inutile anche rispetto ai vostri scopi ed è privo di senso”. Ma il Consiglio ha approvato la norma.
L’articolo 1 terdecies è stato approvato mentre sul quaterdecies sono intervenuti gli on. Gianvalerio Sanna (Pd), Sechi (Sel), Soru (Pd), che ha detto”: Con le regole di oggi state portando i cittadini a dormire in locali che sarebbero bagni e sottotetti. Tutto per consentire a qualcuno di fare le sue speculazioni, nonostante risorse finanziarie ce ne saranno sempre meno per costruire case che rimarranno vuote”. (c.c.)
L’on. Mario Bruno (Pd), dopo aver invitato il Consiglio a garantire una elevata qualità nelle decisioni, anche in prospettiva dell’esame delle linee guida del Piano paesaggistico regionale, ha spiegato che l’art. 1 quaterdecies è l’emblema della legge: dimostra che è fatta per gli speculatori e non per chi non ha la casa; serve per creare ricchezza aggiuntiva a chi i soldi li ha. L’on. Bruno ha aggiunto che si tratta di una norma sbagliata e diseducativa perché, nei sottotetti, consente deroghe e tutela gli abusivi. L’esponente del Pd ha ricordato che dai banchi della minoranza erano stati avanzati suggerimenti per aiutare le famiglie indigenti, per predisporre piani di edilizia residenziale, per incentivare i mutui per la prima abitazione, per contribuire al pagamento degli affitti. Infine, rivolgendosi all’assessore dell’Urbanistica Nicolò Rassu, ha detto che non bisogna fidarsi dei consigli non disinteressati di chi sta all’esterno del Consiglio.
L’on. Paolo Maninchedda (Psd’Az) ha rilevato, in materia di recupero dei sottotetti, l’approccio riformista della maggioranza e quello apocalittico dell’opposizione e ha ricordato che pure il centrosinistra aveva affrontato lo stesso tema in una distinta proposta di legge. Dopo aver suggerito di tenere in adeguata considerazione i rilievi mossi dall’on. Campus sul rispetto degli standard igienico-sanitari, l’on. Maninchedda ha ricordato che il Partito Sardo d’Azione non è disponibile a garantire incrementi volumetrici a chi ha commesso degli abusi. Poiché non è stato rispettato un accordo di maggioranza sulla modifica dell’art. 1 opties, l’esponente sardista ha chiesto che l’argomento venga approfondito ed eventualmente sottoposto a revisione immediata perché in contraddizione con lo spirito della legge. Altrimenti, ha concluso si “creerebbe imbarazzo in non pochi di noi”. (MM)
L’on. Giuseppe Cuccu (Pd) ha ripreso lo slogan “salviamo il paesaggio, difendiamo il territorio”, lanciato dalla presidente del FAI (Fondo Ambiente Italiano) Giulia Maria Crespi al recente forum nazionale per il paesaggio. Un messaggio particolarmente appropriato, ha osservato l’on. Cuccu, “nel momento in cui si affronta l’esame di questa legge. Siamo di fronte alla violazione di tutte le norme sulla salubrità degli edifici perché ci sono edifici con altezze inadeguate ad ospitare famiglie; sono violati gli standard urbanistici e la stessa autonomia dei comuni; un intero quadro normativo e di pianificazione viene del tutto stravolto. Il passaggio sull’utilizzo del solaio intermedio, inoltre, dimostra chiaramente che si tratta di una esigenza particolare emersa in questi due anni, visto che la legge 4 del 2009 non la conteneva. Le regole che si vogliono aggirare, sono invece una garanzia per i cittadini. Chi ha costruito sul letto dei fiumi non era consapevole del rischio che correva e qualcuno senza scrupoli, amministratore, imprenditore o tecnico, li ha ingannati. Il nostro dovere di legislatori non è quello di assecondare comunque i desideri dei cittadini ma quello, possibilmente, di migliorare la qualità della vita nelle nostre città”.
L’on. Adriano Salis (Idv) ha dichiarato ironicamente che “anche questo è un articolo che farebbe impallidire Cetto Laqualunque. In un certo senso è l’articolo che dà più libertà, fino al punto di inserire nel testo la deroga alle norme igienico – sanitarie vigenti. La volontà cementificatoria è evidente, e passa attraverso la possibilità di ampliare i volumi dappertutto, dai seminterrati ai sottotetti, dai piani pilotis alle zone agricole, dalle aree urbane alla fascia costiera. Diamo atto, tuttavia, che alcuni significativi ripensamenti sono intervenuti, grazie all’azione positiva della minoranza. Speriamo si prosegua in questo cammino virtuoso, auspicato peraltro dai colleghi di maggioranza Campus e Maninchedda, cominciato con l’approvazione a voto segreto dell’emendamento che consentirà al Consiglio regionale di pronunciarsi sulle modifiche al Piano paesaggistico regionale”. (A.F.)
Il vice presidente Michele Cossa ha dato, poi, la parola all’on. Luciano Uras (capogruppo del Gruppo Misto): “Sottotetti e scantinati sono i temi all’ordine del giorno”. Per l’esponente dell’opposizione è sbagliato sanare anticipatamente abusi che dovrebbero essere evitati. L’on. Uras ha evidenziato il pericolo in cui può incorrere il cittadino se la Regione non dà regole certe sul territorio, impedendo di costruire nelle zone a rischio. Bisogna saper dire di no, ha sottolineato il presidente del Gruppo Misto, “non è giusto dire di sì a sottotetti e scantinati per soddisfare gli appetiti di qualcuno, perché così si dà un premio a coloro che si sono fatti furbi”. L’on. Uras ha poi aggiunto: “Assessore chieda alla sua maggioranza di sopprimere questo articolo e il successivo”.
“Se questo articolo fosse una macchina fotografica – ha affermato il capogruppo del Pd, Giampaolo Diana - darebbe conto di quanto siete piccolini, perché avete rinunciato a svolgere una funzione politica relativamente a un bisogno di pianificazione, relativamente alla tutela del paesaggio e alla sicurezza dei cittadini, avete rinunciato a vivere la politica come un servizio ai cittadini, ma non avete rinunciato a svolgere una politica al servizio di chi vi impone cosa fare, di chi detta l’agenda politica di questa maggioranza. Voi con questo articolo rispondente a una politica al servizio degli speculatori”. L’on. Diana ha proseguito: “Questo testo non tutela chi ha bisogno di una casa ma chi specula”. (E.L.N.)
L’Assessore dell’Urbanistica on. Nicola Rassu ha rivolto all’Assemblea un appello all’obiettività, ritenendo che “nessuno in questo Consiglio abbia pensato di favorire qualcuno; del resto la norma sui sottotetti era contenuta nella proposta di legge n°316 del centro sinistra; quindi non si può dire adesso che il provvedimento è destinato solo a favorire la speculazione. Se ci sono state tentazioni, dunque, hanno coinvolto tutti, ma sono convinto che non sia stato tentato nessuno”. Si vuole rispondere invece, ha continuato l’Assessore, “ad esigenze reali, diffuse fra le nostre famiglie e nelle nostre comunità. Se l’opposizione ritiene di farlo, può presentare emendamenti orali per circoscriverne l’ambito di applicazione alle esigenze familiari, ma voglio ricordare che nella proposta del centro sinistra c’è la stessa altezza ponderale di due metri e quaranta, come c’è nei piani casa di altre regioni. Utilizzare il sottotetto vuol dire obiettivamente utilizzare meno territorio, ed è questo è il vero spirito della legge, oltre che quello di sbloccare l’attività edilizia. Inoltre, occorre precisare che in questo caso non si parla di aumento volumetrico ma di sottotetti esistenti alla data di approvazione della legge. Chi vuole speculare, invece, lo fa utilizzando la minor superficie possibile, ed infatti nei villaggi costieri non si può trovare niente del genere”. Non si può vedere tutto con una pregiudiziale negativa, ha concluso l’on. Rassu, “che nasconderebbe chissà quali interessi. Lo dimostra il fatto che in questi giorni sono state presentate migliaia e migliaia di domande, nel timore che non ci potesse essere la proroga della legge”.
La Presidente Lombardo ha comunicato all’Assemblea che, a causa di un momentaneo malfunzionamento del sistema, si dovrà procedere esclusivamente a votazioni per alzata di mano. Il Consiglio ha quindi iniziato la discussione sull’emendamento n°93.
L’on. Renato Soru (Pd) ha precisato che “la differenza fra centro sinistra e maggioranza è che la nostra era una proposta ancora da discutere e da approfondire. Ora stiamo dicendo che non va più bene e stiamo dicendo di sopprimere questo articolo, con molti buoni motivi. Quanto agli emendamenti orali di cui ha parlato l’Assessore, si potrebbe limitare l’effetto della norma ai centri storici ed ai fabbricati realizzati da almeno 30, 40 o 50 anni. Qui invece c’è una norma generalista, che di conseguenza può essere estesa a tutti i sottotetti per fare incassare a qualcuno il massimo delle cubature”.
L’on. Luciano Uras (Misto), nel riprendere il problema del monitoraggio sugli effetti pratici della legge, ha ribadito “che quando si tratta di direttive esse hanno una configurazione specifica e nella delibera non ci sono; infatti si parla di modalità operative, dando mandato alla direzione generale di operare per il monitoraggio degli interventi. Evidentemente la giunta ha avuto difficoltà ad adottarle, infatti ha trasmesso ai comuni solo regole tecniche”. Io non ho presentato, ha continuato l’on. Uras, “nessuna proposta di legge sui sottotetti; siamo contrari ad una modalità che incita alla violazione delle norme. Questo è il caso tipico di chi è andato dal politico di turno a sollecitare una norma specifica.”
L’on. Giampaolo Diana (Pd) ha affermato che “è giusto dire le cose come stanno. La nostra proposta sul Piano casa, che risale al settembre 2009, parlava di sottotetti praticabili con una altezza minima di due metri e quaranta. Siamo coerenti con quanto detto allora e non abbiamo parlato di piani intermedi. Se si vuole discutere di questo la materia c’è, ma è cosa molto diversa dall’obbrobrio di questa legge; si tolga almeno il piano intermedio e si limiti l’incremento volumetrico agli edifici storici.”
L’on. Carlo Sechi (Misto) ha rivolto all’Assessore Rassu l’invito a rinunciare “a Satana, rappresentato in questo caso dall’ossessione della deroga che ha stravolto ogni criterio di costruzione ispirato alle regole ed al buon senso. Il sottotetto, che una volta si chiamava soffitta, è fra l’altro inadatto alla situazione attuale della Sardegna dove l’altezza media è aumentata.”
L’on. Matteo Sanna (Udc-Fli) si è dichiarato contrario all’emendamento “per le considerazioni dell’Assessore Rassu, che si è soffermato su una proposta di legge del centro sinistra molto chiara. I sottotetti evidentemente piacciono al centro sinistra, e piacciono talmente tanto da averli inseriti in una iniziativa legislativa. Nei comuni montani, inoltre, si prevedete l’altezza di due metri. Insomma, dite una cosa e ne fanno un’altra, non siete credibili. Poi, basta con la dietrologia e con l’evocare i fantasmi della speculazione. Magari la utilizzerà qualcuno di voi, se non l’ha già fatto.”
Messo in votazione l’emendamento n°93 è stato respinto. (A.F.)
L’Aula ha approvato l’emendamento 94 uguale al 124 (Lotto e più) che sopprime la lettera d) dell’articolo 1 quaterdecies. Per dichiarazione di voto è intervenuto l’on. Luciano Uras (Capogruppo del Gruppo Misto) evidenziando che il suo partito, Sinistra Ecologia e Libertà, non ha mai proposto alcuna sanatoria a sottotetti e scantinati. Approvato anche l’emendamento 146 (Mario Diana e più) che prevede: “nella lettera c) del primo comma dell’articolo 1 quaterdecies le parole “in ogni caso l’altezza interna massima al colmo e alla gronda è fissata rispettivamente il 3,50 metri e in 1,30 metri” sono sostituite con le parole “in ogni caso l’altezza interna massima al colmo e alla gronda è fissata rispettivamente in 3,50 e in 2,20 metri”. La presidente ha messo in votazione il testo dell’articolo che è stato approvato.
La presidente Lombardo ha, poi, aperto la discussione generale sull’articolo quinquiesdecies e sugli emendamenti. Il primo a intervenire è stato l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) che ha messo in evidenza come questo articolo preveda il riutilizzo dei seminterrati e dei piani pilotis. “Lo prevedete anche in zona agricola, vorrei capire a cosa serve”. L’esponente dell’opposizione ha poi aggiunto: “Bisogna capire se stiamo facendo un Piano casa o un condono edilizio”. E ha evidenziato che in questo modo si penalizza chi ha sempre seguito le regole e si premia chi ha edificato abusivamente. “Abbiamo raggiunto ogni limite”, ha concluso l’on. Sanna. Fermo nella sua posizione l’on. Nanni Campus (Pdl) che ha esortato nuovamente i colleghi della maggioranza a far sì che, nell’edificare, vengano rispettate le norme igienico-sanitarie. In particolare ha chiesto ai colleghi e alla Giunta di eliminare la possibilità di rendere abitabili gli spazi senza aerazione e illuminazione naturale. “Credo che almeno questo debba essere corretto. Possiamo discutere su tutto, ma questo deve essere rigettato per motivi di salubrità a cui non si può derogare”. Dello stesso parere anche l’on. Carlo Sechi (Misto): “Rendendo abitabili gli scantinati e i pilotis stiamo tornando indietro di 50 anni, rendendo residenze i locali dove non c’è luce naturale e aria, ma l’aria forzata e la luce artificiale. Ma che paese civile è questo? Cinquant’anni fa c’era una malattia, il tracoma, che colpiva i bambini che vivevano nei sottani. Noi anziché andare avanti torniamo indietro. Ritorniamo ai tempi in cui si stava decisamente meglio – ha concluso l’on. Sechi - ritiriamo un provvedimento inaccettabile”. (E.L.N.)
Il vicepresidente Michele Cossa ha dato la parola al capogruppo del Misto on. Luciano Uras che ha segnalato come gli articoli sul riuso dei sottotetti e dei seminterrati modificano di fatto le disposizioni a tutela della salute e della incolumità delle persone. Chiedendosi come si possa pensare di relegare un pezzo della popolazione in un seminterrato con aerazione forzata e illuminazione insufficiente, ha ricordato che c’è gente che è morta negli scantinati per le alluvioni. L’on. Uras ha poi contestato la possibilità di chiudere i posti pilotis per renderli abitabili. Di sicuro, ha concluso, “quando ci saremo noi queste norme le cancelleremo”.
La presidente Lombardo ha messo in votazione gli emendamenti 98 e 99 che sono stati respinti per alzata di mano, modalità indicata a causa di un guasto riscontrato al sistema elettronico.
Sul 100, intervenendo per dichiarazione di voto a favore, relativamente al sistema bloccato il capogruppo del Misto on Luciano Uras ha chiesto che si cambi il fornitore perché l’apparecchiatura non funziona bene da tempo.
L’on. Renato Soru (Pd) ha spiegato che con l’emendamento 100 si vuole evitare di dire ai sardi che possono benissimo abitare nel pericolo, nell’umidità e anche nel buio dei seminterrati, come nelle galere di una volta. Quello che si vuole approvare, ha aggiunto, è una vergogna.
Gli emendamenti 100 e 9 sono stati respinti.
Sul testo dell’articolo 1 quinquiesdecies il capogruppo del Misto on. Luciano Uras ha annunciato il voto contrario perché, con operazioni del genere, “vigliacchi speculatori” affitteranno a canoni esosi locali di sgombero a studenti, pensionati al minimo o famiglie povere.
L’on. Carlo Sechi (Misto) ha aggiunto che la maggior parte degli spazi che verranno resi abitabili sarà immessa nel mercato immobiliare delle seconde case. Si è chiesto quale sia allora il modello di turismo di qualità sul quale si vuole puntare.
L’on. Michele Cossa (Riformatori Sardi-Liberaldemocratici) ha annunciato il voto contrario. La stessa posizione è stata assunta dall’on. Gian Vittorio Campus (Pdl) che sollecitava modifiche per “rendere morale” l’articolo. L’on. Angelo Francesco Cuccureddu (Misto), spiegando di avere parecchie perplessità, ha annunciato l’astensione anche a nome dell’on. Massimo Mulas (Misto).
Il capogruppo dell’Idv on. Adriano Salis ha parlato di norme impresentabili e del fatto che la legge stia iniziando ad essere vista per come era stata definita dall’opposizione: un peggioramento insopportabile della già pessima legge 4 del 2009. (MM)
L’Assemblea ha quindi proceduto al voto dell’art.1/quindicies, che è stato approvato per alzata di mano.
Successivamente la Presidente Lombardo ha messo in votazione l’emendamento n°150 (utilizzo dei seminterrati, dei piani pilotis e dei locali al piano terra di superficie inferiore ai 10 mq), che è stato approvato per alzata di mano. Al termine dello scrutinio, il Cnsiglio ha iniziato l’esame dell’art. 2bis, con l’acquisizione del parere del relatore e della giunta sugli emendamenti.
L’art.2 bis è stato messo in votazione ed approvato per alzata di mano.
Via libera dell’Aula anche all’emendamento n°133 (Norme per l’uso e la tutela del territorio regionale).
Sull’articolo .2ter è intervenuto l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) che ha osservato che con l’articolo in discussione “si fa una operazione che non è assolutamente congrua. Da una parte si richiamano il Dpr del 2009 e relativo regolamento che disciplinano la procedura semplificata per l’autorizzazione paesaggistica. Su questo provvedimento le Regioni a statuto speciale avevano 180 giorni di tempo per recepire il Dpr ed eventualmente apportare modifiche, ma i termini sono scaduti. Quindi non resta che applicare il decreto e le disposizioni in esso contenute. In definitiva, non solo l’articolo è del tutto inutile ma, anziché introdurre nella procedura elementi di semplificazione, provocherà una serie di problemi interpretativi.”
Messi in votazione gli emendamenti n°280 e n°120 (Semplificazione del procedimento di autorizzazione paesaggistica) e l’articolo 2 ter sono stati approvati per alzata di mano.
La seduta è stata sospesa. I lavori riprenderanno martedì 8 novembre alle ore 16.00 mentre nella stessa giornata, ma alle ore 11.00, si riunirà la commissione d’inchiesta sulla mancata applicazione delle leggi regionali. (A.F.)