CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 276 del 28 ottobre 2011

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Disegno di legge 265/A (Giunta regionale)-Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009 n°4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno all’economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica – Modifiche alle legge regionale 12 agosto 1998 n°28 (Norme per l’esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l’articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n°480, e delegate con l’articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n° 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n°22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive)

Cagliari, 28 ottobre 2011 - La seduta si è aperta sotto la presidenza del vice presidente Bruno. Dopo le formalità di rito, l’Assemblea ha iniziato l’esame del punto all’ordine del giorno.
L’on. Giampaolo Diana, capogruppo del Pd, è intervenuto sull’ordine dei lavori per segnalare l’anomalia causata dall’assenza di almeno 20 colleghi della maggioranza. “Non voglio discutere sui congedi”, ha affermato Diana, “ma credo sia una situazione imbarazzante e chiedo alla presidenza di verificare se sussistono le condizioni minime per poter lavorare.”
Il vice Presidente Bruno ha comunicato che il numero dei consiglieri assenti per congedo non viene calcolato nella determinazione del numero legale e che esistono le condizioni per proseguire. Tuttavia, la seduta è stata sospesa poiché, come da Regolamento, devono trascorrere almeno 10 minuti dall’inizio dei lavori per poter dare corso ad una votazione.
I lavori sono ripresi con l’esame dell’emendamento 218 della legge.
L’on. Matteo Sanna (Udc-Fli) ha definito l’emendamento “demagogico, che ha solo lo scopo di ritardare l’approvazione della legge. Il provvedimento in esame non ha certo l’ambizione di risolvere tutti i problemi della Sardegna ma quella, pur importante, di dare una boccata d’ossigeno ad un settore che sta soffrendo. Solo ad Olbia, oggi, sono state presentate 179 domande, da parte di cittadini preoccupati per l’approssimarsi della scadenza. La maggior parte riguardano piccoli ampliamenti, come lo hanno confermato amministrazioni comunali del capoluogo gallurese di colore politico diverso dalla maggioranza regionale”.
L’on. Gian Vittorio Campus (Pdl) ha voluto chiarire che “rispetto all’obiettivo dell’opposizione di fare ostruzionismo, va riconosciuto anche che da parte della maggioranza e della giunta non c’è stata una adeguata presentazione della legge, con uno studio sui risultati dell’applicazione del Piano casa in questi due anni, ed una proiezione sullo stesso disegno di legge 265 in grado di far emergere le criticità e le domande più frequenti dei possibili destinatari. Forse sforeremo la data del 31 ottobre ma questo non avrà grossi effetti, perché basta inserire una piccola norma di proroga. Al massimo si verificherà qualche piccolo problema per qualche giorno. La maggioranza ha tolto dal testo le parti più controverse ma, a questo punto, continuare nell’ostruzionismo non giova nemmeno all’opposizione; concentriamoci invece sul miglioramento del testo.”
L’on. Giulio Steri (Udc-Fli) ha voluto precisare che, sui tempi dell’approvazione della legge, eventuali preoccupazioni dell’opinione pubblica sono infondate, casomai si potrebbe porre qualche problema solo per domande presentate e con un iter pendente che potrebbe comportare la decadenza. Ma, su questo punto, la giunta sta presentando un emendamento orale proprio per disciplinare il caso in cui la legge non sia approvata entro il primo novembre. Possiamo quindi tranquillizzare tutti, nel senso che il problema si potrà porre soltanto nel periodo compreso fra la data della proroga e quella di approvazione della legge, in cui non si potranno presentare domande. La legge è emendabile, come abbiamo sempre detto, ed anzi è stata migliorata negli interventi entro i 300 metri. Va ribadito, infine, che in ogni caso la legge 4, per poter avere compiuta applicazione, dovrà integrarsi col piano paesaggistico.”
L’on. Giorgio Oppi, dando notizia di una interlocuzione fra i gruppi, ha chiesto una breve sospensione dei lavori. La richiesta è stata accolta.
Alla ripresa dei lavori, L’assessore dell’Urbanistica on. Nicola Rassu, rivolto all’Assemblea, ha auspicato che “si possano creare condizioni tali da permettere alle forze politiche di chiarire alcuni aspetti. E’ intenzione della maggioranza confermare i segnali di apertura già manifestati, e del resto l’aula è sovrana. Non nascondiamo inoltre che alcune norme contengono anche indirizzi per il nuovo Piano paesaggistico. Quindi l’ostruzionismo in se non serve, anche se ha avuto la funzione far conoscere nel dettaglio la legge. Ritengo infine che, laddove sia possibile, occorre incontrarsi per migliorare il testo; è necessario fare questo sforzo, a condizione che l’opposizione assuma un atteggiamento costruttivo. Non potete chiederci, cioè, di rinviare la legge in commissione.”
L’on. Luciano Uras (Misto) ha chiesto informazioni sull’ordine dei lavori, per sapere “se c’è una proposta della maggioranza.”
L’on. Renato Soru (Pd) si è detto favorevole all’emendamento 218, anche se ha registrato “il fuori partita di quella parte della maggioranza che si è avvicinata all’opposizione, con in più le accorate parole dell’Assessore Rassu. Ci si chiede una opposizione costruttiva? Costruttivi ci siete già voi; l’opposizione vi sta dicendo che non avete pensato a sufficienza a quello che state facendo. Nel momento in cui si contano i morti e lanciano insulti contro i politici, anche per le deroghe a maglie larghe del passato, occorre un approccio diverso al problema dell’urbanistica. Di questo stiamo parlando, non della piccola tattica politica, è così difficile capirlo?”
Successivamente, nell’ambito di un clima che talvolta non consentiva l’ordinato svolgimento degli interventi, si è sviluppata una vivace discussione fra la Presidente del Consiglio ed alcuni Assessori, seduti momentaneamente sui banchi dei consiglieri regionali.
L’on. Luciano Uras (Misto), sull’ordine dei lavori, ha tenuto a precisare che “i richiami della Presidente del Consiglio devono essere ascoltati da tutti i consiglieri, se no ci sentiamo autorizzati per il futuro a non rispettare più nessun richiamo.”
L’on. Giuseppe Cuccu (Pd) è tornato all’ordine del giorno, puntualizzando che “si sta parlando di interventi in zone sensibili, come centri storici, adiacenze di beni paesaggistici e zone costiere, e li stiamo ammettendo eliminando le verifiche prescritte dalla legge. Questa previsione normativa, che ha una preminente finalità di pubblico interesse, non può essere sostituita da un atto del direttore dei lavori, che forse non ha la competenza necessaria e che comunque è portatore di un interesse privato.”
L’on. Mario Floris, Assessore agli Affari Generali, ha ripercorso li lungo lavoro svolto negli anni dal Consiglio regionale in materia urbanistica: “il risultato di questo lavoro è che la nostra Sardegna è bella perché l’abbiamo preservata. Basta, quindi, dire che è circondata da una muraglia cinese, recuperiamo la consapevolezza del passato in cui maggioranza e minoranza hanno sempre trovato una intesa”. Quanto all’atteggiamento dell’opposizione, l’on. Floris ha precisato che “i programmi di governo sono predisposti prima delle elezioni, è pretestuoso chiedere ogni volta le intenzioni della maggioranza su questa o quella materia. Rispetto al percorso di revisione del Ppr, c’è una differenza fondamentale di metodo. Mentre nella passata legislatura la giunta prima deliberava e poi avviava a consultazione con enti locali, ora c’è l’idea di partire dal basso, assegnando una precisa priorità alle consultazioni nel territorio. L’ostruzionismo, dunque, si può capire, ma se ci sono osservazioni da fare cerchiamo e troviamo un punto d’incontro. Però basta con le accuse alla giunta del mattone, non è una cosa vera e nemmeno onesta, finiamola con questo teatrino.”
L’on. Adriano Salis (Idv), ha detto di voler rispondere subito all’on. Floris: “sì, ci sono cose da modificare, cominciando con l’evitare surrettiziamente di far passare modifiche al Ppr: è stata la nostra prima proposta. Poi abbiamo chiesto una riflessione sulla colata di cemento nelle aree agricole, ed anche su questo abbiamo avuto una risposta negativa. Allora continuiamo a proporre la nostra visione alternativa. E’vero che c’è stato un rispetto sufficiente del nostro ambiente ma dalla legge 4 in poi c’è stata una inversione di tendenza, questo è l’elemento politico di fondo. Avete detto nella 4 che il Ppr andava rivisto ogni due anni. Benissimo ma non l’avete fatto. Vi siete inventati qualche cavallo di Troia infilato nella legge 265.” (A.F.)

Ha preso poi la parola l’assessore dell’Ambiente, Giorgio Oppi, che dopo aver annunciato il suo voto contrario all’emendamento, ha evidenziato come ci siano tante situazioni diverse, che riguardano persone e territori, che andrebbero affrontate in maniera approfondita, da parte di tutti, senza generalizzare. E, rivolgendosi alla presidente del Consiglio, Claudia Lombardo, l’on. Oppi ha accolto il richiamo della presidente a prendere posto nei banchi della Giunta e ha affermato che “nei limiti del possibile si atterrà a questo suggerimento”, esortando tutti al rispetto verso le Istituzioni e verso i colleghi e utilizzando, quindi, toni più consoni al ruolo che si rappresenta. La presidente ha ringraziato l’on. Oppi anche per l’appello rivolto all’Aula.
E’ poi intervenuto, annunciando il voto favorevole, l’on. Chicco Porcu (Pd) che ha affermato che l’appello dell’assessore Floris sarebbe stato accoglibile se la legge si fosse limitata agli interventi dell’esistente e ha esortato la Giunta a spiegare quale sviluppo stava immaginando per la Sardegna e per le zone costiere. Favorevole all’emendamento l’on. Tarcisio Agus (Pd), che ha evidenziato come ci siano stati “apprezzabili tentativi di tendere una mano alla minoranza” e che si potrebbe riaprire un dialogo se si riportasse il discorso agli interventi per la valorizzazione dell’esistente o per i piccoli interventi di miglioramento. “Rimandiamo il Ppr e analizziamo solo il Piano casa sulla base dei bisogni della gente”.
“Esprimo parere favorevole all’emendamento 218. Questo Dl 265/A non è un Piano casa – ha affermato l’on. Antonio Solinas (Pd) – ma un testo che vuole solo modificare il Ppr senza discuterne con nessuno”. L’esponente dell’opposizione ha anche sottolineato che la maggioranza dovrebbe tener conto delle condizioni generali: “Negli ultimi 10 anni si sono costruite 4 milioni di case e ce ne sono 5 milioni vuote”. Anche l’on. Pietro Cocco (Pd) ha annunciato il voto favorevole all’emendamento 218, e ha ribadito che questa legge non ha l’obiettivo di andare incontro alle esigenze dei cittadini e delle famiglie per aggiungere una stanza in più, per esempio, o chiudere una veranda, bensì contiene al suo interno una serie di deroghe alle norme vigenti che danno la possibilità di aumentare le volumetrie di un fabbricato fino al 45 per cento. Si è detto d’accordo con quanto affermato dall’on. Cocco, il vice capogruppo del Pd, on. Marco Espa, che ha annunciato il voto favorevole all’emendamento. Facendo riferimento all’intervento dell’assessore Mario Floris, l’on. Valerio Meloni (Pd) ha affermato: “Dico che la Sardegna è bella, ma buona parte del territorio ce lo siamo giocato”. L’on. Meloni ha fatto poi le sue proposte: eliminare la possibilità di derogare i piani particolareggiati, eliminare la possibilità di aumentare le cubature se non vengono rispettati gli standard abitativi, eliminare le deroghe al Ppr. “Avete detto il Ppr è pronto: portatelo in aula”, ha concluso l’on. Meloni. Messo in votazione l’emendamento 218 è stato bocciato con 31 voti contrari, 21 favorevoli e 1 astenuto.
La presidente ha messo quindi in discussione l’emendamento 219 (Gian Valerio Sanna e più) aggiuntivo dell’articolo 1 quinquies che recita: “Dopo il comma 1 è inserito il seguente: 1 bis. L’articolo 5 comma 5 della legge regionale 4 del 2009 è soppresso”. L’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha spiegato quanto questa normativa sia complessa anche da applicare e ha evidenziato come abolire il comma 5 renderebbe più agile la legge. E’ poi intervenuto l’assessore dell’Urbanistica, Nicola Rassu, che ha fornito i dati richiesti dall’opposizione sugli interventi realizzati, grazie al Piano Casa, negli ultimi due anni. In particolare l’esponente dell’Esecutivo ha affermato che sono state presentate 14 mila domande, 10mila nei comuni costieri e 4mila in quelli interni, per una media 20 metri quadri per ogni intervento. Complessivamente, ha spiegato l’assessore, sono stati realizzati 280mila metri quadri pari a 840mila metri cubi, di cui 600mila nei comuni costieri. Complessivamente sono stati spesi per questi interventi oltre 400 milioni di euro. L’on. Luigi Lotto (Pd) ha affermato: “Il nostro non è un ostruzionismo demagogico. E’ sicuramente ostruzionismo, ma non demagogico perché stiamo cercando di impedirvi di portare a casa un risultato non condivisibile. Faremo di tutto perché ne vada in porto il meno possibile”. Anche l’on. Luciano Uras (capogruppo del Gruppo Misto), annunciando il voto a favore, ha fatto le sue proposte: “cancellate gli articoli che trattano di sottotetti e di seminterrati, ve l’ho già proposto ma non ho visto grande disponibilità da parte vostra”. (E.L.N.)

L’on. Adriano Salis (Idv), a proposito “di provvedimenti che concedono deroghe per il risparmio energetico”, ha detto di voler approfittare della presenza dell’Assessore dell’Industria on. Alessandra Zedda “per chiedere informazioni sul progetto Galsi, contro il quale sta fiorendo una pluralità di comitati: servono certezze per eliminare una certa confusione, voluta o non prevista. La Regione deve fare chiarezza.”
L’on. Mario Bruno (Pd) ha rimarcato che “la nostra non è una opposizione solo ideologica, ci stiamo chiedendo piuttosto quali siano i veri interessi dei sardi. Con una proposta di legge abbiamo spiegato le nostre idee sul Piano casa, privilegiando però le centinaia di famiglie che potrebbero avere la prima casa, i giovani cui assegnare contributi a tasso zero, gli ampliamenti limitati alla prima casa senza modifiche di destinazioni d’uso, l’eliminazione del cosiddetto non finito in tanti paesi della Sardegna”. Soffermandosi sul provvedimento in esame, l’on. Bruno ha affermato che “la legge che stiamo discutendo si allontana molto da questa impostazione; è una legge pessima almeno quanto quella del Lazio, che è stata impugnata. Si può trovare una sintesi, ma le nostre visioni sono profondamente alternative.”
L’on. Renato Soru (Pd) ha precisato che le dichiarazioni dell’on. Floris “meritano sempre profondo rispetto. Sulla necessità di grandi riforme condivise si può convenire ma senza dimenticare che, nel caso del Ppr, le cose sono andate in modo diverso, nel senso che è stato approvato solo da una parte con una fortissima opposizione. Quanto poi al metodo della condivisione preventiva e della ricerca del più ampio consenso sociale, va sottolineato che la legge in esame contiene indirizzi per il nuovo Ppr, come ha riconosciuto l’Assessore Rassu. Il Ppr, nella precedente legislatura, è nato per fronteggiare la situazione creatasi a seguito della bocciatura dei vecchi Ptp. Ed è stato presentato prima in numerosissime assemblee pubbliche.”
L’on. Tarcisio Agus (Pd), ha definito l’emendamento “importante per eliminare alcuni gravissimi pericoli contenuti nella legge e riaffermare la validità del Ppr che consentiva demolizioni e ricostruzioni ma solo nell’ambito della pianificazione vigente e con regole molto precise. Cosa direbbe un cittadino se il vicino coprisse con il suo ampliamento la vista mare della sua casa?”
L’on. Carlo Sechi (Misto), tornando sul tema della considerazione di paesaggio e ambiente come “beni condivisi” ha affermato che una ampia consapevolezza civile ha impedito la realizzazione di “molti interventi come il Master Plan, la baia di Porto Conte dove era prevista una enorme colata di cemento fin dagli anni ’60, o il porto di Tramariglio, finanziato allora dalla Regione e fortemente avversato dai pescatori. Destra e sinistra, quindi, hanno saputo privilegiare soluzioni comuni. Ma, se questa è l’esperienza virtuosa cui fare riferimento, perché questa legge?”
L’on. Chicco Porcu (Pd) si è detto “abbastanza soddisfatto degli sviluppi attuali del dibattito, che poi però dovranno trovare un punto di arrivo negli emendamenti, partendo da posizioni ovviamente diverse. Può essere una buona traccia da seguire per altri provvedimenti. L’Assessore Rassu si chiede che male fa un milione di metri cubi in più. Sta proprio qui la differenza di approccio fra centro destra e centro sinistra, con noi che privilegiamo la qualità paesaggistica nel suo insieme nel quadro della valutazione delle buone politiche pubbliche”.
L’on. Giampaolo Diana (Pd) ha richiamato l’attenzione dell’Assemblea su “tre notizie importanti di queste ore: la visita del Presidente Cappellacci in Marmilla con relativo carico di annunci, la comunicazione dell’Assessore della Programmazione La Spisa secondo il quale nella finanziaria del 2012 mancheranno alla Regione circa 465 milioni, la Confartigianato che chiede alla Regione di privilegiare la spesa e di immettere risorse nel sistema regionale.”
L’on. Cesare Moriconi (Pd) ha tenuto a chiarire che “l’emendamento serve ad impedire le sopraelevazioni nella fascia dei 300 metri, sia pure con l’arretramento. Sul piano politico, va osservato che l’evoluzione della maggioranza non favorisce il miglioramento della legge 4 del 2009 ma il suo peggioramento. Le superfici in cui arretrare le avranno solo le grandi ville.”
L’on. Marco Espa (Pd) ha ribadito che “è importante preservare il bene ambientale nella fascia dei 300 metri. Sarebbero da seguire gli esempi virtuosi di alcuni sindaci, come quello di Gonnesa, che sposteranno edifici pubblici proprio per valorizzare quel tratto di costa, cosa di cui gli va reso merito in prospettiva futura”.
L’on. Pietro Cocco (Pd) ha criticato la forte ambiguità della norma che, a suo giudizio, “ parla con troppa leggerezza di trasferimento di volumi dalla zona dei 300 metri a zone urbane con destinazione urbanistica compatibile; una dizione non chiara su cui bisogna riflettere perché potrebbe determinare aumenti volumetrici indiscriminati a discapito della programmazione comunale a ridosso di una fascia di tutela”. (A.F.)
Dopo l’on. Cocco (Idv) ha preso la parola l’on. Antonio Solinas (Pd), che ha detto: “Io che vengo dall’Oristanese posso fare un raffronto tra la costa di San Vero Milis, decisamente urbanizzata, e quella di Is Arutas, dove si è preservata la bellezza nella quasi totalità. Anche in termini economici c’è una grande differenza. Ecco perché prima di autorizzare ampliamenti e deroghe dobbiamo capire cosa già è stato edificato in Sardegna. Non sacrifichiamo gratuitamente il suolo libero”.
La presidente ha messo in votazione l’emendamento 219, che è stato respinto.
L’Aula è passata poi all’esame dell’emendamento 220, sul quale l’on. Porcu (Pd) ha annunciato che ci potrebbe essere una riflessione e un ritiro da parte dei presentatori. “In questa legge vi siete avventurati”, ha detto l’oratore, “con nuove possibilità edificatorie alzando l’asticella di una legge che era già molto lontana da noi”. L’emendamento è stato votato e respinto.
Sull’articolo 1 sexies ha preso la parola l’on. Matteo Sanna (Fli), che ha detto: “La diretta web del Consiglio regionale è seguita da tanti elettori, di destra e di sinistra. Dunque, non è questa l’occasione per fare imboscate e giochetti: vi abbiamo dato segni di apertura e in commissione abbiamo già accolto molti emendamenti. Ora, lo scopo di questo articolo, è quello di ampliare la sfera di azione in caso di demolizione e ricostruzione nel Piano casa. Per questo, se necessario, andremo ad oltranza sino alle cinque del mattino”.
Per l’on. Porcu (Pd) “avevo sentito parlare del presidente Cappellacci come presidente di campagna, perché va in giro per l’Isola a dare contributi. Ma non lo avevo ancora sentito nella versione Ulisse, visto che ritiene questa legge un manifesto fondamentale della sua amministrazione. State annunciando da sempre l’arrivo di un vero Piano casa e il vero Piano casa non arriva mai. Ma di chi è, se non vostra, la responsabilità se siamo ancora qui in Aula? Non è accettabile che chi demolisce possa fare quello che vuole: ormai siete alla carta bianca”.
Ha preso poi la parola l’on. Gianvalerio Sanna (Pd), che ha ringraziato “i componenti di opposizione della commissione per sopportare con stomaco il lavoro che avete dovuto fare. Siete stati coraggiosi ad ascoltare queste bestialità e il presidente della commissione ha o dovrebbe avere un onere di tolleranza maggiore. Io vorrei essere sereno quando arriverà la parabola discendente delle mie giornate, sereno per aver lavorato per difendere il territorio sardo, per non averlo consumato gratuitamente. Noi non siamo autorizzati a dissociare gli eventi dalle responsabilità e le tragedie che accadono in questi giorni in Liguria discendono direttamente dai danni inferti al territorio”.
L’on. Diana (Pd) ha chiesto la verifica del numero legale, che ha dato esito positivo. I lavori sono dunque proseguiti con l’intervento dell’on. Carlo Sechi (Sel), che ha detto: “Il Piano casa doveva rimettere in moto il comparto dell’edilizia, consentendo a molte famiglie di costruire una camera in più per il figlio. Non è andata così e per dare risposte vere alle famiglie occorre un piano organico per soddisfare il diritto alla casa, soprattutto a chi non ce l’ha: alle giovani coppie e alle coppie non giovani che una casa non ce l’hanno mai avuta. Perché dite di essere disponibili ad un accordo e vi ostinate a demolire il Ppr, nonostante vi abbiamo dato la disponibilità a rivedere in meglio il Ppr? Voi con questo Piano casa lo state demolendo”.
Per l’on. Tarcisio Agus (Pd) “l’articolo 1 sexies è l’articolo che dovrebbe migliorare la situazione urbanistica quando è complicata, riordinando quelle costruzioni che sono nella fascia dei trecento metri e dando loro premialità. Ma il rischio, direi la certezza, è che a beneficiarne siano pochissimi e la legge sarà utile soltanto a chi potrà arretrare le costruzioni, una volta effettuate le demolizioni. Altrimenti, non ci potrà essere la premialità”.
Per l’on. Nanni Campus (Pdl) “non è il caso di dilatare i tempi oltre misura. Questo articolo necessita di attenzione, perché alcune parti possono essere soppresse e altre devono essere salvate”. L’oratore ha illustrato alcuni emendamenti destinati a maggiore tutela degli edifici nei centri storici cittadini, attribuendo ai Comuni la possibilità di preservare le zone B.
Per l’on. Luigi Lotto (Pd) “non può essere lesa maestà il fatto che noi intendiamo rimettere in discussione questa legge. Bastava presentare una semplice proroga, non montare una legge come questa, che contiene deroghe e deroghe. E’ anni che vi diciamo che questi provvedimenti non ci convincono e non ci convince il fatto che voi lo chiamiate Piano casa ma di Piano casa, di housing sociale, non ha nulla. Non c’è un euro per realizzare case per chi non ha casa: su questo terreno noi non scendiamo e il nostro dovere è richiamare l’attenzione sulle esigenze prioritarie della società civile sarda”. (c.c.)

Ha preso poi la parola l’on. Renato Soru (Pd), che ha detto: “Mi piacerebbe che ci confrontassimo seriamente, senza pregiudizi né propaganda. La politica non può essere cieca davanti alle cose che succedono ora e a Terralba si sta tenendo proprio ora un’assemblea sui pericoli di dissesto idrogeologico. Anche i disastri liguri dovrebbero farci ragionare. E invece noi diamo un’altra risposta, di grande pericolo. Mettete da parte la propaganda e i luoghi comuni, presidente Sanna. Invece continuate ad aggrapparvi a quella propaganda per propinare un’idea di sviluppo che non ha senso né futuro. Mi preme ricordare che per il recupero dei centri storici noi abbiamo investito oltre quattrocento milioni di euro mentre voi avete pensato al Piano casa finalizzato all’edilizia e non avete ottenuto le risposte che affermavate che ci sarebbero state”.
Per l’on. Antonio Solinas (Pd) “non c’è davvero limite al peggio e l’articolo in esame è la prova. Volete approvare cose assurde che modificano esclusivamente il Ppr. Non c’è bisogno di nuove case e di nuovi ampliamenti, lo voglio dire con chiarezza: chi lo fa se ne frega del bene comune e dell’interesse generale”. L’oratore ha ricordato l’assemblea in corso a Terralba, dalla quale giunge una richiesta di sicurezza idrogeologica.
L’opposizione ha reiterato la richiesta di verifica del numero legale, che ha dato esito positivo. Il vicepresidente Bruno ha comunque sospeso i lavori per cinque minuti. Alla ripresa l’on. Daniele Cocco (Idv) ha sollevato alcune contraddizioni tra norme: “Siamo di fronte al liberismo sfrenato, ognuno può fare quel che vuole demolendo e ricostruendo. Siete andati contro ogni decenza”. Per l’on. Marco Espa (Pd) “se è vero che noi siamo seguiti su internet, come ricordava l’on. Matteo Sanna, io vorrei dire che poi ognuno si fa la sua opinione, dopo che sente”. L’oratore ha ricordato i lavori di riqualificazione di Bilbao e le opere delle grandi archistar in altri contesti europei, “che anche a Cagliari si sarebbero potuti portare avanti con il Betile e la riqualificazione degli immobili. Non è vero che il centrosinistra dice sempre no, il centrosinistra dice cose serie”.
E’ intervenuto l’on. Valerio Meloni (Pd), che ha detto: “Oggi siamo in presenza di nuovi modelli culturali e sociali, in presenza della necessità di organizzare la vita diversamente nell’Occidente. E’ vero che in tanti ci chiedono di approvare questo Piano casa ma è anche vero che sono molti di più quelli che hanno ben altre esigenze, ben altri bisogni in materia di sanità, di assistenza, di lavoro. Noi dobbiamo pensare alle esigenze della collettività: come si può pensare che si possa consentire la costruzione di residenze nella fascia costiera?”.
L’on. Adriano Salis (Idv) ha detto: “Grazie al web noi possiamo spiegarci oggi e superare anche le critiche di nostri amici ed elettori che vorrebbero, senza comprenderne appieno il rischio, che questo vostro provvedimento fosse approvato. Presidente Sanna, lei difende questa legge perché rappresenta un territorio che beneficerà di questo intervento, se di beneficio possiamo parlare. Ma non è un Piano casa quello contenuto in questa legge: è un “piano villetta”.
Per l’on. Uras (Sel) “questo provvedimento è indecente perché non rispetta l’istituzione della Regione e ha profili di dubbia legalità. Qui non è possibile ragionare sul merito: una cosa è reggere un ragionamento politico e distinguersi per le posizioni. Un’altra è avanzare una proposta come questa, che consente di intervenire negli scantinati, dove si muore a causa degli interventi dell’uomo e del clima mutato, dei rischi idrogeologici. Ci state costringendo a fare opposizione ostruzionistica, perché non abbiamo altra possibilità per invitarvi a ragionare”.
Per il capogruppo del Pd, on. Giampaolo Diana, “se la maggioranza avesse avuto la modestia, non avesse peccato di supponenza, se si fosse resa disponibile al confronto, non saremmo a questo muro contro muro. Presidente Cappellacci, davvero lo dico senza ironia né polemica: la sua presenza può rappresentare un’occasione per avviare un confronto che fino a oggi non c’è stato. Mi rendo conto che quel che resta da discutere non ha la stessa importanza del resto del provvedimento. A me pare che i dati indicati dall’assessore Rassu siano chiari e preoccupanti ma tanto non li volete ascoltare. La situazione è drammatica e rischia di esserlo ancora di più grazie agli interventi che vi apprestate ad effettuare e a consentire”.
L’assessore Rassu ha detto: “Questo provvedimento va in deroga per sua natura agli strumenti urbanistici. Lo vogliamo ricordare? Ora, stiamo tutti concorrendo al miglioramento di questa legge, anche l’opposizione. Non è vero che il Piano casa ha causato questi disastri e speriamo che nel breve le carenze al Ppr siano superate con un atto di revisione, visto che ne abbiamo riscontrate. Dunque, da parte nostra il dialogo c’è. Serve davvero rimanere quindici giorni qui? Lo dico senza polemiche e lo dico all'onorevole Soru: sono un sostenitore delle intese perché ne ho visto alcune e sono perfette”. (c.c.)

Il capogruppo del Pd on. Giampaolo Diana, intervenendo sull’ordine dei lavori, ha chiesto una sospensione di 30 minuti. Ne è seguita una breve discussione nella quale hanno preso la parola l’on. Carlo Sanjust (Pdl), l’on. Angelo Francesco Cuccureddu (Misto), l’on. Chicco Porcu (Pd) e l’on. Matteo Sanna (Udc-Fli). La presidente Claudia ha messo in votazione la proposta Diana che è stata respinta.
In dichiarazione di voto sull’emendamento 50, l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha contestato le dichiarazioni dell’assessore on. Rassu sul valore dato al movimento finanziario generato dal Piano casa: non 1500 euro a metro quadro, ma quello commerciale che è pari ad un terzo. Ha rimarcato la scarsa attenzione data al rischio idrogeologico: si sarebbe dovuto investire in questo campo per migliorare la sicurezza abitativa.
L’on. Luigi Lotto (Pd) ha spiegato che la sostituzione della espressione “sostituzione edilizia” con “demolizioni e ricostruzioni” senza il rispetto delle forme originarie dell’edificio, contribuirà molto a peggiorare la legge 4 del 2009.
L’on. Renato Soru (Pd), rivolgendosi all’assessore on. Rassu, ha detto che bisogna intendersi: se sta cadendo un tronco addosso non si può stare a parlare delle foglioline o del ramoscello, nel senso che in ballo non ci sono 60 metri cubi, ma le nuove linee guida del Piano paesaggistico regionale e il modello dello sviluppo futuro della Sardegna.
L’on. Francesco Sabatini (Pd) è intervenuto per leggere alcuni passi di un articolo sulla tutela del paesaggio pubblicato oggi dal quotidiano La Repubblica. L’obiettivo è stato quello di ribadire che non si può andare avanti con il consumo del suolo e con la cementificazione selvaggia.
L’on. Giuseppe Cuccu (Pd) ha detto che ciò che la maggioranza sta cercando di fare è quanto si intendeva ottenere con la prima originaria proposta del Piano casa. Si tratta di dire al cittadino di fare quello che vuole con un vero e proprio inno alla deregulation in urbanistica che, invece, è materia di regole.
Il capogruppo del Misto on. Luciano Uras ha dichiarato che l’espressione “sostituzione edilizia”, perché non significa nulla e perché non può essere capito da alcun ufficio tecnico comunale, era stata scritta con i piedi. Ora si tenta di fare come pare e piace senza ricordarsi che la pianificazione urbanistica è un insieme di regole che deve dare certezza non al costruttore, ma al cittadino.
Il vicepresidente Mario Bruno ha dato la parola all’on. Antonio Solinas (Pd). A suo avviso il disegno di legge non permette di implementare l’economia o il turismo perché si continua a privilegiare la quantità e non la qualità degli interventi nella convinzione che cambiare l’aspetto agli edifici, con il rischio di fare obbrobri, possa risolvere qualsiasi problema. Il dibattito prosegue. (MM)

L’on. Carlo Sechi (Misto) che ha affermato che “è mortificante discutere dando l’impressione che si stia parlando di pianificazione urbanistica. I comuni ci hanno messo anni a progettare la trama urbanistica delle città, attraverso una serie di strumenti, piani urbanistici, commerciali, industriali, piani di dettaglio per i centri storici: ora tutto viene cancellato con un colpo di spugna”.
L’on. Pietro Cocco (Pd) ha detto che, per certi aspetti, quello dell’opposizione è “ostruzionismo, ma d’altra parte qui siamo di fronte all’apologia dell’anarchia urbanistica. Immaginiamo cosa potrebbe succedere nei borghi marini o di montagna, con demolizioni e ristrutturazioni completamente sganciate da ogni contesto di ambiente e di paesaggio.”
L’on. Tarcisio Agus (Pd) ha sottolineato che “il rispetto della forma, della fisionomia e delle dimensioni dell’immobile dovrebbero essere proprio i requisiti minimi per poter consentire gli interventi, nelle città e soprattutto nelle aree sensibili. Ma, paradossalmente, è proprio questo che viene eliminato”.
L’on. Gavino Manca (Pd) ha dichiarato il suo voto favorevole all’emendamento, “anche perché il combinato disposto fra alcune parti della legge, fa scattare vere e proprie devastazioni del tessuto urbano e, in secondo luogo lascia le mani legate ai comuni per quanto riguarda i controlli, visto che cittadini e professionisti non sono obbligati neppure a presentare una minima documentazione fotografica o una simulazione dell’intervento su supporto informatico.”
L’on. Giuseppe Luigi Cucca (Pd) ha rilevato che “talvolta ci si lascia trascinare dalla superficialità. E’una norma di totale deregulation che fa correre rischi irreparabili alle nostre città; si può discutere all’infinito sui criteri da seguire ma non si possono cancellare i criteri. Soprattutto nei centri storici l’assenza di regole avrebbe effetti gravissimi”.
L’on. Francesca Barracciu (Pd) ha criticato duramente la norma in esame, la cui abrogazione “è indispensabile. L’assessore Rassu ha affermato di voler mostrare capacità di ascolto, ma non può sostenere che gli unici a non aver compreso il Piano casa sono i consiglieri del centro sinistra. E’vero l’esatto contrario: sono giunta e maggioranza che non hanno colto il dissenso che proviene da larga parte della società sarda comprese, ed è un dato che dovrebbe far riflettere, le associazioni datoriali.”
L’on. Valerio Meloni (Pd) ha affermato che “siamo davanti ad una consapevole aberrazione. Nella letteratura urbanistica la sostituzione significa intervenire facendo salvi una serie di parametri che conservano un forte legame con l’edificio pre - esistente. Ora è tutto saltato; quindi è evidente che questa parte della norma non è stata inserita a caso”.
L’on. Giampaolo Diana (Pd) rivolto all’on. Matteo Sanna, ha respinto l’accusa di voler offendere qualcuno. “In realtà si cerca di attirare l’attenzione per suscitare una volontà di confronto sui contenuti. Il collega Campus è entrato nel merito delle questioni ed è arrivato a conclusioni simili alle nostre; questo dovrebbe far riflettere, perché non siamo di fronte ad un dettaglio marginale”.
L’on. Giorgio Cugusi (Misto) ha esortato “a liberarsi per un attimo del nostro ruolo politico e a guardare le cose dal punto di vista tecnico, un po’ dalla parte dei sardi che dovranno aver a che fare col Piano casa e con gli uffici che dovranno esaminare le pratiche. A Cagliari ci sono centinaia di pratiche bloccate perché gli uffici chiedono integrazioni e documenti che i cittadini non riescono a produrre, nemmeno con l’aiuto dei professionisti di fiducia. Vuol dire che la legge è inapplicabile e provoca più confusione di quella che già c’era”. (A.F.)

L’on. Claudia Zuncheddu (Misto) ha detto che in termini chiari trapela un libertinaggio urbanistico che arriva a cancellare ogni criterio di civiltà in quanto la legge trabocca di problemi, abusi e violenze che si ripercuoteranno sulla collettività sarda. Ha accusato la maggioranza di agire con leggerezza e superficialità.
La presidente Claudia Lombardo ha messo in votazione l’emendamento 50 all’art. 1 sexies che è stato respinto con 36 no, 23 sì e un’astensione.
Sull’emendamento 51 (che sopprime la lettera b del comma 1 dell’art. 1 sexies), valutato positivamente dalla maggioranza, l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha rimarcato come nell’art. 5 del Piano casa si parli di valutazione dei volumi congrui o incongrui da demolire e ricostruire, ma senza precisare rispetto a che cosa la congruità deve fare riferimento.
L’on. Gian Vittorio Campus (Pdl) ha invitato l’opposizione a non abusare negli interventi pure sugli emendamenti che la maggioranza accoglie.
L’emendamento 51 è stato accolto con 50 voti favorevoli, 2 contrari e un’astensione.
Sull’emendamento 53, che prevede la soppressione della lettera d) del comma 1 dell’articolo 1 sexies, l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha rilevato l’assenza dell’indicazione di chi deve disporre gli ampliamenti degli edifici con meno di 50 anni in contrasto con i caratteri storici e tipologici del contesto. Ha aggiunto che si rischia di mettere nei guai gli uffici tecnici comunali.
L’on. Matteo Sanna (Udc-Fli), ricordando di avere espresso parere positivo, ha chiesto che la minoranza limiti l’ostruzionismo.
L’on. Giorgio Cugusi (Misto), sollecitando il ritiro dell’emendamento, ha ricordato che i centri storici sardi ormai hanno ben poco di storico a causa della deregulation e dei numerosi condoni edilizi che si sono susseguiti nel tempo.
L’on. Valerio Meloni (Pd) ha aggiunto che deve essere rispettato il Piano particolareggiato dei centri storici, almeno nei comuni che l’hanno adottato, perché stabilisce cosa deve o non deve restare intonso.
L’on. Gian Vittorio Campus (Pdl) ha precisato che è attribuito al Consiglio comunale competente il potere di stabilire con delibera cosa sia o non sia in contrasto con il contesto urbano.
L’emendamento 53, ritirato dall’on. Luigi Lotto (Pd) ma fatto proprio da capogruppo del Pdl on. Mario Diana, è stato approvato con 37 sì, 20 no e un’astensione. (MM).

L’Assemblea ha quindi avviato l’esame dell’emendamento n°54 che prevede la soppressione della lettera E) del comma 1 dell’articolo 1 sexies.
L’on. Matteo Sanna (Udc-Fli), ha invitato l’Assemblea al ritiro dell’emendamento, in caso contrario il parere sarebbe stato negativo.
L’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha precisato che “la delibera del consiglio comunale non è sufficiente, perché a monte non c’è una valutazione complessiva del contesto; occorre il riferimento ai piani particolareggiati e quindi alla pianificazione urbanistica. Su questo non si può derogare, neanche in situazione di emergenza”.
L’on. Valerio Meloni (Pd), riprendendo le argomentazioni di alcuni colleghi, ha condiviso le ragioni dell’on. Sanna ed apprezzato lo sforzo dell’on. Campus perché è migliorativo. Tuttavia, il piano particolareggiato, col suo percorso articolato e partecipato, è più garantista e assicura una conformità urbanistica per l’intervento”.
L’on. Luigi Lotto (Pd) ha definito il tema “molto delicato. Non possiamo dare al consiglio comunale la responsabilità di decidere prescindendo dalla pianificazione urbanistica. Anche perché spesso i comuni rinunciano a fare i piani seguendo il sistema delle varianti. La posizione dell’on. Campus va valutata positivamente, però non basta”.
L’on. Giuseppe Cuccu (Pd) si è detto convinto che sarebbe sbagliato “scaricare sui consigli comunali valutazioni sui singoli immobili che sarebbero, alla fine, esclusivamente politiche e discrezionali. Il piano particolareggiato, invece, consente la visione unitaria del tessuto urbano e, per questo motivo, deve essere privilegiata”.
L’on. Franco Cuccureddu (Misto), dal suo punto di vista, avrebbe escluso dal Piano casa i centri storici proprio perché in molti comuni non ci sono piani particolareggiati. E’prevedibile che nelle amministrazioni locali si crei il caos, di fronte a strumenti come il Piano casa. In realtà, su questa materia, i comuni esercitano la loro competenza solo attraverso i piani particolareggiati. Mi asterrò”.
L’on. Renato Soru (Pd) ha detto che si tratta di “un argomento emblematico, di una legge che interviene a gamba tesa nella pianificazione comunale urbanistica. C’è una drammatica coerenza, prima nell’annuncio di voler cancellare il Ppr e poi di introdurre le deroghe inserite nel Piano casa. Non si può intervenire sui centri storici con la logica del carciofo sui singoli immobili.
L’on. Francesca Barracciu (Pd) ha dichiarato che “questa norma trasforma in modo schizofrenico il nostro impianto normativo, con grave danno per gli amministratori locali che si troveranno improvvisamente privi di ogni riferimento. In effetti, questa legge, calpesta anche la 267 del 2000, il testo unico degli enti locali che traccia il perimetro entro il quale i comuni esercitano le loro competenze. E’il messaggio peggiore che si possa dare”.
L’on. Gian Vittorio Campus (Pdl) ha ricordato che il testo, in caso di ampliamenti, prevede che il contrasto con il contesto urbano sia certificato da una delibera del consiglio comunale, non si può escludere questo procedimento per interventi ben più complessi, come le demolizioni e le ricostruzioni”.
L’on. Adriano Salis (Idv) ha sottolineato che “in molti comuni, date le dotazioni organiche, spesso sono i geometri (con tutto il rispetto) a dover decidere sulla coerenza storico architettonica dei progetti rispetto al contesto del centro storico. Non si può far decidere ad un consiglio comunale, perché non si tratta di un problema che si può lasciare alla discrezione di un organo politico.” (A.F.)
L’on. Cesare Moriconi (Pd) ha ricordato che l’opposizione ha sempre provato, nel dibattito in corso, a contrastare la discrezionalità nella definizione della qualità degli interventi e a evitare che la deroga ci debba essere sempre e comunque in quanto giustificata dall’accordo Stato – Regioni sul Piano casa. Per l’on. Moriconi occorre un livello di valutazione più elevato rispetto alla procedura semplificata in capo al Consiglio comunale.
L’on. Carlo Sechi (Misto) ha detto che alla maggioranza è scappata la mano nel voler intervenire pure nei centri storici dei comuni che hanno adottato i piani particolareggiati. Invitando a evitare di macinare aria fritta, ha suggerito di lasciare agli enti locali la capacità di decidere in questa materia.
L’emendamento 54 è stato respinto con 25 no, 22 sì e 8 astensioni.
La presidente Claudia Lombardo ha messo in votazione l’articolo 1 sexies che è stato approvato.
La seduta si è conclusa. I lavori dell’Aula riprenderanno domani alle ore 10.30. (MM)