CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 274 del 27 ottobre 2011
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Disegno di legge 265/A (Giunta regionale)-Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009 n°4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno all’economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica – Modifiche alle legge regionale 12 agosto 1998 n°28 (Norme per l’esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l’articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n°480, e delegate con l’articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n° 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n°22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive)
Cagliari, 27 ottobre 2011 -La seduta si è aperta sotto la presidenza della Presidente Lombardo. Dopo le formalità di rito, l’Assemblea ha ripreso l’esame del punto all’ordine del giorno, con particolare riferimento all’emendamento n°207.
L’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha definito “le autorizzazioni a costruire nella fascia costiera con un bonus del 10%, uno dei punti essenziali della legge che calpesta il Ppr nella parte in cui attribuisce alla costa il valore di bene paesaggistico, vietando di conseguenza nuovi interventi edificatori ed ogni intervento di trasformazione ed eccezione della manutenzione straordinaria. “Ora si vuole introdurre un vulnus fortissimo al bene paesaggistico, con la furbizia di legare le volumetrie agli stessi usi e miglioramento della qualità paesaggistica”.
L’on. Adriano Salis (Idv) ha detto di aspettarsi “sulla base delle dichiarazioni dell’on. Matteo Sanna, anche il voto favorevole della maggioranza, dato che si sta parlando delle zone agricole nella fascia dei 300 metri dal mare per le quali è prevista l’ennesima deroga. Oltre al contrasto con il Ppr, c’è una evidente contraddizione con le intese fra gruppi acquisite nella serata di ieri.”
L’on. Renato Soru (Pd) ha affermato che il concetto di sviluppo della maggioranza “è finalizzato esclusivamente alla speculazione nella fascia costiera più vicina al mare, anche perché è evidente che tutto il suolo agricolo in quell’area perderà definitivamente la sua vocazione. Chi continuerà ad operare nell’agricoltura quando si troverà in competizione con chi potrà operare profonde trasformazioni del territorio a fini speculativi? Sarà una competizione impari, che casomai dovremmo cercare di riequilibrare a favore dell’agricoltura. Invece stiamo facendo esattamente il contrario di quello che va fatto. La Sardegna ha bisogno di agricoltura e non di un’altra villa in più lungo la costa.”
L’on. Luigi Lotto (Pd) ha sostenuto che “il ragionamento di fondo è che, nella legge 4 del 2009, è stato inserito in modo improprio il passaggio che consente interventi di trasformazione nelle zone agricole. In agricoltura, abbiamo fondi europei spesi soltanto per il 2% perché gli operatori non hanno le risorse nemmeno per co–finanziare gli interventi. D’altra parte c’è la corsa forsennata a nascondersi dietro un familiare agricoltore per realizzare interventi speculativi. Si è diffuso così in molte comunità un virus difficile da estirpare.”
L’on. Matteo Sanna (Udc-Fli) si è detto “nettamente contrario all’emendamento, perché qua si tratta della figura dell’imprenditore agricolo e di aree destinate ad usi agro silvo pastorali, per i quali è consentito un incremento del 10%. A questi imprenditori agricoli dobbiamo dare una opportunità. Esistono fabbricati dall’800 in poi, e sono case che, non superando i 100 metri quadri, aggiungerebbero 10 metri quadri in più. Non c’è alcuna speculazione, quella fascia è da tutelare e questa fattispecie è molto chiara”.
L’on. Tarcisio Agus (Pd) ha affermato che l’on. Matteo Sanna “ha offerto una versione parziale della situazione. Anch’io penso che siano pochi nella fascia dei 300 metri. Se proprio si vogliono favorire gli imprenditori agricoli, si potrebbe utilizzare la premialità prevista con la demolizione ricostruzione e l’arretramento dell’immobile. Sarebbe più conveniente e si realizzerebbero due risultati: aumentare gli spazi per l’azienda e liberare una superficie in una fascia protetta.”
L’on. Antonio Solinas (Pd) ha detto che “siamo passati dal Piano casa al piano stalla, ragione di più per chiamare in causa l’Assessore dell’Agricoltura. Dall’inviolabilità dei 300 metri, affermata dall’on. Matteo Sanna, si è arrivati ad una norma ambigua che, al massimo, potrebbe essere ristretta a pochissimi casi. Forse si vuole premiare qualche caso particolare relativo ad una residenza vicino al mare e non ad una azienda agricola”.
L’on. Giampaolo Diana (Pd) ha contestato che si tratti di un comma limitato a fattispecie isolate. Ho dei dubbi ma, anche ammettendo la buona fede, perché non si modifica la norma agganciando l’intervento alla crescita del fatturato dell’azienda agricola? Se non si fa questo vuol dire che l’incremento è per altri usi.”
L’on. Francesca Barracciu (Pd) ha fortemente criticato “l’utilizzo incondizionato delle zone agricole nella fascia dei 300 metri, dopo aver detto un attimo fa che si trattava di una zona inviolabile.” L’esponente del Pd ha poi polemizzato in modo molto duro con l’Assessore dell’Agricoltura che, a suo giudizio, non mostrava la necessaria attenzione per il suo intervento.”
(A.F.)
La presidente ha dato, quindi la parola, all’assessore regionale dell’Urbanistica, Nicola Rassu, che ha spiegato come la norma abbia l’obiettivo di concedere a chi vive negli stazzi della sua azienda agricola di rendere la propria casa più accogliente. “Uno stazzo dove magari vive da generazioni anche se è entro i 300 metri dal mare”. Per quanto riguarda quanto riferito dall’on. Renato Soru sulla Cina, l’on. Rassu ha aggiunto: “La Cina sta comprando i terreni in Africa per coltivare grandi quantità di cereali necessari per la produzione del biocarburante”. E ha esortato tutti, maggioranza e opposizione, a lavorare insieme, uniti, per garantire alla Sardegna un futuro migliore, senza però demonizzare questo provvedimento legislativo che “ha dato un po’ di ossigeno al settore dell’edilizia”. Sempre sul discorso legato alla Cina è intervenuto anche l’on. Marco Espa (vice presidente del Gruppo Pd), che, annunciando il suo voto favorevole all’emendamento, ha ribadito che al di là delle motivazioni per cui la Cina sta acquistando grossi appezzamenti di terreno in Africa, bisogna puntare sul petrolio della Sardegna ossia sulle produzioni agricole che, negli ultimi anni, hanno avuto un aumento di valore anche del 50 per cento annuo. La presidente Lombardo ha messo, quindi, in votazione l’emendamento 207, che è stato bocciato con 40 voti contrari, 21 favorevoli e 2 astenuti.
La presidente ha messo poi in discussione l’emendamento successivo, il numero 208 (Gian Valerio Sanna e più) all’articolo 1 ter del DL 265/A, che recita “Dopo il comma 14 è aggiunto il seguente: 14 bis. L’articolo 3 comma 4 della legge regionale 4/2009 è soppresso”. Nel suo intervento l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha affermato: “Assessore noi eravamo consapevoli delle attività agricole inserite nei 300 metri, ma non abbiamo derogato”. L’on. Sanna ha spiegato che non è necessario generalizzare una norma che serve per poche situazioni particolari, perché la soluzione “era già prevista nelle norme di salvaguardia”. E ha aggiunto: “Questo non è il Piano casa ma il Piano stalle”. Ha espresso voto favorevole anche l’on. Renato Soru (Pd), che si è detto sorpreso per il modo in cui l’assessore Rassu si è espresso: “Non si possono trattare argomenti di questo genere con tanta approssimazione”. E ha ribadito che i terreni comprati in Africa dai cinesi hanno l’obiettivo di produrre biocarburante, ma anche cibo per la popolazione della Cina. Per l’on. Soru con questo intervento si sta incrementando la vocazione turistica di queste strutture. Ha chiesto poi la parola il presidente della Commissione Urbanistica, on. Matteo Sanna (Udc-Fli), per avvisare i colleghi dell’opposizione: “Noi siamo disponibili ad accogliere l’emendamento soppressivo del comma 4 che avete proposto”. L’assessore Rassu ha spiegato all’on. Soru che c’è stato un fraintendimento perché nel suo precedente intervento era convinto di fare riferimento al comma terzo e non al quarto.
L’on. Francesca Barracciu (Pd) ha, poi, chiesto maggiore attenzione da parte degli assessori nel momento in cui un consigliere regionale si rivolge a un componente dell’Esecutivo, riferendosi in particolare all’assessore dell’Agricoltura, Oscar Cherchi. Tra l’on. Barracciu e l’assessore Cherchi c’è stato uno breve scambio dai toni aspri e la presidente Lombardo ha richiamato gli assessori a prestare maggiore attenzione ai colleghi che si rivolgono a loro e, di contro, l’on. Lombardo ha invitato tutti i consiglieri ad abbassare i toni. D’accordo con la presidente si è espresso l’on. Giuseppe Luigi Cucca (Pd): “Accolgo l’invito della presidente e invito tutti ad abbassare i toni”. L’esponente dell’opposizione ha sottolineato che l’obiettivo di questo comma è di consentire ai proprietari degli stazzi di ampliarli per trasformarli in strutture ricettive. “Non credo sia lo spirito che dobbiamo perseguire, lo spirito di questa legge. Ciò che ha detto l’on. Sanna è da accogliere anche come un auspicio per il futuro”, ha concluso l’on. Cucca. L’on. Giampaolo Diana (capogruppo del Pd) ha affermato: “Non è un piano stalla, magari lo fosse, perché vorrebbe dire che volete incrementare la produzione zootecnica. Questo è un imbroglio, state imbrogliando i sardi. Questo testo tutto ha al suo interno tranne la politica per la casa”. L’on. Renato Soru (Pd) ha evidenziato la bontà dell’intervento e del richiamo fatto dalla presidente Lombardo alla Giunta, sottolineando che per il Consiglio regionale è necessario confrontarsi e interloquire con gli assessori. Per l’on. Claudia Zuncheddu (Misto) “non è più un problema di Piano casa e di Piano urbanistico”. E ha aggiunto: “Dovete chiarire una volta per tutte se riconoscete un valore paesaggistico alla Sardegna. E se sì vi chiederei come volete tutelarlo, visto che le vostre azioni vanno in un’altra direzione. La vostra proposta di legge è un piano di spartizione, di concessione e questo articolo è tutto un reato. Vorrei sapere quale progetto avete per la nostra gente”. (E.L.N.)
Il capogruppo del Misto on. Luciano Uras, chiedendo la soppressione del comma 4 dell’art 3 del Piano casa, ha contestato la norma in quanto general-generica perché ammette variazioni per i fabbricati legittimamente realizzati, ma senza chiarire di che genere siano. Ha spiegato che l’intendimento della maggioranza è quello di trasformare il territorio destinato alla produzione agricola per favorire altri tipi di attività.
Il capogruppo dell’Idv on. Adriano Salis, definendo il comma in questione un imbroglio, ha parlato di una chiara e conosciuta operazione di trasformazione degli ex stazzi finalizzata alla vendita poiché l’aspetto caratteristico dell’abitare storico della Sardegna è diventato un filone importante dell’immobiliarismo.
Il capogruppo del Psd’Az on. Giacomo Sanna, annunciando il voto a favore, ha contestato la minoranza per l’atteggiamento non costruttivo mantenuto nel dibattito in corso che sta rendendo difficile approvare emendamenti soppressivi che vengono considerare utili.
L’assessore delle Riforme on. Mario Floris ha rimarcato di non aver mai vissuto, in 40 anni di Autonomia, la situazione attuale dell’Aula. Ha precisato che non c’è mancanza di rispetto dei componenti della Giunta nei confronti del Consiglio, ma ha criticato i richiami fatti ad alcuni assessori definendoli provocatori in quanto nulla avevano a che vedere con il Piano casa.
L’on. Antonio Solinas (Pd), prendendo atto dei consensi che l’emendamento soppressivo ha trovato in parte della maggioranza, ha ricordato che qualche volta, se ci si ascolta, si possono raggiungere obiettivi comuni, anche se la proposta di legge in discussione resta fuori tempo e fuori luogo.
La presidente Claudia Lombardo ha messo in votazione l’emendamento 208 che è stato approvato con 40 sì, 22 no e 3 astensioni.
Per dichiarazione di voto sull’emendamento 209, l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha criticato l’atteggiamento della maggioranza che, da un lato, riconosce la necessità di abrogare il comma 5 dell’art. 3 del Piano casa, ma dall’altro mantiene nell’art. 11 la volontà di eliminare le norme di salvaguardia per sostituirle con le direttive per le zone agricole. L’on. Sanna ha ribadito che comunque non si può fare se non violando il Ppr.
L’on. Luigi Lotto (Pd) si è chiesto che credibilità possa avere il recupero delle direttive delle zone agricole. Probabilmente, ha detto, con un modo che sa molto di sotterfugio si vuole dare alla Giunta una sorta di indirizzo politico affinché ne tenga conto al momento opportuno.
L’on. Renato Soru (Pd), ritenendo inconcepibile che dopo venti anni si tenti di stravolgere il Ppr tornando alle vecchie direttive, ha spiegato che quanto la maggioranza porta avanti è pericoloso socialmente. Consentendo l’ampliamento di finte case rurali illegittime o di aziende agricole finite all’asta per l’indebitamento dei proprietari, ha spiegato che, essenzialmente per quelle vicino al mare, si sta solo favorendo la valorizzazione immobiliare a tutto vantaggio degli speculatori. (MM)
L’on. Matteo Sanna (Udc-Fli) ha manifestato il parere contrario all’emendamento, spiegando che “non si può prima definire le direttive agricole un baluardo per la tutela dell’agro, e poi identificarle come il grimaldello attraverso il quale aprire la strada alla peggiore speculazione”. L’on. Sanna ha poi letto in aula la lettera inviata alla stampa da una cittadina “che abita in una casa di campagna in cui vive da oltre 80 anni. Vorrebbe fare nel suo lotto di 3 ettari, compreso in un podere di 40, una casa di 96 mq, ma non può a causa delle norme del Ppr. Queste sono le situazioni sulle quali ci proponiamo di intervenire.”
L’on. Chicco Porcu (Pd) ha formulato una richiesta alla presidenza, per sapere se, in caso di bocciatura del comma 5 ciò comporterebbe la decadenza della lettera B dell’art. 1/quater. “Immagino di sì, ha aggiunto l’on. Porcu, ed allora è il caso che la maggioranza non faccia ostruzionismo a se stessa, come rimprovera spesso all’opposizione, appoggiando questo emendamento. E’una abrogazione necessaria, ma soprattutto la dimostrazione che le battaglie dell’opposizione sono sui contenuti, mentre le battaglie fini a se stesse servono solo a guardarsi allo specchio.”
La Presidente Lombardo, rivolta all’on. Porcu, ha assicurato una verifica tecnica da parte degli uffici.
L’on. Luciano Uras (Misto) ha affermato che siamo di fronte “ad un provvedimento sconcio che ci spinge a fare bene il nostro dovere respingendolo”.
La Presidente Lombardo, sulla questione procedurale posta dall’on. Chicco Porcu, ha confermato la decadenza della lettera B dell’art.1/quater in caso di mancata approvazione dell’emendamento n°209.
L’on. Mario Diana, capogruppo del Pdl, ha chiesto una breve sospensione dei lavori. La richiesta è stata accolta.
L’on. Giampaolo Diana (Pd) ha affermato di aver ascoltato l’Assessore Floris, “come sempre, con rispetto e attenzione. Sono d’accordo con lui nel definire la discussione non normale, ma la vera anormalità sono la legge 4 e la legge 265. E’un combinato disposto che rende la discussione imbarazzante, a volte anche per la stessa maggioranza. Per renderla normale basta ritirarla e iniziare a discutere di un vero Piano casa.”
L’on. Adriano Salis (Pd) ha sottolineato che “se la maggioranza è d’accordo va bene; “aspetto atteggiamenti coerenti.”
L’on. Antonio Solinas (Pd) ha affermato che “prende atto” della decisione della maggioranza.
Non essendoci altri iscritti a parlare la Presidente ha messo in votazione l’emendamento n°209 che è stato approvato (favorevoli 52, contrari 1, astenuti 2). L’Assemblea è quindi passata alla discussione dell’art.1/quater della legge.
L’on. Chicco Porcu (Pd) ha detto che “nonostante il dibattito dai toni accesi il Consiglio ha il dovere di andare avanti sulla strada della ricerca di soluzioni comuni, se la maggioranza sgombra il campo da norme inaccettabili e si limita ad introdurre elementi di semplificazione nella normativa. Il problema, però, è che la maggioranza non ha coesione politica ma è solo una espressione numerica, nonostante anche in questa versione riduttiva mostri spesso problemi di tenuta. Riesce a stare insieme mettendo insieme esigenze disparate inserite a forza nei soliti provvedimenti salvagente”. Anche attribuire a questo provvedimento effetti salvifici attraverso la solita frenesia edificatoria, secondo l’on. Porcu, “è stato un grave errore di prospettiva. Con questo articolo, dopo aver concesso un incentivo per le zone agricole, tornate sul discorso della promessa della deroga e allargate ulteriormente le maglie nell’agro, magari con la foglia di fico dell’efficienza energetica. Ci prepariamo poi ad assistere ad una operazione ancora più pericolosa, scardinando la pianificazione paesaggistica attraverso l’introduzione di un lotto minimo di ridotte dimensioni, in cui consentire nuove edificazioni. Il provvedimento, però, rischia di essere impugnato come già accaduto in occasione dei vecchi piani territoriali paesistici.”
L’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha attribuito all’articolo una caratteristica importante, in negativo, che deve essere spiegata fino in fondo. Di fatto, ha spiegato, “inserisce fra le norme destinate ai fabbricati agro silvo pastorali un passaggio riservato a quelli residenziali, con incrementi del 20% entro i 2000 metri e del 30% oltre questa distanza. In termini reali, l’incremento massimo sarebbe di 150 metri quadri in più, un appartamento nuovo di zecca. Per seguire gli interessi dei più deboli, come si dice di voler fare, bisognava almeno porre un limite alle superfici da ammettere all’incremento volumetrico”. Se nell’agro si dà la possibilità a chi ha una casa di averne un’altra, ha continuato l’on. Sanna, “aumenterà a dismisura il carico antropico, in un contesto dove mancano urbanizzazioni, acqua, fogne, servizi, con i comuni che saranno costretti a sostenere costi molto pesanti. Ma in prospettiva, con i tagli del governo presenti e futuri, chi potrà sostenere questi costi a livello locale in aree così vaste?” M’indigno, ha concluso l’esponente del Pd, “perché queste scelte qualcuno le pagherà, ma questa è la mortificazione della politica, l’annullamento delle responsabilità, il cinismo di chi ignora la sofferenza delle persone. Poi non si può essere preoccupati perché i cittadini non credono più nella politica”. (A.F.)
La presidenza del Consiglio regionale è stata assunta dal vice presidente Mario Bruno, che ha dato la parola all’on. Luigi Lotto (Pd). L’esponente dell’opposizione ha evidenziato, come in altri suoi precedenti interventi, la negatività del fatto che la maggioranza abbia perso l’occasione di modificare, con questa legge, le coscienze dei cittadini per quanto riguarda il risparmio energetico, non legando “la qualità delle costruzioni” alla concessione di incrementi di volumetrie. Si è pensato, ha spiegato l’on. Lotto, invece di concedere ulteriori premialità se si portano a compimento interventi volti al risparmio energetico. “Costruire in agro e senza nessun controllo era fino a 40 anni fa la norma, si è faticato molto – ha proseguito l’on. Lotto - a convincere la gente che forse era il caso di darsi strumenti urbanistici”. L’esponente dell’opposizione ha anche ricordato che chi ha governato le città, i piccoli centri della Sardegna, ha dovuto a volte dire ai cittadini che erano andati a vivere, legittimamente, in agro di non poter garantire loro gli stessi servizi offerti a chi vive in città, facendo sentire queste persone cittadini di serie B. “Noi siamo consapevoli – ha proseguito il consigliere del Pd - che anche con la legge 4 stiamo dando una spinta ad andare in quella direzione anche dove non si è compromesso tutto. Stiamo creando le premesse perché si creino situazioni di difficile gestione nel futuro. Dobbiamo prenderci la responsabilità di non dire sempre sì ed avere la capacità di fare intravvedere una gestione del territorio che guardi all’interesse del cittadino, ma, ancor di più, alle esigenze della comunità intera. Per questo credo che l’ articolo 1 quater non debba essere approvato e auspico che l’emendamento soppressivo dell’1 quater venga approvato. Si colga l’occasione per intervenire nelle zone agricole, all’interno del Ppr, con la dovuta serietà e cercando di dare le risposte al territorio”. (E.L.N.)
L’on. Tarcisio Agus (Pd) ha spiegato che l’art. 1 quater interessa una parte del territorio isolano che, negli ultimi 40 anni ha visto trasformare in maniera vertiginosa le sue linee di paesaggio, oggi tramutate in situazioni a dir poco caotiche, in particolare nella fascia tra i 300 e i 2000 metri dal mare. Con la realizzazione di abitazioni, ha aggiunto, si è cercato di fruire del bene fondamento della economia turistica sarda, ma molto spesso sono nati accampamenti nell’agro per soddisfare un bisogno estivo, ma a danno del territorio agropastorale che dominava i paesaggi costieri fino agli anni ‘50. Per l’esponente del Partito Democratico si tratta di un paesaggio che dovrebbe essere recuperato, ma nel disegno di legge in esame prevale l’equazione “cemento = economia”, che non si sa fino a quando potrà reggersi ed essere utile ai sardi. L’ammissibilità di ampliamenti di cubatura fino al 30%, ha detto l’on. Agus, porterà ad un deterioramento ulteriore dei territori. Quello spazio, invece, andrebbe consegnato a chi effettivamente vive la realtà agropastorale.
L’on. Antonio Solinas (Pd) ha contestato il contenuto dell’art. 1 quater perché la maggioranza non solo conferma quanto era stato previsto con il Piano casa, ma intende incrementare le cubature di un ulteriore 10% tra i 300 e i 2000 metri dal mare e fino al 30% oltre i 2 chilometri. L’ha definito una vera e propria speculazione ritenendosi convinto che la legge non sia frutto di un confronto, ma che sia stata ideata e scritta al di fuori del palazzo della politica regionale. Incentivare gli ampliamenti, ha aggiunto l’on. Solinas, comporterà un aumento della spesa pubblica a carico della collettività in quanto i comuni saranno obbligati a dotare di servizi le aree agricole ad uso residenziale. Tutto questo avviene in un momento nel quale gli enti locali devono far fronte alla riduzione dei trasferimenti finanziari. Il consigliere del Pd ha citato il caso del Sinis dove tante ville sono nate come depositi di attrezzi: con queste norme, ha concluso, correte il rischio di premiare chi delle norme se n’è fregato.
L’on. Giorgio Cugusi (Misto) ha detto che la valenza negativa dell’articolo in discussione è chiara e inequivocabile perché porta avanti modelli edificatori di incremento volumetrico che non sono assolutamente in sintonia con il paesaggio. La maggioranza, ha aggiunto, dimostra di non essere in grado di concepire politiche di settore che siano razionali. Non è assolutamente sufficiente giustificare gli ampliamenti condizionandoli alla riduzione di almeno il 15% del fabbisogno di energia. (MM)
L’on. Renato Soru (Pd) ha affermato che “a volte si dà l’impressione di fare una opposizione strumentale, ma ciò accade anche perché è impossibile il confronto con l’esecutivo, con particolare riferimento alla situazione della nostra agricoltura. I problemi del settore non si risolvono con un po’ più di efficienza energetica, c’è un problema enorme che il mondo sta vivendo. Il Ppr non bloccava niente, era un diverso modello di sviluppo con alcune idee sul turismo fondato sui centri urbani e non sui villaggi della costa, sui paesi dell’interno per renderli accoglienti, su una programmazione regionale che voleva creare i presupposti per rendere più facile l’agricoltura in Sardegna, facendo cioè in modo che un terreno agricolo valga in base alla capacità di produrre reddito in quel settore e non metri cubi”. Perché altrimenti, ha avvertito l’on. Soru, sarà impossibile in futuro vivere di agricoltura. Oggi, ad esempio, tante famiglie di Samassi vivono dalle colture del carciofo perché, sviluppando la loro azienda anche acquistando terreni, hanno creato una filiera ed un nuovo mercato destinato alla Germania. Ma se avessero dovuto comprare a costi gonfiati dalle premialità volumetriche sarebbe stato impossibile fare passi avanti”. Con l’edificazione, ha proseguito Soru, “si mette il mondo agricolo sottosopra e si incentiva lo spopolamento delle campagne, vanificando ogni sforzo di riordino fondiario. Negli anni scorsi la nostra produzione di grano è stata inferiore a 30.000 ettari; quest’anno si arriverà a 40.000 grazie ad una certa ripresa, ma prima erano circa 300.000. A quanti posti di lavoro corrisponde questa produzione? Sono cose che interessano o alla giunta regionale è sufficiente il turismo di pochi mesi all’anno?”
L’on. Francesca Barracciu (Pd) ha valutato molto negativamente l’articolo in esame, “è un male per l’ambiente, il territorio ed il paesaggio e anche per l’economia della Sardegna. Le potenzialità di questa norma sull’agro sono devastanti, anche se purtroppo al peggio non c’è mai fine. Dovremmo piuttosto occuparci della nuova finanziaria e della riforma del patto di stabilità. Invece stiamo togliendo ogni prospettiva futura alla Sardegna; non c’è traccia di interventi per chi non ha una casa, si rincorrono le esigenze di facili guadagni per immobiliaristi che mirano solo al profitto, si espropriano le competenze comunali in materia urbanistica e si lasciano i comuni nella zona grigia senza piani urbanistici e peraltro, anche dove questi piani esistono, si va in deroga con la massima disinvoltura”. Ma, fatto forse ancora più grave, “si interrompe un processo virtuoso di crescita culturale e di coscienza ambientale, che si stava affermando nonostante molte resistenze ma grazie al lavoro di molti amministratori in grado di recuperare la capacità di uno sguardo di prospettiva per le loro comunità. Distruggere questo lavoro è da irresponsabili, si dà alla Sardegna il pessimo messaggio che fatta la legge, trovato l’inganno. Quando torneremo al governo, molto presto, riprenderemo questa strada, perché non c’è alternativa al rispetto delle regole se si vuole dare respiro alle migliori potenzialità economiche della Sardegna”. (A.F.)
Il vice presidente Mario Bruno ha dato la parola all’on. Giuseppe Cuccu (Pd): “Questo è un articolo per cui provo un certo interesse perché si occupa del settore dell’agricoltura. Non credo che tutto quello che facciamo noi vada bene né che tutto quello che fate voi sia sbagliato o sia il male assoluto. Questa è una legge che non condivido, perché ritengo che ogni porzione di territorio debba essere utilizzata secondo la sua naturale destinazione: nei paesi e nelle città si deve andare a vivere, mentre la campagna deve seguire la sua vocazione ed essere utilizzata per scopi produttivi agricoli”. Per questi motivi l’on. Cuccu ha esortato la Giunta e il Consiglio a programmare interventi che creino le condizioni perché in campagna si svolgano le attività agricole e di pastorizia imprenditoriali. “L’articolo 1 quater prevede interventi volumetrici in campagna – ha proseguito l’esponente del Pd - e mi chiedo se si pensa che in agro, dove si svolgono attività agricole, servono davvero queste volumetrie”. Per l’esponente dell’opposizione con queste volumetrie, invece, si farebbe un danno all’agricoltura, perché il prezzo dei terreni aumenterebbe e si provocherebbero barriere agli interventi a sostegno delle aziende agricole, che non si possono ampliare per la presenza di residenze, così come le stesse residenze sarebbero di ostacolo alla realizzazione delle infrastrutture nelle zone agricole. D’accordo con il collega di partito anche l’on. Marco Espa (vice capogruppo del Pd) che ha garantito il voto favorevole agli emendamenti proposti perché “è un modo paradossale di trattare una zona agricola”. L’esponente del Pd ha ribadito che dando la possibilità di edificare nelle zone agricole si creeranno moltissimi problemi al settore dell’agricoltura perché gli agricoltori si troveranno a dover acquistare a prezzi elevati per poter allargare la propria azienda. Non solo. Secondo l’on. Espa questo tipo di intervento porterà grossi costi alla comunità, perché legittimamente chi andrà a vivere in quella zona richiederà all’amministrazione i necessari servizi primari. Questo intervento, ha proseguito nel suo intervento il vice capogruppo del Pd, “non creerà certo ricchezza” e ha paventato il rischio che alcuni imprenditori costruiscano in zone a forte rischio idrogeologico con tutti i pericoli che porterebbe per la vita dei cittadini. Piuttosto, ha concluso l’on. Espa, sarebbe molto importante finanziare i Comuni affinché abbiano le risorse necessarie per dotarsi del Piano urbanistico comunale. (E.L.N.)
Il capogruppo dell’Idv on. Adriano Salis ha spiegato che l’art. 1 quater ha l’obiettivo di portare all’incasso nel modo più semplice e peggiore una serie di facilitazioni per incrementare il cemento che è già abbondantemente presente nella fascia costiera. Ha citato, come esempio, l’area del litorale quartese, zona agricola ampiamente compromessa dove si vuole costruire una città lineare con ampliamenti che vanno dal 10 al 30%. L’on. Salis ha accusato la maggioranza di essere contro le regole per aver mano libera su tutto e l’inserire qualche “trucchetto”, come l’imposizione della garanzia di risparmio energetico di almeno il 15% per giustificare la riqualificazione, non serve a modificare una norma che peggiora in maniera insopportabile la pur brutta legge 4 del 2009. L’esponente dell’Italia dei Valori ha auspicato che qualcuno sia in grado di bloccare una norma che va contro il codice Urbani e le norme statali presentate dallo stesso centrodestra perché si tratta di esasperazioni di una volontà senza freni per accrescere lo spesso inutilizzato patrimonio edilizio esistente. L’on. Salis ha censurato il tentativo di derogare agli strumenti urbanistici locali e di premiare persone che hanno già fatto un uso oltraggioso delle regole.
Il capogruppo del Misto on. Luciano Uras ha detto che l’art. 1 quater contiene modifiche peggiorative, molte delle quali intervengono nella fascia più sensibile, quella costiera, alla legge 4 del 2009, un provvedimento che avrebbe dovuto favorire la costruzione di case per le famiglie, ma così non è stato. Dopo aver ricordato che l’Area, l’Agenzia regionale per l’edilizia abitativa, non è stata in grado di spendere circa 110 milioni di euro per dare abitazioni ai sardi che ne hanno bisogno, l’on. Uras ha spiegato che la proposta all’esame dell’Aula è frutto dell’ossessione di favorire uno sviluppo edilizio che nella realtà non ci sarà. Il fatto di voler autorizzare incrementi di cubatura fino al 30%, ha aggiunto, si scontra con il Piano paesaggistico regionale e con una letteratura giuridica che tutela la fascia costiera. (MM)
L’on. Giampaolo Diana (Pd) ha tenuto a chiarire che “nella fascia fra 300 e 2000 metri incrementi volumetrici da 20 a 30% significano un aumento delle premialità del 10% su quanto previsto dalla legge 4 del 2009. Ma sulla base di quali dati sono state predisposte queste norme? Esistono forse agricoltori che pensano di migliorare la loro azienda ed il fatturato della stessa sfruttando le opportunità della legge?” La maggioranza, ha continuato l’on. Diana, “accusa il centro sinistra di non fare una opposizione di merito ma, in realtà, è mancato proprio il confronto fra due visioni diverse. Se la maggioranza continua a sottrarsi al confronto su questo articolo, è evidente che nelle superfici potenzialmente interessate non ci saranno attività agricole. Anzi, siccome i terreni costeranno molto di più, entreranno fatalmente nell’orbita della speculazione cresciuta attorno al solito turismo mordi e fuggi, provocando la distruzione di un pezzo importante dell’economia regionale”.
L’Assessore dell’Urbanistica on. Nicola Rassu, nel dichiararsi “sempre disponibile al confronto”, ha affermato che “gli ampliamenti dal 10 al 30% dimostrano proprio legame fra interventi e produttività aziendale e, quanto alle deroghe, i piani casa delle regioni sono tutti in deroga perché frutto dell’accordo Stato-Regioni che così ha stabilito. Quanto ai risultati, non c’è dubbio che i tanti cantieri aperti abbiano dato impulso all’economia”. Soffermandosi poi sulle possibile ricadute negative del provvedimento sull’agricoltura sarda, l’Assessore ha fornito alcuni dati: “la Sardegna ha una superficie agricola di circa 2,4 milioni di ettari; ciò significherebbe realizzare al massimo interventi edilizi per 710.000 milioni di metri cubi. Anche ammesso che si arrivi a questi volumi, sarebbe comunque impossibile parlare di distruzione del territorio e di impoverimento dell’agricoltura. A questo proposito, la diminuzione progressiva della coltura del grano ha una causa molto diversa da quelle che è stata descritta: oggi un quintale di grano si vende a 18 euro ma ce ne vogliono 23 per produrlo. Tutto qui”. Il vero problema della Sardegna, ha detto ancora l’on. Rassu, è che “non possiamo condannare un’intera Regione perché abbiamo delle coste di pregio. Anzi, le premialità differenziate hanno proprio la finalità di rispettare il paesaggio”. Sapete poi, ad esempio, chi abita nell’agro di Sassari? ha concluso l’Assessore: “gli operai venuti a Sassari per la petrolchimica e i pastori arrivati dalle altre zone dell’interno. Basta estremizzare questo piano, che comunque può dare una boccata d’ossigeno e qualche speranza ai sardi, in attesa del nuovo piano paesaggistico”. (A.F.)
La presidente ha messo in discussione l’emendamento 43 (Lotto e più) soppressivo totale dell’articolo 1 quater del Dl 265/A. Annunciando il suo voto favorevole, l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha evidenziato che l’Italia ha perso ingenti fondi europei che arriveranno tra 2014 e 2020 a sostegno per l’agricoltura “perché per suddividere i finanziamenti tra i diversi Paesi europei è stato deciso di darli in proporzione alla superficie agricola utilizzabile”. Per l’on. Luigi Lotto (Pd) “non possiamo dimenticare che qua si parla di una norma che prevede la possibilità realizzare costruzioni che non sono al servizio dell’attività agricola. Con questa legge stiamo stimolando solo l’aumento di volumetrie”. A favore dell’emendamento si è espresso anche il capogruppo del Gruppo Misto, on. Luciano Uras, che ha ricordato come i sardi e la Sardegna abbiano necessità di interventi ben diversi per combattere la crisi che attanaglia tutti i settori produttivi.
Anche l’on. Tarcisio Agus (Pd) ha espresso voto favorevole all’emendamento: “Che senso ha creare un corpo di fabbrica estraneo alla struttura principale”. “Assessore Rassu per fortuna che lei c’è – ha affermato l’on. Giampaolo Diana (capogruppo del Pd) - perché sembrerebbe un testo privo di paternità. Le chiedo: l’incremento di volumetria degli edifici agricoli corrisponde alle esigenze degli agricoltori?”. L’on. Renato Soru (Pd) ha proposto all’Aula una pausa dei lavori per mezz’ora che è stata rifiutata. L’esponente del Pd ha quindi proseguito il suo intervento: “Su temi come questi nella scorsa legislatura venne pure occupata l’aula. Se uno ha fretta di approvare le leggi le presenta per tempo”. E ha aggiunto che “c’è stato un momento in cui la Democrazia Cristiana fece la riforma agraria che aveva due obiettivi: un principio di equità e un principio economico di miglioramento dell’utilizzo della proprietà agricola. E’ stata la più grande riforma del popolo italiano, oggi voi state facendo una riforma agraria al contrario”. Annunciando il suo voto favorevole, l’on. Francesca Barracciu (Pd) ha voluto chiarire che le posizioni dell’opposizione non sono contro l’edilizia, ma per la salvaguardia dell’ambiente, tutela del paesaggio, contro gli abusi: “Siamo per regole certe per tutti i cittadini. Massimo rispetto per chi nel rispetto delle regole svolge il proprio lavoro”. (E.L.N.)
L’emendamento n°43 è stato bocciato (favorevoli 19, contrari 34, astenuti 1).
L’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha messo l’accento sul fatto che “la minoranza non è contro gli agricoltori, voi sì. State spingendo grandi superfici di terreno in tutta la Sardegna sull’edilizia residenziale e questo va contro le aziende. Non ci sarà nessun risultato economico ma ci sarà sicuramente una pesantissima crisi del mondo agricolo. Anche gli interventi della giunta dimostrano che l’esecutivo è contro la Sardegna e non ha un progetto politico da proporle”.
L’on. Luigi Lotto (Pd) ha sottolineato che “il problema della percezione del senso del nostro dibattito esiste, anche perchè a volte la demagogia riesce a fare più presa dell’appello al rispetto delle regole. La bolla immobiliare, però, produrrà effetti dannosi, come accaduto recentemente in Spagna”.
L’on. Renato Soru (Pd) si è detto convinto che il progetto politico della maggioranza non è la sorte dell’agricoltura ma aggiunge solo qualche metro cubo in più. La riforma del dopoguerra voleva premiare chi lavora la terra e dare occupazione. “Voi volete dare la terra all’edilizia, contribuendo a diminuire il suo valore e la capacità produttiva dell’agricoltura; state dando metri cubi a chi venderà il fondo appena possibile con la casa che c’è sopra”.
L’on. Tarcisio Agus (Pd) ha dichiarato che “con la logica dell’aumento delle cubature che grava solo sulle tasche dei cittadini, si stanno spingendo le persone a consumare i pochi risparmi a disposizione, facendo un investimento a perdere, anche a causa degli alti costi di manutenzione”.
L’on. Luciano Uras (Misto), ha ricordato che “c’è stato un crollo degli occupati nell’edilizia e, per quanto riguarda l’agricoltura, la situazione è ancora peggiore. Se proprio si vuole intervenire a sostegno dell’agricoltura, la Regione farebbe bene ad intervenire per impedire che le banche portino via la casa agli imprenditori agricoli.”
L’on. Adriano Salis (Idv) ha richiamato l’attenzione dell’Aula sul fatto che, oggi, “più di 5600 aziende sarde sono alle prese con i pignoramenti ed anche su questo c’è una speculazione in atto. Nessuno ha interesse ad ampliare niente. Ma la giunta non pensa ai prodotti della terra ma al metro cubo.”
L’on. Giampaolo Diana (Pd) ha citato alcuni dati sulle domande della legge 4 del 2009. “Sarebbero circa 11000 ed oltre 5000 sono nei centri costieri; sarebbe interessante sapere quali di queste ultime sono in attesa dell’aumento di volumetria prevista dalla legge voluta dalla maggioranza.”
L’art.1/quater è stato approvato ( favorevoli 39, contrari 20, astenuti 3). (A.F.)
La presidente Lombardo ha messo in discussione l’emendamento 210 (Gian Valerio Sanna e più) all’articolo 1 quater che recita: “Dopo il comma 1 è inserito il seguente: 1 bis. L’articolo 4 della legge regionale 2009 è soppresso. Il primo a prendere la parola è stato l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) che ha espresso il voto a favore dell’emendamento, dichiarando che “l’articolo è inapplicabile perché cerca di superare il vincolo previsto nel Ppr” e ha evidenziato che anche il Tar si è espresso contro un intervento portato avanti da un cittadino in base alla Legge 4. Anche l’on. Renato Soru (Pd) ha affermato che voterà a favore per cercare di limitare i danni causati da questa legge e per evitare che gli agricoltori vengano mandati via dalle zone costiere. “Prevedete aumenti di volumetrie senza tenere in considerazione quanto un comune può aver già disposto in materia”. L’on. Giampaolo Diana (capogruppo del Pd) ha ricordato che l’articolo in discussione “interviene per modificare gli indici di edificabilità nei fabbricati a uso turistico-ricettivo. Questo è proprio uno dei punti che volevamo bloccare per evitare la speculazione”. L’on. Diana, infine, ha chiesto all’assessore se è possibile avere i dati della ricaduta economica e occupazionale prodotta dal Piano casa in due anni.
L’on. Luigi Lotto (Pd), che ha annunciato il suo voto a favore, ha affermato che quello in discussione è uno dei peggiori articoli contenuti nel disegno di legge. L’on. Francesca Barracciu (Pd) ha ribadito quanto affermato dall’on. Gian Valerio Sanna, ossia il giudizio negativo del Tar su un’attività imprenditoriale avviata in base a questa legge. L’esponente del Pd ha ribadito anche che la maggioranza ha il “chiodo fisso del cemento e mattone” citando anche gli interventi previsti all’interno del Pia Turismo che finanzia solo interventi infrastrutturali. La presidente Lombardo ha messo in votazione l’emendamento 210 che è stato respinto con 33 voti contrari, 20 favorevoli e 2 astenuti. Sull’emendamento successivo, il 211 (Gian Valerio Sanna e più), si è espresso il primo firmatario del testo ribadendo alla Giunta che il giudizio del Tar sulla legge è stato “lapidario”; per quanto riguarda l’articolo 13 ha stabilito che, per essere applicabile, necessita del recepimento da parte del PPR, mentre per l’articolo 4 ha sollevato dubbi su profili di incostituzionalità. Voto favorevole all’emendamento è stato espresso anche dall’on. Renato Soru (Pd) che ha ribadito la contrarietà all’aumento delle volumetrie previste in questo articolo “perché va in deroga agli strumenti urbanistici presenti già nei comuni”. (E.L.N.)
L’on. Luigi Lotto (Pd) ha criticato la scelta “di offrire premialità volumetriche anche nella fascia dei 300 metri, la cui inviolabilità sembrava un dato acquisito nella società sarda. E’un fatto assolutamente negativo che occorre rimettere in discussione, a partire dall’emendamento soppressivo presentato dal centro sinistra”.
L’on. Adriano Salis (Idv) ha introdotto una riflessione, basata sul fatto che “anche prendendo per buona una certa visione del turismo in Sardegna, con questo provvedimento emerge in modo preponderante che il metro cubo prevale su tutto, anche sulla qualificazione dell’offerta attraverso un moderno sistema di servizi.”
L’on. Tarcisio Agus (Pd) ha evidenziato che “le strutture alberghiere moderne sono diverse da quelle di prima generazione, una certa tipologia di intervento sarebbe quindi comprensibile. Occorre però tenere presente che gli investimenti si spostano laddove le condizioni di mercato sono migliori. Probabilmente succederà così anche alla Sardegna dove poi resteranno le macerie.”
L’on. Giampaolo Diana (Pd) ha affermato che “il più grave problema della nostra industria turistica è la stagionalità. Ora, questo incremento di volumi allunga la stagione? Se fosse così sarei d’accordo, ma ho fortissimi dubbi. Anzi, l’esperienza ci dice l’esatto contrario.”
L’on. Luciano Uras (Misto) ha detto che avrebbe preferito “ragionare nel merito piuttosto che fare operazioni di resistenza, ma questa roba che ci avete presentato fa accapponare la pelle. Non provocateci troppo, altrimenti anche noi tiriamo fuori le armi”.
L’on. Giorgio Cugusi (Misto) ha dichiarato che “mi fanno sorridere le percentuali dei premi volumetrici, ma quello che più sconcerta in questa truffa è una grande operazione contro le amministrazioni locali. Questo piana casa non farà danno nei piccoli paesi ma dove la speculazione è in agguato. Sarebbe stato meglio orientare i comuni verso processi innovativi, con una nuova legge urbanistica.”
L’on. Claudia Zuncheddu (Misto) ha affermato che si sta assistendo “ad un vergognoso spezzatino della normativa urbanistica, giocando a mettere l’uno contro l’altro, per far prevalere gli interessi della grande speculazione edilizia, che non hanno niente a che fare con le attività produttive”.
L’on. Francesca Barracciu (Pd) ha sottolineato che il provvedimento “trasforma in carta straccia gli strumenti urbanistici comunali, attraverso il superamento degli indici. Anziché indicare ai comuni la strada del rispetto delle regole e dell’ambiente, si rivolge alle comunità un messaggio negativo secondo il quale si fare tutto.”
L’on. Gian Vittorio Campus (Pdl) ha ricordato che “in effetti le strutture alberghiere della nostra fascia costiera sono chiuse per gran parte dell’anno, rendendo abbastanza singolare il bonus agganciato al risparmio energetico. Gli incrementi volumetrici sono però destinati solo al miglioramento della qualità delle strutture,e non è previsto né consentito nemmeno un posto letto in più”.
L’on. Matteo Sanna (Udc-Fli) ha messo l’accento sulla specificità della norma “riservata al settore turistico, di cui tutti lamentano la scarsa competitività. Il premio volumetrico serve solo per migliorare i servizi”. Se la Costa Smeralda avesse programmato il suo investimento in Sardegna durante il governo della “vostra” sinistra, ha concluso l’on. Sanna, “non sarebbe mai nata.”
L’on. Mario Bruno (Pd) ha condiviso in parte l’analisi secondo la quale “serve un miglioramento qualitativo dell’offerta, non però ampliamenti. Il settore turistico non si può rilanciare solo con le volumetrie ma, piuttosto, col rendere le città più accoglienti potenziando il sistema dei servizi”.
L’on. Marco Espa (Pd) ha ribadito il suo “no alla sfruttamento della fascia costiera, superare gli indici è profondamente sbagliato anche se solo per il 10% perchè crea situazioni di diseguaglianze inaccettabili e non esprime una strategia credibile di rilancio del settore”.
L’on. Pietro Cocco (Pd) ha rilevato che “il Piano casa e le sue proroghe hanno mostrato limiti enormi. Si insiste in una impostazione sbagliata che non tiene conto delle istanze provenienti dalla società. La vera emergenza è di chi non ha la casa e rischia di finire per strada”.
L’emendamento n°211 è stato bocciato (favorevoli 21, contrari 36, astenuti 2). (A.F.)
La presidente ha messo in discussione l’emendamento 212 (Gian Valerio Sanna e più) aggiuntivo all’articolo 1 quater che recita: “Dopo il comma 1 è inserito il seguente: 1 bis. L’articolo 4 comma 2 della legge regionale 4 del 2009 è soppresso”. Il primo a prendere la parola, per dichiarazione di voto, è stato l’on. Gian Valerio Sanna (Pd), che ha evidenziato come questa legge non preveda controlli severi, da parte di strutture pubbliche, nel corso della realizzazione dell’aumento di volumetrie previste dalla legge. “Non c’è alcun principio di controllo in zone come queste che sono vincolate”. Il vice presidente Michele Cossa, che ha assunto la presidenza, ha dato la parola all’on. Francesca Barracciu (Pd). L’esponente dell’opposizione ha espresso il voto favorevole all’emendamento che prevede la possibilità dell’aumento di volumetrie fino al 30 per cento per le strutture ad uso turistico-ricettivo oltre la fascia dei 300 metri dal mare. L’esponente del Pd ha voluto però puntare il suo intervento sull’idea di sviluppo turistico che ha l’assessore regionale del Turismo, Luigi Crisponi. In particolare l’on. Barracciu, ricordando quanto previsto nel Pia Turismo, ha ribadito “che la soluzione che mette in campo l’assessore Crisponi non passa attraverso il potenziamento dei trasporti e della continuità territoriale, ma attraverso cemento e mattoni”. Secondo l’on. Giorgio Cugusi (Misto) servirebbe una legge cornice, una legge quadro che incoraggi le amministrazioni a stabilire strumenti urbanistici comunali. L’on. Renato Soru (Pd) ha affermato che anche questo comma 2 ha l’obiettivo di incentivare la speculazione edilizia senza occuparsi realmente del rilancio del turismo che, in primo luogo, dovrebbe passare attraverso il potenziamento dei trasporti da e per l’Isola, per evitare quanto accaduto quest’estate con il crollo del numero di arrivi dei turisti in Sardegna. L’on. Mario Bruno (Pd) ha ripercorso le tappe della legge 4 del 2009 e dei buoni propositi della Giunta regionale di allora che non hanno avuto seguito. “Anche allora vi dicevamo che i problemi veri della Sardegna non erano gli alberghi e oggi lo ribadiamo”. L’on. Pietro Cocco (Pd) ha ribadito che la priorità che dovrebbe avere la Giunta, in materia urbanistica, è aiutare finanziariamente i comuni affinché siano in grado di dotarsi del Piano urbanistico comunale. Voto a favore dell’emendamento è stato espresso dall’on. Marco Espa (vice capogruppo del Pd) che ha evidenziato come sia importante tutelare il territorio ed evitare che vengano rovinati dal cemento territori di notevole pregio ambientale e paesaggistico. A favore anche l’on. Claudia Zuncheddu (Misto) che ha esortato l’assessore Rassu ad analizzare con attenzione la qualità e l’impatto sul territorio delle strutture alberghiere già presenti nelle coste sarde prima di concedere “altre colate di cemento”. L’emendamento è stato bocciato con 35 voti contrari, 22 favorevoli e 2 astenuti. (E.L.N.)
Alla ripresa dei lavori, l’Assemblea ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con particolare riferimento all’emendamento n°213.
L’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha affermato che “per capire l’urbanistica bisogna realizzare le condizioni teoriche e vedere cosa succede. Avete pensato a contesti particolari dove, ad esempio, l’ampliamento non sarà possibile ed altri casi, invece, dove l’impatto degli interventi sarà devastante? Saranno quanto meno alterate le condizioni di competitività. E il fatto più grave è che la maggioranza non ha la minima idea delle conseguenze concrete di queste norme”.
L’on. Luigi Lotto (Pd) ha proposto una modifica orale all’emendamento, “nel senso di riservare la soppressione alla seconda parte che appare manifestamente scandalosa”.
L’on. Giorgio Cugusi (Misto) ha messo in evidenza che la norma è piuttosto cervellotica, “ma ciò che resta al di là di tutto è che con questo testo si scende nel ridicolo.”
L’on. Pietro Cocco (Pd), ha premesso che ci troviamo nella fascia più sensibile del territorio sardo, si parla del 45% complessivo di aumento volumetrico, forse più, altezza compresa. Siamo fuori da ogni programmazione possibile, con un impatto devastante.”
L’on. Giulio Steri (Udc-Fli) ha dichiarato di accogliere l’emendamento orale proposto dall’on. Lotto, con l’indicazione di interventi destinati soltanto ai servizi turistici. Viene cancellato inoltre l’ultimo periodo, eliminando le possibilità di cambi di destinazioni d’uso.
Le proposte di emendamento orale sono state accolte dall’Assemblea
L’on. Renato Soru (Pd) ha dichiarato che “è difficile migliorare ciò che non è migliorabile. “Non bisogna dimenticare che i posti letto ci sono almeno per una quota del 50%. Non voglio che il mio nome sia legato a questa norma non emendabile. E’una legge contro il turismo”.
Messo in votazione l’emendamento n°213, nella nuova formulazione, è stato approvato (favorevoli 35, contrari 1, astenuti 4).
L’Assemblea ha quindi avviato l’esame dell’art.1/quinquies della legge
L’on. Matteo Sanna (Udc-Fli), relatore del provvedimento, ha sottolineato che “si tratta di una parte qualificante della legge sulla quale noi, complessivamente, abbiamo manifestato grandi aperture, ma da parte del centro sinistra abbiamo registrato solo chiusure.”
L’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha protestato nei confronti della presidenza, dichiarando di non voler essere “preso in giro, voglio ancora credere di essere in un posto serio. Le regole non si cambiano in corsa, devono essere uguali per tutti fin dall’inizio”. Affrontando poi i contenuti dell’articolo, l’on. Sanna ha definito l’Assessore Rassu “una vittima del piano casa” ricordando che, durante l’istruttoria della legge 4 del 2009, ci siamo messi insieme le mani nei capelli, anche se alla fine la colpa è del responsabile della linea politica. La crisi del turismo di quest’anno (con una flessione del 30%) non è momentanea, sta iniziando un ciclo negativo di cui non si può prevedere la fine e che andava accuratamente studiato. Queste dovevano essere le pre condizioni per presentare proposte di legge.”
Sulla questione procedurale sollevata dall’on. Sanna, la Presidente Lombardo ha affermato che non c’è mai stata alcuna volontà di prendere in giro qualcuno. La presidente ha poi riconosciuto la fondatezza del rilievo formulato dall’on. Sanna.
L’on. Renato Soru (Pd) non si è detto convinto della possibilità di migliorare una legge eliminando una sola parola ma, tuttavia, “ la discussione è utile per fare ancora chiarezza sul Ppr perché il vero obiettivo della legge è spazzarlo via, con l’aumento di metri cubi realizzato in maniera indiscriminata. Volete mantenere alcune promesse, facendo danni importanti a diversi settori della Sardegna a cominciare dal turismo”. Nella Costa Smeralda tanto citata, ha poi osservato l’on. Soru, “forse non sarà nemmeno possibile inserire i premi in volumetria ed allora si scoprirà che il primo piano casa ed anche questa legge sono solo un grande inganno. Anche dove gli interventi potranno essere realizzati, l’aumento delle seconde case provocherà una de-qualificazione del prodotto Sardegna; forse una certa clientela ha smesso di frequentare l’isola proprio perché ha percepito l’impoverimento della nostra terra come meta turistica con caratteristiche uniche nel Mediterraneo”.
L’on. Mario Bruno (Pd) ha parlato di un articolo “strano, che vuole consentire incrementi volumetrici anche a chi usa le fonti rinnovabili come approvvigionamento energetico, sia pure parziale”. nel quadro di una sintetica riflessione sulla politica turistica, l’on. Bruno ha quindi chiesto all’Assessore “che fine hanno fatto i progetti di riuso turistico di alcune borgate marine, come Fertilia (con molti immobili ancora in mano allo Stato) e S. Giovanni di Sinis, dove non si vogliono aumentare i posti letto ma potenziare il sistema di accoglienza e riqualificare il patrimonio edilizio esistente e, ancora, quel’è stata la sorte dei programmi che dovevano dare vita ad alberghi diffusi a Cuglieri e a Villanova Monteleone. Il turismo si fa in tanti modi, innanzitutto cercando di trattenere gli ospiti all’interno dei nostri centri urbani, e c’è molto da lavorare”.
La presidente Lombardo ha sospeso la seduta. I lavori riprenderanno domani alle ore 10.30.-
(A.F.)