CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 272 del 26 ottobre 2011

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Disegno di legge N. 265/A “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica - Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n. 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive)”

Cagliari, 26 ottobre 2011 - La seduta del Consiglio regionale si è aperta, questo pomeriggio, sotto la presidenza dell’on. Claudia Lombardo. All’ordine del giorno il Disegno di legge N. 265/A “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica - Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n. 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive)”. In particolare l’Aula è stata chiamata a proseguire la discussione generale sull’articolo 1 ter. La presidente ha dato la parola all’on. Carlo Sechi (Gruppo Misto) che ha avvisato: “Noi continuiamo per la nostra strada, con quello che voi chiamate ostruzionismo”. L’on. Sechi ha accusato la maggioranza di voler puntare solo sul mattone, puntando sullo sviluppo economico e turistico della Sardegna con le seconde case. Secondo l’esponente dell’opposizione “bisogna dare una casa a chi non ce l’ha” e ha ribadito che il modello giusto per rilanciare il comparto edilizio, che sta attraversando un periodo di grandissima crisi, è quello che punta sul recupero del patrimonio abitativo esistente. L’on. Gavino Manca (Pd), intervenuto subito dopo, ha ricordato che si sta affrontando un provvedimento importante. L’esponente dell’opposizione ha esortato tutti a rimandare le norme intruse in questo disegno di legge, ossia le norme che modificano il Ppr, affrontando esclusivamente l’esame del Piano casa. Tra l’altro, l’on. Manca ha evidenziato come, nel testo in discussione, venga mortificato il ruolo del Consiglio regionale, visto che l’articolo 11 prevede che la massima Assemblea legislativa sarda abbia il compito di esprimere esclusivamente un parere entro 30 giorni. L’esponente del Pd ha anche parlato di una legge “paradosso” perché concede le volumetrie aggiuntive anche a chi ha sanato degli abusi, oltre a consentire a queste stesse persone anche di vendere questi immobili. (E.L.N.)
L’on. Elia Corda (Pd) ha affermato in apertura che “il risultato della legge 4 del 2009 è stato oggettivamente negativo, nonostante la propaganda secondo la quale avrebbe dovuto garantire l’apertura di 30.000 nuovi cantieri in Sardegna, con relative ricadute occupazionali. Di fronte a questo fallimento la maggioranza ha sentito l’esigenza di tornare nuovamente sulla materia prima con la legge sul golf e adesso con il disegno di legge 265, entrambi di gran lunga peggiorativi rispetto alla normativa esistente, già di per se contraddittoria e pericolosa”. Con il disegno 265 in particolare, ha precisato l’on. Corda, “si cerca di dare dignità normativa ad un sistema di deroghe che si estende praticamente su qualunque tipologia di intervento edilizio, dai seminterrati ai sottotetti, dalle case a schiera ai centri storici, dall’agro alla fascia costiera. Il tutto è fondato sulla presunzione secondo la quale il liberismo assoluto in urbanistica garantirebbe più sviluppo all’economia. Tale presupposto, invece, si è rivelato sbagliato nel passato e sarà così anche in futuro. Ma nel frattempo la Sardegna sarà costretta a pagare un prezzo altissimo in termini di consumo del territorio.”
L’on. Francesca Barracciu (Pd) ha sostenuto che “entrando nel vivo emergono, senza pudore, tutti gli aspetti più deteriori della proposta. L’unica certezza è che vengono travolti ambiente, paesaggio, e governo del territorio, per pagare alcune cambiali firmate dalla maggioranza in campagna elettorale e dopo. Pur di consentire a speculatori senza scrupoli di lucrare sul mercato immobiliare non ci si è fermati nemmeno davanti ai pericoli per la salute dei cittadini, con le norme furbesche relative ai seminterrati ed ai sottotetti. Da questa frenetica volontà di eliminare qualunque sistema di regole, la legge 4 del 2009 esce fortemente peggiorata nei contenuti e contaminata da una serie di norme intruse inserite allo scopo di smantellare l’impianto del Piano paesistico regionale”. Questa politica, peraltro, secondo l’on. Barracciu, “non ha niente a che a fare con l’intervento pubblico per la casa che, semmai, dovrebbe porre al centro della sua azione quanti la casa non c’è l’hanno. In Sardegna sono migliaia i nuclei familiari che, da anni, attendono risposte dalle istituzioni. In questa direzione va, inoltre, la proposta di legge del Pd a favore dei padri separati, fenomeno relativamente nuovo che esprime una nuova domanda abitativa che sembra non interessi alla regione”. Sul piano politico, ha concluso l’esponente del Pd, “è da respingere come irricevibile il tentativo della maggioranza di cercare il dialogo con l’opposizione solo perché si è fatto ormai pressante il problema di approvare la legge entro il 30 ottobre”. (A.F.)
La presidente Lombardo ha dato quindi la parola all’on. Claudia Zuncheddu (Gruppo Misto) che ha definito “questo dibattito talmente distante da quello che sono le reali esigenze dei cittadini da essere imbarazzante”. La consigliera regionale ha ricordato che tante sono le persone che vivono in difficoltà, difficoltà tali da subire sfratti esecutivi perché non sono più in grado di pagare alle banche le rate dei mutui. Di contro, secondo l’esponente dell’opposizione questo provvedimento alimenta la “più becera speculazione edilizia”, e quindi ritiene che l’opposizione abbia fatto bene a presentare tutti questi emendamenti che hanno l’obiettivo di riequilibrare “una legge scellerata”. “Questo è un atteggiamento costruttivo – ha proseguito - e non è ostruzionismo”. L’on. Zuncheddu ha ribadito tutti gli elementi negativi della legge che “distruggerebbe il paesaggio delle nostre coste ed è destinata a cambiare irrimediabilmente i connotati dell’Isola e di chi ci vive”. L’esponente dell’opposizione ha anche difeso il Ppr, pur riconoscendo cha ha dei limiti, e si è detta d’accordo con l’intervento dell’on. Nanni Campus che criticava i punti della legge che prevedono la deroga alle norme igienico-sanitarie. Ha poi preso la parola il capogruppo dell’Idv, on. Adriano Salis: “Con l’articolo 1 ter passiamo dalla fase conservativa della legge 4 a quella peggiorativa della legge 4”. E ha aggiunto che “anche le parti più intelligenti della maggioranza hanno capito che l’articolo 1 ter è la parte peggiore della legge”. L’on. Adriano Salis ha esortato la maggioranza ad ottenere il risultato minimo, ossia la proroga della legge n. 4 del 2009: “Eliminate i punti che prevedono la deroga al Ppr e forse riuscirete a fare la proroga. Non utilizzate “cavalli di troia” per aggiornare il Ppr”. (E.L.N.)

L’on. Giacomo Sanna (Psd’Az) ha ricordato che “nella passata legislatura molti provvedimenti della maggioranza di allora sono stati bocciati in ogni sede giudiziaria, ma non è questo il problema. In questi due anni, rispetto a quanto sostenuto dall’opposizione, a quale scempio e a quale devastazione abbiamo assistito? Nessuno ha potuto citare un solo caso. Come si fa poi a non ricordare che, sempre nella precedente legislatura, le intese sono state un’arma di cui si è fatto un uso quasi personale, se proprio non si vuole usare il termine deroga? Le intese sono state 185 per un milione e 980.000 metri cubi, su 891 domande presentate. Bisognerebbe inoltre valutare con quale criterio sono state selezionate le iniziative, dato che nei tavoli dell’intesa la Regione era sempre in maggioranza. Queste cose non possono essere dimenticate. Ho detto infine che a S. Stefano era stata fatta una intesa da 45.000 metri cubi, per la quale nessuno si è indignato e nessun ambientalista ha fiatato”. Se torniamo alla cose di questo mondo, ha aggiunto l’on. Sanna, “riusciremo a capire che non tutto è negativo; possiamo migliorare la legge ma i ruoli di maggioranza e opposizione non possono essere ribaltati. L’importante è fare le cose con trasparenza. Si può dire tutto, ma non confondere il seminterrato con lo scantinato: nel primo molti ci vivono in maniera dignitosa come nei sottotetti. Ma questo cosa c’entra con la speculazione? Sono situazioni di persone certamente meno fortunate di noi. Tutto si può migliorare, dunque, ma senza fare barricate.”
L’on. Luciano Uras (Misto) ha definito l’articolo in esame “interessante perché racconta quanto fosse poco vera la finalità della legge 4 del 2009. In quella circostanza si disse che si trattava di un intervento minimo per piccoli interventi di ampliamento. In realtà è successo che quella legge è fallita e quindi la maggioranza ha pensato di trasformare quella legge, come dimostra l’articolo 1/ter che stiamo discutendo. Il fatto è che, però, più che peggiorarla, la legge 4 è stata completamente stravolta, anche attraverso un sistema di sanatorie che ha provocato profonde diseguaglianze sociali.” Pochi esempi, secondo l’on. Uras, lo dimostrano a sufficienza: “ad esempio ammettendo interventi privi di documentazione fotografica o di elementi di simulazione, e sostituendoli con una specie di autocertificazione. Inoltre, con la furbata di eliminare la dizione di edifici pluripiano sostituendola con il termine diverse unità immobiliari. Qui non è solo speculazione, che pure è molto presente, c’è la legittimazione dei piccoli pasticci; ma soprattutto, in questo modo, viene devastato tutto il sistema urbanistico regionale”. (A.F.)

E’ poi intervenuto l’on. Matteo Sanna (Udc-Fli) che ha ricordato che sono tante le famiglie che hanno usufruito della legge 4 e che tante altre potrebbero usufruirne. “Capisco l’approccio ideologico di questa battaglia contro la 4, e contro le modifiche con il Dl 265/A, che non sono peggiorative. La 4 è una legge ottima che ha dato risultati. E’ una legge che piace anche a voi e ai vostri sostenitori che vi chiederanno conto di questo ostruzionismo”. L’on. Sanna ha poi ricordato che “durante la discussione generale e durante la relazione vi ho sfidato a trovare un solo intervento speculativo di quelli effettuati e nuovi interventi di consumo del territorio. Quel consumo che avete calato dall’alto voi attraverso le intese. Intese dichiarate dal Tar illegittime nella procedura utilizzata. E questo vi deve far riflettere”.
Il presidente della commissione Urbanistica ha poi parlato degli interventi legislativi, realizzati dal centrosinistra nella scorsa legislatura, che sono stati impugnati. Tra questi “la tassa sul lusso” e il Piano sanitario regionale, “azioni che hanno lasciato danni enormi alla Sardegna”. L’esponente della maggioranza ha, poi, detto ai colleghi dell’opposizione che “la disponibilità di questa maggioranza è stata ampia, il tempo per limare il testo è stato abbondante e la pazienza altrettanto”. “Voi fate la vostra battaglia, ma avete un approccio culturale, sulla carta, diverso”, ha affermato l’on. Sanna, ricordando la proposta di legge del centrosinistra che rende abitabili i sottotetti con altezze inferiori a quanto stabilito dal disegno di legge in discussione. “Questo provvedimento in esame va sostenuto, – ha concluso - la legge 4 non ha niente a che vedere con il Piano casa del Lazio”.
Il vicepresidente del Consiglio, on. Michele Cossa, ha dato poi la parola all’on. Giampaolo Diana (capogruppo del Pd): “L’articolo 1 ter per voi dovrebbe essere una delle parti più importanti per rilanciare l’economia del settore edile e dovrebbe rappresentare una risposta a chi ha bisogno di una situazione abitativa più grande. Come intervenite per rispondere a queste attese? Voi lo fate in maniera inaccettabile, perché mettete insieme bisogni reali di nuovi spazi, anche sull’esistente, con esigenze speculative. Questo è uno degli equivoci di fondo. Fin dalla discussione della legge 4 – ha proseguito l’on. Diana - abbiamo posto alcune questioni discriminanti: non intervenite nel Ppr e non fatelo surrettiziamente, non ci avete ascoltato, e assumetevi la responsabilità di presentare un nuovo piano paesaggistico, visto che dite che ci state lavorando. Fin da subito abbiamo denunciato che questo Piano casa non aiutava chi una casa non ce l’ha. Per noi, assessore Rassu, la politica della casa passa per alcune direttrici molto chiare. Noi abbiamo fatto la nostra proposta di legge dal titolo “Piano casa”. Per noi la politica per la casa deve dare sostegno all’edilizia residenziale pubblica, deve essere un sostegno per l’accesso al credito agevolato, in particolare per le giovani coppie portando gli interessi fino a zero e deve essere ripristinato il contributo a fondo perduto di 25mila euro, che aveva messo in moto il settore edilizio. Infine – ha concluso il capogruppo del Pd – bisogna rifinanziare la legge 32. Se non fate tutto questo la vostra è soltanto pura propaganda ed è un inganno”. (E.L.N.)

L’assessore dell’Urbanistica on. Nicolò Rassu, in sede di replica, ha ricordato che, malgrado la demonizzazione subita, sono arrivate positive sollecitazioni che hanno permesso alla maggioranza di emendare il testo licenziato dalla Quarta Commissione del Consiglio. Rivolgendosi all’opposizione, ha detto che è impossibile che non ci sia proprio niente da salvare. L’esponente della Giunta ha anche chiarito che gli emendamenti presentati permettono di rispettare pienamente l’accordo Stato-Regione sul Piano casa. Invece, per quanto riguarda i vincoli imposti entro i 100 metri dai beni identitari, l’assessore Rassu ha detto che occorrono miglioramenti: non è possibile che, ad esempio, si impedisca l’installazione di un pannello fotovoltaico o la realizzazione di una canna fumaria in un retrobottega. Ha poi spiegato che non ci sono suggeritori occulti: la Giunta si è limitata a recepire le sollecitazioni dei sindaci e della Commissione Urbanistica. Altre precisazioni l’on. Rassu le ha fatte sugli ampliamenti, da consentire a chi a suo tempo aveva ottenuto regolare concessione edilizia, e sui seminterrati, specificando che ci si riferisce non a quelli realizzati in un fossato, ma a quelli che si trovano in un terreno in pendenza.
La presidente Claudia Lombardo ha dato la parola all’on. Gian Valerio Sanna (Pd) per dichiarazione di voto sull’emendamento 28 per la soppressione dell’intero articolo 1 ter. L’esponente del Partito Democratico ha accusato la maggioranza di voler superare il regime di salvaguardia usando il Piano casa come surrogato della normalità. Sulle intese stipulate nella scorsa legislatura ha sfidato la controparte a denunciare casi di mancata attuazione delle previsioni del Piano paesaggistico. Infine, ha ricordato che mentre si discute in Aula, la Regione non ha i soldi per aiutare i giovani che vorrebbero contrarre un mutuo per la casa.
Il capogruppo del Misto on. Luciano Uras, dopo aver chiarito che la Regione non ha potestà legislativa in materia di compravendita, ha contestato la presenza di elementi di incostituzionalità certa. Come esempio di sconcezza da cancellare, ha evidenziato che la chiusura dei posti pilotis condominiali potrebbe avvenire a discrezione dei singoli proprietari, senza la garanzia, quindi, di un coerente intervento nel contesto architettonico.
L’on. Luigi Lotto (Pd) ha sottolineato i diversi caratteri peggiorativi contenuti nell’articolo 1 ter, come la possibilità di realizzare non ampliamenti, ma pertinenze del fabbricato principale con la creazione della condizione che quanto realizzato possa essere venduto autonomamente.
L’on. Giuseppe Cuccu (Pd) ha denunciato la gemmazione degli immobili perché a fabbricati esistenti se ne aggiungono altri, delle pertinenze che in realtà sono entità autonome vendibili semplicemente associandovi un pezzettino della struttura principale. L’idea della moltiplicazione delle unità immobiliari scavalcando pure gli enti locali, ha aggiunto, non tiene conto degli standard urbanistici, i criteri da seguire per evitare, ad esempio, il sovraffollamento. (MM)

L’on. Tarcisio Agus (Pd) ha ribadito che “l’articolo è infarcito di elementi che non danno dignità all’uomo, che abita talvolta in sottotetti, scantinati e piani pilotis, spinto da estrema necessità. Perché, invece, non avviamo un vasto programma di interventi strutturali a favore di coloro che vivono in condizioni di precarietà abitativa dopo una accurata indagine condotta sul territori regionale? Potremmo offrire alloggi popolari a riscatto calcolando come rata di mutuo il canone di affitto.”
L’on. Giorgio Cugusi (Misto) ha segnalato che “alcuni interventi hanno evidenziato che il Piano casa è in qualche modo frutto della lentezza della burocrazia nel rilascio delle concessioni edilizie. A Cagliari, ad esempio, è stato bloccato oltre il 90% delle richieste e bisognerebbe sapere il perché; penso per la farraginosità della legge che, a volte, richiede troppe integrazioni a fronte della documentazione richiesta dalla legge. E’una legge – elemosina, che non darà frutti. Sarebbe meglio rivedere gli standard abitativi minimi, oggi si parte da 28 mq ed è anacronistico. Bisognerebbe inserire questa revisione nel quadro della nuova legge urbanistica.”
L’on. Adriano Salis (Idv) ha sottolineato che con questo testo la maggioranza peggiora fortemente la legge 4 del 2009. Sul piano politico, pensiamo che l’eventuale bocciatura dell’art. 1/ter col recupero del comma 6 insieme alla bocciatura del capo 2 della legge sarebbe una buona base di un accordo per chiudere questo dibattito in maniera decorosa. Da lettura attenta degli emendamenti dei colleghi Mario Diana e Gian Vittorio Campus si capisce che sarebbe possibile contenere la deriva peggiorativa della legge.”
L’on. Carlo Sechi (Misto) ha sostenuto che “non si possono prevedere ampliamenti in questo modo perché stravolgono i piani urbanistici e particolareggiati oltre che gli indici in agro. Gli interventi ammissibili sono una specie di sanatoria a gratis; che almeno (anche se personalmente sono contrario) ci sia un corrispettivo da versare ai Comuni. Non c’è nemmeno questo, ma così chi viola la legge riceve solo un premio in volumi da edificare.”
L’on. Renato Soru (Pd) ha voluto puntualizzare la procedura seguita per le intese cui si era riferito l’on. Giacomo Sanna, precisando che “l’art. 11 del Ppr prevedeva le intese, quindi non c’erano deroghe e non c’erano arbitri, solo regole che valgono per tutti. E’vero che i Comuni hanno presentato tante domande, ma va ricordato che le intese approvate riguardano per metà opere pubbliche. A S. Stefano sono andati via gli americani e l’isola si stava trasformando, sul piano urbanistico, anche con la riconversione di cubature militari.”
L’on. Francesca Barracciu (Pd) ha richiamato l’attenzione dell’aula “su quanto successo in Liguria e Toscana. Qui si parla di superare i vincoli costruendo dappertutto ms la natura ci riporta alla realtà ed al rispetto che richiede. Quando l’allora opposizione contrastava la legge salva - coste ci fu il disastro di Villagrande. Ora si apre la strada ad un territorio senza regole: meglio dunque fermarsi un attimo, ragionare e riflettere meglio per prevenire disastri come quelli accaduti in Sardegna e sulla Penisola, evitando progetti urbanistici ed edilizi che non tengano conto dell’assetto idro – geologico del territorio.”
L’on. Chicco Porcu (Pd) ha rilevato che l’articolo, “insieme agli emendamenti presentati dalla stessa maggioranza, significa di fatto che sono state accolte le tesi del centro sinistra. Manifesto perciò una certa soddisfazione, vuol dire che fare opposizione sul merito aiuta a migliorare le leggi. Però se la montagna doveva partorire un topolino non si poteva presentare direttamente un topolino?”
L’on. Antonio Solinas (Pd) ha detto che “si è cercato di gemmare i fabbricati, cancellando le pertinenze e trasformando il pluripiano in diverse unità immobiliari, ora si possono anche cancellare le simulazioni fotografiche e le proiezioni virtuali dell’intervento. Questa è una cosa inammissibile, siamo convinti non si possano scrivere le leggi in questo modo e, anche per questo, non abbiamo nessuna paura di essere o apparire impopolari.”
(A.F.)
La presidente Lombardo ha dato la parola all’on. Giulio Steri (capogruppo dell’Udc-Fli) che, a nome della maggioranza, ha annunciato il voto favorevole agli emendamenti soppressivi parziali dell’opposizione n. 31, 35, 17, 3, 39 e ha anche annunciato il ritiro degli emendamenti n. 2, 18, 140, 137, 138, 14, 147, 125 e 139. L’on. Giacomo Sanna è, poi, intervenuto rivolgendosi all’on. Soru e affermando che il Ppr non consente di fare quello che è stato consentito con le intese a La Maddalena. La presidente del Consiglio regionale ha messo in votazione l’emendamento 28, che è stato respinto dall’Aula con 41 voti contrari, 24 favorevoli e 1 astenuto.
La presidente Claudia Lombardo ha, quindi, messo in discussione l’emendamento 29. Il primo intervento è stato quello dell’on. Luigi Lotto (Pd) che ha annunciato il voto favorevole. “Il comma 1 dell’articolo 1 ter va soppresso, magari in tante parti importanti dello stesso articolo questa soppressione prenderà forma e mi auguro maggiormente di quanto è stato annunciato dall’on. Steri”. Nel suo intervento l’on. Renato Soru (Pd), che ha annunciato il voto favorevole, ha voluto ribadire all’on. Giacomo Sanna che forse sta affrontando una discussione, quella sulle intese a La Maddalena, in maniera poco documentata. Si è detto favorevole all’emendamento 29 anche l’on. Carlo Sechi (Misto): “Ci stiamo ponendo in una situazione che ci porta fuori dall’Europa perché non vogliamo le regole e se le regole ci sono cerchiamo il modo per aggirarle”. Favorevole anche il collega di partito, on. Marco Espa (vice capogruppo del Pd), che si è detto contrario, tra le tante azioni previste da questo comma, all’eliminazione del divieto di alienazione decennale del bene. Voto contrario è stato espresso dall’on. Giacomo Sanna (capogruppo del Psd’Az) che ha continuato a polemizzare con l’on. Soru: “Si dimentica che quando si fanno scelte come quelle di Santo Stefano sono scelte di merito. Vi porterò i nomi di chi ne ha beneficiato”. Per l’on. Gian Valerio Sanna (Pd): “Se c’è una parte politica conosciuta al mondo, specializzata nelle leggi ad personam è quel centrodestra dove milita, con un certo imbarazzo, il Psd’Az. Le intese non le ha proposte la Regione ma altri e io c’ero, diversamente da voi”. L’on. Sanna ha anche ricordato che a quelle intese hanno partecipato esponenti della Corte dei Conti e il corpo giudiziario della Forestale. “Le sentenze dei Tribunali dello Stato hanno dato una valutazione che è lì agli atti”, ha concluso il consigliere del Pd. (E.L.N.)

L’on. Tarcisio Agus (Pd), annunciando parere favorevole all’emendamento 30, ha spiegato che la riduzione degli iter burocratici va considerata in senso positivo, ma non nei casi particolari di interventi in aree nelle quali occorre un parere degli uffici di tutela del paesaggio. In queste circostanze, per la frequente impossibilità di fare dei sopralluoghi, la documentazione fotografica rimane importante.
L’on. Valerio Meloni (Pd) ha incentrato il suo intervento sull’accordo Stato-Regione che consente le deroghe sul Piano Casa, così come aveva precedentemente rilevato l’assessore dell’Urbanistica on. Rassu. Ha aggiunto che non è un bene che sia uno Stato che ha autorizzato condoni di ogni genere a stabilire e concedere cosa può o meno fare la Regione Sardegna.
Il capogruppo del Misto on. Luciano Uras ha contestato l’articolo 1 ter di una proposta essenzialmente permissiva, disordinata e disordinante, in quanto crea disordine nell’assetto urbano creando città più invivibili. Sulla possibile chiusura dei posti pilotis ha spiegato che si vuole far finta che non deve esistere un equilibrio tra servizi e insediamenti.
L’on. Franco Meloni (Riformatori Sardi – Liberaldemocratici), rivolgendosi alla minoranza, ha voluto chiarire che nessuno pensa che nella scorsa legislatura si siano fatti degli imbrogli, come nel caso delle cubature concesse nell’isola di Santo Stefano. Ma è inaccettabile, ha aggiunto, che quando lo fa il centrosinistra è cosa ben fatta, finalizzata ad una riconversione, mentre quando lo fa il centrodestra ci deve essere un padrone.
L’on. Francesca Barracciu (Pd) ha detto di essere favorevole all’abrogazione del comma 1 perché non corrisponde alle esigenze di semplificazione e di efficienza della pubblica amministrazione sollecitate dai cittadini che si rivolgono agli uffici tecnici comunali. Ha ribadito la richiesta che i comuni siano adeguatamente finanziati affinché adottino tutti gli strumenti urbanistici locali che garantiscano regole omogenee e uguali per tutti
La presidente ha messo in votazione l’emendamento 30 che è stato respinto con 39 no, 25 sì e un’astensione.
Per dichiarazione di voto sull’emendamento 31 per la soppressione del comma 3 dell’articolo 1 ter, l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha spiegato che ritiene deprimente dire che non c’è necessità di documentazioni fotografiche, importanti non solo per verificare il rispetto dei vincoli paesaggistici, ma anche tutta una serie di valutazioni legate alla progettazione. Per quanto riguarda il vincolo decennale di vendita delle pertinenze realizzabili ha chiesto che non rimanga sulla carta.
L’on. Gian Vittorio Campus (Pdl), sottolineando che le riflessioni in maggioranza hanno portato a modificare il testo in senso migliorativo, ha annunciato il voto favorevole all’emendamento 31 per ripristinare la natura di pertinenza agli ampliamenti fatti in tutte le tipologie edilizie, ossia quanto già stabilito dalla legge 4 del 2009.
L’on. Renato Soru (Pd) ha voluto ribadire che quanto fatto nella scorsa legislatura con le intese non può dirsi avvenuto in deroga, ma sempre nel rispetto delle norme di attuazione del Piano paesaggistico regionale. Con riferimento a quanto era stato precedentemente accennato per l’arcipelago de La Maddalena, ha ricordato che tutto era avvenuto in un contesto di riqualificazione territoriale. (MM)

L’on. Adriano Salis (Idv) ha auspicato che “due personalità così legate al bene della Sardegna come gli onorevoli Giacomo Sanna e Renato Soru possano superare la contrapposizione personale, soprattutto se riferita ad un contesto come quello dell’isola di La Maddalena, che ha compiuto un difficile percorso per essere liberata dalle servitù militari e prepararsi ad un futuro diverso e migliore”. Sull’emendamento 31, l’on. Salis ha valutato positivamente “l’apertura della maggioranza su una questione di merito posta dall’opposizione. Il fatto che si eviti di peggiorare l’art. 2 della legge 4 del 2009, in relazione alla qualificazione delle pertinenze, si potrebbe definire con la battuta attribuita ai professori nella valutazione degli alunni: è intelligente, si applica, ma potrebbe fare di più”.
L’on. Giacomo Sanna (Psd’Az) ha tenuto a precisare di non voler proseguire nella polemica personale ma, rivolto all’on. Soru, ha affermato: “sapevo che faceva supermercati, io facevo il dipendente del Comune di Sassari, dove sono tornato a lavorare quando sono uscito da quest’aula. Non si può far apparire quello che non c’è; non può essere meritorio trasformare una cava dismessa in un albergo a 300 metri dal mare. Prendetevi la responsabilità. Potrei allargare il discorso e non voglio farlo, ma non accetto di passare per quello che non sa niente, e non consento che l’on. Soru dica che tutto ciò che ha fatto lo ha fatto solo per il bene della Sardegna, mentre quanto fatto da altri è il male assoluto. Ora il nuovo Ppr viene fatto in modo trasparente e, per quanto ci riguarda, approveremo ciò che ci sembra giusto e respingeremo quello che non ci convince, come abbiamo sempre fatto.”
La Presidente Lombardo ha messo in votazione l’emendamento n°31 con il seguente esito: favorevoli 61, contrari nessuno, astenuti 1. Il consiglio approva.
Successivamente, l’on. Luciano Uras (Misto) ha chiesto una breve sospensione della seduta. La richiesta è stata accolta.
Alla ripresa dei lavori, l’assemblea ha iniziato l’esame dell’emendamento n°32.
L’on. Gian Valerio Sanna (Pd), ha criticato la sostituzione, “ai fini dell’ampliamento, del termine edificio pluriplano con unità immobiliari: nel primo caso il fabbricato è uno, nell’altro si tratta di diversi fabbricati, con riferimento non alla famiglia ma alla proprietà degli immobili. Si sospetta che dietro questa norma ci sia un interesse particolare, quindi voterò per la soppressione.”
L’emendamento n°32 è stato bocciato: favorevoli 27, contrari 35, astenuti 3. Sull’emendamento n°33 sono intervenuti:
L’on. Gian Valerio Sanna (Pd), ha rilevato che “non ha senso limitazione ampliamento a piani superiori con copertura prevalentemente piana. Vuol dire che si consente la demolizione per sopraelevare, destrutturando l’immobile dal punto di vista architettonico, stravolgendo la pianificazione locale ed aumentando il disordine urbanistico.”
L’on. Luigi Lotto (Pd) si è detto totalmente d’accordo con il collega di gruppo on. Sanna, aggiungendo che “così si apre una voragine negli interventi di ampliamento, soprattutto nelle città di una certa dimensione, alterando l’equilibrio assicurato da standard urbanistici come parcheggi, aree verdi, strade.”
L’on. Renato Soru (Pd) ha manifestato forte “imbarazzo a parlare di dettagli di questo genere. Domani, su tutti i giornali, leggeremo dei gravissimi disastri del Nord, con morti e danni ingenti, provocati in parte dal maltempo ma causati anche dalla cattiva programmazione urbanistica. Qui siamo ossessionati da sopraelevazione sempre e comunque, attraverso il combinato disposto di diverse norme. Spero che mostreremo altrettanta attenzione nell’adeguare la nostra legislazione al piano di assetto idro geologico. Un comune della Sardegna è stato occupato recentemente da cittadini esasperati per il mancato rilascio di concessioni edilizie a causa del piano di assetto idro geologico. Purtroppo la Regione non fa niente per far capire che questo intervento è a tutela della sicurezza e della salute delle comunità”.
L’emendamento n°33 è stato bocciato (favorevoli 25, contrari 40, astenuti 3). (A.F.)
La presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo, ha messo in discussione l’emendamento 34 (Lotto e più), che è stato approvato. Via libera dell’Aula all’unanimità anche agli emendamenti n. 1 uguale 35 (1 Campus e più – 35 Lotto e più) con 66 voti favorevoli e i astenuto, n. 17 uguale a 36 (17 Campus – 36 Lotto e più) con 68 voti a favore e 1 astenuto e al n. 3 uguale a 38 (3 Campus e più – 38 Lotto e più) con 64 voti favorevoli e 1 astenuto. (E.L.N.)

Sull’emendamento 39 uguale al 141, l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha detto che non c’è l’esigenza di far coincidere il 10% di aumento dei volumi con quello delle superfici coperte. Trattandosi di zone F, invadere ulteriormente le coste significa deturpare aree delicate e già compromesse.
Il capogruppo Idv on. Adriano Salis ha annunciato voto favorevole perché l’ulteriore consumo di territorio attraverso coperture è assolutamente inaccettabile nella fascia entro i 300 metri dalla battigia.
L’on. Matteo Sanna (Udc-Fli) ha annunciato il voto favorevole sottolineando che anche per il centrodestra la fascia costiera è inviolabile. Questo, ha aggiunto rivolgendosi alla minoranza, dimostra che “la nostra coscienza ambientale non è inferiore alla vostra”.
L’on. Renato Soru (Pd), annunciando il voto a favore, ha rimarcato una differenza tra gli schieramenti in merito all’edificazione nelle zone vergini costiere, anche oltre il limite dei 300 metri dal mare. Il centrosinistra, a differenza del centrodestra, è contrario.
La presidente Claudia Lombardo ha messo in votazione l’emendamento 39 uguale al 141 che è stato approvato con 64 sì, un no e 2 astensioni.
Sull’emendamento 41, poi ritirato dai presentatori, l’on. Chicco Porcu (Pd) è intervenuto per rimarcare come l’aver cassato diversi commi dell’art. 1 ter ha mostrato che la maggioranza ha saputo recepire, dopo cinque giorni di discussione, i suggerimenti del centrosinistra.
L’emendamento 41 è stato fatto proprio dall’on. Franco Cuccureddu (Misto) convinto che gli abitanti in un centro storico devono avere la certezza di conoscere in tempi precisi dal consiglio comunale se possano o meno avvantaggiarsi dall’applicazione di una norma.
Secondo l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) i 90 giorni concessi ai consigli comunali, di cui alla legge 4 del 2009, sono decorsi e si tratta di una questione procedurale che deve risolvere l’Assessorato, non la norma.
L’on. Gian Vittorio Campus (Pdl) ha chiarito che la soppressione del riferimento ai 90 giorni, ampiamente scaduti, per intervenire nelle zone A potrebbe apparire come una riapertura dei termini. E’ un argomento, ha aggiunto, che sarà successivamente chiarito con l’esame di un emendamento aggiuntivo. (MM)

L’Assessore all’Urbanistica on. Nicola Rassu ha comunicato all’assemblea che solo pochissimi Comuni hanno risposto nei termini.
Messo in votazione l’emendamento n°41 è stato bocciato: favorevoli 22, contrari 37, astenuti 3. L’assemblea ha poi avviato l’esame dell’emendamento n°42.
L’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha spiegato che, a suo avviso, si tratta di una precisazione “inutile”, perché le misure standard degli appartamenti di edilizia pubblica prevedono per una superficie massima di 95 metri quadri per un nucleo familiare di 4 persone. Anche l’emendamento 42 è stato bocciato (favorevoli 24, contrari 39, astenuti 1. Il consiglio non approva). L’assemblea è quindi passata ad esaminare l’emendamento n°276..
L’on. Planetta (Psd’Az) ha affermato che “occorre stare più attenti alle norme che si esaminano, con riferimento a quella sulle pertinenze. A me dispiace ma in questa occasione è mancato uno stile di fare politica, non si può lavorare in questo modo. Per responsabilità ritiriamo la nostra proposta, ma era una iniziativa a favore dei sardi”. Sull’emendamento 126 è intervenuto l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) che ha illustrato un emendamento orale che prevede la trascrizione del vincolo relativo all’immobile presso la conservatoria dei registri immobiliari. L’emendamento 126 è stato approvato (favorevoli 41, contrari nessuno, astenuti 22). Al termine dello scrutinio è stato messo in votazione l’art.1/ter della legge, che è stato approvato.
Successivamente, la Presidente ha sospeso la seduta. I lavori riprenderanno domani alle ore 10.00-
(A.F.)