CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 270 del 25 ottobre 2011

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Disegno di legge 265/A (Giunta regionale)-Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009 n°4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno all’economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica – Modifiche alle legge regionale 12 agosto 1998 n°28 (Norme per l’esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l’articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n°480, e delegate con l’articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n° 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n°22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive)

Cagliari, 25 ottobre 2011 - La seduta si è aperta sotto la presidenza del vice Presidente Cossa. Dopo le formalità di rito, l’Assemblea ha cominciato l’esame dell’emendamento n°188.
L’on. Gianvalerio Sanna (Pd) ha spiegato che la disposizione “parla del divieto di realizzazione di linee elettriche nella fascia costiera, fatta eccezione per quelle necessarie agli insediamenti urbanistici. Questo comma non si spiega altrimenti se non con la volontà di dare risposte ad esigenze particolari, c’è da indignarsi.”
L’on. Renato Soru (Pd) rivolto all’Assessore Rassu, ha chiesto quale sia l’utilità di questa norma perché, fermo restando quello che affermava il collega on. Sanna, “non si capisce a cosa possa servire. A naso, potrebbe essere il via libera ad un parco eolico off shore che invece, proprio nel caso del mare al largo di Oristano, è stato bloccato grazie alle norme di tutela del Ppr.”
L’on. Chicco Porcu (Pd) ha annunciato la sua astensione, avvertendo però che ”restano valide le considerazioni dei colleghi di gruppo. Il Piano casa deve essere concepito anche come strumento di salvaguardia. Non voglio fare il processo alle intenzioni, ma occorre fare una riflessione su leggi-contenitore dove vengono infilate le norme più diverse e che, al di là delle intenzioni, possono dare spazio alle interpretazioni più disparate.”
L’on. Luciano Uras (Misto) ha affermato che, a questo punto, “emerge con chiarezza la filosofia che ha attraversato questa legge, ispirata alla logica della rappresentanza diretta di interessi, frutto di una storia della Sardegna in cui è stato sempre estremamente difficile stabilire un sistema di regole. Anche nel passato recente, è accaduto che il centro sinistra ha cercato di fissare alcune regole, e il centro destra ha subito cercato di smantellarle”.
L’on. Carlo Sechi (Misto) ha parlato di “un articolo difficile da comprendere, al di là delle insinuazioni. Resta comunque straordinario e sorprendente che nella pianificazione di un servizio essenziale come l’energia elettrica ci debbano essere norme così ambigue, deroghe comprese”.
L’Assessore all’Urbanistica on. Nicola Rassu ha tenuto a precisare che “gli appelli della minoranza non sono inascoltati e troveranno risposte puntuali nel nuovo Ppr che si sta predisponendo. Gli emendamenti dell’opposizione, peraltro, sono solo soppressivi e non testimoniano la volontà di dare un contributo innovativo al miglioramento della legge. Nello specifico, l’emendamento serve ad impedire indirettamente alcuni progetti molto impattanti nel settore dell’energia eolica, attraverso il blocco delle autorizzazioni alle linee elettriche da terra. In concreto, questo è l’unico strumento di cui la regione dispone per bloccare questi impianti. In generale, comunque, non si può tenere una linea di diniego totale su tutto; siamo d’accordo per migliorare il testo ma questo non è il metodo giusto”.
L’on. Gavino Manca (Pd) si è detto “d’accordo con la tutela del mare, ma resta l’incongruenza fra diverse parti della legge. Inoltre, guardando il documento Stato - Regioni da cui è nato il primo piano casa c’è una contraddizione enorme, il Consiglio regionale sta discutendo ormai da troppo tempo di tutt’altra cosa. Ad esempio, il documento nazionale prevedeva la tutela dei centri storici dove invece questo piano casa entra a gamba tesa.”
L’on. Tarcisio Agus (Pd) ha criticato la norma in esame perchè “alquanto ambigua, mal formulata. Sarebbe stata necessaria maggiore chiarezza; proprio da norme non chiare possono nascere le più varie interpretazioni ed illazioni, le infrastrutture energetiche sono urbanizzazioni primarie senza le quali non esisterebbe alcun insediamento produttivo”.
L’on. Valerio Meloni (Pd) si è chiesto quale significato attribuire alla volontà di “recuperare quanto fatto prima del 31 dicembre 2008. Cosa significa? Non si può recuperare ciò che si ritiene utile in una fattispecie piuttosto che in un'altra. Il Ppr, rispetto al passato, ha avuto il merito di affermare una cultura di rispetto dell’ambiente, per questo non deve essere messa in discussione.” (A.F.)

Il vice presidente, on. Michele Cossa, ha dato quindi la parola all’on. Radhuoan Ben Amara (Gruppo Misto – Comunisti) che ha ricordato all’assessore che “l’urbanistica esprime la volontà politica. L’urbanista deve assolvere a una funzione sociale. Non sono loro a creare lo spazio ma sono traduttori delle scelte politiche. Bisogna per questo studiare i bisogni della popolazione. Non si può parlare dell’Urbanistica senza parlare alla gente”. Per il capogruppo del Pd, on. Giampaolo Diana, “state approvando per la seconda volta la legge 4 del 2009 che è una norma in deroga e non un intervento a sostegno dell’economia”. L’on. Diana ha ricordato anche che questa norma è stata inserita in itinere nel corso della discussione sul settore energetico, argomento che è stato oggetto, ha ricordato, di attenzione da parte della Procura della Repubblica. In risposta è intervenuto l’on. Giulio Steri (capogruppo dell’Udc-Fli) che ha ricordato ai colleghi dell’opposizione come, quanto stabilito al punto G del comma 1 dell’articolo 13 della Legge 4 del 2009, sia stato approvato di comune accordo tra maggioranza e opposizione per eliminare il rischio eolico offshore. L’on. Steri ha esortato la minoranza a essere propositiva e a non fare mero ostruzionismo. In particolare l’esponente della maggioranza ha manifestato la disponibilità a prendere in esame eventuali emendamenti sostitutivi, non soppressivi, che siano migliorativi della legge, anche se presentati fuori termini. Il vice presidente Cossa ha dato, poi, la parola all’on. Francesca Barracciu (Pd) che ha sollevato il dubbio che questa norma non sia altro che un cavallo di troia che sottenda un obiettivo diverso da quello dichiarato. E per quanto affermato dall’on. Steri, la collega del Pd ha sottolineato che è vero che la norma aveva trovato d’accordo l’opposizione, al tempo in cui era stata approvata, ma che oggi alla luce di quanto successo sui parchi eolici e offshore, questa norma “non va più bene e va rivista”. Il vice presidente Cossa ha messo quindi in votazione l’emendamento 188 che è stato bocciato ( 19 voti favorevoli, 38 contrari e 6 astenuti).
L’on. Cossa ha aperto, quindi, la discussione sull’emendamento 189 aggiuntivo all’articolo 1 bis del DL 265/A che recita: “Dopo il comma 1 è aggiunto il seguente: 1 bis. La lettera h) del comma 1 dell’articolo 13 della legge regionale 4/2009 è soppressa”. Il primo a intervenire, per dichiarazione di voto, è stato l’on. Gian Valerio Sanna (Pd), che ha sottolineato come “questo atto di indirizzo non abbia più senso”. L’on. Sanna ha aggiunto che dichiarare che la fascia costiera è bene paesaggistico d’insieme da tutelare non è più credibile “quando è stato aggredito in tutti i modi”. E ha proseguito affermando: “Gli indirizzi li dovete discutere qui e dovete spiegare cosa volete fare e come lo volete fare. Non sono più d’accordo a lasciarvi in mano strumenti di indirizzo”. Voto favorevole è stato espresso dall’on. Renato Soru (Pd), dichiarando di voler migliorare la legge e non di voler fare ostruzionismo. Poi l’on. Soru ha attaccato la Giunta affermando che i tre punti dell’articolato, che il centrosinistra vuole sopprimere, sarebbero stati inseriti nel testo per consentire alla Giunta di gestire direttamente la realizzazione delle linee elettriche entro i trecento metri dal mare. “Sono certo che l’articolato di questi tre punti serve per aprire all’offshore nella zona di Oristano”, ha concluso l’esponente del Pd. D’accordo anche l’on. Luciano Uras (capogruppo del Gruppo Misto – Sel ). “Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Non stiamo facendo ostruzionismo, invece stiamo qua a discutere nel merito”. L’on. Uras ha ricordato la situazione in cui versano i 31 lavoratori del Csl di Sassari che sono disoccupati “non per demerito, ma per prepotenza per la vostra incapacità di intervenire”.
Ha dichiarato, invece, il suo voto di astensione l’on. Chicco Porcu (Pd): “Mi asterrò. Non costringeteci a stare qui giorni e giorni in aula perché la Sardegna ha bisogno di risposte”. E ha aggiunto: “Mi asterrò perché quando il testo dice che il mare territoriale della Sardegna è da tutelare ritengo sia una giusta aspirazione. Non vogliamo fare il processo alle intenzioni”. Una risposta alle affermazioni dell’on. Soru è arrivata dall’on. Mario Diana (capogruppo del Pdl): “Nel territorio di Oristano non si faranno interventi offshore”. L’esponente della maggioranza ha anche spiegato che quella norma aveva (al punto G) una scadenza, 180 giorni, termine già scaduto, che ha soltanto consentito di tutelare di interventi programmati precedentemente alla norma, ossia durante il governo della Regione da parte dell’Amministrazione regionale precedente. Per l’on. Diana è pericoloso semmai eliminare questo articolato. Per l’on. Carlo Sechi (Gruppo Misto – Sel) “Il tempo che stiamo dedicando a questa legge è tempo perso rispetto a quello di cui ha bisogno la gente”. Dichiarazione di voto di astensione è stata fatta anche dal capogruppo dell’Idv, on. Adriano Salis. “Io non posso esprimermi contro perché si tratta di una dichiarazione di principio su cui sono d’accordo”. Favorevole l’on. Giampaolo Diana (capogruppo del Pd) che ha ricordato come il centrosinistra abbia già “votato contro la legge regionale 4 del 2009 perché convinti degli effetti devastante della norma”. E sulla lettera g) ha evidenziato come “la Giunta si surroga il diritto decisionale”. (E.L.N.)
L’on. Radhouan Ben Amara (Misto) ha affermato che “insistere sul rispetto del Ppr vuol dire far entrare l’uomo nel paesaggio dalla porta principale. In questo manca ogni relazione positiva fra paesaggio e progetto, anzi stravolge per sempre la natura e la sottrae per sempre alla sua neutralità.”
L’on. Francesca Barracciu (Pd) ha riconosciuto che “è vero che il centro sinistra ha contribuito a far approvare questa parte del testo, ma nel frattempo sono successe molte cose che ci hanno reso diffidenti. Di quali iniziative si parla, alla data del 31.12.2008, visto che già c’erano le norme di salvaguardia? Quindi non ha senso mantenerla nella legge, che a nostro giudizio va depurata anche dalle cose scontate.”
L’on. Marco Espa (Pd) riprendendo le argomentazioni dell’on. Barracciu, ha osservato che il riferimento “è pleonastico anche alla luce dei commi precedenti e successivi, zeppi di deroghe su materie sensibili dal punto di vista ambientale e paesaggistico. La tutela del mare va bene ma, subito dopo, bisogna occuparsi del contesto che c’è intorno.”
Non essendoci altri iscritti a parlare, il vice Presidente Cossa ha messo in votazione l’emendamento n°189 con il seguente esito: favorevoli 16, contrari 34, astenuti 8. Il consiglio non approva.
L’assemblea, successivamente, ha proceduto all’esame dell’emendamento n°190
L’on. Gian Valerio Sanna (Pd), ha osservato che “dietro le più belle intenzioni si nascondono i più grandi tradimenti. Qui si vuole considerare habitat prioritario le praterie di posidonia, aprendo però una finestra agli interventi già programmati prima dell’entrata in vigore della legge o approvati dalla giunta regionale, è una cosa fuori dalla grazia di Dio, evidentemente ci sono casi in cui quell’habitat può essere violato.”
L’on. Marco Espa (Pd) ha definito “il quadro dei principi condivisibile, ma salta agli occhi il contrasto fra la volontà del legislatore e quella della giunta regionale che ad essa può derogare con un atto amministrativo, prescindendo da ogni valutazione di tipo naturalistico e ambientale, tralasciando, fra l’altro, la violazione di norme comunitarie le quali, se recepite, non possono essere derogate”.
L’on. Luciano Uras (Misto), ha affermato che “in questo provvedimento emergono violazioni sistematiche dell’ambiente, il cui valore si pretende di affermare in altre parti, peraltro enunciando principi astratti su materie particolari sulle quali la regione non ha alcuna competenza. Parleremo di questo piano casa fra poco perché sicuramente sarà impugnato, come è accaduto nella regione Lazio, dove dopo l’impugnazione della legge si sono dimessi ben 10 Assessori. Qui non si dimette nessuno?”
L’on. Adriano Salis (Idv) ha detto che, “a differenza del precedente, sono assolutamente favorevole a questo emendamento. Non si può delegare alla giunta regionale la valutazione sulla compatibilità fra gli interventi proposti e la presenza delle praterie di posidonia; o è scritto male o c’è qualcosa dietro che fa pensare a qualche trucco.”
L’on. Renato Soru (Pd) ha sostenuto che, “ormai in maniera più che palese c’è la conferma che prima si dicono molte belle parole e poi si contraddicono con la massima disinvoltura. Si può fare tutela, questo sarebbe il ragionamento, ma solo se è d’accordo la giunta regionale. Così si confondono le acque.”
L’on. Mario Diana (Pdl) ha tenuto ribadire la sua contrarietà all’istituto delle intese. Quanto all’emendamento, come tutti gli altri, vuole solo sopprimere e non migliorare il testo, nemmeno per affermare una visione alternativa della materia. In realtà l’opposizione nega di voler fare ostruzionismo ma vuole sopprimere tutto senza proporre niente”.
L’on. Carlo Sechi (Misto) ha ammesso che, “sulla base delle esperienze passate, si può e si deve fare anche autocritica, ma è giusto che le norme del Consiglio regionale siano le più chiare possibile. Anzi anche la flora e la fauna delle zone agricole e forestali di maggior pregio andrebbero tutelate in modo opportuno.”
L’on. Giampaolo Diana (Pd), ironicamente, ha dichiarato che “sembra quasi che il centro destra stia scoprendo ora che l’opposizione sta facendo ostruzionismo. Ci avete costretto voi con la vostra totale indisponibilità al confronto. Noi stiamo comunque cercando di fare un ostruzionismo di merito, perché vi stiamo costringendo a discutere a distanza di due anni la legge 4 del 2009. Le ragioni della nostra posizione non stanno solo in questi emendamenti, ma vengono da lontano.”
L’on. Francesca Barracciu (Pd) ha criticato duramente la norma in esame, perchè “da una parte si dice di voler tutelare l’ambiente, dall’altra si lascia il massimo della discrezionalità alla giunta regionale; quando si fanno affermazioni di principio poi bisogna essere conseguenti”.
L’on. Mario Bruno (Pd) ha precisato che “l’ostruzionismo è un metodo parlamentare per costringere la maggioranza, in questo caso, a confrontarsi nel merito su una legge concepita con altre finalità che concretamente, invece, vuole dare una spallata a tutta la pianificazione urbanistica regionale. Le amministrazioni locali, nella lunga fase di confronto, hanno posto alcune domande alle quali giunta e maggioranza non hanno dato nessuna risposta”.
L’on. Chicco Porcu (Pd) ha annunciato che, per il voto sull’emendamento, si rimetterà alle decisioni del capogruppo, “personalmente ritengo che abbia aspetti utili ma anche contraddizioni, sembra un paravento dietro il quale c’è ben altro. Sulla tutela di ambiti naturali, in particolare, non ci si può fermare agli impianti off shore: ci sono porti, approdi e molto altro. Certamente è una materia da normare con la massima attenzione, non comunque nel piano casa”.
L’on. Tarcisio Agus (Pd) ha ritenuto il provvedimento “uno spunto interessante per aprire una discussione, ma il contesto è completamente sbagliato. In effetti, l’impatto ambientale delle linee elettriche rispetto agli impianti eolici off shore potrebbe anche essere limitato, è necessario un discorso più ampio sulla tutela delle acque interne nel quadro di una maggiore autonomia dell’isola.”
Ha riassunto la presidenza dell’assemblea la Presidente Lombardo. (A.F.)
L’on. Radhouan Ben Amara (Misto) ha spiegato che il Piano casa non li convince per niente perché mischia il sacro con il profano, l’estetica con l’etichetta, le regole con le deroghe, il bello con il brutto, l’etica con le lenticchie. L’unica arma a loro disposizione contro l’oscurantismo è l’ostruzionismo propositivo e costruttivo, ma, ha aggiunto, si scontra con l’insensibilità della maggioranza.
La presidente del Consiglio Claudia Lombardo ha messo in votazione l’emendamento 190 che è stato respinto con 37 no, 5 sì e 2 astensioni.
Prima delle dichiarazioni di voto sull’emendamento 191 il capogruppo del Psd’Az on. Giacomo Sanna ha chiesto dieci minuti di sospensione per una riflessione sui successivi emendamenti. La presidente Lombardo ha accolto la richiesta.
Alla ripresa dei lavori, l’on. Luigi Lotto (Pd) ha spiegato che si è entrati in uno dei passaggi delicati della legge 4 del 2009 relativamente ai piani attuativi precedenti l’adozione del Piano paesaggistico regionale. Ricordato che si è deciso di rimettere in pista tutte le iniziative rimaste in sonno previa verifica di coerenza, l’on. Lotto ha precisato che la stessa verifica si intende renderla non più necessaria in una serie di casi, il che può favorire la speculazione edilizia.
L’on. Chicco Porcu (Pd) ha rimarcato il parallelismo tra le norme vigenti e quelle del ministro Bottai del 1939 perché si fa tramontare il concetto del paesaggio per tornare a quello del bello, non il bene inserito nell’insieme paesaggistico, ma il bello da preservare, in quanto bello, al di là del contesto. Con riferimento agli interventi nei centri storici che verrebbero disposti solo in base ad una concezione estetica, l’on. Porcu si è dichiarato convinto che neanche la maggioranza vuole portare la proposta sino in fondo.
L’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha accusato la maggioranza di voler dare una nuova interpretazione alla legge 13 del 2008 che disciplinava l’attività di copianificazione complessa e concordata con il Ministero per delimitare i centri storici. Venendo meno ai principi del piano paesaggistico, ha accusato la maggioranza di voler privilegiare la visione unilaterale dei comuni, di voler tornare ad un passato nel quale i centri storici sono stati distrutti.
L’on. Antonio Solinas (Pd) ha detto che quasi sicuramente il Governo nazionale impugnerà le modifiche al Piano casa della Sardegna, alla luce della decisione romana di impugnare l’analogo provvedimento approvato dalla Regione Lazio. L’on. Solinas, ritenendo che le norme isolane siano molto più difformi rispetto a quelle contenute nel Codice Urbani, ha criticato la maggioranza perché deve far finta di dare risposte a chi ha presentato richieste.
Il capogruppo del Misto on. Luciano Uras ha definito il provvedimento in esame una sorta di “fai da te” che, in realtà, non fa nulla, ma interviene per legalizzare situazioni di illegalità. Ha poi ricordato che la competenza sui beni culturali è dello Stato e non dei comuni perché i beni appartengono a tutta la popolazione, anche con una dimensione sovranazionale.
L’on. Renato Soru (Pd) ha ammesso che qualche parte del Ppr era complicata, ma ha pur sempre retto a 1007 ricorsi, il che dimostra quanto sia profondamente legittimato dall’ordinamento esistente. L’articolo 14 della legge 4/2009 che si vuole sopprimere con l’emendamento, ha spiegato, è invece il contrario dell’ordinamento esistente, soprattutto dove vige una Costituzione che tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico (art. 9) subito dopo i diritti fondamentali
L’on. Carlo Sechi (Misto) ha detto che in un Paese civile solitamente si fanno norme di interesse generale, mentre in Italia si promuove la disobbedienza con norme che introducono vie di fuga, che creano spazi all’abusivismo dilagante. Ha poi denunciato, coinvolgendo le soprintendenze, il sistema delle maglie larghe che sta consentendo la manomissione di beni monumentali da parte del pubblico e del privato.
La presidente Claudia Lombardo ha messo in votazione l’emendamento 191 che è stato respinto con 35 no, 13 sì e 2 astensioni. (MM)
La presidente Lombardo, ha messo poi in discussione l’emendamento 192 (Gian Valerio Sanna e più) all’articolo 1 bis del DL 265/A (cosiddetto Piano casa 3). Il primo a intervenire per dichiarazioni di voto è stato Gian Valerio Sanna (Pd) che ha letto all’Aula il giudizio positivo, espresso del Tar nel 2007, al lavoro fatto dalla precedente Giunta regionale sul Ppr. “Non siamo matti, noi partiamo da questa considerazione”. Il capogruppo del Misto, l’on. Luciano Uras ha evidenziato che questo Piano Casa “case non ne fa”, evidenziando la farraginosità delle procedure previste nel testo della legge 4. L’on. Tarcisio Agus (Pd), ha espresso voto favorevole perché anche in questo testo viene scritto “nelle more dell’adeguamento degli strumenti urbanistici”. E ha esortato la Giunta e la maggioranza a portare in aula una necessaria disciplina che uniformi gli strumenti urbanistici dei Comuni è necessaria: “Bisogna aiutare i comuni a fare i Puc”. “Voterò a favore – ha affermato l’on. Francesca Barracciu (Pd) - per ribadire che il nostro lavoro in quest’aula non è ostruzionismo. Le nostre argomentazioni sono legate alla realtà e alla nostra visione della Sardegna e, soprattutto, dei piccoli centri, che hanno puntato sulla riqualificazione urbanistica in funzione dello sviluppo turistico e della qualità della vita. Vogliamo cercare di far passare il nostro pensiero sul valore che attribuiamo ai centri storici. Perché non ci portate un provvedimento che finanzi e agevoli gli strumenti urbanistici comunali?”. E’ poi intervenuto l’on. Chicco Porcu (Pd) che ha fatto un appello alla maggioranza: “Chiudete, chiedete una proroga dei termini che approverete anche in giornata e battagliamo per il rispetto dei diritti della Sardegna”. L’on. Porcu ha ricordato che, in questi momenti, si devono giocare delle partite importanti con lo Stato affinché vengano rispettati i diritti della Regione. L’esponente del centrosinistra ha anche evidenziato che se la maggioranza non accoglierà questo appello si assumerà la responsabilità di avviare l’esame della legge Finanziaria non prima di metà novembre e quindi di dover necessariamente ricorrere all’Esercizio provvisorio. L’on. Renato Soru (Pd) ha anche evidenziato ai colleghi che la stessa Costituzione della Repubblica italiana, all’articolo 9, coniuga nello stesso testo lo sviluppo della cultura e della tutela scientifica e tecnica con la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione.
La presidente del Consiglio regionale ha messo in votazione l’emendamento che è stato bocciato (34 contrari, 9 favorevoli, 2 astenuti). Bocciato anche l’emendamento 193 (Gian Valerio Sanna e più) con 34 voti contrari, 3 favorevoli e 2 astenuti.
La presidente Claudia Lombardo ha aperto, poi, la discussione sull’emendamento 199 (Gian Valerio Sanna e più) all’articolo 1 bis, che recita “Dopo il comma 1 è inserito il seguente comma: 1 bis. L’articolo 15 comma 5 della legge regionale 4 del 2009”. L’on. Chicco Porcu (Pd) è intervenuto per dichiarate il suo voto favorevole all’emendamento e ha illustrato l’articolo 15, comma 5 della legge regionale 4 del 2009. “Voto a favore per spiegare la farraginosità con cui state andando avanti”, ha detto l’on. Porcu ricordando alla maggioranza che “andando avanti di questo passo andremo a discutere la Finanziaria a metà novembre”. Per l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) l’emendamento evidenzia la contraddittorietà delle norme presenti sulle altezze, due metri e 40, entro cui si può dare l’abitabilità. L’esponente dell’opposizione ha sottolineato come, da un lato, si parli di concessione dell’abilità a sottotetti con altezza media di 2 metri e 40 centimetri e dall’altra rimandi alle norme igienico-sanitarie che non consentono tali altezze. (E.L.N.)

L’Assessore degli Affari Generali on. Mario Floris, a proposito dell’art. 9 della Costituzione citato dall’on. Soru, ha tenuto a precisare che il titolo V della Carta e successivamente l’art. 117 “indicano la competenza concorrente della Regione in materia di tutela del paesaggio e dei beni culturali. Non possiamo dunque fare una battaglia dello Stato ma nei confronti di noi stessi; occorre un unico ente che operi in questo settore e non può che essere la Regione.”
L’on. Luigi Lotto (Pd), a proposito dell’ostruzionismo dell’opposizione, ha precisato che “abbiamo detto fin dall’inizio del lavoro in commissione che avremmo messo in piedi un meccanismo di scontro politico teso ad impedire alla maggioranza di approvare questa legge. Andremo avanti, lo ribadiamo, finchè la maggioranza non eliminerà dalla legge tutte le parti riguardanti il Ppr.”
L’on. Adriano Salis (Idv) ha affermato che “risulta sempre più evidente l’impresentabilità della legge 4, ancora peggiorata dalla 265. Dalle agevolazioni per l’utilizzo dei sottotetti siamo passati alla deroga generalizzata ad altezze, distanze, dimensioni dei fabbricati. Nasceranno seconde e terze case che diventeranno patrimonio di imprese e di privati e resteranno inutilizzate per larga parte dell’anno”.
L’on. Tarcisio Agus (Pd) ha detto che “bisognava evitare questo argomento che viene da lontano, quando si abbandonarono i tetti spioventi per passare alla copertura piana utilizzando i laterizi. Prima si volevano proteggere le abitazioni, adesso si vuole creare nuova abitabilità, ma occorre chiedersi che tipo di finestratura avrà questa casa per rispettare gli standard igienico sanitari. Esistono anche problemi di ordine pratico, caso mai il recupero dei sottotetti doveva essere indirizzato all’utilizzo degli spazi a scopo di servizio”.
L’on. Carlo Sechi (Misto) ha riconosciuto che “è vero che la Regione ha piena competenza in materia di tutela del paesaggio, però con queste norme non stiamo affatto tutelando il nostro ambiente, certamente non con l’abitabilità dei sottotetti, che anzi peggiorerà di molto la qualità del vivere con la giustificazione falsa e ipocrita del non voler consumare ulteriore territorio. La logica, invece, è quella di costruire ovunque, anche nelle coste, nei centri storici, nelle zone agricole e perfino nelle adiacenze dei beni culturali e dei monumenti.”
L’on. Antonio Solinas (Pd) ha criticato il testo “anche perché è privo di logica, soprattutto nella parte relativa ai comuni posti al di sotto di 300 metri sul livello del mare, nei quali vengono individuate altezze che essendo al di sotto dei normali standard urbanistici, renderanno di fatto la legge inapplicabile.”
L’on. Radhouan Ben Amara (Misto) ha lamentato il rifiuto del dialogo da parte della maggioranza. Dunque non si può accusare l’opposizione di disimpegno; l’ostruzionismo rimane l’unica arma per difendere le nostre convinzioni dalla vostra volontà di abusare del paesaggio. E’una legge cui sono contrari non solo gli ambientalisti ma larga parte della società sarda, una sorta di delitto perfetto che vi accompagnerà per tutta la vita”.
L’on. Giuseppe Cuccu (Pd) ha premesso che “l’intento di questa parte della legge poteva essere lodevole ed anche condivisibile, ma un limite comunque ci vuole. E’ il risultato che vogliamo raggiungere sopprimendo la parte della legge che, fra l’altro, contrasta con le altezze minime fissate da un decreto ministeriale che pure viene citato nel testo. Ridurre al massimo il consumo del territorio va bene, ma non si può fare violando le leggi o danneggiando i cittadini violando le norme sulla salubrità degli edifici.” (A.F.)
L’on. Francesca Barracciu (Pd) ha accusato la Giunta e la maggioranza di considerare i sardi dei nani, non tanto per la statura, ma da un punto di vista culturale e politico. Della norma di garantire l’abitabilità nei sottotetti, ha spiegato, in Sardegna e, in particolare, nei paesi al di sopra dei 600 metri di altitudine, non c’è alcun bisogno perché ci sono tantissime case vuote. L’on. Barracciu ha evidenziato che c’è qualcuno, però, che intende guadagnarci.
L’on. Renato Soru (Pd) ha ricordato che nei paesi dell’interno ci sono più case vuote che residenti. La verità, a suo avviso, è che la norma serve solo a chi vende immobili, prevalentemente seconde case con valore aumentato, dopo averci eventualmente lucrato anche con gli scantinati resi abitabili.
L’on. Valerio Meloni (Pd) ha criticato la norma sui sottotetti perché non tiene conto degli standard, gli spazi che le leggi urbanistiche destinano a funzioni alle quali le persone hanno diritto e che sono inderogabili secondo le norme statali. In questo modo, ha aggiunto, si sta appesantendo in maniera eccessiva il tessuto urbano che rischia di diventare invivibile.
Il capogruppo del Pd on. Giampaolo Diana ha detto che le ulteriori deroghe sui sottotetti, in dispregio a tutte le norme di tutela, introdurranno delle libertà che modificheranno sensibilmente la vivibilità degli ambienti urbani. L’on. Diana, unendo anche la possibilità di realizzare solai intermedi, si è chiesto a chi sia destinata la norma.
L’on. Mario Bruno (Pd) ha ricordato che ci sono da affrontare argomenti più importanti dei sottotetti. Infatti, dal 31 ottobre la Sardegna sarà scoperta sul fronte della continuità territoriale aerea e già Alitalia ha soppresso voli come l’Alghero-Linate. Se anche domani si dovesse raggiungere un accordo con le compagnie, definendo mirabolanti le iniziative del presidente Cappellacci, l’on. Bruno ha ricordato che almeno fino alla prossima primavera nei cieli sardi ci sarà il Far West.
L’on. Gian Vittorio Campus (Pdl) ha annunciato il suo voto favorevole all’emendamento 199 perché non è rendendo vendibili i sottotetti che si può rilanciare l’economia attraverso l’edilizia. Ha detto che si tratta di un “comparaggio” con gli immobiliaristi, che hanno tutto l’interesse a vendere, e con chi vuole speculare.
Il capogruppo del Misto on. Luciano Uras ha contestato la volontà di concedere l’abitabilità agli scantinati, magari realizzati in periodi siccitosi, ma poi trasformatisi in vere e proprie trappole in caso di alluvione. Ricordando che a Capoterra morì una persona che viveva in un seminterrato, ha detto che non si può scherzare violando i principi della cultura giuridica che preserva integralmente la vita umana e i luoghi dove si deve sviluppare.
L’on. Marco Espa (Pd) ha criticato le perdite di tempo causate dalla maggioranza che, senza considerare il mondo reale, vuole usare i grimaldelli per far saltare il Piano paesaggistico regionale, quando, invece, bisogna pensare ad altro, dalla continuità territoriale alla Manovra finanziaria per il prossimo anno. (MM)
La presidente Lombardo ha dato la parola all’on. Elia Corda (Pd) che ha evidenziato come non sia chiaro perché sulle altezze dei sottotetti “si faccia una differenza a seconda del numero degli abitanti”. L’esponente del Pd ha accusato la maggioranza di voler aiutare con questa norma chi ha una casa nelle zone turistiche e vuole speculare: “Avete un ossessivo interesse per l’approvazione della legge così come è. Non credo che questa legge sia fatta per favorire la povera gente ma gli interessi speculativi”. Ha annunciato il voto favorevole anche il collega di partito, on. Franco Sabatini: “Credo che la nostra sia una battaglia in cui crediamo fermamente, incentrata sulla difesa dell’ambiente e delle coste. Non credo sia ostruzionismo”. L’on. Sabatini ha rivolto anche un appello ai sardisti per votare a favore di questo emendamento. Voto contrario a nome di tutto il gruppo è stato invece annunciato dal capogruppo del Pdl, on. Mario Diana, che ha evidenziato come “l’articolo 15 sia in vigore da due anni e oggi si voglia sopprimere, così facendo si creerebbero delle situazioni di disparità tra i cittadini che ne hanno usufruito e quelli che prevedevano di farlo successivamente”. L’on. Diana, rivolgendosi all’on. Soru, l’ha esortato a proporre testi di modifica su cui discutere, e non soppressivi. Critico l’on. Matteo Sanna (Udc-Fli) che ha, norma alla mano, letto quanto disposto da una proposta di legge del centrosinistra che prevede il recupero dei sottotetti “uguale a quanto disposto dal Dl 265 /A in discussione, arrivando nei comuni montani a un’altezza minima di due metri”. “Mi dispiace colleghi – ha affermato il presidente della Commissione Urbanistica – questa volta avete preso un granchio e avete fatto una brutta figura. Dite una cosa e ne fate un’altra”. La differenza tra i due provvedimenti, secondo l’on. Gavino Manca (Pd), sta sui principi nei quali si reggono: “Nel nostro testo, una norma urbanistica, viene consentita solo per evidenti esigenze abitative. E voi perché? Per aiutare chi vuole vendere”. La presidente Lombardo ha messo in votazione l’emendamento 199, che è stato bocciato (26 voti favorevoli, 33 contrari e 3 astenuti).
La presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo ha messo in discussione l’emendamento 200 (Gian Valerio Sanna e più) che recita: “Dopo il comma 1 è inserito il seguente comma: 1bis. L’articolo 15 comma 6 della legge regionale 4 del 2009 e soppresso”. Il primo intervento per dichiarazione di voto favorevole è stata quella dell’on. Gian Valerio Sanna (Pd) che ha esortato i colleghi a non confondere la natura delle norme. C’è un problema: noi proponiamo una legge voi una deroga”. L’on. Sanna ha poi spiegato tecnicamente la difficoltà di applicabilità delle norme igienico-sanitarie. Favorevole all’emendamento l’on. Chicco Porcu (Pd) che ha illustrato la farraginosità del comma 6 e ha aggiunto: “Credo che ci siano temi urgenti e pressanti fuori di qui: dalla Finanziaria alla Continuità territoriale. Ci sono grandi battaglie da fare. Questi temi quando li vogliamo trattare?”. La presidente Lombardo ha dato poi la parola all’on. Giuseppe Cuccu (Pd): “Proviamo ad abrogare il comma 6 dell’articolo 15 che è un capolavoro: nella prima parte si prende atto che i sottotetti non rispettano i limiti d’altezza, d’illuminazione e di ventilazione. E quindi provate a rimediare: siccome dobbiamo rispettare il comma 5 sull’altezza, nella seconda parte dite che nelle zone b sono ammesse le modifiche dei tetti per raggiungere quei requisiti”. (E.L.N.)

L’on. Luigi Lotto (Pd) riprendendo la proposta del centro sinistra cui si è riferito l’on. Matteo Sanna ha precisato che quello “era un provvedimento organico da cui non si può stralciare una piccola parte per raggiungere scopi politici strumentali. Con questo comma, piuttosto, si sta legalizzando la posizione di chi ha violato le regole consentendo, in altre parole, di poter sollevare i tetti grazie all’ennesima deroga degli strumenti urbanistici.”
L’on. Tarcisio Agus (Pd) ha criticato “l’elemento ambiguo riferito alle zone B che lascia ampi spazi interpretativi per tutte le altre zone, attraverso il solito sistema della deroghe. Oltretutto, in questo caso, consente notevolissime modifiche delle altezze anche nei centri storici e comunque nei centri abitati. Praticamente si stanno realizzando attici da spazi adibiti a servizi”.
L’on. Renato Soru (Pd) ha dichiarato che è “grottesco smantellare i tetti nelle zone B in modo da poter vendere i sottotetti come vani abitabili. A parte il contenuto, sono norme che al massimo potevano essere inserite in un regolamento edilizio. Sul piano generale, questa legge (e prima ancora il piano casa del 2009) non è servita a rilanciare l’economia, non è servita alle famiglie per migliorare le loro condizioni di vita e nemmeno alla maggioranza per smantellare il Ppr. Pensiamo piuttosto a fare una grande buona legge per consentire a tutti i comuni della Sardegna di approvare i piani urbanistici.”
L’on. Francesca Barracciu (Pd) ha osservato che “più andiamo avanti nell’incrocio fra legge 4 e legge 265 e più emerge la volontà di derogare a tutto ciò che parla di valorizzazione del paesaggio e tutela dell’ambiente. Andando avanti di questo passo si darà anche l’abitabilità ai contro soffitti; non c’è logica, non c’è buon senso, c’è solo una idea dell’urbanistica devastante al servizio del mercato immobiliare. E’una norma lontana, per questo, dagli interessi dei cittadini.”
L’on. Carlo Sechi (Misto) ha messo in evidenza che “la cosa grave, a parte i problemi igienico sanitari, è la possibilità di modificare le pendenze. Le zone B sono l’immagine della città e il loro tratto distintivo. Così si vuole legittimare anche l’impossibile, come consentire la sopraelevazione del sottotetto anche dove non c’è l’ascensore, mentre la legge prevede che dopo il secondo piano l’accesso sia consentito solo dall’ascensore.”
L’on. Pietro Cocco (Pd) ha ribadito il concetto che “occorre mettere i comuni nelle condizioni di approvare i piani urbanistici comunali, anzichè procedere con le deroghe. I comuni, inoltre, dovrebbero essere sostenuti nella programmazione corretta del territorio. Soprattutto nei centri storici si presta il fianco a modifiche sostanziali del tessuto urbanistico senza che i comuni possano impedirlo.”
L’Assessore dell’Urbanistica on. Nicola Rassu ha affermato che “se gli emendamenti dell’opposizione non fossero stati solo e sempre soppressivi ma, nel merito, il recupero dei sottotetti a fini abitativi è cosa normale nelle norme urbanistiche. Del resto anche il centro sinistra, giustamente, ha presentato una proposta di legge in tal senso. Qui nessuno vuole ficcare la gente dentro a forza sotto le soffitte; faccio notare che comunque l’intervento è ammesso nelle zone B e non nei centri storici dove esiste il piano particolareggiato. Il vero problema è che il Ppr vigente prescrive 8 passaggi distinti per poter realizzare gli interventi, e questo fa capire quanto sia difficile operare nella quotidianità”
L’on. Adriano Salis (Idv) ha voluto richiamare l’attenzione dell’Assemblea sul fatto che “l’incidenza delle zone B sul patrimonio edilizio esistente è pari al 50%. Ciò significa che con questa norma si introduce una deroga, che in termini reali significa almeno un piano in più, in un tessuto urbanistico estesissimo ponendo, fra gli altri, problemi statici e di sicurezza. Gli utilizzatori di questa norma, quindi, saranno solo immobiliaristi con grandi risorse che realizzeranno ampliamenti generalizzati”. (A.F.)
L’On. Mario Bruno (Pd) ha ribadito che, dopo 11 anni, i sardi si sveglieranno senza la continuità territoriale, sicuramente più importante del Piano casa, e ha citato un comunicato di Cai Alitalia. La compagnia afferma che non risulta sia entrato in vigore il bando regionale e dice che, per ora, non cambieranno le tariffe e il numero dei collegamenti con Roma. Il taglio, però, ci sarà su Milano, ha aggiunto spiegando che sono i pasticci della Giunta ad averci portato a questo punto.
Il capogruppo del Pd on. Giampaolo Diana, rispondendo all’assessore dell’Urbanistica on. Rassu, ha spiegato che la scelta di presentare tanti emendamenti soppressivi è stata conseguenza della chiusura totale da parte della maggioranza. La Giunta, ha proseguito, non ha dimostrato di essere forte e autorevole perchè non ha cercato di mediare almeno su quelle parti nelle quali gli schieramenti potevano avvicinarsi. L’on. Diana ha lanciato una proposta operativa: si azzeri tutto per aprire un capitolo nuovo.
Il capogruppo del Misto on. Luciano Uras ha contestato il fatto che, sulle leggi che devono regolare la materia paesaggistica e urbanistica, queste si traducano in una sorta di regolamento edilizio illegittimo per sanare cose insanabili. Sulla questione dell’abitabilità dei sottotetti, ha chiesto come mai si differenzi l’altezza da 2,20 metri a 2,40 a seconda che, rispettivamente, ci si trovi a più di 600 metri di altitudine o verso il mare.
L’on. Gian Vittorio Campus (Pdl) ha rinnovato all’assessore Rassu la richiesta di rispondere alla domanda posta in un precedente intervento: che “ci azzecca” questa norma con il rilancio dell’economia? A suo avviso, semplicemente si agevolano gli immobiliaristi a vendere qualche metro quadro in più.
La presidente del Consiglio on. Claudia Lombardo ha messo in votazione l’emendamento 200 che è stato respinto con 35 no, 27 sì e 2 astensioni.
L’assessore dell’Ambiente on. Giorgio Oppi, valutate le sollecitazioni da parte del centrosinistra e considerati i trasversalismi anomali emersi già nei lavori della Commissione competente, ha chiesto che sia accordata una pausa più lunga di quella prevista.
I lavori sono stati sospesi per riprendere alle ore 21,40. (MM) Alla ripresa dei lavori la presidente Claudia Lombardo ha messo in votazione l’emendamento 203. Constatata la mancanza del numero legale in Aula la presidente ha poi chiuso i lavori aggiornandoli a domani mattina alle 10. FINE