CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 265 del 19 ottobre 2011

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Disegno di legge N. 265/A “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica - Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n. 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive)”

Cagliari, 19 ottobre 2011 - La seduta del Consiglio regionale si è aperta, questo pomeriggio, sotto la presidenza dell’on. Mario Bruno. All’ordine del giorno il Disegno di legge N. 265/A “Modifiche e integrazioni alla legge regionale 23 ottobre 2009, n. 4 (Disposizioni straordinarie per il sostegno dell'economia mediante il rilancio del settore edilizio e per la promozione di interventi e programmi di valenza strategica per lo sviluppo) e norme per la semplificazione delle procedure amministrative in materia edilizia e paesaggistica - Modifiche alla legge regionale 12 agosto 1998, n. 28 (Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'articolo 6 del DPR 22 maggio 1975, n. 480, e delegate con l'articolo 57 del DPR 19 giugno 1979, n. 348) e alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22 (Norme per la classificazione delle aziende ricettive)”. In particolare l’Aula è stata chiamata a proseguire la discussione generale sul Titolo del disegno di legge.
Il vicepresidente Bruno prima di dare la parola all’on. Matteo Sanna (Udc-Fli) ha chiarito, in apertura di seduta e in risposta all’on. Chicco Porcu , che la conferenza dei capigruppo ha stabilito, a maggioranza, di poter proseguire i lavori di oggi fino a mezzanotte. “Numeri legali permettendo, prerogativa delle opposizioni per ostacolare questo provvedimento, andiamo avanti”, ha affermato l’on. Matteo Sanna. L’esponente della maggioranza ha evidenziando come questo disegno di legge non sia altro che la prosecuzione della legge 4, “che ha avuto risultati positivi. “Al 30 settembre 2011 sono stati censiti 10.859 interventi reali dall’assessorato regionale dell’Urbanistica su un campione di 71 comuni. Non c’è un solo intervento speculativo. Se avete informazioni diverse abbiate il coraggio di denunciarlo”. E ha aggiunto: “Basta con la disinformazione, che alimenta l’odio sociale”. “Non c’è per noi un metro cubo di speculazione. La legge è sicuramente perfettibile, grazie ai vostri contributi, a quelli che arrivano dagli enti locali e dalle associazioni di categoria, che hanno evidenziato come tale provvedimento legislativo abbia aiutato artigiani e piccole imprese. Voi avete usato questo disegno di legge, invece, soltanto per insultare la maggioranza. Nessuno di noi è ossessionato dal mattone”. L’on. Sanna ha poi auspicato che la stessa maggioranza, “che ha tanto a cuore questo disegno di legge, possa dare quelle risposte per cui è stato chiesto il voto ai sardi: un nuovo Ppr e uno strumento urbanistico serio. Caro assessore bisogna sanzionare tutti quei Comuni inadempienti che usano la deroga come una pillola quotidiana. E’ necessario uno strumento urbanistico efficiente e appropriato per ogni singolo territorio”. In conclusione l’esponente dell’Udc-Fli ha affermato: “Sono consapevole che questa legge non risolva tutti i problemi, ma dà una grossa mano al settore edilizio in crisi, che ha avuto una battuta d’arresto anche per la mancanza di regole certe”.
La presidente del Consiglio, Claudia Lombardo, ha poi dato la parola al consigliere regionale del Pd, on. Cesare Moriconi, che ha manifestato forti perplessità su un provvedimento che secondo lui non solo non risolverà i problemi, ma anzi ne creerà molti. L’on. Moriconi ha anche esortato tutti i consiglieri ad abbassare i toni e a non ripetere un copione dove, su ogni argomento, “va in scena lo scontro tra maggioranza e opposizione” in un momento di forte crisi sociale ed economica. “Vero è che personalmente non registro alcuno sforzo degno di nota da parte della maggioranza per trovare punti di dialogo con l’opposizione. Bisogna abbassare i toni, anche se capisco gli interventi duri di alcuni colleghi che si trovano dinanzi al perseverare di un’azione politica, quella della maggioranza, incentrata sull’attività edilizia”. L’esponente del Pd ha sottolineato di non essere contro qualunque “Piano casa”, ma contrario a un provvedimento “che premia con ulteriore volumetrie chi ha già ottenuto sanatorie, contrario a un Piano casa che prevede il superamento in deroga del norme urbanistiche e paesaggistiche, o a un Piano casa che tradisce chi la casa non ce l’ha. Resto contrario a questo Piano casa, per avere trasformato una ghiotta opportunità di sviluppo in un saccheggio. Oggi viene rivelata la reale volontà dei proponenti”. Per l’on. Moriconi ci sono anche molti dubbi anche sulla legittimità di questo strumento legislativo: “Avete un’ossessione per il Piano paesaggistico. Avete adottato scorciatoie per rivedere il piano, anche se adottare delle modifiche poteva essere legittimo. Pensiamo meglio al problema senza perdere di vista i risultati che possono arrivare nel medio e lungo termine”. (E.L.N.)

L’on. Giorgio Cugusi (Misto) ha iniziato il suo intervento affermando che “la volontà di cambiare il titolo dice in qualche modo la verità su una legge che, come riconosciuto anche da alcuni esponenti della maggioranza, avrà un impatto grave sul territorio della Sardegna. Si sta ripercorrendo la vecchia strada dei condoni edilizi, che premiavano i disonesti mascherando questa operazione con non meglio precisate iniziative per il recupero di aree compromesse”. Sarebbe stato meglio, ha precisato l’on. Cugusi, “e certamente più nobile, inserire la nuova normativa all’interno della revisione del Piano paesaggistico. Anche perché dagli anni ’80 ad ogg ci sono stati sostanzialmente solo condoni e interventi di deregulation più o meno spinta e questa legge si inserisce in quella linea sbagliata e dannosa”.
L’on. Carlo Sechi (Misto) ha detto che “è emerso con chiarezza il disegno di rendere stabile un sistema di deroghe profondamente ingiusto. L’altro elemento che vorrebbe essere qualificante, quello della semplificazione amministrativa, mira in concreto a capovolgere l’impianto normativo che regola il governo del territorio e del paesaggio. L’attenzione della maggioranza è rivolta esclusivamente all’incremento delle volumetrie in un ambiente già in larga parte compromesso, nonostante la crisi del settore edilizio sia dovuta principalmente al difficile momento del mercato immobiliare, che ha investito anche nelle aree di maggior pregio. C’è invece una corsia preferenziale riservata ai soliti noti, agli speculatori, che badano solo ad incrementare i loro profitti”. Non ci sono interventi, invece, ha continuato l’on. Sechi, “per mettere in sicurezza il territorio, da un lato e, dall’altro, per cercare di dare una casa a chi non c’è l’ha. La Sardegna offre purtroppo una gamma di orrori, nei centri urbani come nelle campagne e nelle coste, e di eco-mostri peraltro inutilizzati in larga parte dell’anno, senza alcun ritorno occupazionale ma con un ingente consumo di territorio fine a se stesso”. Questa legge, inoltre, secondo Sechi, “entra a gamba tesa nella pianificazione urbanistica del Comuni, che hanno precise competenze in materia. Di fronte a questo scempio, in definitiva, sarebbe necessario avviare una riflessione sulla vera riqualificazione del nostro patrimonio edilizio”.
L’on. Radhouan Ben Amara (Misto) ha sostenuto che questa legge “non dovrebbe avere titolo nel dibattito del consiglio regionale, perché è inaccettabile trasformare la Sardegna in un popolo di consumatori di territorio. C’è bisogno invece di una urbanistica virtuosa, sostenibile, responsabile e partecipata, capace di occuparsi dei luoghi e dei tempi, senza mai compromettere la possibilità per il cittadino di inserirsi utilmente nello spazio urbano. Per raggiungere questo obiettivo, dato che il patrimonio pubblico appartiene alla comunità, occorre inoltre che i cittadini siano coinvolti nelle scelte, mentre invece è chiaro che quasi nessuno in Sardegna conosce questo Piano casa, così come conosceva poco il precedente”. Questa legge inoltre, ha sottolineato Ben Amara, “non contiene elementi di solidarietà e di rispetto ambientale, ma si limita a riprodurre su scala locale i processi di globalizzazione a spese dell’identità e della cultura che tanti danni hanno portato soprattutto alle categorie più deboli della società sarda. Non è una legge per i cittadini ma uno strumento nelle mani di pochi imprenditori senza scrupoli.”
L’on. Francesca Barracciu (Pd), riprendendo le argomentazioni del collega Gian Valerio Sanna, ha affermato che questa legge è “l’ennesimo segnale del grave stato di confusione che regna all’interno della maggioranza, che continua a proporre un presunto progetto di sviluppo economico. In realtà siamo al terzo Piano casa, dopo il primo sostanzialmente fallito ed il secondo bocciato proprio dall’aula, che viene modificato per l’ennesima volta. C’è invece l’intento sovversivo, di stravolgere il Piano paesistico regionale con l’obiettivo di aprire la strada al saccheggio del territorio ed alla peggiore speculazione, un atteggiamento doloso testimoniato fra l’altro anche dai numerosi rilievi critici mossi a questa legge dalla stessa Confindustria”. Anziché cercare di mettere rimedio ai guasti ed ai ritardi del passato, ha osservato l’on. Barracciu, “si lavora dolosamente per aggravare ancora di più la situazione della Sardegna, per molti aspetti purtroppo compromessa. La stessa Cna confuta punto per punto questa legge che ha definito un diversivo inutile; semmai occorre rimettere in moto la spesa pubblica e gli investimenti e riqualificare il patrimonio edilizio esistente. E’una operazione indegna che la Sardegna non merita, altro che espressione della società sarda proveniente dal basso e dalle categorie produttive”.
(A.F.)

L’on. Claudia Zuncheddu (Misto), definendo “assurdo” il dibattito in corso, ha criticato le affermazioni del presidente della Commissione Urbanistica on. Matteo Sanna (Udc-Fli) che identifica l’edilizia come strumento per il rilancio dell’economia sarda. Ha ricordato che la promozione delle costruzioni è fallita in Spagna e che, piuttosto, la classe politica isolana non è in grado di indicare come superare l’attuale crisi. Sarebbe necessario parlare di come frenare il consumismo, di come difendere l’ambiente e bonificare i territori compromessi, di come potenziare la pastorizia, l’agricoltura e l’artigianato, le attività tradizionali che, ha aggiunto, sono massacrate dal Fisco italiano. Secondo l’on. Zuncheddu il nuovo Piano casa “fa rientrare dalla porta principale la speculazione immobiliare” lungo le coste e nelle zone agricole, favorendo l’ampliamento dell’edilizia esistente, stravolgendo i limiti massimi di edificabilità, offrendo premi pure a chi ha realizzato strutture abusive non per necessità. Il pilastro portante, ha detto, è l’eliminazione del Piano paesaggistico. Infine, l’esponente del gruppo Misto ha spiegato che il Piano casa 3 incoraggia e promuove il campeggio selvaggio e le baraccopoli, perché consente l’installazione di strutture mobili, ma dovrà fare i conti con le leggi esistenti di valore costituzionale.
L’on. Franco Meloni (Riformatori Sardi – Liberaldemocratici) ha citato una serie di critiche fatte dall’opposizione, soprattutto in occasione del dibattito consiliare sul primo Piano casa, parlando di esagerazioni non confermate dai fatti. In base ai 17.500 interventi autorizzati, un bel numero benché inferiore alle attese, ha spiegato che, calcolando un intervento medio di 15.000 euro, sono stati movimentati 262 milioni. Togliendo da questa somma la quota di Iva e il costo dei materiali, rimangono 150-160 milioni. “Sapete dove sono andati questi soldi? In forza lavoro”, ha detto spiegando che sono state garantite circa 5.000 buste paga in due anni, è stato fatto lievemente crescere il prodotto interno lordo regionale ed è calato il tasso di disoccupazione. L’on. Meloni ha aggiunto che nessuno ha cementificato la Sardegna e che non ci sono state proteste da parte del mondo ambientalista. Lo stesso accadrà adesso, ha concluso invitando l’opposizione a evitare l’integralismo che “vi impedisce di vedere le cose serenamente”. (MM)
La presidente Lombardo ha dato quindi la parola all’on. Adriano Salis (capogruppo dell’Idv): “Non mi aspettavo un attacco così virulento e immeritato alle posizioni dell’opposizione da parte del collega Meloni”. L’esponente dell’opposizione ha evidenziato come la posizione espressa non è fine a se stessa, ma ha l’obiettivo di evidenziare gli elementi negativi della legge, così come era stato fatto per la legge n. 4. 2Critiche che poi si sono rivelate fondate”. “La nostra, visto quanto previsto dall’articolo 2 della Legge 4, non è una posizione da talebani ma una posizione che difende la legalità e che tende a impedire le deroghe. Noi siamo per le regole. I fondamenti di questa legge sono iniqui, sbagliati e anti storici: è un provvedimento che non vede in prospettiva uno sviluppo del settore edilizio, si tratta soltanto di interventi tampone”. Per quanto riguarda poi le risorse finanziarie l’on. Salis ha aggiunto: “Ci risulta che presso l’Area ci siano fondi cospicui che risultano bloccati, bisognerebbe metterli subito in circolazione. I soldi pubblici ci sono, il problema è che non vengono spesi”.
La presidente Lombardo ha, poi, dato la parola all’on. Gianpaolo Diana (capogruppo del Pd): “Voglio ricordare all’on. Meloni che i dati sul mercato del lavoro da lui riportati non sono quelli della Sardegna. Tutti gli indicatori, sia il tasso di occupazione sia quello di disoccupazione, sono peggiorati. Basta leggere i dati riportati dagli Enti della Regione. Detto questo, respingo nella sostanza l’intervento dell’on. Matteo Sanna, soprattutto per quanto riguarda l’accusa mossa all’opposizione di alimentare l’odio sociale. Il cosiddetto Piano casa 3 è un imbroglio e rappresenta un diversivo che ha l’obiettivo di abbattere le norme di salvaguardia. Come avete fatto con la legge sul golf”. Il presidente del gruppo del Pd ha poi proseguito ricordando che “le imprese artigiane, e non solo la Cna, in questi giorni hanno avuto modo di ricordarci che quest’ultima versione del Piano casa è un diversivo per abbattere le norme di salvaguardia”. Per quanto riguarda poi la scarsità di risorse l’on. Diana ha affermato: “Perché non vi impegnate a rinegoziare il Patto di Stabilità? E’ questa la causa del fallimento di tante imprese sarde. Voi assistete a questa situazione in maniera inerme e impotente. Capisco che non sia facile, ma non prendeteci in giro”. “Ci accusate di alimentare un qualcosa che assimila questo strumento a una legge che aiuta gli speculatori: non alimentiamo l’idea, ne siamo convinti. Con questi strumenti – ha concluso l’on. Diana - che voi introducete annullate la cosiddetta legge “Salva coste” perché si potrà costruire sulla battigia”. (E.L.N.)
Il relatore della legge on. Matteo Sanna (Udc-Fli) ha espresso parere favorevole agli emendamenti 119 e 256. La Giunta ha espresso parere conforme.
L’on. Gian Valerio Sanna (Pd) nel fare una proiezione sui tempi dei lavori dell’assemblea ha parlato di un lavoro “certamente poco produttivo”. La sua posizione sull’emendamento è nettamente contraria “perché mistifica la realtà”.
L’on. Chicco Porcu (Pd) ha ribadito il suo orientamento contrario, “simbolo di cose fatte alla buona, aggiungendo alla volontà di modificare alcune leggi l’intento di riformare in profondità l’impianto della normativa vigente in materia di urbanistica. E’una norma di basso profilo, inefficace e inattuabile, che deluderà i sardi per l’ennesima volta”.
L’on. Luigi Lotto (Pd) ha dichiarato che, con il provvedimento, “si allarga a dismisura il titolo di una legge che vuole occuparsi di tutto tranne che di quello di cui sarebbe necessario occuparsi. Il tratto caratterizzante è che si introducono nuove norme urbanistiche, con l’obiettivo di delegittimare la stessa nozione di urbanistica nella coscienza della gente, attraverso un perverso sistema di deroghe”.
L’on. Carlo Sechi (Misto) ha definito il titolo della legge simile ad “un romanzo giallo, con annesso gran finale, una specie di grande abbuffata, in un momento di crisi gravissima della Sardegna. Ci opporremo sperando di farla cadere, per il bene di tutti”.
L’on. Giorgio Cugusi (Misto) ha annunciato il voto negativo, soprattutto per l’incoerenza del titolo, “che mette insieme molto di profano e qualcosa di sacro. Quale indotto ha avuto il primo Piano casa? Non è stata fatta nessuna analisi costi-benefici, in effetti la legge potrà avere maggiori effetti proprio dove potrà esprimere più compiutamente il suo impatto devastante”.
L’on. Adriano Salis (Idv) ha evidenziato che il provvedimento è “un grimaldello per far entrare nella legge, già pasticciata, ulteriori elementi dannosi in materia urbanistica, compresi quelli della legge sul golf, approvata appena un mese fa”.
L’on. Giampaolo Diana (Pd) ha sottolineato che “fin dal titolo è evidente la sofferenza della maggioranza nei confronti delle regole, espressa fin dall’inizio della legislatura. Si vuole una politica di de-regolamentazione in materia di urbanistica e tutela del paesaggio, ma questa è in contrasto con gli stessi principi della cultura liberale”.
L’on. Giuseppe Cuccu (Pd) ha messo l’accento sulla problematicità della “interpretazione autentica della legge quasi impossibile a partire dal titolo. Non si potranno mai valutare nemmeno i risultati attesi, sarà inapplicabile e produrrà soltanto complicazioni e danni”. (A.F.)

L’on. Matteo Sanna (Udc-Fli) ha annunciato il voto favorevole all’emendamento 119. Ha ricordato che il rispetto delle regole fa parte del patrimonio culturale del centrodestra mentre nella passata legislatura spesso non avveniva. Le regole, ha aggiunto, vanno anche rivisitate.
L’on. Gavino Manca (Pd), annunciando il voto contrario e chiedendo di conoscere l’effettiva ricaduta occupazionale ed economica del primo Piano casa, ha detto che la legge non darà benefici al territorio, ma sarà solo vantaggiosa per i ricchi.
L’on. Radhouan Ben Amara (Misto) ha parlato di grande mistificazione evidenziando il modo ingannevole con il quale la maggioranza vuole legiferare in materia urbanistica.
L’on. Tarcisio Agus (Pd), annunciando il voto contrario, ha criticato la volontà di legiferare entrando in ogni particolare quando, invece, il Consiglio regionale dovrebbe dare degli indirizzi ai comuni per aiutarli ad adottare i Piani urbanistici.
L’on. Franco Meloni (Riformatori Sardi-Liberaldemocratici), annunciando il voto favorevole, ha chiarito la fonte dei dati economici da lui espressi in un precedente intervento: l’Agenzia regionale del lavoro.
La presidente del Consiglio on. Claudia Lombardo ha messo in votazione l’emendamento 119 che aggiunge al titolo della legge l’espressione “ed altre norme di carattere urbanistico”. L’emendamento (Campus e più) è stato approvato con 35 voti favorevoli, 24 contrari e un’astensione. (MM)
La presidente Lombardo ha aperto le dichiarazioni di voto sull’emendamento 256 (Meloni F. e più), aggiuntivo al titolo, che recita “Nel titolo dopo le parole “in materia edilizia e paesaggistica” sono aggiunte le seguenti “Modifiche alla legge regionale 21 settembre 2011, n. 19 (Provvidenze per lo sviluppo del turismo golfistico)”.
Il primo intervento è stato quello dell’on. Adriano Salis (capogruppo dell’Idv) che, annunciando il voto contrario, ha ricordato all’on. Matteo Sanna che è stato lui a riferire, in un’intervista rilasciata a La Nuova Sardegna, che gli interventi sono stati 6mila e non 17mila. Voto contrario è stato annunciato anche dall’on. Chicco Porcu (Pd) “perché questo emendamento esprime il modo raccogliticcio con cui voi fatto le riforme”, e ha aggiunto in merito alle accuse mosse alla Giunta Soru, “Noi le regole le mettiamo non le togliamo”. Dello stesso avviso anche l’on. Gian Valerio Sanna (Pd): “I dati imperversano, la verità la dice l’Ance, ossia che a eccezione del Piano casa del Veneto, questo strumento normetivo è stato un fallimento generalizzato. In Veneto ha dato buoni risultati perché la politica ha dialogato con i Comuni, senza presunzione. Mi sento umiliato da questa proposta”. Per l’on. Luigi Lotto (Pd) “non è certo positivo che dopo aver approvato una legge contrastata, si torni in aula per rivederne alcune parti. Il mio voto è contrario”. Stesso parere è stato espresso dall’on. Carlo Sechi (Gruppo Misto – Sel): “Questo testo rappresenta l’incapacità della maggioranza di legiferare. Si aggiunge un po’ di tutto”. Voto contrarioè stato espresso anche dall’on. Francesca Barracciu (Pd) “perché con l’emendamento precedente e con questo diventa una legge omnibus per la deregolamentazione urbanistica”. “Purtroppo è la conferma ulteriore che a ogni chiamate si risponde. Il mio voto è contrario – ha annunciato l’on. Giuseppe Cuccu (Pd) – e questa è la conferma del vostro modo di legiferare. Non è questo il modo di dare risposta al settore, ma solo a interessi particolari”. Per Pietro Cocco si tratta di “un intervento pasticciato che richiederebbe un maggiore approfondimento della materia. C’è il tentativo di ingannare di nuovo l’opinione pubblica – ha affermato annunciando il voto contrario - facendo apparire questo provvedimento come la soluzione per la crisi del settore edilizio. E’ una norma grottesca e banditesca”.
Voto contrario è stato annunciato anche dall’on. Gavino Manca (Pd): “Ricordo a tutti che questo strumento nasce per dare un supporto all’economia e per l’occupazione. I risultati non mi sembra sianoarrivati. Attendo dall’assessore i dati sulla ricaduta del Piano casa sull’occupazione e sull’economia sarda”. Contrario all’emendamento 256 al titolo anche l’on. Mario Bruno: “Capisco il presidente della Regione perché questa che è l’unica vera legge della sua maggioranza, intervenga affinché i suoi non facciano mancare il numero legale. E magari nei prossimi giorni ci potrebbero essere anche delle sorprese. Voi della maggioranza non potete dire di no al presidente Cappellacci, ma vi esorterei a dirgli almeno di presentarsi in aula. Questa legge sarà la fotografia del vostro fallimento”. Secondo Radhuan Ben Amara (Gruppo Misto – Comunisti), che ha annunciato il voto contrario, “segue un percorso lobbistico già tracciato”. “ Commuove il contributo dato dai colleghi della maggioranza – ha affermato il capogruppo del Pd, on. Gianpaolo Diana, annunciando il voto contrario - stiamo tentando un minimo di discussione. Resta solo il presidente della Commissione Urbanistica, pro tempore, a difendere questo provvedimento. Perché assessore Rassu volete modificare anche la legge sul golf? Date un contributo a far chiarezza”. Per il presidente della Commissione, on. Matteo Sanna (Udc-Fli), “i dati illustrati sono riferiti a dati ufficiali. L’Ance nazionale nel mese di febbraio dice che i dati migliori sono quelli della Regione Veneto e della Regione Sardegna. Il Veneto ha esteso il piano casa alle aree industriali e all’agro. Dite che la Legge 4 sia stato un fallimento non è vero. Il mio voto è favorevole”. La presidente Claudia Lombardo ha messo quindi in votazione l’emendamento 256 che è stato approvato (62 votanti, 37 voti favorevoli, 25 contrari e 1 astenuto). (E.L.N.)
La Presidente Lombardo ha aperto la discussione sull’art. 1bis
L’on. Chicco Porcu (Pd) ha auspicato che l’articolo sia “bocciato solennemente. Se accadesse starei in silenzio rinunciando alla propaganda. L’occasione sarebbe importante per aprire davvero una stagione riformista, anche sui temi dell’urbanistica e del paesaggio. Poi, bisognerebbe sapere quanti volumi fra quelli realizzati in base alla legge 4 del 2009 hanno riguardato la prima casa e quanti invece hanno riguardato le seconde case, l’agro e le coste”. La nostra obiezione, ha continuato Porcu, “non è ideologica ma di merito. Siamo contrari al consumo di nuovo territorio, ai nuovi insediamenti sganciati dai contesti urbani, ai volumi che compromettono il paesaggio: tutto questo ha un costo, secondo noi pesantissimo, che dobbiamo conoscere e valutare con la massima attenzione. Siamo anche contrari alla filosofia del prendi il mattone e scappa, che ispira questa legge, e favorevoli invece al recupero del patrimonio edilizio esistente”.
L’on. Luigi Lotto (Pd) ha preannunciato la richiesta di voto segreto sull’emendamento 27 che prevede la soppressione dell’articolo. E’la quarta volta, ha ricordato, “che il consiglio regionale discute dell’argomento; fra commissione e aula forse abbiamo occupato un terzo della legislatura, per norme inutili e inaccettabili. Quando Berlusconi ha lanciato a livello nazionale il Piano casa ha messo in moto un meccanismo perverso, perché saremo sottoposti a fortissime pressioni per continue proroghe, ad un certo punto bisognerà trovare il coraggio di dire basta”. Non possiamo assumerci la responsabilità, ha concluso l’on. Lotto, “di far diventare permanenti le deroghe. Fare un piano urbanistico costa tanti soldi, tanto tempo e tanto lavoro, non può essere tutto vanificato da una leggina in deroga prorogata sine die. Avremmo potuto salvare molti più posti di lavoro senza stravolgere nulla avviando un grande programma di opere pubbliche, anziché perdere tempo con leggi come questa”. (A.F.)

L’on Gian Valerio Sanna (Pd) ha spiegato che l’art. 1 bis, proponendo modifiche alla legge 4 del 2009, certifica che la norma non è servita a niente se non a fare bassa clientela. Ha citato l’accordo Stato-Regioni che stava alla base del Piano casa, che parla di validità temporanea dell’intervento straordinario, che esclude gli interventi nelle strutture abusive e dove c’è il vincolo assoluto di inedificabilità. Ha rimarcato le azioni avviate dalle Procure contro gli abusi edilizi perché gli interventi consentiti dal Piano casa non sono ammissibili se non sono permessi dai Piani urbanistici comunali. Si tratta di un “Piano degli affari”, ha detto l’on. Sanna, precisando che non aiuta chi ne ha bisogno perché è una norma scientificamente costruita, una “deregulation urbanistica per favorire qualcuno che sta dietro gli aut-aut che vi manda il vostro presidente”. L’esponente del Partito Democratico ha auspicato che la legge possa essere bocciata, magari per rifarla migliore, un po’ più essenziale e corretta.
Nonostante l’apporto che il settore edile può dare all’economia, l’on. Tarcisio Agus (Pd) ha detto che la Sardegna ha già cubature abnormi, molte delle quali utilizzate per appena due mesi all’anno. Ha espresso contrarietà alla possibilità di ampliamento che verrebbe concessa alle singole unità immobiliari delle case a schiera: rischia di favorire chi se lo può permettere e di causare intollerabili situazioni di vicinato. L’on. Agus ha parlato delle demolizioni possibili in aree non vincolate costiere, come i vecchi borghi marini, dove si potrà ricostruire, ma senza l’obbligo di mantenere lo stile: “Creeremo storture architettoniche senza tutelare il nostro patrimonio identitario”. Ha anche criticato la trasformazione dell’agro vicino alla costa per ospitare seconde case e “il grande favore” che si intende fare a chi potrà trasformare uno scantinato in un appartamento. L’esponente del Partito Democratico, infine, ha ribadito la necessità che il Consiglio regionale dia solo delle linee di indirizzo ai comuni perché gli enti locali sono in grado di tutelare il territorio. (MM)
E’ intervenuto subito dopo l’on. Carlo Sechi (Gruppo Misto – Sel) che ha affermato come in questa discussione si stiano evidenziando le profonde differenze tra i due schieramenti. “Qui resta un problema non chiarito: la legittimità costituzionale di una norma che entra a gamba tesa sulla pianificazione urbanistica, competenza primaria dei Comuni”. E ha aggiunto “Il pudore di due anni fa della Legge 4 è stato messo da parte, e siete ormai senza più freni: si entra addirittura nei 300 metri dal mare con disinvoltura”. “Una legge che prevede una serie di premialità, - secondo il relatore - sono solo furbate. Questa è una legge senza futuro e che non creerà occupazione”. L’on. Sechi ha definito questo Disegno di legge “il mercato nero del mattone”, con un atteggiamento “del periodo post bellico”. Per l’esponente dell’opposizione “è una legge che è rivolta a chi ha i capitali, non alle famiglie che hanno bisogno di una camera in più per i loro figli”. “Bisogna supportare il settore turistico in crisi”, ha concluso l’on. Sechi.
Il vice presidente Mario Bruno ha dato poi la parola all’on. Renato Soru (Pd), che ha definito il testo una legge senza senso, come il suo titolo, “un assemblamento di piccole cose che meglio starebbero in un regolamento edilizio comunale. Non riuscite a fare di meglio”. Per l’ex presidente della Regione la volontà di questa maggioranza è legata alla logica “Impastiamo calce e mattoni per risollevare l’economia, impastiamo calce e mattoni per l’edilizia privata e non per quella pubblica”. Per l’on. Soru c’è una particolare attenzione per l’edilizia privata, ossia “l’edilizia privata della speculazione immobiliare, quella vicino alle coste, addirittura nella fascia costiera entro i 300 metri”. In questa legge viene, secondo l’esponente del Pd, evidenziato “un semplice piano: più calce e mattoni”. “Su questo si concentra questa legge. E sono sorpreso che di come viene difeso l’indifendibile”, ha aggiunto, “perché non può essere considerata una legge che rilancia l’economia della nostra Regione”. Per l’on. Soru gli occupati sono diminuiti di circa 18mila nel settore dell’edilizia, né è stata data soddisfazione alle necessità delle famiglie, piuttosto “c’è stato l’aumento della cubatura delle seconde case al mare”. Il consigliere regionale del Pd ha proseguito il suo intervento auspicando in “una politica migliore in cui ci confrontiamo sulle idee e non sui luoghi comuni”. E sulle accuse di favoritismi legati alle intese, mosse alla Giunta da lui guidata nella precedente legislatura, ha esortato chi ha notizie in merito di portare esempi concreti e di non fare illazioni: “Le intese erano comprese all’interno del Ppr”. (E.L.N.)


L’on. Giorgio Cugusi (Misto) ha affermato che “dopo valutazione interpretativa e applicativa, a prescindere dal discorso della legittimità, e rispetto a standard urbanistici correnti, emerge che dalla legge non potrebbero essere avvantaggiati i piccoli proprietari ed i nuclei familiari di modeste dimensioni. Esistono poi diversi aspetti di conflitto che fatalmente emergeranno fra cittadini, professionisti ed amministrazioni locali, e ci saranno molte aspettative che non potranno essere soddisfatte su problemi come distanze minime, dotazioni igienico-sanitarie, condizioni di abitabilità, sicurezza nei luoghi di lavoro”. Ha auspicato infine che almeno esca dall’aula una legge “ridimensionata in alcuni parti oggettivamente impresentabili”.
L’on. Giampaolo Diana, capogruppo del Pd, ha messo in evidenza che “la maggioranza si è dimostrata sorda ad ogni prospettiva di confronto sui contenuti. Probabilmente il centro destra ha avuto input esterni per portare a casa la legge a tutti i costi, una sorta di ultima spiaggia per salvare la legislatura. Non è tanto importante il nostro giudizio, quanto quello delle nuove generazioni, che si vedranno private di un bene di valore inestimabile unico al mondo, come l’ambiente ed il paesaggio”. Sono temi che toccano anche l’etica della politica, ha rilevato l’on. Diana, “ma non toccano, evidentemente, una maggioranza che ha mostrato due ossessioni: aggirare le regole e favorire la politica del mattone, in metà legislatura non si è fatto altro, solo iniziative legislative su commissione. Avremmo voluto raccogliere la sfida sulle questioni di merito, avete rifiutato”. Ha chiesto infine il voto segreto sull’emendamento 27, che prevede la soppressione dell’art.1bis.
L’assemblea ha quindi proceduto alla votazione dell’emendamento a scrutinio segreto, con il seguente esito: favorevoli 26, contrari 39, astenuti 1. Il consiglio non approva.
(A.F.)
Per dichiarazione di voto sul testo dell’art. 1 bis l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) ha spiegato che in Italia ogni anno si cementificano 130 ettari di terreno fertile e che negli ultimi venti anni è stato cancellato il 90% del potenziale che serve per dare il pane agli italiani. Il voto contrario è motivato dal fatto che la legge non servirà per favorire la crescita.
L’on. Chicco Porcu (Pd), intervenendo sull’ordine dei lavori, ha chiesto di mettere ai voti la proposta di chiudere la seduta alle ore 21 invece di andare avanti fino alle ore piccole per colpa delle assenze della maggioranza registrate in mattinata.
La presidente on. Claudia Lombardo ha ricordato che, a maggioranza, la Conferenza dei capigruppo aveva fissato la conclusione dei lavori alla mezzanotte. In base al regolamento ha spiegato che sulla proposta dell’on. Porcu è previsto un intervento a favore e uno contro.
Il capogruppo Idv on. Adriano Salis ha ricordato che il termine del 31 ottobre per approvare la norma è ancora lontano e che non è assolutamente accettabile che si impongano ritmi inusuali per colpa delle assenze mattutine dei consiglieri di centrodestra..
Il capogruppo Pdl on. Mario Diana, a nome della maggioranza, ha confermato la volontà di procedere sino alle ore 24.
La presidente on. Claudia Lombardo ha messo in votazione per alzata di mano la proposta dell’on. Porcu che è stata respinta.
L’on. Luigi Lotto (Pd), annunciando il voto contrario, ha detto che coloro che in mattinata non avevano assicurato il numero legale in Aula hanno sbagliato a pretendere che gli altri siano costretti a lavorare sino a tardi. Comunque, ha aggiunto, “se a questa legge ci tenete, sappiate che ve la dovete conquistare”.
Il capogruppo Idv on. Adriano Salis, in base ai dati forniti dalla Regione, ha ribadito le critiche ad un Piano casa che ha avuto ricadute parziali sull’economia sarda perché gli interventi sono stati concentrati sulle coste. Ad esempio a San Teodoro le concessioni sono state 422 contro le 56 di Uta e a Castiadas 277 contro le 42 di Uta.
L’on. Chicco Porcu (Pd) ha aggiunto che non si tratta di una sorpresa perché è facile che gli interventi si concentrino nelle aree pregiate dove il ritorno economico è più elevato. Ha annunciato voto contrario perché la legge è pasticciata e inapplicabile con ben 65 modifiche al Piano casa 1 e alle norme ad esso collegate.
L’on. Carlo Sechi (Misto) ha annunciato voto contrario perché la norma non serve per favorire lo sviluppo e l’occupazione, ma per realizzare seconde case, e, per quanto riguarda le aree agricole, per costruire seconde residenze.
La presidente on. Claudia Lombardo ha sospeso la seduta sino alle ore 21. (MM)

Alla ripresa dei lavori la presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo, ha messo in votazione il testo dell’articolo 1 bis del Disegno di legge 265/A, che è stato approvato. Il lavori sono proseguiti le dichiarazioni di voto sull’emendamento aggiuntivo 152 all’articolo 1 bis (Gian Valerio Sanna e più) che abroga l’articolo 2 della legge 4 del 2009.
Il primo a intervenire è stato l’on. Gian Valerio Sanna (Pd) che ha annunciato il suo voto favorevole e che l’emendamento 152 è il primo di una serie di emendamenti che hanno “l’obiettivo di sopprimere l’articolo 2 della Legge 4, che è fondamentale per la vostra legge. Credo sia importante considerare che nell’articolo 2 viene violato il vincolo in base al quale non si poteva intervenire nei centri storici”. Per l’on. Luigi Lotto (Pd) l’emendamento 152 deve essere approvato. “Bene abbiamo fatto a presentare questi emendamenti. Crediamo giusto usare questo stesso strumento per portare la situazione a prima dell’ottobre 2009. E’ necessario abrogare l’articolo 2 per mettere in discussione il cardine di questa legge”. La presidente ha messo, quindi, in votazione l’emendamento: non è stato però raggiunto il numero legale dei consiglieri regionali presenti in aula e la seduta è stata sospesa per 30 minuti fino alle 21,43. Alla ripresa dei lavori, la presidente ha rimesso in votazione l’emendamento 152: anche in questa votazione non è stato raggiunto il numero legale. La presidente Lombardo ha quindi sospeso i lavori, riprenderanno domani mattina alle 10. (E.L.N.)