CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIV LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 250 del 21 settembre 2011
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Testo Unificato N. 1-7/NAZ/A “Modifica dell'articolo 16 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna) concernente la composizione del Consiglio regionale”
Cagliari, 21 settembre 2011 – La seduta si è aperta sotto la presidenza dell’on. Claudia Lombardo. All’ordine del giorno il Testo Unificato N. 1-7/NAZ/A “Modifica dell'articolo 16 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3 (Statuto speciale per la Sardegna) concernente la composizione del Consiglio regionale”. La presidente ha dato la parola all’on. Claudia Zuncheddu (Sel – Comunisti – Indipendentistas): “Visto che parliamo dei costi della politica, chiedo al presidente della prima Commissione, al presidente Pittalis e a tutti i componenti quali criteri democratici abbiano usato per non prendere in considerazione della mia proposta di legge che prevedeva la riduzione dei costi dell’intera macchina amministrativa”. Per l’esponente dell’opposizione questo Testo unico in esame “tende a imbrogliare i sardi, tagliando solo la democrazia”, paragonandolo alla legge sul golf, “che viola il piano paesaggistico”. “Con questo testo si seppellisce la democrazia, come se la riduzione del numero dei consiglieri regionali fosse garanzia di efficienza, mentre invece non garantisce la rappresentanza democratica di tutti i territori sardi”.
Per l’on. Zuncheddu si tratta di una “legge che ha lo scopo dichiarato dell’allineamento allo schema nazionale e dell’eliminazione della democrazia sarda”, accusando la Commissione Autonomia di avere un atteggiamento di “accettazione passiva fino alla sudditanza. Non è stato un errore politico tralasciare l’altra proposta, ma un attacco al diritto di rappresentanza delle minoranze ed alla tutela delle diversità”. Per l’esponente dell’opposizione è un Testo ispirato al bipolarismo e bipartitismo. “Siamo noi - ha proseguito - che dobbiamo lavorare sulla legge elettorale. Questa classe politica non potrà lavarsi la coscienza scaricando tutte le colpe della propria inefficienza sullo Statuto speciale della Regione Autonoma della Sardegna”. L’on. Zuncheddu ha poi concluso: “Vanno ridotti i costi della politica, ma non è questa la soluzione”. L’on. Luciano Uras (capogruppo di Sel – Comunisti – Indipendentistas) in apertura del suo intervento ha citato un discorso del 1978 di Mario Melis, “il miglior presidente della Regione che abbia mai conosciuto”. “Questo grande uomo politico – ha affermato - già nel ‘78 faceva un’analisi di quella che è oggi la nostra realtà. Bisogna intervenire sulle riforme strutturali necessarie, che devono accompagnare norme culturali e sociali. E sono un terreno obbligatorio per un paese come nostro che fa parte di un sistema in decadimento. E’ un fatto di sopravvivenza”. L’on. Uras ha poi proseguito: “Un anno fa abbiamo fatto uno sforzo dando un incarico alla Prima Commissione un percorso costituente. La Prima Commissione ha disatteso quell’ordine giorno con la complicità del gioco politico tra gli schieramenti”. “Quando più volte ho detto di guardare con simpatia anche all’ipotesi di costituente perché riconoscevo nel Consiglio regionale una difficoltà oggettiva a riformare se stesso, è questo il ragionamento che avremmo dovuto fare in commissione, on. Floris”. L’on. Uras ha poi ricordato anche che la Commissione di Inchiesta ha votato una risoluzione a tutela di un gruppo di lavoratori e che “la Giunta non ha fatto nulla. Non si può dialogare se tra organi della Regione non c’è rispetto”, definendo anche “gli ultimi 7 anni di legislatura 7 anni di fallimento”. L’esponente dell’opposizione ha poi fatto la sua proposta: “Cosa dobbiamo fare? Noi dobbiamo parlare di costi della politica per rendere efficiente la Regione. Io dal 2007 ho presentato una proposta di legge che riduceva il numero di consiglieri a 60: su alcuni punti ho idee simili a quelle dell’on. Maninchedda, dell’on. Sanna e dell’on. Vargiu, perché questo deve essere il parlamento dei sardi e non un consiglio comunale, come vorrebbe il governo nazionale”. “Io avevo un testo molto più equilibrato di quello approvato, con un blitz, in Commissione mentre parte di noi presidenti dei gruppi erano assieme ai lavoratori – ha affermato l’on. Uras – a manifestare contro la crisi causata da questo governo nazionale”. E ha poi concluso: “Sono per fare le riforme strutturali, sono per approvare questa legge, sono per modificare, qui in aula, questa legge. Non sono però per votare in modo acritico questa legge: deve tutelare la rappresentanza democratica delle zone interne, la rappresentatività femminile, e va ridotto il premio di maggioranza: impari chi è eletto in uno schieramento a essere fedele alla parola data agli elettori. Io sono per 60 consiglieri regionali e per l’eliminazione del listino. Se tutti lavorassimo per approvare le nostre leggi saremo anche pochi”. (E.L.N.)
L’on. Franco Sabatini (Pd) ha condiviso molti degli argomenti dell’on. Uras, soprattutto perché “questo dibattito andava fatto in commissione, mentre così è un’opera buffa; prima la commissione approva la proposta di legge, poi i capigruppo bloccano l’avvio dei lavori, poi viene fuori che, nei fatti, nessuno rivendica la paternità del provvedimento. Non possiamo agire sotto la spinta della paura, che sia della piazza o del mondo di internet, dobbiamo ragionare sulle scelte migliori per il futuro della Sardegna. La gente ragiona in modo molto concreto e sollecita risposte ai gravi problemi di ogni giorno, ma non si può stare dietro allo slogan del tutti a casa, rivolto all’intera classe politica e dirigente. Così non migliorerebbero certo i servizi e la capacità del settore pubblico di mettersi in linea con le esigenze dei cittadini”. Il problema vero, ha proseguito, “è la rappresentanza dei diversi territori della Sardegna. Infatti, secondo questo schema, l’Ogliastra non avrebbe alcun rappresentante in Consiglio regionale. Però in quel territorio si combatte una battaglia quotidiana per non chiudere i presidi dello Stato, della Regione e della Asl, per non parlare delle infrastrutture e delle vie di comunicazione. Emblematico, sotto questo profilo, lo scippo di fondi ai danni del porto di Arbatax andati a finire sulla Sassari-Olbia”. In conclusione, l’on. Sabatini ha proposto di “lasciare nella disponibilità della conferenza dei capigruppo questo disegno di legge, con il compito di approvare entro breve tempo una nuova legge elettorale, senza la quale la semplice riduzione del numero dei consiglieri non ha senso”.
L’on. Nello Cappai (Udc-Fli) ha ricordato i commenti di alcuni organi di informazione, secondo i quali “nella seduta di ieri sera ci sarebbe stato un clima di gelo sulla proposta di riduzione dei consiglieri regionali. Non è andata affatto così, ed è un peccato che l’informazione abbia in qualche modo deformato la realtà”. Ha poi ricordato i tentativi di riforma della precedente legislatura e anche nella prima parte di quella attuale, ma il punto centrale del nostro ragionamento “è capire se esiste la volontà di approvare questa riforma. Piuttosto, c’è da dire che la proposta della Commissione è riduttiva, un paravento di chi vuole ingannare i sardi. E’ un testo che unifica due proposte ma ha indubbiamente molti limiti; entrambe, peraltro, parlano di 60 consiglieri. L’indicazione di 50 non si comprende ed appare perciò una specie di rilancio al ribasso, al quale ci si è piegati per la pressione della piazza”. Soffermandosi sui contenuti del provvedimento, l’on. Cappai ha ricordato che “nella proposta dell’Udc, ad esempio, Ogliastra, Gallura, Sulcis e Medio Campidano sarebbero tutelati, anche attraverso la riduzione equilibrata del numero dei consiglieri regionali. Troviamo il coraggio di dire quello che pensiamo. E non rinviamo il problema della nuova legge elettorale, senza la quale nessuna proposta di riforma ha senso. Le due cose devono assolutamente andare di pari passo. E la scelta della legge elettorale è particolarmente importante perché lo schema presidenzialista, ad esempio, non risolve i problemi della rappresentanza democratica e comprime la funzione politica del Consiglio regionale”. L’esponente dell’Udc si è associato, infine, alla proposta dell’on. Sabatini di “rinviare il voto sul provvedimento in esame, affidando ai capigruppo il compito di predisporre un progetto di riforma complessivo che comprenda anche la legge elettorale”.
(A.F.)
La presidente ha dato poi la parola all’on. Antonio Solinas (Pd) che ha richiamato l’importanza della norma in discussione. L’esponente dell’opposizione ha evidenziato come il testo, pur essendo stato votato all’unanimità con una sola astensione, non abbia più il sostegno dell’Aula. “A mio avviso – ha affermato - con questo articolo unico stiamo andando a costruire una casa partendo dal tetto”. L’on. Solinas ha poi sottolineato la sua posizione sull’argomento: “Sono per mantenere questo numero di consiglieri, e comunque non discuterne prima di aver approvato una nuova legge elettorale. Faremo cosa più seria se, come proposto dall’on. Sabatini, stabilissimo un termine massimo, per esempio entro il 30 ottobre, per approvare la legge elettorale e poi affrontare di seguito questo argomento. Per me, nella nuova legge elettorale deve essere garantito ogni territorio, il premio di maggioranza deve essere suddiviso nel territorio eliminando il listino e, all’interno della riforma complessiva, si può affrontare anche il numero dei consiglieri regionali. Tutto questo mantenendo ferma l’elezione diretta del presidente della Regione, che è stata un’ottima scelta che garantisce la governabilità della Regione”.
Il vicepresidente del Consiglio regionale, Michele Cossa, ha poi dato la parola all’on. Felice Contu (Udc-Fli), che partendo dal presupposto che lui non ha alcuna intenzione a ricandidarsi, ha affermato che “il problema non è di quantità ma di qualità”. E ha aggiunto: “L’argomento che abbiamo in discussione sembra orfano di madre e di padre. Non è il numero il problema ma i condizionamenti esterni: il governo nazionale che ci vuole ridurre a 30 consiglieri regionali e l’odio dei cittadini verso la casta. Questa è un’iniziativa dettata da emotività e non dalla razionalità. Ha ragione Manichedda quando dice che è la politica deve governare la piazza e non il contrario”. L’on. Contu ha poi aggiunto che è necessario fare autocritica, definendo doloroso l’assenteismo che si vede in Aula e nelle Commissioni: “Ci vuole un sussulto d’orgoglio. Io vedo il ruolo di consigliere regionale come un ruolo di grande responsabilità che deve incutere rispetto, ma dipende soltanto da noi”. L’esponente della maggioranza ha poi ripercorso il dibattito che portò alla stesura dello Statuto sardo che non parlò di numeri ma di rappresentanza, ossia di un consigliere eletto ogni 20mila abitanti. Quindi un rapporto tra abitanti e rappresentanti, “a cui bisogna aggiungere la rappresentanza femminile e quella dei territori”.
L’on. Contu ha anche ricordato con preoccupazione che già nell’86 il governo nazionale modificò lo Statuto della Regione sarda portando il numero di consiglieri eletti a 80. “Quindi bisogna stare molto attenti. Dobbiamo essere noi a legiferare in merito”, e ha aggiunto in conclusione: “Questo indirizzo di ridurre le rappresentanze è sbagliato. Questo atto ha qualcosa di fascismo. Non sono queste le spese della politica ma le spese della democrazia”. Poi, facendo un appello alla dignità di ogni singolo consigliere ha ricordato che “uno dei postulati della democrazia è immettere il maggior numero di rappresentanti”.
Dopo l’intervento dell’on. Contu, il vicepresidente Cossa ha dichiarato terminati i lavori dell’Aula per la mattina. I lavori riprenderanno alle 16.30. (E.L.N.)