CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 240 del 2 agosto 2011

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Approvata la mozione 139 (Mario Diana e più) sulla nota del 28 luglio 2011 della Presidenza del Consiglio dei ministri riguardante i rilievi in ordine all’articolo 3, comma 1, della legge regionale 30 giugno 2011, n. 12 (Disposizioni nei vari settori di intervento);

Cagliari, 2 agosto 2011 – La seduta si è aperta sotto la presidenza dell’on. Claudia Lombardo. Intervenendo sull’ordine del lavori, l’on. Franco Cuccureddu (Misto) ha sollevato una serie di eccezioni sulla regolarità del verbale della seduta precedente. In particolare, ha chiesto una rettifica del documento con riferimento alla votazione della PL 300 che, a suo giudizio è stata effettuata in modo erroneo in quanto la maggioranza era di 31 voti e non di 32, come registrato negli atti, determinando di conseguenza il risultato di non approvazione della legge che, invece, doveva essere data per approvata. Ha chiesto quindi la correzione.
La Presidente Lombardo ha spiegato che la richiesta di rettifica “non è accoglibile perché non è stata fatta valere nell’immediatezza di quella votazione. Il resoconto integrale, quindi, non può essere difforme da quello ora sottoposto all’assemblea perchè sarebbe un falso a posteriori”. Successivamente è stato messo in votazione il processo verbale per alzata di mano che è stato approvato.
Sull’ordine dei lavori, dopo una breve interruzione chiesta dall’on. Diana, è intervenuta l’on. Francesca Barracciu (Pd) per rendere noto che “oggi il Tar Sardegna ha fatto giustizia di una grave irregolarità e di una grave lesione dei diritti”. “La Giunta – ha proseguito - non è titolata a stare oggi qui in Consiglio perché sono stati annullati i decreti di nomina degli assessori”.
La presidente del Consiglio Claudia Lombardo ha spiegato che la Giunta è rappresentata dal presidente della Regione, che tutti gli altri aspetti saranno verificati e che, comunque, non inficiano sulla seduta dell’Assemblea.
Sempre sull’ordine dei lavori il capogruppo Pd on. Mario Bruno ha chiesto al presidente della Regione di riferire in aula “sull’azzeramento della Giunta e sulle motivazioni dell’annullamento, da parte del Tar, dei decreti di nomina”.
Il presidente della Giunta Ugo Cappellacci ha preso la parola ricordando che, dovendosi l’Aula esprimere su un tema delicato e dopo un dibattito dal quale è “emersa la necessità, oggi più che mai valida, di assumere una posizione unitaria”, ha chiesto una breve sospensione della seduta. L’obiettivo è quello di “lavorare” sulle mozioni 139 e 141 per arrivare alla predisposizione di un ordine del giorno condiviso da maggioranza e opposizione.
La presidente Lombardo ha accolto la richiesta. (MM)
Alla ripresa della seduta la presidente Lombardo ha messo in votazione la mozione n.139 (Diana Mario e più) sulla nota del 28 luglio 2011 della presidenza del Consiglio dei ministri riguardante i rilievi in ordine all’articolo 3, comma 1, della legge regionale 30 giugno 2011, n.12 (Disposizione nei vari settori di intervento) e la mozione n.141 (Bruno e più) che impegna il presidente della Regione a sollevare immediatamente il conflitto di attribuzioni con lo Stato e pretendere l’immediata applicabilità dell’articolo 8. Il consigliere del Psd’Az Paolo Maninchedda ha precisato che, trattandosi di due mozioni diametralmente opposte, bisognerebbe chiedere all’opposizione quali siano le sue intenzioni. La presidente Lombardo ha spiegato a sua volta che, poiché non è stato presentato un ordine del giorno congiunto, si procede con la votazione delle due mozioni. Ha quindi dato la parola al consigliere del Pd, Renato Soru, per la dichiarazione di voto sulla mozione 139.
L’ex governatore ha espresso, a nome del suo gruppo, il voto contrario. “Credo sia il momento di fare chiarezza – ha detto, sottolineando che la mozione della maggioranza “non censura il Governo nazionale e, in maniera netta, quello regionale che è stato complice di una disattenzione colpevole fin dalle prime battute”. Per il consigliere del Pd, tra gli avvenimenti che mostrano la “complicità” del presidente della Giunta, si possono ricordare la cancellazione del G8 (“che è stata annunciato su Sky ai sardi e alla Regione”) e dei fondi Fas. Una circostanza, quest’ultima, che secondo l’on. Soru ridurrà i fondi a nostra disposizione da 2 miliardi di euro a 640 milioni. Mentre il mancato ricorso alla Corte Costituzionale per risolvere il conflitto di attribuzioni sulla vertenza entrare ci costerà, ha aggiunto, 1.500 miliardi di euro nel 2010 e nel 2011. “Signor presidente – ha continuato - lei ha tradito il suo mandato e il suo dovere istituzionale. Aveva il dovere di seguire quanto indicato dal Consiglio. Ha tradito il diritto dei sardi e ha lasciato che chi mette le mani nelle tasche dei sardi ci facesse lo sberleffo, ricorrendo lui contro le nostre leggi. Aggiungendo una beffa al danno. Un danno che lei ha permesso”. Per Gian Valerio Sanna (Pd) il Pd voterà contro la mozione perché questa si apre con una “sottovalutazione”, senza “dare conto della gravità strutturale che deriva dall’impugnativa”. “Quando si arriva a questo punto - ha affermato - o si ha il coraggio della verità oppure resta la solitaria contemplazione del declino ineludibile al quale siete chiamati. Questa legislatura è finita – ha continuato - e l’abbiamo detto in tempi non sospetti”. (MC)
L’on. Antonio Solinas (Pd) ha auspicato una rilettura dell’attività svolta dal centro sinistra in Consiglio regionale che “permetterebbe di capire ciò che sta succedendo in questi giorni, dal problema delle entrate a quello dei trasporti, ai fondi Fas. Abbiamo cercato di far capire al presidente della giunta regionale ed alla maggioranza quali dovevano essere le priorità da affrontare e quali potevano essere le soluzioni più adeguate.” Giovedì scorso, ha ricordato Solinas rivolto al Presidente Cappellacci, “lei ha ammesso il fallimento di due anni e mezzo di legislatura. In effetti, le due mozioni hanno lo stesso obiettivo, di censurare la Giunta regionale ed il Consiglio dei ministri; entrambe chiedono l’intervento del Presidente della Repubblica attraverso il Consiglio regionale e non il governo regionale”. La decisione del Tar? Secondo Solinas “non è un problema di donne, che c’erano anche prima ma le cose non andavano meglio. Il problema è politico. Prolungare la legislatura è un danno per la Sardegna.”
L’on. Tarcisio Agus, sempre del Pd, ha annunciato il suo voto contrario, perchè “a questi estremi siamo arrivati con forte ritardo, nonostante le ripetute sollecitazioni al rispetto costituzionale della Regione. Le entrate sono indispensabili a dare risposte ai sardi, così la continuità, per la quale occorreva rivendicare il diritto fondamentale dei sardi nei confronti dello Stato”. Lo Stato, ha proseguito Agus, è “sempre stato sordo alle istanze della Regione, nonostante il titolo quinto della Costituzione stabilisca un livello di parità fra le Istituzioni. C’è bisogno di una presa di coscienza forte, attraverso la massima istituzione, il Consiglio regionale, per una rivendicazione istituzionale rivolta al Presidente della Repubblica, i Presidenti dei due rami del Parlamento, l’Unione europea, che guarda alle Regioni come elemento cardine dello sviluppo del continente”. (A.F.)
L’on. Pietro Cocco (Pd), ha annunciato il voto contrario e ha condannato la “reiterata ostilità del Governo” che “ridicolizza e irride” diritti conquistati nel tempo. Rivolgendosi al presidente della Giunta, l’esponente del Partito Democratico lo ha contestato perché “si naviga a vista con una zattera con vele rotte nel mare agitato” e perché “non servono finte dimissioni da un partito dal quale in tanti sembrano voler uscire”.
L’on. Francesca Barracciu (Pd), annunciando il voto contrario, ha detto di non credere più agli appelli all’unità del Consiglio regionale e del popolo sardo. Ha attaccato Cappellacci definendolo “un uomo disperato e solo” e “il maggiore responsabile della sistematica riduzione dei diritti a carta straccia” per “essere stato sottomesso ai voleri di Berlusconi”. La Barracciu, ricordando la decisione del Tar Sardegna sull’annullamento dei decreti di nomina degli assessori, ha aggiunto di poter accettare l’unità delle forze politiche con la guida non del presidente della Giunta, ma della presidente del Consiglio regionale.
Per l’on. Luigi Lotto (Pd) il voto è contrario perché la mozione “non coglie la gravità della situazione e non individua i rimedi ad un male che sta diventando sempre più difficile combattere”. Ha rilevato le inadeguatezze del Governo nazionale (per aver vessato la Sardegna scippando le sue risorse e umiliando la sua autonomia) e della Giunta regionale (per non aver opposto alcuna resistenza efficace e produttiva reagendo fuori tempo massimo dopo aver tergiversato per due anni). (MM)
Il consigliere Radhouan Ben Amara (Sel- Comunisti - Indipendentistas) ha espresso un voto contrario, ricordando al presidente della Regione “che il destino dell’uomo politico è il libero atto di scelta con cui decidere l’essenza. Ma, purtroppo, qui l’essenza sembra non esistere”. L’esponente del Pd Giampaolo Diana ha definito il presidente Cappellacci “l’immagine della solitudine”. “È complice – ha continuato rivolto al governatore sardo - della vessazione verso il popolo che dice di rappresentare. Lei oggi deve scegliere da che parte stare, se da quella di chi fin’ora ha offeso quest’Isola o dalla parte dei sardi. Non credo abbia scelta”. Diana ha consigliato al governatore della Regione di prendersi “almeno l’onore delle armi” e dimettersi, “perché è l’unica cosa che può fare. Se non lo fa – ha concluso - costringe, nostro malgrado, quest’Isola a stare in ginocchio”. Il capogruppo del Pd Mario Bruno è intervenuto sull’ordine dei lavori, chiedendo una breve sospensione. L’on. Bruno ha spiegato di avere appreso, in una “interlocuzione con gli uffici”, che se passasse la mozione presentata dalla maggioranza quella dell’opposizione decadrebbe automaticamente, senza poter essere votata. Ha quindi chiesto che si stabilisca un altro metodo di votazione per permettere il mantenimento delle differenti valutazioni espresse nelle mozioni. Differenze rintracciabili non solo nelle premesse, ha spiegato, ma anche nella parte dispositiva. La mozione dell’opposizione, infatti, “denuncia e condanna” non solo l’atteggiamento del Governo nazionale ma anche quello “subalterno, succube e servile della Giunta e il mancato adempimento di vari ordini del giorno approvati dal Consiglio a cui il presidente della Regione non ha dato seguito. Ne ho contati almeno dodici”. La richiesta di sospensione è stata messa in votazione ma non è stata approvata. (MC)

L’on. Luciano Uras (Sel-Comunisti-Indipendentistas) all’inizio del suo intervento ha stigmatizzato l’atteggiamento della maggioranza: “fa capire che tempi ci aspettano, ma il tentativo di compattarsi durerà qualche settimana. Dopo il problema si proporrà. Poi dovremo fare il bilancio, che sarà falso perché lo Stato non ci riconosce quanto ci spetta in base alla legge, saranno tutte spese senza copertura, mentre continueranno a crescere le difficoltà della Regione giorno dopo giorno e mese dopo mese”. A giudizio di Uras, ormai c’è una crisi irreversibile del governo nazionale e regionale; “a noi spetterà incalzare e rendere tutto ancora più evidente. Sappiamo già come andrà a finire, in presenza di una crisi economica devastante. Sarete cacciati via perché non avete affrontato i problemi della Sardegna.”
L’on. Claudia Zuncheddu, anch’essa del gruppo di Sel-Comunisti-Indipendentistas, si è chiesta a cosa sia servito il dibattito sulle riforme istituzionali; “sono passati solo pochi mesi per assistere ad un terribile scenario per l’autonomia sarda, solo cocci e macerie che sarà difficile ricomporre”. Il Presidente Cappellacci che si dimette dal Pdl, “non risolve nessun problema dei sardi, è una scelta politica privata, il Pdl rischia di essere travolto dall’indignazione dei sardi. Ma i problemi della Regione, entrate, Fas, Tirrenia, restano intatti”. Occorrono, secondo l’on. Zuncheddu, “atti politici determinati e forti per raggiungere una effettiva pari dignità istituzionale. Le uniche dimissioni utili ai sardi sono quelle del presidente della giunta regionale, in quanto responsabile politico del tracollo economico e sociale della regione”.
L’on. Pietro Pittalis, a nome del Pdl, si è detto “sorpreso, perché leggendo le due mozioni ci si rende conto che sarebbe stato possibile raggiungere una intesa unitaria. Soru inveisce invece sul Presidente Cappellacci, ma il vero responsabile è proprio lui che ha sottoscritto un accordo fasullo”. Perché, ha continuato Pittalis, “stiamo ancora parlando delle norme di attuazione dell’art. 8? Abbassi i toni, se c’è uno che ha tradito i sardi è lei e la sua giunta, come hanno detto giudici costituzionali e contabili, che hanno certificato i suoi falsi in bilancio”. Vuole lo scontro a tutti i costi, anche su battaglie unitarie? Ricordi, ha concluso l’on. Pittalis, che il Presidente Cappellacci “risponde a tutti i sardi, ed andrà avanti, col sostegno della maggioranza e non solo. Molti apprezzano ed apprezzeranno questo risveglio autonomistico.”
L’on. Franco Sabatini, del Pd, ha affermato che le posizioni del Pdl ricordano il vecchio detto “vai avanti, che ci scappa da ridere. Poi mettetevi d’accordo, La Spisa ha sempre detto che l’accordo di Soru andava salvaguardato”. Rivolto alla Presidente Lombardo, l’on. Sabatini ha affermato che “ci sono i margini per un confronto e per trovare una via d’uscita comune. Senza però dimenticare che c’è una lunga serie di ordini del giorno che non hanno avuto seguito per colpa del Presidente Cappellacci, chiediamo quindi che sia lei a prendere l’iniziativa. Concordiamo con quella parte dell’ordine del giorno che prevede alcune iniziative, a partire dall’incontro col Presidente della Repubblica per aprire una nuova fase di confronto con lo Stato prendendo atto che la giunta regionale ha fallito.”
L’on. Adriano Salis, capogruppo dell’Idv, ha tenuto a sottolineare che “non siamo tutti corresponsabili alla stessa maniera del fatto che Sardegna sta ballando sull’orlo del precipizio, soprattutto perché l’opposizione dalla metà del 2009 sta combattendo una battaglia in solitudine per chiedere da due anni quegli atti che lo stesso centro destra vuole fare oggi. Domani i pastori saranno in commissione agricoltura, perché mancano 15 milioni di euro e manca soprattutto quel miliardo che la Sardegna ha in bilancio ma in realtà non è disponibile”.
L’on. Nicola Rassu (Pdl) ha definito fuori luogo le citazioni sulle “tragedie greche e le invasioni dei turchi.” Ma è proprio necessario, ha aggiunto, “un continuo attacco, perché ancora non è maturata nei sardi l’idea di essere un popolo sovrano? Sta qui la nostra debolezza. Un Presidente che alza la testa e strappa la tessera, vuol dire che si è ribellato, è da questa parte perché lo hanno votato i sardi. Riusciamo ad avere una idea comune su questa battaglia giusta?” Il Presidente Cappellacci, a parere dell’on. Rassu, non è certamente solo, “come non lo è stato a partire dalle scelte compiute sul nucleare e flotta sarda; da lì è nato tutto, con uno schiaffo senza precedenti a potentati politici ed economici. Non si può non sostenere questa battaglia, dopo ci sarà tempo per scontrarci”. (A.F.)
L’on. Angelo Stochino (Pdl), annunciando il voto favorevole, ha detto di essere dispiaciuto del fatto che “l’opposizione non abbia colto l’appello del presidente della Regione”. Spiegando che l’unità è necessaria e che Cappellacci ha fatto bene a restituire la tessera del Pdl, ha aggiunto: “Noi del centrodestra pensiamo che prima vengano i sardi e poi i partiti. Voi del centrosinistra dovete ancora dimostrarlo”.
Secondo il capogruppo del Pdl on. Mario Diana, non si può pensare di trovare un accordo se, per l’opposizione, il presupposto di un ordine del giorno unitario è la denuncia e la condanna del presidente della Regione: “La vostra è semplicemente una provocazione che non va a finire bene”. Precisando che ai sardi si dirà che il centrosinistra “si è tirato indietro”, Diana ha ricordato all’on. Soru l’appoggio differente che gli era stato garantito dal centrodestra nella scorsa legislatura.
Il capogruppo di Udc-Fli on. Giulio Steri si è dichiarato deluso e rammaricato perché è in atto una battaglia politica quando, invece, era stato chiesto a tutti di non perseguire gli interessi di parte. A suo avviso “solo un’azione unitaria può far superare una situazione di stallo”. Steri si è anche soffermato sulla posizione di coerenza sempre espressa dal suo partito e dal deputato sardo Mereu: “Non siamo mai stati servili con nessuno”.
L’on. Marco Espa (Pd) ha sottolineato la diversità dei due schieramenti per criticare la maggioranza quando non ammette le responsabilità: “In questi anni abbiamo ricordato quotidianamente cosa c’era da fare, ma nulla avete fatto”. L’esponente del Partito Democratico ha elencato le conseguenze del mancato versamento dei 1600 milioni di euro nel 2010 e nel 2011, somme che mancheranno pure l’anno venturo: “Ricadrà sulle cose concrete, sulle politiche sociali, sulla scuola, sull’assistenza ai disabili gravi”.
Per l’on. Marco Meloni (Pd) gli interventi degli esponenti di maggioranza sono stati dei “comizi” nei quali ha rilevato tante contraddizioni e nei quali non è stato spiegato perché il centrodestra non si assume una responsabilità politica di quanto successo negli ultimi due anni e mezzo. Ricordando l’atto lesivo del Governo per il mancato adempimento dell’accordo sulle entrate, Meloni ha aggiunto che non è stato promosso il conflitto di attribuzione, quando invece era necessario. (MM)
Per il consigliere del Pdl Gianvittorio Campus le motivazioni dell’opposizione sono legittime ma non è il momento delle ripicche. “Ci si deve fermare nel leggere le premesse, che sono chiare” – ha detto, precisando che la maggioranza si sta “assumendo una responsabilità politica”. Il rischio, nel caso la mozione non fosse sottoscritta da tutto il Consiglio è che “all’esterno non si riuscirà a capire la differenza tra noi e voi. Per una volta, la propaganda lasciamola ad altri argomenti”.
Il presidente del gruppo Misto Franco Cuccureddu ha parlato di discussione “paradossale” perché la mozione della maggioranza – ha sostenuto - dà voce alla necessità di mettere in campo un atto di forza politica, come auspicato in più occasioni dal Consiglio regionale, mentre “si vorrebbe farne approvare un’altra che non parla di mettere in pratica una politica contestativa”. “Io credo – ha continuato - che il presidente, che come tutti noi ha commesso degli errori, stia cercando di far rispettare anche la volontà della minoranza”. Ha quindi chiesto il voto per parti, per eliminare le disposizioni finali della mozione in cui si dà mandato alla presidente del Consiglio di chiedere un’udienza al presidente della Repubblica. Ha motivato la richiesta sottolineando gli “errori così gravi” della presidente del Consiglio “che boccia una legge approvata dall’Aula”. Per il consigliere Roberto Capelli (Misto) non è il momento dell’integralismo. Pur riconoscendo che sono stati commessi molti errori, per l’on. Capelli l’Assemblea ha il dovere di fare sintesi per interpretare la volontà dei sardi. “Stiamo subendo una pressione esterna”, ha dichiarato, aggiungendo subito dopo che si sarebbe astenuto dal voto. La motivazione della sua scelta è da ricondursi all’assenza di una “ferma condanna dei nostri parlamentari, soprattutto di maggioranza”, accusati di servilismo. Ha quindi voluto precisare che il suo gruppo insieme a quello Udc-Fli si è appellato agli europarlamentari per portare avanti un’azione congiunta a Bruxelles, con il Ppe. Si è infine appellato all’ex governatore Soru, chiedendogli di prendere in mano la situazione “perché si pensi all’interesse generale e dopo ognuno per la sua strada”. Mentre alla presidente Lombardo ha chiesto di invitare il presidente Napolitano “a fare un sacrificio e venire qui in quest’Aula per manifestare in maniera più decisa la sua solidarietà”. Una mozione tardiva e inutile. Così l’ha definita il consigliere del Pd Gavino Manca, esprimendo il suo voto contrario. “Il gesto eclatante di uscire dal partito – ha aggiunto - avrebbe avuto un senso se messo in atto subito, quando, ripetutamente, i cittadini venivano scippati di quello che spettava loro. Non si vuole capire - ha concluso - che il surreale è che ci sono dei problemi irrisolti, oggetto delle false promesse elettorali con le quali avete imbrogliato i cittadini”. L’assessore agli Affari generali, Mario Floris, ha chiesto di ridimensionare i toni, riferendosi all’intervento dell’on. Soru che ha parlato di tradimenti, e richiamato l’Aula all’unità. “Il fine – ha detto - è la Sardegna, i suoi interessi e i suoi diritti. Dovremmo avere la casacca unica dei partigiani di Sardegna. Combattere due battaglie in uno mi pare impossibile: dobbiamo trovare una sintesi”. In chiusura ha voluto sottolineare che l’atteggiamento dell’opposizione ha avuto come "effetto positivo" quello di ricompattare la maggioranza. L’assessore all’Industria, Oscar Cherchi, ha dichiarato il voto contrario a ogni tipo di mozione che disunisce e va contro gli interessi della Sardegna. Nel caso specifico, ha precisato, “una vertenza che riguarda tutti i sardi”. “Non capisco il motivo che porta quest’Aula – ha detto - a non trovare una soluzione unitaria. Non basta il presidente della Repubblica a unirci. Siamo tutti rappresentanti del popolo sardo e abbiamo il dovere, unitariamente, di dare le risposte che portino a trovare soluzioni per tutti i sardi. Se in altri momenti nella passata legislatura – ha continuato - abbiamo trovato compattezza su alcuni argomenti, non si capisce perché su questa vertenza tutta l’Assemblea non dia il sostegno al presidente. All’esterno – ha concluso – non si capirà mai perché la politica continua a dividersi”. (MC)

L’on. Pierpaolo Vargiu (Riformatori) ha espresso il suo voto favorevole alla mozione della maggioranza ma, nello stesso tempo, ha rivolto un appello all’assemblea “ad abbandonare la retorica e gli interventi sopra le righe”. Il Presidente Cappellacci, a suo avviso, “ha fatto una cosa straordinaria dicendo che non ha più partito e si schiera dalla parte degli interessi della Sardegna, è andato incontro alle sensibilità esterna al palazzo. Oggi siamo tutti responsabili della situazione della Sardegna. Nessuno capirebbe un Consiglio regionale che, invece di difendere i diritti dei sardi, resta impantanato a rinfacciarsi reciproche responsabilità”.
L’on. Onorio Petrini, Pdl, ha detto in apertura che “la posizione di Soru è incomprensibile. Attaccando Cappellacci, che ha fatto un gesto eccezionale, perde una buona occasione per dimostrare che, prima di tutto, siamo sardi che vogliono bene alla loro terra. Chi ci rimette sono i più deboli che saranno gli unici a pagare”. Petrini ha poi sollecitato il centro sinistra a “tornare indietro ed impegnarsi per un documento unitario ed andare avanti. Cerchiamo tutti di riflettere e pensiamo a chi sta fuori”.
L’on. Giuseppe Cuccu, per il Pd, ha accolto l’invito dell’on. Floris a moderare i toni, senza però dimenticare che “il centro sinistra ha dato la sua disponibilità ma non è stata colta dalla maggioranza. Che in realtà non ha voluto sostenere, per prima, la posizione del Presidente della giunta regionale. Il fallimento del Presidente Cappellacci e del Presidente Berlusconi, con tutta la buona volontà, non può passare sotto silenzio, è il fallimento della politica della pacca sulle spalle”. Per noi, ha proseguito l’on. Cuccu, “ora c’è un altro interlocutore a Roma, il Presidente della Repubblica, ed un altro interlocutore in Sardegna, il Consiglio regionale”.
L’on. Paolo Maninchedda (Psd’Az) ha affermato che “non c’è una unità facile, bisogna interiorizzare una realtà molto complessa, bisogna verificare se questa crisi favorisce una presa di coscienza forte dei partiti italiani, se i fatti che accadono fanno maturare una consapevolezza al sacrificio di identità ed appartenenze”. Il consiglio regionale, ha detto ancora Maninchedda, “non può esprimere un voto di fiducia sulla giunta, deve decidere se si schiera contro il governo italiano. Se si esce dal guscio delle contrapposizioni, se il consiglio può qualificarsi su questo punto e trovare l’unità, il risultato è a portata di mano”. Ha chiesto quindi al Presidente Cappellacci di incontrare le opposizioni per esprimere una chiara censura al governo nazionale.
L’on. Felice Contu (Udc-Fli) si è detto “malvolentieri a favore della mozione, perché è la mozione di una sola parte del consiglio; avrei preferito un documento dell’intero consiglio, a prescindere da verifica su colpe e responsabilità. Ci sono dei momenti in cui l’Assemblea regionale non può dimenticare di essere espressione di tutto il popolo sardo. Nella sua storia ci sono stati molti momenti come questo. Il nostro avversario è lo Stato, e questa, dato che non ci sono mai stati governi amici, è una costante di tutta la storia autonomistica della Sardegna. Quando una barca è in tempesta tutti devono sforzarsi di arrivare a riva, dimenticando le ostilità interne”.
L’on. Giacomo Sanna, capogruppo del Psd’Az, ha espresso una posizione favorevole alla mozione ma ha manifestato il timore che, alla fine, “prevalgano divisioni e contrapposizioni. Così lo Stato avrà ancora la meglio: è una nostra debolezza il voler fare prevalere logiche di maggioranza e opposizione. Molti sbagliano nella vita e soprattutto in politica”. Ricordiamoci però, ha aggiunto Sanna, che “i disperati sono fuori da questo Palazzo; sarà difficile spiegare cosa sta succedendo qui dentro, di fronte ad uno Stato che ci nega tutto. Forse è arrivato il momento di non stare più a guardare, questo è l’elemento principale. Come abbiamo fatto per Tremonti e nell’ultimo documento sui trasporti. Non è una cosa che ci stiamo inventando stasera, il presidente della Giunta ed il presidente del Consiglio hanno ruoli diversi, ma tutto va inquadrato in un discorso unitario, evitando contrapposizioni inutili”. (A.F.)
L’on. Silvestro Ladu (Pdl) ha auspicato che si arrivi ad un punto d’incontro tra maggioranza e opposizione ricordando che il Consiglio regionale, nei momenti difficili, ha saputo trovare la compattezza: “Il risultato lo abbiamo ottenuto insieme e oggi, insieme, dobbiamo difenderlo”. Ha aggiunto che non serve alzare i toni, che nessuno vuole fare passi indietro e che non si vuole rinunciare a nulla: si tratta di percorrere una via che permetta di raggiungere l’obiettivo.
L’on. Carlo Sechi (Sel-Comunisti-Indipendentistas) ha contestato chi intende attribuire all’opposizione la responsabilità di un mancato accordo: “Dopo due anni di diritti calpestati, non ci possiamo accodare alle proposte della maggioranza”. La minoranza, ha aggiunto, ha chiesto legittimamente la denuncia e la condanna politica per le inadempienze del presidente della Regione che non ha ottemperato agli ordini del giorno approvati dal Consiglio: “Se no, tutto risulterà aria fritta”.
L’on. Elia Corda (Pd), annunciando un voto contrario, si è dichiarato sorpreso dai contenuti della mozione perché non in linea con le parole forti e coraggiose espresse in aula da Cappellacci. “che contenevano severe critiche al Governo del suo amico, non certo amico dei sardi”. Corda ha poi escluso una eventuale convergenza: “Al di là dei proclami e della finzione nell’assumere gesti eclatanti, vi tirate indietro per non rischiare di urtare la suscettibilità del vostro amico”.
Il capogruppo del Pd on. Mario Bruno, parlando di “unità fittizia” cercata dal centrodestra, ha ricordato che sono stati 12 gli ordini del giorno votati all’unanimità sullo stesso tema e che sono stati disattesi. Si è poi rivolto all’on. Cappellacci accusandolo di continuare ad allinearsi al Governo (“Credo che a lei interessi il rilancio mediatico, non l’unità”) e di non aver risposto alle domande che gli sono state poste (ad esempio, sull’azzeramento della Giunta e sulla riunione del Cipe di domani).
L’on. Michele Cossa (Riformatori Sardi – Liberaldemocratici) ha rilevato il rischio che si stia sprecando una occasione in un momento nel quale si è destinati ad affrontare un cambiamento profondo del sistema politico e istituzionale. In particolare, ha fatto riferimento al federalismo che “avanza a grandi passi” e che “dobbiamo cercare di governare” in un ruolo non da comprimari per non rimanerne travolti. Cossa ha ritenuto sbagliato, da parte dell’opposizione, “svilire” il gesto di Cappellacci perché “ha evidenziato responsabilità precise del Governo che ha sempre manifestato ostilità” verso la Sardegna. (MM)
Nel suo intervento il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha chiamato l’Aula a cercare di interpretare con la massima coesione gli interessi e le aspettative dei sardi. “Il mio auspicio – ha detto - era questo. E doveva avvenire al di là degli schieramenti, delle convenienze del momento, e del battibecco quotidiano che caratterizza spesso il nostro confronto”. Per il governatore si tratta di difendere i diritti della Sardegna e l’autonomia della Regione. Un obiettivo da raggiungere insieme all’opposizione a cui aveva già chiesto, nel suo ultimo intervento in Aula, di “unire le forze davanti all’esigenza di avere una voce unica per tutelare gli interessi dell’Isola”. “Il nemico - ha continuato - non è qua. Sta da un’altra parte. Talvolta nei banchi del Governo o del Parlamento”. Il presidente Cappellacci ha rivolto nuovamente un appello alla minoranza perché riveda la sua posizione, rivolgendosi direttamente all’on. Soru che – ha precisato – “ha aperto il dibattito in modo duro e netto, segnando la strada”. “Credo che oggi il coraggio – ha concluso - stia dalla parte di tutti coloro che vogliono essere promotori di unità e coesione. Sono pronto a sedermi con voi per ragionare su qualunque ipotesi a salvaguardia dell’unità.” Ha quindi chiesto una sospensione dei lavori per provare a redigere un ordine del giorno condiviso. La presidente Lombardo ha sospeso i lavori e convocato la conferenza dei capigruppo. (MC)
Alla ripresa dei lavori, la Presidente Lombardo ha comunicato che, sulla base di quanto emerso in conferenza dei capigruppo, il Presidente della Regione Cappellacci intende fare una comunicazione all’assemblea.
L’on. Cappellacci, in riferimento ad un passaggio dell’intervento del capogruppo del Pd on. Mario Bruno, ha tenuto a sottolineare di non aver mai detto che “parteciperà alla riunione del Cipe in programma per domani, perché invitato dal segretario nazionale del Pdl Angelino Alfano”. A sostegno della sua dichiarazione, il Presidente Cappellacci ha mostrato la copia del telegramma, del 19 luglio scorso, con cui il presidente dello stesso Cipe lo invitava a prendere parte ai lavori. “Avevo deciso di non andare per protesta – ha spiegato ancora l’on. Cappellacci – e Alfano mi ha semplicemente chiesto di soprassedere.”
La Presidente Lombardo ha messo quindi in votazione la mozione n°139 (Diana e più) che è stata approvata (favorevoli 47, contrari 26, astenuti 2). Subito dopo lo scrutinio, la Presidente ha comunicato che l’approvazione della prima mozione comportava la decadenza dell’altra (la n°141), tranne il punto 5 in cui si impegna il Presidente della Regione “a rappresentare la vertenza Sardegna attraverso la più ampia mobilitazione in grado di tutelare i diritti dei sardi…”
L’on. Mario Bruno, capogruppo del Pd e primo firmatario della mozione n°141, ha voluto precisare che “la mozione del centro sinistra ha un’altra premessa, con cui si richiamava in modo molto chiaro la responsabilità del Presidente della Regione, per non aver sollevato conflitto di attribuzioni in occasione della vertenza entrate e per aver reso vani, con altri atti, tutti gli inviti formulati dall’opposizione, che è esattamente quello che abbiamo chiesto durante il confronto sul centro destra. Questo punto, da solo, non può esaurire il contenuto del nostro documento”.
L’on. Paolo Maninchedda (Pasd’Az), ha messo in evidenza che, nel merito, “il punto 5 della mozione del centro sinistra è senz’altro meno incisivo della mozione del centro destra appena approvata, “in cui si dà mandato al Presidente della regione di avviare azioni giudiziarie in ogni sede giurisdizionale, anziché impegnarsi in una pur importante ampia mobilitazione”.
L’on. Adriano Salis, capogruppo dell’Idv, ha invece espresso dissenso da questa interpretazione dell’on. Maninchedda. Il punto 5, ha affermato, “cercava di inquadrare la mozione del centro sinistra in un contesto più ampio. Arrivati a questo punto, e non essendo pervenuti ad un accordo, ha poco senso votarlo e si può anche ritirare”. Il documento è stato poi ritirato.
La Presidente Lombardo ha dichiarato quindi chiusa la seduta, comunicando che il consiglio si riunirà il 31 agosto alle ore 10.00, con all’ordine del giorno una serie di mozioni. Per quanto riguarda la discussione della legge sul turismo golfistico, viene sospesa per effetto della decadenza degli Assessori e riprenderà al termine dell’esame delle mozioni. La commissione agricoltura, già convocata per giovedì prossimo, salterà l’audizione dell’Assessore prevista per la mattinata ma terrà ugualmente la riunione programmata per il pomeriggio, con l’audizione del Movimento pastori sardi. (A.F.)